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Panorama sul regime sanzionatorio tributario penale e amministrativo alla luce delle novità introdotte da:
eBook in pdf di 306 pagine.
L’autore si prefigge l’obiettivo di dare al lettore un quadro d’insieme chiaro ed esauriente, del regime sanzionatorio tributario e delle ripercussioni a cui il contribuente può andare incontro in caso vengano poste in essere condotte ritenute dal legislatore contra legem. Nonostante la trattazione parta da un contesto piuttosto teorico, grazie all’ausilio di numerose tabelle esemplificative e all’inserimento di molti casi pratici il lettore viene condotto all’interno delle reali fattispecie delittuose.
Come noto nel nostro ordinamento la violazione di obblighi tributari determina l’irrogazione di sanzioni che a seconda della gravità della violazione commessa, o per meglio dire in forza del maggiore danno che il contribuente ha arrecato o intendeva arrecare alla collettività, possono distinguersi in:
L’impianto sanzionatorio amministrativo si fonda su tre norme in vigore dal 1° aprile 1998, che riguardano:
Con particolare riguardo all’irrogazione delle sanzioni amministrative, nel testo trova ampio spazio il tema della c.d. “tregua fiscale”, ovvero quel pacchetto di misure agevolative a beneficio dei contribuenti introdotte nell’ordinamento fiscale dalla Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023).
Passando poi all’impianto sanzionatorio penale, la norma di riferimento per tutte le fattispecie di reato tributario previste in Italia è il D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74.
Sia il sistema sanzionatorio amministrativo che quello penale sono stati rivisitati dal D.Lgs. 24 settembre 2015, n. 158 ed ulteriori ed importanti modifiche sono state apportate dal Decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020 (il D.L. 26 ottobre 2019, n. 124, convertito con modificazioni dalla Legge 19 dicembre 2019, n. 157).
Difatti, con riferimento ai temi trattati in questo testo, la disciplina penale tributaria è stata oggetto di numerosi cambiamenti. Le modifiche riguardano un tendenziale aumento delle pene delle diverse fattispecie criminose e in taluni casi l’introduzione di soglie di punibilità più basse.
Le novità, però, non si fermano qui.
Di particolare rilievo, infatti, risulta essere l’applicazione ad alcuni reati tributari e solo in previsione di determinati casi specifici della confisca “per sproporzione” o “allargata” (art. 240-bis c.p.), istituto in precedenza previsto e disposto esclusivamente come misura di prevenzione patrimoniale a contrasto della criminalità organizzata di stampo mafioso (pertanto nei casi di estrema gravità quali l’associazione di tipo mafioso, la riduzione in schiavitù, la tratta di esseri umani e così via).
A ciò si aggiunge l’estensione del sistema di responsabilità degli enti previsto dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n. 231 a determinate ipotesi delittuose previste dal D.Lgs. n. 74/2000, ovverosia alle seguenti fattispecie:
Con il recepimento nell’ordinamento nazionale della direttiva (UE) 2017/1317 (c.d. “direttiva PIF” - direttiva per la protezione degli interessi finanziari) attraverso il D.Lgs. 14 luglio 2020 n. 75, seguito con disposizioni correttive e integrative dal D.Lgs. 4 ottobre 2022, n. 156, il catalogo dei reati tributari presupposto del D.Lgs. n. 231/2001 è stato ampliato comprendendo ora anche le seguenti ipotesi delittuose:
Il decreto attuativo della direttiva PIF ha inoltre modificato l’art. 6 del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74 (ulteriormente corretto ad opera del D.Lgs. 4 ottobre 2022, n. 156), prevedendo l’ipotesi del tentativo nei reati di tipo dichiarativo (articoli nn. 2, 3 e 4 del D.Lgs. n. 74/2000) quando le condotte delittuose:
Nel testo si evidenziano, in aggiunta, alcune novità introdotte dalla c.d. “riforma Cartabia” (D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 sulla riforma del processo penale e disciplina della giustizia riparativa) che hanno impattato su taluni aspetti del sistema penale tributario, ad esempio attraverso le modifiche apportate alla disciplina della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all’art. 131-bis c.p..
Infine, con la recentissima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29 maggio 2023 della Legge 26 maggio 2023, n. 56, che ha convertito (con modificazioni) il D.L. 30 marzo 2023, n. 34 (c.d. “Decreto Bollette”), ha trovato spazio nel sistema penale tributario anche una nuova causa speciale di non punibilità per taluni reati tributari, che si può concretizzare al manifestarsi di una serie di circostanze e condizioni.
Come già espresso nella precedente edizione di questo libro, rimane il convincimento che l’attuale sistema fiscale italiano risulti eccessivamente frammentato e talvolta disomogeneo (il nostro sistema fiscale, come rimarcato da autorevole dottrina, necessita oramai della creazione di testi unici).
Premessa
1. Cenni sul sistema tributario
1.1 Spese ed entrate dell’apparato statale
1.2 Principi costituzionali
1.3 Suddivisione delle entrate tributarie
1.4 Elementi costitutivi del tributo
2. Obblighi dichiarativi
2.1 Dichiarazione tributaria
2.2 Natura giuridica della dichiarazione
2.3 Fedeltà e completezza della dichiarazione
2.4 Il pagamento delle imposte
2.5 La riscossione coattiva
2.6 Irreperibilità del contribuente
3. Natura del fenomeno evasivo
3.1 Il fenomeno dell’evasione fiscale
3.2 Differenza tra evasione ed elusione fiscale
3.3 L’evasione da riscossione
3.4 Differenza tra evasione dichiarativa ed evasione da riscossione
3.5 Le stime dell’evasione fiscale
3.6 Gli illeciti fiscali e i reati tributari
4. Il sistema penale tributario
4.1 Il D.Lgs. n. 74 del 2000
4.2 Il dolo specifico di evasione
4.3 Differenza tra dolo specifico e dolo generico in ambito penale tributario
4.4 Ambito oggettivo e soggettivo del sistema penale tributario
4.5 Il delitto tentato nel sistema penale tributario
5. Nozioni base del sistema penale tributario
5.1 Concetto di “fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”
5.2 Concetto di “elementi attivi o passivi”
5.3 Concetto di “dichiarazione”
5.4 Concetto di “fine di evadere le imposte” e di “fine di consentire a terzi l’evasione”
5.5 Concetto di “imposta evasa” e di “soglie di punibilità"
5.6 Concetto di “operazioni simulate oggettivamente e soggettivamente"
5.7 Concetto di “mezzi fraudolenti”
5.8 Prospetto di sintesi
6. Le novità apportate al sistema penale tributario dal Decreto Fiscale 2020
6.1 Sintesi dell’evoluzione normativa del sistema punitivo tributario
6.2 Relazione governativa
6.3 Sintesi delle novità
7. Novità nei reati dichiarativi
7.1 Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
7.2 Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici
7.3 Dichiarazione infedele
7.4 Omessa dichiarazione 6
8. Novità nei reati in materia di documenti
8.1 Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
8.2 Occultamento o distruzione di documenti contabili
9. Reati tributari non modificati
9.1 Omesso versamento di ritenute dovute o certificate
9.2 Omesso versamento di IVA
9.3 Indebita compensazione
9.4 Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte
9.5 Responsabilità del consulente
10. Applicabilità della confisca per “sproporzione"
10.1 Confisca prevista dall’art. 240-bis del codice penale
10.2 Perimetro applicativo della confisca “allargata”
10.3 Reati tributari colpiti dalla confisca “per sproporzione”
11. Responsabilità amministrativa degli enti in ambito penale tributario
11.1 Il D.Lgs. n. 231/2001
11.2 Operatività del sistema “231”
11.3 Estensione della responsabilità degli enti ai reati tributari
12. Pagamento del debito tributario quale causa di non punibilità
12.1 L’art. 13 del D.Lgs. n. 74/2000
12.2 Modifiche introdotte dal D.L. n. 124/2019
12.3 Orientamento giurisprudenziale
13. Prescrizione nei reati tributari
13.1 Il termine di prescrizione come causa di estinzione dei reati
13.2 Novità nella prescrizione dei reati tributari
14. Novità introdotte dalla riforma Cartabia
14.1 Causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto
14.2 Udienza predibattimentale nei procedimenti a citazione diretta
15. Novità introdotte dal D.L. n. 34/2023 (Decreto bollette)
15.1 Causa speciale di non punibilità per i reati tributari
16. Il sistema sanzionatorio amministrativo
16.1 Architettura normativa di riferimento
16.2 Principi generali
16.3 Cause di non punibilità
16.4 Criteri di determinazione della sanzione
16.5 Il concorso di persone e il c.d. autore mediato
16.6 Il ravvedimento operoso
16.7 Il procedimento di irrogazione
16.8 Decadenza e prescrizione
16.9 Ipoteca e sequestro conservativo
16.10 Impianto sanzionatorio
17. Violazioni agli obblighi dichiarativi
17.1 Omessa presentazione della dichiarazione
17.2 Dichiarazione infedele
17.3 Dichiarazione inesatta e/o incompleta
18. Violazioni agli obblighi relativi alla fatturazione, documentazione e registrazione
18.1 Violazioni agli obblighi di fatturazione e di registrazione di operazioni imponibili
18.2 Violazioni agli obblighi di fatturazione e di registrazione di operazioni non imponibili o esenti
18.3 Violazioni per mancata emissione di ricevute fiscali, scontrini fiscali o documenti di trasporto
18.4 Violazioni agli obblighi di mancata regolarizzazione degli acquisti
19. Violazioni alla contabilità e alla documentazione fiscale
19.1 Omessa tenuta/conservazione di scritture, libri, registri e documenti
19.2 Rifiuto di esibire documenti e registri
20. Violazioni in materia di riscossione
20.1 Omesso, insufficiente o tardivo versamento
20.2 Violazioni in materia di compensazioni
20.3 Versamenti relativi alle ritenute alla fonte
20.4 Incompletezza dei documenti di versamento
21. Tregua fiscale
21.1 Definizione agevolata delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato delle dichiarazioni (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 153 a 159)
21.2 Regolarizzazione delle irregolarità formali (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 166 a 173)
21.3 Ravvedimento speciale delle violazioni tributarie (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 174 a 178)
21.4 Adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 179 a 185)
21.5 Definizione agevolata delle controversie tributarie (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 186 a 205)
21.6 Conciliazione agevolata fuori udienza (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 206 a 212)
21.7 Rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 213 a 218)
21.8 Regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate dovute a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 219 a 221)
21.9 Stralcio dei debiti fino a euro 1.000 affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 222 a 230)
21.10 Definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 (L. n. 197/2022, art. 1, commi da 231 a 252)
Appendice normativa
Bibliografia
Scopo della presente Opera è agevolare il lettore nel suo percorso di approfondimento del mondo del non profit, della RIFORMA DEL TERZO SETTORE e della RIFORMA DELL'ORDINAMENTO SPORTIVO.
A questo proposito, la dodicesima edizione del Manuale si presenta completa e aggiornata in quanto, oltre ad offrire una puntuale disamina degli aspetti legali, civilistici, tributari, economici, pratici, organizzativi e gestionali degli enti non commerciali in generale e delle associazioni in particolare (costituzione, adempimenti dopo la costituzione, organi dell'associazione, bilancio, principi contabili, strumenti di responsabilità sociale, responsabilità amministrativa e gestione dei rischi, estinzione, fiscalità.). Contiene un'analisi accurata e dettagliata della RIFORMA DEL TERZO SETTORE e della RIFORMA DELL'ORDINAMENTO SPORTIVO.
Per quanto riguarda la Riforma del Terzo settore, la dodicesima edizione indirizza il lettore verso gli argomenti del Codice del Terzo settore. Sono oggetto di approfondimento:
L'opera offre, altresì, una attenta disamina della disciplina delle Associazioni sportive dilettantistiche e delle Società sportive dilettantistiche, alla luce della Riforma dell'Ordinamento sportivo.
Completano la trattazione gli approfondimenti su Impresa sociale, Società benefit e Start up innovative a vocazione sociale.
Susanna Beretta È tra i maggiori esperti in diritto tributario delle associazioni, delle fondazioni e delle altre realtà del non profit, nonché consulente specializzata in amministrazione e gestione degli enti del Terzo settore, degli enti ecclesiastici e dei teatri. È iscritta all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Monza e Brianza ed esercita la libera professione dal 1991, occupandosi, inoltre, di imprese e società, bilanci sociali e responsabilità sociale delle imprese. È revisore legale dei conti. È presidente e componente di Commissioni istituzionali dedicate allo studio degli enti del Terzo settore. Già redattrice in settimanali, collabora con riviste giuridiche e fiscali ed è relatore in convegni di studio sul tema del Terzo settore e dell'ordinamento sportivo. Organizza ed è relatore in convegni presso i licei sul tema del Terzo settore e presso le scuole primarie sul tema dell'economia, del diritto e dell'educazione civica insegnato ai ragazzi. È ideatrice del progetto depositato "Lezioni di diritto, finanza ed economia", sulle modalità didattiche di insegnamento delle discipline fiscali ed economiche e dell'educazione civica nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. È autrice, con Denise Beretta, del libro "Conoscere l'economia, la finanza e la civica", stampato da Maggioli editore ed è ideatrice del "Grande Gioco della Finanza" dedicato all'insegnamento dell'educazione civica, del diritto e dell'economia ai bambini e ai ragazzi. Ha pubblicato, sempre con Maggioli editore, opere che si annoverano tra le più complete nel settore giuridico ed economico delle associazioni e degli enti del Terzo settore, tra le quali "ENTI ECCLESIASTICI E RIFORMA DEL TERZO SETTORE".
Introduzione alla dodicesima edizione
Parte I – Disciplina civilistica delle associazioni
1 La Riforma del Terzo settore. Prima tappa: la legge delega e i principi di base
1.1 Premessa
1.2 Definizione di Terzo settore
1.3 Finalità della riforma del Terzo settore
1.4 Gli elementi qualificanti della riforma del Terzo settore
1.5 Riepilogo della riforma del Terzo settore
2 La riforma del Terzo settore. Le tappe successive alla legge delega: l’emanazione dei decreti legislativi. Gli ulteriori interventi
3 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Il codice del Terzo settore
3.1 Premessa e quadro generale operativo della riforma. Indicazioni riassuntive
3.2 La finalità del codice del Terzo settore
3.3 Principi alla base del codice del Terzo settore
3.4 Normativa applicabile
3.5 Gli enti del Terzo settore
3.5.1 Definizione di ente del Terzo settore
3.5.2 Enti esclusi dalla definizione di ente del Terzo settore
3.5.3 Disciplina per gli enti religiosi
3.5.4 La composizione della base associativa
3.5.5 Le organizzazioni non governative e il Registro unico nazionale del Terzo settore
3.5.6 Le Fondazioni nel Terzo settore
3.6 Le attività degli ETS
3.6.1 Premessa
3.6.2 L’attività di interesse generale
3.6.3 Le attività diverse
3.6.4 Altre attività esercitate: le attività di raccolta fondi
3.6.5 Il requisito dell’assenza dello scopo di lucro
3.7 Il Registro unico nazionale
3.8 La denominazione sociale
3.9 L’adeguamento dello statuto alle norme del Terzo settore. Chiarimenti e approfondimenti
3.9.1 Chiarimenti riguardanti le tre tipologie di norme contenute nel codice del Terzo settore e le modalità operative
3.9.2 Adeguamento dello statuto da parte delle cooperative sociali
3.9.3 Chiarimenti riguardanti l’atto costitutivo e lo statuto
3.9.4 Chiarimenti riguardanti la nomina dell’organo di amministrazione e i quorum assembleari
3.9.5 Chiarimenti riguardanti le associazioni non riconosciute costituite con atto pubblico
3.9.6 Chiarimenti riguardanti l’inserimento, nella denominazione, dell’acronimo ETS
3.9.7 Chiarimenti riguardanti le indicazioni nello statuto delle attività esercitate
3.10 Contributo del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
3.10.1 Inquadramento generale e ambito di applicazione della normativa
3.10.2 Attività esercitabili: attività d’interesse generale e altre attività
3.10.3 Attività secondarie e raccolta fondi
3.10.4 Il patrimonio
3.10.5 Distribuzione di utili e destinazione del patrimonio
4 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Le scritture contabili, il bilancio, il bilancio sociale, i libri obbligatori
4.1 Premessa
4.2 Scritture contabili, bilancio e relazione di missione
4.2.1 Le scritture contabili, il bilancio e la relazione di missione
4.2.2 Semplificazioni per gli enti di minori dimensioni
4.2.3 Disciplina per gli enti del Terzo settore – Imprese commerciali
4.2.4 Deposito del bilancio
4.2.5 Bilancio d’esercizio: elementi generali
4.2.6 Modulistica di bilancio degli enti del Terzo settore. Indicazioni del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
4.2.7 Il principio contabile OIC 35 per gli ETS
4.2.8 Adozione nuovi modelli di bilancio e deposito presso il RUNTS
4.2.9 Adempimenti di deposito bilanci 2021 e 2022 – Deposito delle relazioni degli organi di controllo – Adempimenti di trasparenza delle raccolte fondi
4.3 Il bilancio sociale e gli ulteriori obblighi di informativa
4.3.1 Il bilancio sociale
4.3.2 Chiarimenti da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sull’obbligo di informativa
4.3.3 Adempimenti di redazione, deposito e pubblicazione del bilancio sociale
4.3.4 La valutazione dell’impatto sociale nella riforma del Terzo settore
4.3.5 Approvazione e deposito del bilancio sociale. I chiarimenti del Ministero
4.3.6 Redazione del bilancio sociale per gli enti non ancora iscritti nel RUNTS. I chiarimenti del Ministero
4.4 Libri sociali obbligatori
4.4.1 I libri sociali obbligatori
4.4.2 Diritto di disamina
5 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Il lavoro. Il volontariato. Le attività di volontariato
5.1 Premessa
5.2 Il lavoro negli enti del Terzo settore
5.2.1 Le regole in tema di lavoro negli enti del Terzo settore
5.2.2 Corresponsione di retribuzione e compensi. Parametri da rispettare
5.2.3 L’incompatibilità tra lo status di volontario e quello di lavoratore della medesima organizzazione
5.3 Il lavoro volontario
5.3.1 Il Registro dei volontari
5.3.2 Definizione di volontario
5.3.3 Divieto di retribuzione e rimborso delle spese
5.3.4 Incompatibilità
5.3.5 Assicurazione obbligatoria
5.4 La promozione della cultura del volontariato
5.5 Indicazioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. La figura del volontario
5.6 Indicazioni da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in tema di volontari
6 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Le associazioni e le fondazioni
6.1 Premessa
6.2 La costituzione dell’associazione
6.2.1 L’atto costitutivo
6.2.2 Lo statuto
6.3 Il riconoscimento
6.3.1 Procedura per l’acquisto della personalità giuridica
6.3.2 Mancata sussistenza delle condizioni
6.3.3 Il patrimonio minimo
6.3.4 Conseguenze del riconoscimento
6.3.5 Indicazioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Contenuto dell’atto costitutivo e acquisto personalità giuridica
6.4 Gli associati
6.4.1 Procedura di ammissione
6.4.2 Categorie di associati. Indicazioni del Ministero
6.5 L’assemblea
6.5.1 Diritto di voto e deleghe
6.5.2 Le competenze dell’assemblea
6.5.3 Funzionamento e governance: associati e organo assembleare
6.5.4 Articolo 24 del d.lgs. n. 117/2017 (codice del Terzo settore). Numero massimo di deleghe conferibili ad ogni associato
6.5.5 Svolgimento delle assemblee mediante mezzi di telecomunicazione
6.6 L’organo di amministrazione
6.6.1 La nomina
6.6.2 La responsabilità degli amministratori
6.6.3 Funzionamento e governance: organo amministrativo e responsabilità
6.6.4 Ammissibilità di un organo di amministrazione monocratico all’interno degli enti del Terzo settore ex art. 26, codice del Terzo settore
6.6.5 Organo legittimato alla nomina del Presidente
6.6.6 Dimissioni, decesso, revoca di un componente dell’Organo di amministrazione
6.6.7 Svolgimento delle riunioni mediante mezzi di telecomunicazione
6.7 L’organo di controllo e la revisione legale dei conti
6.7.1 La nomina dell’organo di controllo
6.7.2 I requisiti dei componenti dell’organo di controllo
6.7.3 I compiti dell’organo di controllo
6.7.4 La revisione legale dei conti
6.7.5 La decorrenza dell’obbligo della nomina dell’organo di controllo. Chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del CNDCEC
6.7.6 La nomina dell’organo di controllo nelle fondazioni
7 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Particolari categorie di enti del Terzo settore: le organizzazioni di volontariato
7.1 Definizione di organizzazione di volontariato
7.2 La denominazione delle organizzazioni di volontariato
7.3 Il lavoro nelle organizzazioni di volontariato
7.3.1 Linee generali
7.3.2 Il limite del numero dei lavoratori impiegati
7.3.3 Nozione di lavoratore
7.3.4 Possibilità per gli associati di svolgere una prestazione lavorativa per conto della ODV
7.4 Le risorse delle organizzazioni di volontariato
7.5 L’organo di amministrazione nelle organizzazioni di volontariato
7.5.1 Linee generali
7.5.2 Nomina degli amministratori a soggetti esterni
7.6 Indicazione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Organizzazioni di volontariato
7.7 Chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali: costituzione di associazione ai sensi dell’art. 36 con numero di associati inferiore a quello minimo richiesto per ODV/APS
7.8 Contributi alle organizzazioni di volontariato. Indicazioni della Corte Costituzionale
8 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Particolari categorie di enti del Terzo settore: le associazioni di promozione sociale
8.1 Definizione e caratteristiche delle associazioni di promozione sociale
8.2 La denominazione delle associazioni di promozione sociale
8.3 Il lavoro nelle associazioni di promozione sociale
8.3.1 Linee generali
8.3.2 Il limite del numero dei lavoratori impiegati
8.4 Ulteriori indicazioni sulle associazioni di promozione sociale
9 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Particolari categorie di enti del Terzo settore: gli enti filantropici
9.1 Definizione di ente filantropico
9.2 La denominazione degli enti filantropici
9.3 Le caratteristiche degli enti filantropici
10 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Particolari categorie di enti del Terzo settore: le reti associative
10.1 Definizione di rete associativa e caratteristiche
10.2 Le reti associative nazionali
10.3 Altre attività esercitate
10.4 Regole particolari di ordinamento interno
10.5 Ulteriori indicazioni riguardanti le reti associative
10.6 Chiarimenti da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali riguardanti le reti associative
11 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Particolari categorie di enti del Terzo settore: le società di mutuo soccorso
11.1 Inquadramento delle società di mutuo soccorso nel panorama normativo
11.2 Disciplina particolare
11.3 Iscrizione al registro regionale delle associazioni di promozione sociale da parte di una ex Società di mutuo soccorso (SOMS). Chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
12 La riforma del Terzo settore. Il Registro unico nazionale del Terzo settore
12.1 Istituzione del Registro unico nazionale del Terzo settore
12.2 Il funzionamento del RUNTS
12.2.1 Sezioni del Registro e contenuti
12.2.2 Conseguenze del mancato adempimento
12.2.3 Cancellazione
12.3 Aggiornamenti sul funzionamento del RUNTS
12.3.1 Contenuto
12.3.2 La piattaforma informatica del RUNTS
12.3.3 L’istanza telematica
12.3.4 Tenuta del registro: istruttoria dell’istanza telematica di iscrizione
12.3.5 La Comunicazione al RUNTS dei dati degli enti iscritti nel Registro delle Imprese
12.3.6 La migrazione dalla sezione d) in altra sezione del RUNTS
12.3.7 La pubblicità e l’accesso ai dati del registro
12.3.8 Gestione degli adempimenti in caso di fermo imprevisto del sistema
12.3.9 La revisione e il monitoraggio
12.3.10 Trattamento dei dati personali
12.4 Procedimento di verifica dei requisiti per l’iscrizione al RUNTS
12.4.1 Caratteristiche dell’attività istruttoria nel procedimento di iscrizione
12.4.2 Ottenimento della personalità giuridica da parte di un’associazione non riconosciuta
12.4.3 L’iscrizione al RUNTS degli enti già esistenti
12.4.4 Casi particolari: il trust e il Terzo settore
12.4.5 La competenza degli uffici regionali del RUNTS e l’operatività territoriale degli ETS
12.4.6 Il procedimento di verifica post-trasmigrazione degli enti già iscritti nei registri precedenti
12.4.7 Presenza nei registri ODV/APS di posizioni relative ad articolazioni territoriali/sedi secondarie prive di autonomo codice fiscale
12.4.8 Enti iscritti ai registri ODV/APS al 22 novembre 2021 rispetto ai quali, in corso di trasmigrazione, si siano verificate modifiche degli atti e dei dati risultanti dai registri stessi
12.4.9 Enti iscritti ai registri ODV/APS al 22 novembre 2021 che senza attendere il perfezionamento post-trasmigrazione abbiano avviato una richiesta di iscrizione ex novo al RUNTS
12.4.10 Modifiche statutarie degli enti iscritti ai registri ODV/APS al 22 novembre 2021, in possesso della personalità giuridica
12.4.11 Enti iscritti ai registri ODV/APS al 22 novembre 2021 che intendono acquisire la personalità giuridica attraverso l’iscrizione nel RUNTS
12.4.12 Completamento delle informazioni presenti sul RUNTS con riferimento agli enti coinvolti nel procedimento di trasmigrazione
12.4.13 Trasmigrazione con silenzio assenso. Adempimenti conseguenti in capo all’ente trasmigrato per silenzio assenso
13 La riforma del Terzo settore. I rapporti con gli enti pubblici
13.1 Gli strumenti di coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore
13.2 Linee guida sul rapporto tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo settore
14 La riforma del Terzo settore. La promozione e il sostegno degli enti del Terzo settore. Il Consiglio nazionale del Terzo settore. I Centri di servizio per il volontariato. Altre specifiche misure di sostegno e promozione
14.1 Premessa
14.2 Il Consiglio nazionale del Terzo settore
14.3 I Centri di servizio per il volontariato
14.4 Altre specifiche misure di promozione e sostegno
15 La riforma del Terzo settore. I titoli di solidarietà e altre forme di finanza sociale
15.1 La finanza sociale a favore degli enti del Terzo settore
15.2 Titoli di solidarietà degli ETS ed altre forme di finanza sociale
15.3 Social lending
15.4 Ulteriori indicazioni riguardanti il finanziamento agli Enti del Terzo settore e nuove forme di finanza sociale
16 La riforma del Terzo settore. La nuova disciplina. Attività di monitoraggio, vigilanza e controllo sugli enti del Terzo settore
16.1 Premessa
16.2 I controlli sugli enti del Terzo settore
16.3 Le sanzioni a carico dei rappresentanti legali e dei componenti degli organi amministrativi
16.4 I controlli fiscali
16.5 L’attività di vigilanza sugli enti del Terzo settore
16.6 La “Cabina di regia”
17 La riforma del Terzo settore. Le modifiche al codice civile e le disposizioni abrogate
17.1 Premessa
17.2 Le modifiche al codice civile e le altre modifiche normative
17.3 Le disposizioni abrogate
17.4 Chiarimenti da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
18 La riforma del Terzo settore. La Fondazione Italia Sociale
18.1 Premessa
18.2 Profili giuridici della Fondazione Italia sociale
19 La riforma del Terzo settore. Le operazioni straordinarie
20 Inquadramento degli enti del Terzo settore nel panorama giuridico italiano
20.1 Premessa
20.2 Le ragioni che hanno contribuito ad aumentare il numero delle aziende non profit
20.3 Inquadramento sistematico delle aziende non profit nel panorama giuridico italiano prima della riforma
20.4 La disciplina degli enti non profit nel codice civile
20.5 La personalità giuridica. Le associazioni riconosciute e le associazioni non riconosciute
20.5.1 La personalità giuridica
20.5.2 L’autonomia patrimoniale
20.5.3 Le associazioni non riconosciute e le associazioni riconosciute
20.6 Il riconoscimento
20.6.1 Premessa
20.6.2 La procedura per ottenere il riconoscimento
20.6.3 La procedura per ottenere il riconoscimento stabilita dal codice del Terzo settore (d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117)
21 Le associazioni nel panorama aziendale ed economico
21.1 Distinzione delle associazioni dal punto di vista dei settori di attività
21.2 Distinzione delle associazioni dal punto di vista economico-aziendale. Affinità con l’impresa e differenziazione rispetto ad essa
22 Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus): tratti distintivi
22.1 Premessa
22.2 I requisiti delle Onlus
22.3 Le clausole da inserire nello statuto
22.4 Deroghe al principio della esclusività dell’attività esercitata: le Onlus parziali
22.5 Le Onlus non tenute a conformarsi alle clausole statutarie: le Onlus di diritto
22.6 Ulteriori chiarimenti in merito alle attività delle Onlus
22.6.1 L’attività di beneficenza (art. 10, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 460 del 1997 – punto 3)
22.6.2 L’attività di ricerca scientifica (art. 10, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 460 del 1997 – punto 11)
22.6.3 La promozione della cultura e dell’arte (art. 10, comma 1, lett. a), del d.lgs. n. 460 del 1997 – punto 9)
22.6.4 Le Ong sono Onlus di diritto: non devono iscriversi all’Anagrafe
22.7 Le sanzioni
22.8 Il controllo sulle Onlus. Normativa di riferimento. Soppressione dell’Agenzia per il Terzo settore
22.9 Il percorso di costituzione della Onlus: la comunicazione e la dichiarazione sostitutiva
23 Le associazioni sportive dilettantistiche: inquadramento giuridico
23.1 Premessa
23.2 Inquadramento dell’associazione sportiva dilettantistica nel panorama giuridico italiano
23.3 Le associazioni nel codice civile
23.3.1 I soci fondatori dell’associazione sportiva dilettantistica
23.3.2 L’organo sovrano: l’assemblea degli associati
23.3.3 L’organo amministrativo: il Consiglio direttivo
23.3.4 L’organo di controllo
23.4 Le norme che disciplinano le associazioni sportive dilettantistiche in generale
23.4.1 La legge 16 dicembre 1991, n. 398: si delinea, per la prima volta, l’associazione sportiva dilettantistica
23.4.2 L’art. 90 della legge n. 289/2002: l’associazione sportiva dilettantistica diventa una nuova tipologia giuridica all’interno del panorama delle associazioni
23.5 Le disposizioni introdotte dall’art. 90 della legge n. 289/2002
23.5.1 Sintesi delle disposizioni
23.5.2 Le disposizioni che disciplinano, sotto il profilo giuridico, le associazioni sportive dilettantistiche
23.5.3 Le disposizioni in materia tributaria
23.6 Gli aspetti civilistici e di costituzione delle associazioni sportive dilettantistiche
23.6.1 Il profilo giuridico delle associazioni sportive dilettantistiche in generale
23.6.2 I requisiti preesistenti o “storici”
23.6.3 I requisiti civilistici introdotti dall’art. 90 della legge n. 289/2002
23.6.4 L’attivazione del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche
23.7 Chiarimenti in tema di associazioni sportive dilettantistiche
23.8 L’obbligo di dotazione di defibrillatori semiautomatici
23.9 La riforma dell’ordinamento sportivo
23.9.1 La prima tappa: la legge delega
23.9.2 La seconda tappa della riforma dell’ordinamento sportivo: l’emanazione dei decreti legislativi
24 La costituzione dell’associazione. La forma e il contenuto dell’atto costitutivo e dello statuto
24.1 Premessa
24.2 La costituzione dell’associazione nel codice civile
24.3 La forma e il contenuto dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione
24.4 La normativa tributaria in tema di forma e contenuto dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione
24.5 La costituzione di una associazione sportiva dilettantistica
24.6 La costituzione di un’associazione culturale
24.7 La costituzione di un comitato
24.8 La costituzione di un “raggruppamento” tra associazioni
24.9 L’atto costitutivo e lo statuto nelle disposizioni del codice del Terzo settore
25 Gli adempimenti dopo la costituzione
25.1 Premessa
25.2 I libri sociali e la contabilità
25.3 L’ammissione di nuovi soci
25.3.1 Gli adempimenti dell’associazione
25.3.2 La domanda di ammissione a socio
25.3.3 La verifica da parte del Consiglio direttivo
25.3.4 La compilazione del libro degli associati
25.3.5 La procedura di ammissione stabilita dal codice del Terzo settore
25.4 Altri compiti del Consiglio direttivo subito dopo la costituzione
26 Gli organi dell’associazione: l’organo deliberativo, l’organo amministrativo, l’organo di controllo. Ammissione, recesso ed esclusione degli associati
26.1 Premessa
26.2 L’organo sovrano: l’assemblea degli associati
26.3 L’assemblea nel codice del Terzo settore
26.4 L’organo amministrativo: l’amministratore unico o il Consiglio direttivo
26.5 L’organo di amministrazione nel codice del Terzo settore
26.6 L’organo di controllo
26.6.1 Premessa
29.6.2 L’esigenza di controllare alcuni rilevanti aspetti della vita associativa
26.6.3 Le regole e i principi di controllo
26.6.4 L’organo di controllo nel codice del Terzo settore
26.7 L’ammissione degli associati. I diritti e i doveri dei soci
26.8 Il recesso del socio
26.9 L’esclusione del socio
26.10 Casi particolari: obblighi del legale rappresentante subentrante in una associazione non riconosciuta
27 Il bilancio d’esercizio
27.1 Premessa
27.2 Il bilancio degli enti che non si iscriveranno nel Registro unico nazionale del Terzo settore
27.3 Il bilancio delle associazioni nella normativa del codice civile e nelle leggi speciali
27.4 Le scritture contabili e il rendiconto
27.5 Lo schema del rendiconto contabile di una associazione
27.5.1 Il piano dei conti
27.5.2 Commento ai conti dello Stato patrimoniale
27.5.3 Commento al Rendiconto della gestione
27.5.4 Lo schema del Rendiconto di gestione applicato alle varie tipologie di associazioni
27.6 La Nota integrativa
27.7 La Relazione morale o Relazione di missione
27.8 Principi contabili per gli enti non profit. Quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio degli enti non profit
27.8.1 Premessa
27.8.2 Ambito di applicazione
27.8.3 Il significato di “principi contabili”
27.8.4 Continuità e competenza economica
27.8.5 Le finalità prevalenti nella preparazione del bilancio
27.8.6 I principi generali di bilancio
27.8.7 I criteri di valutazione
27.9 Principi contabili per gli enti non profit. L’iscrizione e la valutazione delle liberalità nel bilancio d’esercizio degli enti non profit
27.9.1 Linee guida del processo di iscrizione e valutazione delle liberalità nel bilancio di esercizio
27.9.2 Definizione di liberalità
27.9.3 Rilevazione e valutazione iniziale
27.9.4 Liberalità non vincolate. Trattamento contabile
27.9.5 Liberalità vincolate. Trattamento contabile
27.9.6 Liberalità condizionate. Trattamento contabile
27.9.7 Liberalità destinate ad enti terzi. Trattamento contabile
27.9.8 Oggetti d’arte
27.9.9 Indicazioni nella Nota integrativa
27.9.10 La contabilizzazione delle liberalità nei sistemi di rilevazione articolati sulle entrate e sulle uscite di cassa
27.10 Gli schemi di bilancio stabiliti dalla Riforma del Terzo settore
27.11 Il principio contabile OIC 35 per gli ETS
27.12 Adozione nuovi modelli di bilancio e deposito presso il RUNTS
28 Gli strumenti della responsabilità sociale dell’ente non profit: la Relazione di missione, il bilancio sociale, il codice etico
28.1 Premessa
28.2 Il sistema dei documenti di accountability di un’organizzazione non profit
28.3 Il bilancio di esercizio e la Relazione di missione
28.3.1 Il bilancio di esercizio nelle imprese commerciali e negli enti non commerciali
28.3.2 La Relazione/bilancio di missione
28.4 Il bilancio sociale
28.4.1 Il processo di rendicontazione
28.4.2 Il bilancio sociale nella riforma del Terzo settore. Le linee guida del Ministero
28.5 Il codice etico
28.5.1 Gli strumenti della responsabilità sociale dell’ente non profit
28.5.2 Definizione di codice etico
28.5.3 Finalità del codice etico
28.5.4 La struttura
28.5.5 Ambito di applicazione
28.5.6 Dichiarazione di adozione del codice etico
28.5.7 I principi etici
28.5.8 Strumenti di attuazione
29 D.Lgs. n. 231/2001: responsabilità amministrativa e gestione dei rischi nel Terzo settore
29.1 Il d.lgs. n. 231/2001: ambito applicativo
29.2 I criteri di imputazione della responsabilità
29.3 I reati
29.4 Le sanzioni
29.5 La predisposizione del modello esimente. Fasi di costruzione
29.5.1 Le caratteristiche e i requisiti dei modelli organizzativi
29.5.2 Analisi e valutazione del sistema di controllo interno
29.5.3 Individuazione dei processi/attività a rischio di reato
29.5.4 Risk Assessment
29.5.5 Procedure di controllo
29.6 Il modello di organizzazione, gestione e controllo nel Terzo settore
29.7 Gli enti a rischio nel Terzo settore
29.7.1 I soggetti a rischio nel Terzo settore
29.7.2 Attività sensibili e reati potenziali nel Terzo settore
29.7.3 Reati potenziali e soggetti coinvolti
29.7.4 Strumenti di prevenzione e procedure di controllo. Un esempio pratico
30 L’estinzione dell’associazione
30.1 L’estinzione dell’associazione: cause e obbligo di devoluzione del patrimonio
30.2 La devoluzione del patrimonio nel codice del Terzo settore
31 Prestazioni di lavoro all’interno delle associazioni sportive dilettantistiche
31.1 Le prestazioni sportive dilettantistiche. Caratteristiche
31.2 Il contratto con lo sportivo dilettante
31.3 Le prestazioni amministrativo-gestionali. Caratteristiche
31.4 Il contratto per prestazioni amministrativo-gestionali
32 L’impresa sociale alla luce della riforma del Terzo settore. Profili civilistici
32.1 Premessa
32.2 Definizione di impresa sociale
32.3 Disposizioni particolari per taluni tipi di enti
32.4 Il primo requisito richiesto: l’attività di impresa di interesse generale
32.5 Il secondo requisito richiesto: l’esercizio in via stabile e principale
32.6 Il terzo requisito richiesto: l’assenza dello scopo di lucro
32.7 Il quarto requisito richiesto: modalità di gestione responsabili e trasparenti
32.8 Il quinto requisito richiesto: l’ampio coinvolgimento dei lavoratori
32.9 Problematiche interpretative relative alle imprese sociali. I chiarimenti del MISE
32.10 Indicazioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
32.11 Impresa sociale e società a responsabilità limitata semplificata: i chiarimenti del Ministero
32.12 Impresa sociale e start up innovativa a vocazione sociale. Esclusione cumulabilità di qualifiche
32.13 Impresa sociale e locali utilizzati. Inapplicabile la normativa dell’esercizio dell’attività in qualsiasi luogo agibile
32.14 Impresa sociale e tempistiche di redazione del bilancio sociale
32.15 Attività ispettiva sulle imprese sociali
33 Le Società Benefit e le Start Up innovative a vocazione sociale
33.1 Le Società Benefit
33.2 Indicazioni per qualificarsi come Società Benefit
33.3 Il “beneficio comune”
33.4 Il bilanciamento degli interessi
33.5 La relazione annuale da allegare al bilancio
33.6 L’organo vigilante sul corretto adempimento dell’oggetto sociale
33.7 I cinque aspetti caratteristici delle Società Benefit
33.8 Le Start Up innovative a vocazione sociale
Parte II – Disciplina fiscale delle associazioni
1 Le imposte sui redditi nell’ambito della disciplina fiscale dell’associazione
1.1 Il reddito fiscale delle associazioni
2 Il reddito di impresa nelle associazioni
2.1 Il reddito di impresa nelle associazioni
2.2 Definizione di attività non commerciale nel codice del Terzo settore
3 La commercialità nell’attività svolta dalle associazioni
3.1 Le associazioni quali “enti diversi dalle società”
3.2 Individuazione dell’oggetto principale dell’associazione
3.3 La perdita della qualifica di ente non commerciale
3.4 Le associazioni sportive dilettantistiche e l’esercizio di attività commerciale
4 La determinazione del reddito degli enti non commerciali in generale
4.1 L’esercizio di un’attività di prestazione di servizi da parte dell’ente non commerciale
4.2 La definizione di attività non commerciale nel codice del Terzo settore
4.3 L’esercizio dell’attività di reperimento fondi da parte dell’ente non commerciale
4.4 L’attività di reperimento fondi nel codice del Terzo settore
4.5 Il reddito complessivo degli enti non commerciali
4.6 La determinazione dei vari tipi di reddito degli enti non commerciali
4.7 Reddito di capitale degli enti non commerciali: il regime di tassazione dei dividendi
5 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Le imposte sui redditi in base alla nuova disciplina
5.1 Premessa
5.2 Normativa applicabile agli enti del Terzo settore in materia di imposte sui redditi
5.3 Definizione generale di non commercialità
5.4 Attività specifiche considerate non commerciali
5.5 Le entrate che non concorrono alla formazione del reddito
5.6 La qualifica di ente non commerciale
5.7 La qualifica di ente commerciale
5.8 L’attività delle associazioni del Terzo settore nei confronti degli associati
5.9 Riassunto sui lineamenti generali del nuovo regime fiscale
6 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. La determinazione del reddito di impresa
6.1 Premessa
6.2 La determinazione forfetaria del reddito di impresa
6.3 Disposizioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Regime forfetario
6.4 Le disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 30 dicembre 2020, n. 178: detassazione degli utili
7 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Le imposte indirette e i tributi locali
7.1 Premessa
7.2 I soggetti destinatari della disciplina
7.3 Imposte sulle successioni e donazioni
7.4 Imposte di registro, ipotecarie e catastali
7.5 Imposta di bollo
7.6 Imposta municipale propria e tributo per i servizi indivisibili
7.7 Tributi diversi dall’imposta municipale propria e dal tributo per i servizi indivisibili
7.8 Imposta regionale sulle attività produttive IRAP
7.9 Imposta sugli intrattenimenti
7.10 Tasse sulle concessioni governative
7.11 Esenzione dall’imposta di registro per gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato
7.12 Organizzazioni di volontariato: esenzione da imposta di bollo e registro. Risposta Agenzia delle entrate
7.13 Modifiche alla disciplina Iva degli enti associativi
8 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Le erogazioni liberali agli enti del Terzo settore
8.1 Premessa
8.2 Social bonus
8.3 Disciplina fiscale delle erogazioni liberali agli enti del Terzo settore
9 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Disciplina fiscale delle organizzazioni di volontariato e degli enti filantropici
9.1 Premessa
9.2 Le attività non commerciali delle organizzazioni di volontariato
9.3 Agevolazioni in tema di reddito degli immobili
9.4 Chiarimenti riguardanti il regime fiscale delle organizzazioni di volontariato nel periodo transitorio di Riforma del Terzo settore
10 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Disciplina fiscale delle associazioni di promozione sociale e delle società di mutuo soccorso
10.1 Premessa
10.2 Le attività non commerciali delle associazioni di promozione sociale
10.3 Le attività sicuramente commerciali delle associazioni di promozione sociale
10.4 Le attività non commerciali rese da talune tipologie di associazioni di promozione sociale
10.5 Altre disposizioni fiscali relative alle associazioni di promozione sociale
10.6 Adeguamento statuto ed effetti sul patrimonio. Chiarimenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
11 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale: il regime contabile per le attività commerciali
11.1 Premessa
11.2 Il regime forfetario
11.3 Le conseguenze della scelta del regime forfetario
12 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Le scritture contabili
12.1 Premessa
12.2 Gli obblighi contabili degli enti del Terzo settore
12.3 Disposizioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Scritture contabili ai fini tributari
13 La riforma del Terzo settore. Il regime fiscale degli enti del Terzo settore. Il coordinamento normativo
13.1 Premessa
13.2 Enti iscritti ed enti non iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore
13.3 La normativa che non si applica agli enti del Terzo settore non commerciali
14 La disciplina tributaria delle associazioni non iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore
14.1 Premessa
14.2 La disciplina tributaria degli enti associativi non iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore
14.3 La disciplina tributaria degli enti di tipo associativo nell’art. 148 del t.u.i.r. in generale
14.4 Le attività “non commerciali”
14.5 Le attività “commerciali”
14.6 Le attività non commerciali rese da talune tipologie di associazioni
14.7 Le attività “sicuramente commerciali”
14.8 La disciplina tributaria specifica per alcune attività “sicuramente commerciali”
14.9 Le condizioni per poter usufruire della disciplina fiscale agevolata
15 La disciplina tributaria delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus)
15.1 Premessa
15.2 Le attività “istituzionali” e le attività “direttamente connesse”
15.2.1 Premessa
15.2.2 Le attività istituzionali
15.2.3 Le attività direttamente connesse
15.3 La disciplina tributaria delle attività istituzionali e delle attività connesse
15.3.1 Premessa
15.3.2 La disciplina tributaria delle attività istituzionali
15.3.3 La disciplina tributaria delle attività direttamente connesse
15.4 Gli adempimenti contabili
15.5 Semplificazione per talune categorie di Onlus
15.6 Gli altri redditi conseguiti dalle Onlus
15.7 Le ritenute alla fonte
15.8 La disciplina tributaria in tema di imposta sul valore aggiunto
15.8.1 La disciplina Iva in generale
15.8.2 Le attività svolte dalle Onlus esenti da imposta
15.8.3 Le attività svolte nei confronti delle Onlus esenti da imposta
15.8.4 Altre particolari previsioni agevolative: acquisto di ambulanze
15.8.5 Le imposte e la disciplina nei confronti delle Onlus
15.9 Onlus: chiarimenti su alcune tematiche rilevanti
15.9.1 Le strutture federative e le componenti delocalizzate
15.9.2 La detenzione da parte di una Onlus di una partecipazione di maggioranza o totalitaria in una società di capitali
15.9.3 La partecipazione di società commerciali ed enti pubblici nelle Onlus
15.9.4 Perdita della qualifica di Onlus e devoluzione del patrimonio
15.9.5 Le retribuzioni e i compensi degli amministratori e dei lavoratori dipendenti delle Onlus
15.9.6 Beneficenza e raccolta fondi: le modalità di raccolta dei fondi e le proporzioni tra costi e ricavi
15.9.7 Aiuti umanitari per collettività estere
15.10 Quesiti riguardanti le Onlus
15.10.1 Consultori familiari
15.10.2 Tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente
15.10.3 Solidarietà sociale e socio-sanitaria. Beneficenza
15.10.4 Cancellazione (o rifiuto di iscrizione) dall’Anagrafe delle Onlus
15.10.5 Istruzione, formazione, promozione della cultura e dell’arte
15.11 Chiarimenti in tema di Onlus
15.11.1 Premessa
15.11.2 Esenzione dall’imposta di registro per gli atti costitutivi delle organizzazioni di volontariato
15.11.3 La partecipazione di società commerciali ed enti pubblici nelle Onlus
15.11.4 La partecipazione di una Onlus in un’impresa sociale
16 La disciplina tributaria delle associazioni sportive dilettantistiche
16.1 Premessa
16.2 La normativa che disciplina le associazioni sportive dilettantistiche
16.3 I requisiti soggettivi e oggettivi delle associazioni sportive dilettantistiche
16.3.1 Premessa
16.3.2 I requisiti preesistenti
16.3.3 I requisiti civilistici introdotti dall’art. 90 della legge n. 289/2002
16.3.4 I requisiti di carattere contabile e fiscale
16.3.5 I requisiti ai fini della tracciabilità dei pagamenti: entrate e uscite su conti correnti bancari o postali
16.4 Il regime contabile e fiscale di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398
16.4.1 Il regime forfetario in generale
16.4.2 La disciplina Iva
16.4.3 Riassunto del regime fiscale agevolato di cui alla legge n. 398/1991
16.4.4 La Corte di Cassazione in merito alla legge 16 dicembre 1991, n. 398
16.5 La disciplina tributaria dei compensi corrisposti a terzi. I compensi per esercizio diretto di attività sportiva dilettantistica e per prestazioni amministrativo-gestionali. Normativa in vigore (salvo proroghe) fino al 30 giugno 2023
16.5.1 Premessa. La normativa di riferimento
16.5.2 La dichiarazione dei redditi del percipiente
16.5.3 Disciplina previdenziale dei compensi corrisposti per attività sportiva dilettantistica e per attività amministrativo-gestionale
16.5.4 Chiarimenti riguardanti “l’esercizio diretto di attività sportiva dilettantistica”
16.5.5 Chiarimenti in tema di addizionali sui compensi corrisposti
16.5.6 Chiarimenti in tema di compensi all’amministratore-dirigente e distribuzione indiretta di utili
16.5.7 Chiarimenti in tema di compensi ai custodi, addetti al giardino o a mansioni di pulizia allenatori non iscritti al CONI
16.5.8 La nuova disciplina sul lavoro sportivo
16.6 La disciplina tributaria dei compensi corrisposti a terzi. I compensi corrisposti a direttori tecnici, massaggiatori, istruttori. Normativa in vigore (salvo proroghe) fino al 30 giugno 2023
16.6.1 Premessa
16.6.2 Gli indici di “professionalità”
16.7 Le sponsorizzazioni e le spese pubblicitarie
16.7.1 Premessa
16.7.2 La prestazione pubblicitaria in ambito sportivo dilettantistico
16.7.3 La sponsorizzazione
16.7.4 L’aliquota Iva da applicare alle prestazioni di pubblicità e sponsorizzazione
16.7.5 La tassazione ai fini delle imposte sui redditi del provento derivante dalle attività di sponsorizzazione e pubblicità
16.7.6 Proventi derivanti dalle attività di sponsorizzazione e pubblicità esclusi dall’imposizione ai fini dell’imposta sul reddito
16.7.7 I benefici fiscali del soggetto che corrisponde il compenso a fronte delle prestazioni di pubblicità e sponsorizzazione
16.7.8 Chiarimenti sulla deducibilità delle spese di pubblicità e sponsorizzazione
16.7.9 Chiarimenti della Cassazione sul tema dell’inerenza delle spese di sponsorizzazione
16.8 Esenzione da ritenuta
16.9 Gli atti posti in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche: imposta di registro, imposta di bollo, tasse di CC.GG
16.10 Perdita della qualifica di ente non commerciale
16.11 La certificazione dei corrispettivi per assistere alle manifestazioni sportive dilettantistiche
16.12 Il Fondo di garanzia
16.13 Attività dei dipendenti pubblici nell’ambito delle società e associazioni sportive dilettantistiche
16.14 Uso e gestione degli impianti sportivi
16.15 La detraibilità dell’iscrizione ad associazioni sportive dilettantistiche
16.15.1 Onere detraibile
16.15.2 Le associazioni interessate
16.15.3 Scopo della norma
16.15.4 I soggetti giuridici interessati
16.15.5 L’attività di palestre, piscine e altre strutture e impianti sportivi
16.15.6 La certificazione della spesa
16.16 Associazioni sportive dilettantistiche: chiarimenti su alcune tematiche rilevanti
16.16.1 Il superamento del limite di 400 mila euro
16.16.2 Associazione affiliata a un ente di promozione sportiva: regime Iva dei corsi didattici sportivi
16.16.3 Le attività a favore dei soci
16.16.4 Le attività decommercializzate: destinatari e caratteristiche delle attività
16.16.5 Le attività “decommercializzate”. Il bagno turco e l’idromassaggio
16.16.6 I compensi erogati e la distribuzione indiretta degli utili
16.17 Questioni fiscali di interesse delle associazioni sportive dilettantistiche, emerse nell’ambito del Tavolo tecnico tra l’Agenzia delle entrate ed il Comitato Olimpico Nazionale Italiano
16.17.1 Premessa
16.17.2 Breve riassunto della disciplina applicabile alle associazioni sportive dilettantistiche
16.17.3 La decommercializzazione di talune attività
16.17.4 La riforma del Terzo settore e gli effetti sull’applicabilità del regime di cui alla legge n. 398/1991
16.17.5 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’applicazione del regime fiscale di cui alla legge n. 398/1991
16.17.6 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’applicazione dell’art. 148, comma 3, del t.u.i.r.
16.17.7 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’esenzione dall’imposta di bollo
16.18 Le disposizioni introdotte dal d.l. 23 ottobre 2018, n. 119. La regolarizzazione con versamento volontario e l’esonero dalla fatturazione elettronica
16.19 Le disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2019: esenzione da imposta di bollo
16.20 Chiarimenti della Cassazione civile: agevolazioni tributarie e ASD
17 Disciplina tributaria di alcune attività associative
17.1 Associazioni sportive dilettantistiche: sponsorizzazione e spettacoli sportivi
17.1.2 Associazioni sportive dilettantistiche: indennità di trasferta e rimborsi forfetari di spesa
17.2 Il bar interno al circolo
17.2.1 Premessa
17.2.2 Un breve excursus sulla disciplina fiscale dell’esercizio del bar interno al circolo
17.2.3 Le associazioni affiliate ad enti di carattere nazionale
17.2.4 Le associazioni non affiliate
17.2.5 Schema riepilogativo della disciplina fiscale del bar interno al circolo
17.2.6 Gli orientamenti della Corte di Cassazione in tema di bar interno al circolo
17.3 Attività di sostegno e assistenza a donne vittime di violenza. Trattamento Iva
18 Disciplina tributaria delle società sportive dilettantistiche
18.1 Premessa
18.2 I requisiti soggettivi delle società sportive dilettantistiche
18.3 Le società sportive dilettantistiche e la forma giuridica
18.4 Linee generali sulla disciplina fiscale delle società sportive dilettantistiche
18.5 La disciplina Iva e imposte sul reddito a seguito dell’opzione per la legge n. 398/1991
18.6 La certificazione dei corrispettivi per assistere alle manifestazioni sportive dilettantistiche
18.7 I proventi esclusi dal reddito imponibile
18.8 La disciplina fiscale dei compensi corrisposti a terzi
18.9 Disciplina delle ritenute d’acconto su contributi erogati alle società sportive dilettantistiche
18.10 Le agevolazioni concernenti le spese di pubblicità
18.11 Questioni fiscali di interesse delle società sportive dilettantistiche senza fini di lucro, emerse nell’ambito del Tavolo tecnico tra l’Agenzia delle entrate ed il Comitato Olimpico Nazionale Italiano
18.11.1 Premessa
18.11.2 Breve riassunto sulla disciplina applicabile alle società sportive dilettantistiche senza fini di lucro
18.11.3 La decommercializzazione di talune attività (agevolazione di cui all’art. 148, comma 3, del t.u.i.r.)
18.11.4 La riforma del Terzo settore e gli effetti sull’applicabilità del regime di cui alla legge n. 398/1991
18.11.5 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’applicazione del regime fiscale di cui alla legge n. 398/1991
18.11.6 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’applicazione dell’art. 148, comma 3, del t.u.i.r.
18.11.7 Quesiti risolti dall’Agenzia delle entrate: le questioni connesse all’esenzione dall’imposta di bollo
18.12 Le disposizioni introdotte dalla legge di bilancio 2019: esenzione da imposta di bollo
19 Gli adempimenti contabili delle associazioni
19.1 Premessa
19.2 Obbligo di redazione del rendiconto annuale economico e finanziario
19.3 Obbligo delle scritture contabili in caso di esercizio di attività commerciale
19.4 Obbligo di rendiconto in caso di raccolta pubblica di fondi
19.5 Assolvimento degli obblighi contabili in modo forfetario
19.6 Le scritture contabili delle Onlus
19.6.1 Premessa
19.6.2 Scritture contabili per l’attività complessivamente svolta
19.6.3 Scritture contabili per le attività direttamente connesse
19.6.4 Semplificazione in tema di scritture contabili per l’attività complessivamente svolta
19.6.5 Scritture contabili per le Onlus di grandi dimensioni
19.7 Gli adempimenti contabili delle associazioni sportive dilettantistiche
19.7.1 Gli adempimenti contabili delle associazioni sportive dilettantistiche
19.7.2 Chiarimenti in tema di adempimenti contabili delle associazioni sportive dilettantistiche
20 Disposizioni particolari per talune associazioni
20.1 Premessa
20.2 Associazioni che realizzano manifestazioni storiche, artistiche e culturali
20.3 Associazioni che realizzano spettacoli musicali, di divertimento o di celebrazione di tradizioni popolari folkloristiche
20.4 Cori, bande musicali, filodrammatiche
20.5 Associazioni che realizzano concerti vocali e strumentali, attività circensi, spettacoli viaggianti di burattini e marionette
20.6 La fiscalità dei soggetti della cooperazione allo sviluppo
20.6.1 I soggetti della cooperazione allo sviluppo
20.6.2 La verifica delle competenze
20.6.3 Le attività dei soggetti del sistema di cooperazione italiana allo sviluppo
20.6.4 La fiscalità delle attività
21 Erogazioni liberali. Aspetti fiscali
21.1 Premessa
21.2 La deducibilità e la detraibilità delle erogazioni liberali
21.3 Erogazioni liberali per le quali spetta una detrazione dall’imposta lorda
21.4 Art bonus: il credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura
21.4.1 Aspetti generali
21.4.2 Alcuni casi particolari
21.5 Erogazioni liberali in natura a favore degli enti del Terzo settore
21.6 Trasmissione all’Agenzia delle Entrate dei dati riguardanti le erogazioni liberali agli enti del Terzo settore
21.6.1 Premessa e riferimenti normativi
21.6.2 La trasmissione telematica dei dati riguardanti le erogazioni liberali
21.6.3 Risposte alle domande più frequenti
22 I rapporti con la Pubblica Amministrazione: contributi, fattura elettronica, Split Payment
22.1 I contributi erogati da Amministrazioni pubbliche
22.1.1 Premessa. Normativa comunitaria e orientamenti di prassi
22.1.2 Definizione giuridica e tributaria delle erogazioni
22.1.3 Definizione di contributo in base a norme di legge e a norme comunitarie
22.1.4 Definizione di corrispettivo sulla base dello schema contrattuale
22.1.5 Criteri sussidiari per qualificare la natura delle erogazioni
22.1.6 Obblighi di trasparenza e pubblicità nei rapporti con la pubblica amministrazione
22.2 Fatturazione elettronica nei confronti delle Amministrazioni pubbliche
22.2.1 Premessa
22.2.2 Estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica
22.3 Lo “Split Payment” nei rapporti con gli enti pubblici
22.3.1 Il meccanismo dello Split Payment
22.3.2 Effetti sui soggetti passivi fornitori (anche enti non commerciali)
22.3.3 Scissione dei pagamenti nel regime di cui alla legge n. 398/1991
23 Il cinque per mille alla luce della riforma del Terzo settore
23.1 Premessa
23.2 Definizione dell’istituto del cinque per mille
23.3 Finalità alle quali il contribuente può destinare il cinque per mille
23.4 Regole per gli enti beneficiari
23.5 La pubblicazione
23.6 Linee guida per la rendicontazione del contributo del cinque per mille destinato agli enti del Terzo settore
23.7 Disciplina cinque per mille per Onlus e Associazioni sportive dilettantistiche
23.8 Il 2 per mille
24 L’impresa sociale alla luce della riforma del Terzo settore. Profili fiscali
24.1 Premessa
24.2 Destinazione e disciplina fiscale degli utili e degli avanzi di gestione
24.3 Disciplina fiscale delle somme investite nel capitale sociale delle imprese sociali
24.4 Indicazioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Profili fiscali delle imprese sociali
24.5 Disciplina di alcune attività delle imprese sociali
24.5.1 Gestione di servizi e attività socio-formative
24.5.2 Prestazioni nell’ambito di una struttura RSA
24.5.3 Attività socio-sanitarie
25 Il modello EAS: la comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali
25.1 Coordinamento normativo con la riforma del Terzo settore
25.2 La comunicazione dei dati rilevanti ai fini fiscali da parte degli enti associativi
25.3 Lo scopo della comunicazione
25.4 Modalità di trasmissione e contenuti della comunicazione
25.5 Contenuto della comunicazione: enti associativi i cui dati sono disponibili presso pubblici Registri o Amministrazioni pubbliche
25.6 Omesso invio del modello EAS – Remissione in bonis
26 Prevenzione e contrasto dell’evasione degli enti non commerciali
26.1 Linee direttive per contrastare l’evasione
26.2 I fattori di rischio
26.3 Indizi di falsa associazione: ulteriori chiarimenti
26.3.1 Decadenza dai benefici fiscali per violazione dell’obbligo di democraticità. Chiarimenti dell’Agenzia delle entrate
26.3.2 Decadenza dai benefici fiscali per violazione dell’obbligo di democraticità. Chiarimenti delle Commissioni tributarie regionali
26.3.3 L’iscrizione al Coni non è sufficiente a dimostrare l’esistenza di una associazione sportiva dilettantistica. Chiarimenti della Commissione tributaria della Lombardia
26.4 Gli indirizzi operativi e le linee guida dell’Agenzia delle entrate sulla prevenzione e contrasto all’evasione fiscale degli enti non commerciali
27 Enti non commerciali e rapporti con l’estero
27.1 Premessa
27.2 Il concetto di “soggetto passivo”
27.3 Il “momento di effettuazione delle prestazioni”: regola generale e deroghe
27.4 Gli obblighi del committente nazionale
27.5 Il momento di effettuazione delle prestazioni di servizi culturali, artistici, sportivi, scientifici, educativi, ricreativi e simili
27.6 Le attività accessorie alle prestazioni di servizi culturali, artistici, sportivi, scientifici, educativi, ricreativi e simili
27.7 Comunicazione dei dati delle operazioni transfrontaliere
Bibliografia
Riferimenti di normativa, giurisprudenza e prassi
Indice dei materiali riportati online
Commercio internazionale e tutela ambientale, dai rifiuti della tecnologia al CBAM; eBook in pdf di 44 pagine.
Il presente lavoro vuole costituire un utile strumento di lettura delle normative e di aiuto per gli operatori economici interessati, auspicando di riuscire a fornire gli strumenti necessari per capire e affrontare i nuovi adempimenti.
In uno scenario globale sempre più complesso, caratterizzato dalla necessaria convivenza delle esigenze dell’economia di mercato con il processo di transizione ecologica, anche il commercio internazionale si trova a dover fare i conti con l’emergenza ambientale.
Sono in costante aumento le norme (sia unionali che nazionali) che prevedono nuovi adempimenti per gli operatori economici e che esprimono un approccio volto a superare il modello “produzione-consumo-smaltimento”, sostituendolo con un sistema in cui il rifiuto, ossia il prodotto di scarto, viene reimmesso in circolo per essere riutilizzato.
Tra i vari obiettivi, per esempio, l’Unione europea si è imposta di raggiungere la riciclabilità di tutti gli imballaggi di plastica entro il 2030.
Anche le apparecchiature elettroniche ed elettriche (AEE) sono state oggetto di numerosi interventi normativi.
L’intento del Legislatore nazionale nei prossimi anni è quello di ottenere il corretto smaltimento di più dell’80% dei prodotti immessi sul mercato, con un incremento del dato attuale fermo al 65%.
Per perseguire tali scopi, nell’ultimo decennio sono state promosse nuove forme di imposizione tributaria indiretta, come la Plastic tax, e sanzioni amministrative indirizzate verso determinate categorie merceologiche, come i prodotti della tecnologia.
Entrambi i fenomeni interessano sensibilmente gli operatori economici che commerciano con l’estero. In particolare, in materia di AEE, in numerose occasioni, le violazioni che danno luogo a sanzioni (anche molto ingenti) si riscontrano nell’ambito dei controlli doganali della merce all’ingresso nel territorio nazionale. Con riferimento alla Plastic tax, invece, la nuova imposta dovrà essere liquidata in sede di dichiarazione doganale e richiederà un adempimento dichiarativo trimestrale da trasmettere all’Agenzia delle dogane.
I ripetuti rinvii dell’entrata in vigore dell’imposta (l’ultimo al 1° gennaio 2024, come da legge di bilancio 2023) non devono lasciare pensare che l’imposta non sarà mai applicata nel nostro ordinamento. La Plastic tax, infatti, prende origine da una direttiva unionale, pertanto, il governo italiano, per evitare una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, dovrà prima o poi decidere quando varare definitivamente la misura, nella forma attuale o con un nuovo corpus normativo.
Ma non finisce qui. Un terremoto è in arrivo nel settore del commercio internazionale.
Durante la redazione del presente testo, infatti, è stato pubblicato il regolamento dell’Unione europea 956/2023, in vigore dal 17 maggio 2023, il quale ha reso ufficiale l’introduzione del CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism), un meccanismo di tassazione alle frontiere delle emissioni di carbonio che mira a colpire le importazioni di prodotti considerati particolarmente inquinanti da un punto di vista energetico e provenienti da Paesi che utilizzano impianti tecnologici caratterizzati da un livello di sostenibilità insufficiente.
La misura rientra all’interno del pacchetto normativo “fit for 55%”, approvato il 18 aprile 2023 e fortemente voluto dall’UE nell’ambito delle nuove politiche programmatiche ambientali.
L’obiettivo finale dell’Unione, ambizioso e foriero di approvazioni ma anche di critiche, è il raggiungimento di precisi obiettivi climatici, nell’ambito del c.d. “Green Deal”, in particolare la riduzione, entro il 2030, dei gas a effetto serra di una percentuale pari al 55% rispetto ai livelli misurati negli anni 90.
È opportuno, di fronte a tali numerose e importantissime novità, chiedersi quali saranno le conseguenze per le imprese che quotidianamente operano nel settore del commercio internazionale.
Introduzione
1. Le apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e i RAEE
1.1 Le fonti normative nazionali e unionali
1.2 Obiettivi e principi
1.3 La definizione di AEE
1.4 Le Categorie di AEE
1.5 I rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)
1.6 Il “produttore” di RAEE e loro obblighi
1.7 Il registro dei produttori AEE
1.8 Gli altri obblighi del produttore AEE
1.9 Il centro di coordinamento RAEE
1.10 Il comitato di vigilanza e di controllo e il comitato d’indirizzo
2. Violazioni e accertamenti RAEE
2.1 I concetto di “immissione sul mercato”
2.2 Autorità competenti all’accertamento e sanzioni applicabili
3. Il registro pile
3.1 Fonti
3.2 I requisiti per l’iscrizione al registro pile
3.3 Etichettatura e obblighi di comunicazione
3.4 Violazioni e sanzioni
4. CBAM
4.1 Introduzione. Un nuovo dazio ambientale?
4.2. Il sistema EU ETS
4.3. L’iter legislativo
4.4. Come funzionerà il CBAM
4.5 Il dichiarante autorizzato e il registro
4.6 Il conto CBAM
4.7 Sanzioni
4.8 Prodotti CBAM
4.9 Effetti, critiche e recepimento da parte del settore del commercio internazionale
5. Plastic Tax
5.1 La direttiva UE 2019/904, il recepimento e le proroghe
5.2 I MACSI e il momento impositivo della Plastic Tax
5.3 I soggetti passivi dell’imposta
5.4 La comunicazione preventiva e la dichiarazione
5.5 La Plastic tax come nuovo tributo doganale
6. Riferimenti normativi
Gestire l'eredità: guida pratica per la gestione della successione ereditaria propria o altrui; eBook in pdf di 87 pagine.
La successione ereditaria è un argomento complesso, con radici nel diritto romano e con un’applicazione pratica quotidiana.
La materia in oggetto è tanto specialistica quanto comune: l’eredità è un tema che tocca potenzialmente tutti noi, ma solo pochi hanno gli strumenti adatti a gestire operazioni che non si riflettono solo sul piano patrimoniale, ma anche (e soprattutto) sul piano emotivo e relazionale.
Il professionista è dunque chiamato a gestire le pratiche successorie consapevole di questi limiti.
Questo testo non ha la pretesa di essere un manuale tecnico o specialistico: è un’introduzione a quello che viene definito “sistema di diritto successorio”, particolarmente complesso sotto il profilo legislativo e pragmatico.
Nel primo capitolo viene trattata la successione mortis causa e i soggetti dell’eredità: un accessno a cos’è la successione ereditaria, chi interessa e chi ne è escluso.
In particolare, comprenderemo chi eredita che cosa ed in che misura.
Il secondo capitolo è focalizzato sul testamento quale strumento principale per la successione ereditaria diversa dalle regole del Codice civile: cos’è un testamento (e cosa non è), qual è il suo contenuto minimo
e cosa può prevedere al suo interno, quali sono gli errori più comuni visti nella pratica e come (o perché) impugnarlo.
Nel terzo capitolo verrà trattata l'apertura della successione, ossia: che cosa succede dopo la morte del de cuius.
Il quarto capitolo è un breve excursus sugli aspetti fiscali della successione, senza voler apparire completo ed approfondito, e sempre nell’ottica pratica di chi deve gestire l’eredità come tecnico del diritto.
1. La successione mortis causa ed i soggetti dell’eredità
1.1 La successione a causa di morte nei suoi profili essenziali
1.1.1 Cos’è la successione mortis causa. L’erede ed il legatario
1.1.1.1 Definizione di successione mortis causa
1.1.1.2 Il legatario. Il legato
1.1.2 L’apertura della successione: quando e dove si apre la successione ereditaria
1.1.3 Vocazione e delazione ereditaria. La chiamata alla successione ereditaria
1.2 Soggetti dell’eredità
1.2.1 Il coniuge, il coniuge separato ed il coniuge divorziato
1.2.2 La parte unita civilmente
1.2.3 Il convivente
1.2.4 I figli. L’istituto della rappresentazione successoria (art. 467 c.c.)
1.2.5 Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni..)
1.2.6 Fratelli e sorelle
1.2.7 Gli altri parenti. La successione in favore dello Stato italiano
2. Il testamento
2.1 Il testamento
2.1.1 Cenni generali
2.1.2 Le diverse forme di testamento. Introduzione generale
2.2 Il testamento olografo (approfondimento)
2.2.1 Contenuto essenziale del testamento olografo
2.2.2 Patti successori
2.2.3 Le forme vietate di testamento olografo
2.2.4 Soggetti che non possono ereditare. L’indegnità a succedere
2.2.5 Soggetti che non possono ereditare. Ulteriore casistica
2.3 Il contenuto del testamento olografo
2.3.1 Contenuto del testamento olografo
2.3.2 Disposizioni patrimoniali
2.3.3 Disposizioni non patrimoniali
2.4 La revoca del testamento
2.4.1 La revoca espressa del testamento
3. L’apertura della successione
3.1 La morte secondo la normativa vigente
3.2 Rapporti pendenti e beni trasmissibili a causa di morte
3.2.1 Beni e diritti che si trasmettono
3.2.2 Beni e diritti che non si trasmettono
3.2.3 Rapporti pendenti del defunto
3.3 Il testamento dopo la morte del testatore
3.3.1 Come sapere se c’è un testamento
3.3.2 Il testamento: diritti e doveri di chi ne ha il possesso
3.3.3 Esecuzione del testamento
3.3.4 Vizi del testamento
3.4 Il chiamato all’eredità dopo la pubblicazione del testamento
3.4.1 L’acquisto dell’eredità. Cenni introduttivi. L’accettazione espressa
3.4.2 L’acquisto dell’eredità. L’inventario ed i suoi effetti
3.4.3 L’accettazione tacita dell’eredità
3.4.4 La rinuncia all’eredità
3.5 La gestione della massa ereditaria da parte del chiamato all’eredità
3.6 Il curatore dell’eredità. L’eredità giacente
4. Cenni di fiscalità della successione mortis causa
4.1 Imposta di successione
4.1.1 Chi è soggetto ad imposta di successione, e quando
4.1.2 La base imponibile. L’attivo ereditario
4.1.3 Il passivo ereditario
4.2 Il calcolo dell’imposta di successione
4.2.1 i soggetti all’imposta di successione
4.2.2 La franchigia
4.2.3 Le aliquote
4.3 La dichiarazione di successione
4.3.1 Gli effetti della dichiarazione di successione nei rapporti coi terzi
4.3.2 Gli adempimenti fiscali conseguenti alla liquidazione della dichiarazione di successione
4.3.3 Casistiche in caso di accertamento e riscossione dell’imposta di successione
4.4 La gestione dei beni immobili dopo l’avvenuta presentazione della dichiarazione di successione
Guida pratica in pdf di 100 pagine, su come scrivere un testamento valido e come evitare gli errori più comuni.
Questo testo nasce come strumento introduttivo al diritto successorio e, in particolare, al dato pratico che maggiormente interessa tanto il professionista quanto il suo cliente: come scrivere un testamento olografo.
Secondo le statistiche ufficiali, solamente il 13% degli italiani fa testamento; qualunque sia la ragione di questa ritrosia, è bene comprendere che la pianificazione successoria – qualunque sia il patrimonio del testatore – è uno strumento utile sotto diversi profili. In primo luogo, esso permette di vedere rispettata esattamente la volontà del testatore, senza doversi affidare al comportamento degli eredi o dei professionisti di propria fiducia. In secondo luogo, non importa costi per il testatore. In terzo luogo, limita in modo significativo i contrasti tra eredi. Il contenzioso in tema di eredità è certamente lungo, costoso e soggetto ad una significativa incertezza.
I vantaggi sono certamente maggiori dei possibili costi, in caso si ritenga necessaria l’assistenza di un avvocato oppure di un notaio.
Ciò detto, questo e-book nasce come introduzione, dal taglio pratico, alle vicende testamentarie: dal punto di vista di chi deve fare testamento, e di chi deve interpretarlo o dargli applicazione.
Il testo, qui nella sua terza edizione, è stata profondamente rivisto:
Il primo capitolo è un’introduzione alla successione a causa di morte: chi sono i soggetti chiamati all’eredità quando c’è un testamento, oppure quando questo è assente.
Il secondo capitolo è una sintesi del primo, un prontuario per chi deve rivedere facilmente le nozioni più importanti.
Il terzo capitolo tratta specificamente del testamento: dapprima tratteggiando le sue diverse forme (pubblico, segreto oppure olografo) e, nella seconda parte, dettagliando cosa può contenere e cosa no.
Il quarto capitolo indica gli elementi essenziali del testamento, e rappresenta quali sono gli errori più comuni da evitare. Esso contiene alcune delle clausole più comuni, per chi intende predisporre un testamento.
Il quinto ed ultimo capitolo indica le formalità da rispettare dopo l’apertura della successione: la pubblicazione del testamento, le sue patologie e le modalità di impugnazione.
1. Successione a causa di morte ed i suoi soggetti
1.1 La successione a causa di morte: profili essenziali
1.1.1 Che cos’è la successione mortis causa
1.1.2 L’apertura della successione
1.1.3 La chiamata alla successione
1.1.4 Eredi e legatari
1.2 I soggetti dell’eredità: chi eredita e chi può ereditare
1.2.1 Gli eredi legittimi e gli eredi legittimari
1.2.2 Il coniuge e l’unito/a civilmente
1.2.3 Il coniuge separato
1.2.4 Il coniuge divorziato
1.2.5 Il convivente di fatto
1.2.6 Il figlio. I figli. L’istituto della rappresentazione successoria (art. 467 c.c.)
1.2.7 Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni, etc..)
1.2.8 Gli altri parenti
1.2.9 Il nascituro concepito. Il nascituro non concepito
1.2.9.1 Il nascituro concepito
1.2.9.2 Il nascituro non concepito
2. Come si divide l’eredità senza testamento, e gli eredi necessari (o “legittimari”)
2.1 Come dividere l’eredità quando non c’è un testamento
2.2 Chi eredita per forza: gli eredi legittimari (o eredi necessari)
2.3 Si può diseredare un legittimario? Ed un erede legittimo?
2.4 Come gestire, in pratica, una successione legittima?
3. Il testamento: nozioni introduttive
3.1 Che cos’è il testamento, ed i suoi caratteri essenziali
3.1.1 Una definizione di testamento. Le disposizioni patrimoniali e non patrimoniali
3.1.2 Approfondimento sulle disposizioni testamentarie non patrimoniali: le disposizioni testamentarie in tema di esequie e sepoltura
3.1.2 Le diverse forme di testamento. Introduzione generale
3.2 Il testamento dal punto di vista del testatore
3.2.1 La capacità di testare ed il carattere unipersonale del testamento: chi può fare testamento?
3.2.2 Le forme vietate di testamento olografo
3.2.3 La revocabilità, l’unilateralità e la non recettizietà del testamento. La sua necessaria formalità
3.3 Il testamento dal punto di vista del soggetto indicato nel testamento
3.3.1 Soggetti che non possono ereditare. L’indegnità a succedere
3.3.2 Soggetti che non possono ereditare. Ulteriore casistica
3.4 Il divieto di patti successori
3.5 La revocazione delle disposizioni testamentarie
3.5.1 La revoca espressa del testamento
3.5.2 La revoca tacita del testamento
3.6 Perché fare testamento?
3.6.1 Chi è sposato (od unito civilmente) senza figli
3.6.2 Chi ha figli e/o coniuge e vuole disporre nello specifico della propria eredità
3.6.3 Chi vuole disporre in favore di società od enti (es. fondazioni od associazioni)
3.6.4 Chi non è sposato e non ha figli
3.6.5 Chi convive
3.7 Le polizze vita come strumento di pianificazione ai fini successori
3.8 Il legato: un approfondimento
3.8.1 Il legato in sostituzione di legittima
3.8.2 Il prelegato ed il sublegato
3.8.3 L’institutio ex re certa
3.9 Gli elementi accidentali del testamento: onere, termine e condizione
3.9.1 La condizione
3.9.2 Il termine
3.9.3 L’onere (o modus)
3.9.4 La sostituzione testamentaria ordinaria e fedecommissaria
3.10 La divisione testamentaria
3.10.1 La divisione fatta dal testatore (art. 734 c.c.)
3.10.2 Le “norme date dal testatore per la divisione”
4. Le diverse forme di testamento
4.1 Il testamento pubblico
4.2 Il testamento segreto
4.3 Il testamento olografo
4.3.1 La chiara volontà di rendere disposizioni testamentarie
4.3.2 La carta testamentaria
4.3.3 L’autografia
4.3.4 La data
4.3.5 la sottoscrizione
4.3.6 La check-list per verificare la correttezza formale di un testamento
4.4 Come NON scrivere un testamento
4.4.1 Gli errori formali più comuni nella redazione di un testamento
4.4.2 Gli errori sostanziali più comuni nella redazione di un testamento
4.5 Fac simile di testamento olografo contenente le disposizioni più comuni
5. La pubblicazione del testamento e la sua impugnazione
5.1 Come sapere se c’è un testamento
5.2 La pubblicazione del testamento olografo e la sua esecuzione
5.2.1 Pubblicazione del testamento
5.2.2 Esecuzione del testamento
5.3 Le patologie del testamento e la sua impugnazione
5.3.1 Il testamento inesistente
5.3.2 Il testamento nullo
5.3.3 Il testamento annullabile
Se avete in mano questo libro, significa che anche voi avete dei sogni. Magari volete salvare la vita del mare dalla plastica, dare amore agli animali abbandonati, portare avanti un progetto per valorizzare il quartiere in cui vivete, trovare la cura per una malattia, finanziare opere di edilizia sociale o campagne di tutela dei diritti o iniziative di pace, creare nuove realtà politiche.
Sono infiniti i sogni per cui vale la pena spendersi. E per dare concretezza ai sogni c'è bisogno di soldi. Qualsiasi attività sociale, in qualsiasi settore, dalla cultura allo sport, all'istruzione, alla sanità, alla ricerca, alla politica, all'ambiente, allo sviluppo economico, all'agricoltura, alla religione, per essere realizzata richiede dei soldi.
E chiedere soldi è sempre un lavoro scomodo, un lavoro che può essere visto a volte come umiliante. Ma la raccolta fondi (il fundraising) è uno degli strumenti più importanti che ci aiuta a cambiare il mondo in cui viviamo. In questo libro trovate le nozioni e gli strumenti concreti per diventare dei fundraiser. Perché, senza il fundraising, un mondo migliore di quello che conosciamo oggi potrebbe non esistere.
Valerio Melandri È direttore del Master in Fundraising dell'Università di Bologna, dove insegna Principi e Tecniche di Fundraising. È adjunct professor presso la Columbia University. È Direttore Responsabile di Fundraising.it, il sito di fundraising italiano più visitato, e ha fondato il Festival del Fundraising, il più grande evento della comunità europea sulla raccolta fondi. Autore, consulente e formatore di fundraising in Italia e all'estero per organizzazioni nonprofit di ogni tipologia (ambiente, cultura, religione, sanità, cooperazione, sport, politica...) e per gli enti locali in merito all'Art Bonus.
1 - Fare fundraising
2 - Trovare il caso giusto, scegliere il miglior veicolo e rivolgersi al target corretto
3 - Le tre colonne del fundraising
4 - Il fundraising in Italia: dati e tendenze
5 - Il database. L’emozionante storia dei vostri donatori
6 - Coinvolgere volontari, personale retribuito e governance nel fundraising
7 - Come inserire un nuovo fundraiser dentro l’Onp
8 - La raccolta annuale. Inizia il viaggio
9 - I donatori regolari. I giganti addormentati
10 - Fare fundraising con i grandi donatori
11 - I doni nel testamento
12 - Come raccogliere fondi per lettera: il Direct Mail
13 - Face to Face (f2f). Rendiamo il donatore regolare
14 - Direct Response TV (DRTV)
15 - Il telemarketing. Fundraising fatto al telefono
16 - Gli eventi
17 - Digital fundraising
18 - Il Crowdfunding
19 - Il corporate fundraising: raccogliere fondi dalle aziende
20 - Le Fondazioni e gli enti di erogazione
Il libro è una guida operativa che, attraverso un percorso guidato di tipo colloquiale, si rivolge a chiunque intenda aprire un'azienda zootecnica partendo da zero, a chi è già un allevatore e ha intenzione di migliorare la propria attività, a chi insegna economia agraria e zootecnica presso corsi di formazione, istituti superiori o facoltà universitarie.
Obiettivo di questo testo è quello di permettere a tutti coloro che vogliono aprire un'azienda zootecnica di valutare in termini economici e finanziari il lancio o il rilancio della loro attività zootecnica. Ulteriore obiettivo è quello di eliminare tutti quei coni d'ombra che spesso sono la concausa di fallimenti.
A tale scopo la guida è corredata di un software denominato AZooPlan, in allegato al testo, che consentirà all'allevatore 4.0 di selezionare la tipologia di allevamento di bestiame in funzione dell'entità delle risorse finanziarie e territoriali disponibili, indicando il numero massimo di capi allevabili, i possibili ricavi e i relativi costi.
Dal lato del contenuto, il testo prende in considerazione le principali tipologie di allevamento, spaziando da quelli di Acqua fino a quelli di Aria passando per quelli di Terra, consentendo al potenziale allevatore di valutare il possesso delle capacità necessarie per svolgere un'attività nel settore primario e se l'impegno, e quindi l'investimento, risultano redditizi o meno.
Non è insomma una semplice guida che elenca gli adempimenti necessari ad avviare un'attività di allevamento ma un vero e proprio percorso, al termine del quale l'aspirante allevatore o quello in cerca di rilancio avrà tutti gli strumenti metodologici che gli permetteranno di definire un prototipo di business plan utile alla programmazione della propria attività.
Il testo, oltre ad AZooPlan, contiene i risultati più rilevanti di business plan degli allevamenti bovini da carne e da latte, delle trote e delle api, sviluppati dall'autore con la collaborazione di noti esperti del settore.
I focus posti alla fine di ogni capitolo e gli esempi pratici di aziende di successo, oltre ad approfondire i vari temi trattati, rafforzano ulteriormente l'approccio concreto e operativo che la presente guida vuole proporre.
Concludono il testo due appendici "sostenibili" sul benessere animale, sull'Agroenergia e l'Agritech.
Fabrizio Santori Funzionario pubblico. È esperto di Modelli di simulazione aziendali e di strategy/business game. Nasce informatico e successivamente analista, ha operato nella formazione manageriale come docente in business school, corsi di imprenditore agricolo professionale, master Agribusiness e per conto di diverse realtà aziendali. Ambasciatore Doc Italy per la Tutela dell'Agroalimentare. Durante l'attività professionale ha sviluppato la passione e l'impegno per l'agricoltura e la zootecnia (e per tutto il relativo indotto), collaborando con le maggiori unioni sindacali, federazioni di categoria, confederazioni, organizzazioni di imprenditori agricoli, allevatori e pescatori e con numerose realtà associative territoriali di produttori agricoli. Già autore di due opere inerenti il settore agricolo: Aprire un'azienda agricola, guida pratica e business plan e Agevolazioni in Agricoltura.
Premessa. Superare le crisi con le competenze necessarie e gli strumenti giusti. Diventare ora un allevatore di successo si può!
Introduzione alla guida
• Dall’idea all’impresa di allevamento
• Per chi è questa guida?
• Le principali mosse per aprire un allevamento
• L’azienda agricola e l’allevamento
• Le tipologie di animali allevate e le caratteristiche
• Acqua dolce, salmastra e di mare
• Aria (apicoltura, avicoltura, bachicoltura, insetticoltura)
• Terra (bovinicoltura, ovinicoltura, caprinicoltura, coniglicoltura, ippicoltura, elicicoltura, suinicoltura)
FOCUS 0.1: le strategie di allevamento
FOCUS 0.2: il miele nel mondo e in Europa.
FOCUS 0.3: la filiera produttiva e il mercato dei prodotti della bachicoltura
1 Quando un’idea può definirsi idea d’impresa?
1.0 Introduzione
1.1 Perché avviare un’attività di allevamento e cosa significa fare l’allevatore
1.2 L’idea imprenditoriale nel settore zootecnico
1.2.1 Cosa allevare e produrre
1.2.2 Come allevare e produrre
1.2.3 Dove allevare e produrre
1.2.4 Perché acquistare i tuoi prodotti
1.2.5 In quale mercato vendere i tuoi prodotti
1.2.6 A quale cliente
1.2.7 La tua idea d’impresa in una tabella
FOCUS 1.1: alcune idee innovative
FOCUS 1.2: adempimenti burocratici iniziali e a chi rivolgersi (le fonti informative)
2 Come iniziare la tua avventura imprenditoriale
2.0 Introduzione
2.1 Come testare le tue capacità personali
2.2 Come e dove formarmi per gestire un’azienda zootecnica
2.3 Come concretizzare la tua idea di azienda zootecnica
2.4 Banca dati sui ricavi e i costi della zootecnia in Italia
2.5 Perché è fondamentale disporre di una scheda informativa affidabile
2.6 I vantaggi (punti di forza e opportunità) e i rischi (punti di debolezza e minacce) della tua azienda zootecnica
FOCUS 2.1: quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi del tuo progetto
FOCUS 2.2: il punto di pareggio (Break Even Analysis o BEP)
FOCUS 2.3: come negli Stati Uniti le associazioni assistono gli allevatori
3 Cosa, dove e come allevare
3.0 Introduzione
3.1 Cosa allevare
3.1.1 I fattori determinanti nella scelta dell’allevamento
3.1.2 Come scegliere la tipologia di allevamento. Il software AZooPlan
3.1.3 Quale razza allevare
3.2 Dove allevare
3.2.1 Come scegliere il sito di allevamento
3.2.2 Come definire il sistema stalla
3.2.3 Quali errori evitare nella progettazione della stalla o dei recinti
3.3 Come allevare
3.3.1 Come identificare le risorse necessarie
3.4 Come alimentare il bestiame
3.4.1 Come determinare la razione alimentare nell’allevamento bovino
FOCUS 3.1: scheda di valutazione dell’allevamento degli ovini
4 Ricavi, costi e il bilancio di esercizio
4.0 Introduzione
4.1 Come determinare il volume di produzione
4.1.1 La produzione agricola
4.1.2 La produzione zootecnica
4.2 Quali sono i ricavi e i costi di gestione
4.3 Dieci modi per ridurre i costi zootecnici
4.4 Quando assumere manodopera e a che costo
4.5 Scegli il tuo team
4.6 Redigere il bilancio aziendale
4.6.1 Il Conto economico
4.6.2 Il Rendiconto finanziario
4.6.3 Lo Stato patrimoniale
FOCUS 4.1: coefficienti di ammortamento suddivisi per categoria e tipologia di beni
5 Come vendere i tuoi prodotti
5.0 Introduzione
5.1 Ricerche di mercato e pianificazione
5.2 Perché il cliente dovrebbe acquistare il tuo prodotto?
5.3 Chi dovrebbe/potrebbe acquistare il tuo prodotto
5.4 Quale prezzo sarebbero disposti a pagare i tuoi clienti?
5.5 Come raggiungere i tuoi clienti
5.6 Cosa offre la concorrenza rispetto al tuo prodotto?
5.7 Valuta le normative associate all’avvio della tua attività
5.8 Hai valutato le possibili criticità commerciali?
FOCUS 5.1: nuove strategie di marketing zootecnico
FOCUS 5.2: contratti di protezione a tutela degli allevatori
FOCUS 5.3: il marketing dei prodotti agricoli passa dal video: il caso Braciamiancora
6 Come le istituzioni possono finanziare il tuo progetto?
6.0 Introduzione
6.1 A chi rivolgersi per ottenere i finanziamenti pubblici?
6.2 I finanziamenti ci sono, come si accede?
6.3 Le agevolazioni in agricoltura e per gli allevamenti, quali sono nel dettaglio?
6.3.1 Le risorse nazionali
6.3.2 Le risorse dell’Unione europea
6.3.3 Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (o PNRR)
6.3.4 Sostegno finanziario all’internazionalizzazione
6.4 Come presentare una domanda di finanziamento?
FOCUS 6.1: interventi della Commissione europea nel settore agricolo
FOCUS 6.2: la politica agricola comune (PAC) 2023-2027
FOCUS 6.3: le competenze delle regioni
FOCUS 6.4: piani di azione per garantire la sicurezza alimentare
FOCUS 6.5: previsioni di riforma previste dal PNRR per l’agricoltura
FOCUS 6.6: la crescita internazionale del tuo business a portata di click
FOCUS 6.7: ulteriori finanziamenti europei diretti o contributi assegnati da Agenzie
7 Crea il tuo business plan
7.0 Introduzione
7.1 La fase preliminare alla redazione del business plan
7.1.1 Primi consigli per aprire un allevamento (bovini, equini, ovini, caprini, suini)
7.1.2 Quanto tempo è necessario dedicare all’allevamento (bovini, equini, ovini, caprini, suini)
7.1.3 La fase di avviamento dell’allevamento
7.2 Cosa produrre e allevare
7.2.1 Quale razza
7.2.2 Quali sono categorie, peso ed età del bestiame
7.2.3 Quali sono i prodotti dell’allevamento
7.3 Come produrre e allevare
7.3.1 Quali sistemi di allevamento
7.3.2 Quale processo produttivo
7.3.3 Come alimentare il bestiame
7.4 Dove allevare e produrre
7.4.1 La localizzazione dell’allevamento
7.4.2 Le caratteristiche dei locali di allevamento
7.5 L’acquisto dei tuoi prodotti
7.5.1 La promozione del tuo allevamento (bovini, equini, ovini, caprini)
7.6 La fase di valutazione economico-finanziaria del progetto
7.6.1 Quanto investire nell’allevamento
7.6.2 Qual è la redditività del tuo allevamento
7.7 Superare la burocrazia, gestire i rischi
7.7.1 Quale burocrazia per un allevamento?
7.7.2 I rischi dell’allevatore (bovini, equini, ovini, caprini)
7.8 Alcuni errori da evitare nel processo di pianificazione aziendale
Appendice 1 - Il benessere animale
Appendice 2 - Agroenergia e Agritech
Conclusioni. Un progetto che aiuta in maniera tangibile la missione dell’allevatore
Note dell’autore – Postfazione
Ringraziamenti
Principali riferimenti bibliografici
Sitografia
Istituzioni, enti pubblici nazionali
Enti regionali
Siti esteri
Documenti esteri
Associazioni, fondazioni, giornali, case editrici
Glossario
L’applicativo effettua i calcoli per la fatturazione dei c.d. “Beni significativi”, ai sensi della l. 206/2017 di interpretazione autentica dell’art. 7, comma 1, lettera b) della le. 488/1999, e della Circolare AdE n. 15/E del 2018.
In base a tali norme, che disciplinano l’IVA dei beni utilizzati negli interventi di recupero del patrimonio edilizio, i beni di valore significativo sono assoggettati ad IVA del 10% solo se il loro valore non supera il 50% del valore complessivo dell’intervento; se, invece, il valore dei beni supera la metà del valore complessivo, è assoggettabile ad IVA al 10% solo per la parte ottenuta come differenza fra il valore della prestazione e il valore dei beni stessi; la parte eccedente è soggetta ad IVA ordinaria del 22%.
In più, sono considerati beni significativi esclusivamente:
Per ogni bene coinvolto l’applicativo consente di indicare l’appartenenza ad una delle precedenti categoria, nonché di precisare se esso è stato acquistato da terzi oppure autoprodotto dalla ditta che esegue i lavori (ed in questo caso si potrà inserire il valore delle materie prime e quello della manodopera).
Ai sensi di legge, è poi possibile indicare il valore della manodopera per l’installazione/posa in opera, nonché il mark-up della prestazione.
Il calcolo restituisce tutte le informazioni per la corretta compilazione della fattura:
Il foglio di calcolo è progettato per funzionare con Microsoft® Excel® dalla versione 2007 in poi (non funziona con Mac / OpenOffice); per il corretto funzionamento del foglio di calcolo è necessario che le Macro siano abilitate e che lo zoom sia impostato al 100%.
ATTENZIONE: Per l'utilizzo del foglio excel, al primo avvio è richiesto un codice di sblocco che verrà inviato via email (si consiglia di controllare eventualmente anche lo spam).
Transfer pricing "Kick-off" - Guida operativa alle analisi di benchmark; eBook in pdf di 97 pagine.
La presente trattazione si propone di affrontare, senza pretesa di esaustività, ma con un approccio pratico-operativo, uno degli aspetti maggiormente ostici per chi si occupa di prezzi di trasferimento, ossia lo svolgimento delle analisi di benchmark.
L’obiettivo della presente Guida è di offrire a chi si approccia per la prima volta alla materia, uno strumento di supporto per affrontare le difficoltà tecniche intrinseche del processo di analisi, senza peraltro la pretesa di sostituirsi allo studio e agli approfondimenti teorici da rivolgere necessariamente alle fonti normative.
Per tale ragione, al fine di concentrare la trattazione su principi e corollari della comparabilità e sul conseguente sviluppo operativo delle analisi di benchmark, si è deciso di affrontare il tema degli oneri documentali soltanto nel Capitolo finale della trattazione, a riprova di come la redazione della TP Documentation rappresenti la formalizzazione di un processo logico molto più complesso di cui la reportistica costituisce la sintesi.
Premessa
1. Introduzione al transfer pricing
1.1 Dal concetto di “controllo” al principio di libera concorrenza
1.2 Il principio di libera concorrenza nelle Linee Guida OCSE e l’impatto del BEPS
2. I metodi di transfer pricing
3. L’analisi di comparabilità
3.1 Analisi di comparabilità: Fase 1
3.1.1 Analisi del mercato e del settore di appartenenza
3.1.2 Analisi dei fattori di comparabilità: l’analisi dei “cinque fattori”
3.1.3 Portfolio approach
3.1.4 Individuazione della tested party e del profilo funzionale delle entità
4. L’analisi di benchmark: ricerca dei soggetti comparabili
4.1 Introduzione e principi generali
4.2 L’analisi di benchmark nell’applicazione del metodo TNMM: gli indicatori di profitto (PLI)
4.3 L’approccio al processo di benchmarking
4.4 La strategia di ricerca: scelta del database e search criteria
4.5 Criteri di ricerca e impostazione della “booleana”
4.5.1 L’inserimento dei criteri nel database
4.5.2 L’estrazione dei dati dal database
4.6 Manual screening (o screening “qualitativo”): impostazione della rejection matrix
4.7 Screening “quantitativo”: dati finanziari
5. Calcolo dei valori di libera concorrenza
5.1Calcolo del PLI dei soggetti comparabili
5.2 Introduzione al metodo statistico: il range interquartile
5.3 Calcolo del range interquartile: aspetti operativi
5.4 Aggiornamento dei dati finanziari (o rolling forward)
6. La documentazione sui prezzi di trasferimento
6.1 Evoluzione normativa
6.1.1 Il Provvedimento del 2020: le novità in materia di oneri documentali
7. Considerazioni conclusive
Guida alla gestione dei volontari nel Terzo settore, tra Riforma degli ETS e Best Practice; eBook in pdf di 62 pagine.
I volontari costituiscono una risorsa fondamentale per molte organizzazioni non profit e la loro corretta gestione rappresenta un elemento chiave per la realizzazione di un effettivo impatto sociale delle attività degli enti del terzo settore.
Il D. Lgs. n. 117 del 3 luglio 2017 (Codice del Terzo Settore) ha introdotto alcune importanti novità in materia, riconoscendo l'importanza del loro contributo e promuovendo una maggiore qualità e trasparenza delle attività di volontariato.
Tra le principali novità introdotte dalla riforma si possono citare la definizione del “volontario” e l’estensione di alcuni obblighi prima imposti solo alle organizzazioni di volontariato anche alle altre tipologie di enti del terzo settore che impiegano i volontari per il perseguimento delle proprie finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale.
Il Codice del Terzo Settore, infatti, ha recepito e aggiornato la disciplina del volontariato presente nella legge 11 agosto 1991, n. 266 e definisce il volontariato come un'attività svolta in modo libero e spontaneo, senza fini di lucro neanche indiretto, per soli fini di solidarietà, a favore della collettività o di individui svantaggiati, svolta da persone fisiche in modo gratuito.
Esso rappresenta uno strumento normativo fondamentale per la promozione e la regolamentazione del volontariato; pertanto un’adeguata conoscenza della normativa e una sua corretta applicazione sono da considerare essenziali.
Tuttavia, la qualità e l'efficacia delle attività di volontariato possono essere ulteriormente migliorati attraverso l'adozione di linee guida, best practice e l'utilizzo di strumenti e metodologie specifiche, che vanno oltre i requisiti minimi previsti dalla legge e che favoriscono la qualità e l'efficacia delle attività in questione.
Alcune best practice per la gestione dei volontari includono la definizione chiara degli obiettivi dell'organizzazione e delle attività di volontariato, la selezione accurata dei volontari in base alle loro competenze e motivazioni, l'offerta di una formazione e di un'adeguata supervisione, l'uso di strumenti di valutazione dell'attività dei volontari e di riconoscimento del loro contributo. Inoltre, è importante creare un clima di collaborazione e di partecipazione attiva, promuovendo la condivisione di conoscenze, esperienze e buone pratiche tra i volontari e l'organizzazione.
Questo e-book si propone di illustrare e spiegare la disciplina prevista dal Codice del Terzo Settore, in generale e per le diverse categorie di enti in esso previste, anche in considerazione dei rischi nei quali amministratori ed enti possono incorrere in caso di accertamento di violazioni e di fornire indicazioni concrete ed utili per una corretta gestione dei volontari:
Considerazioni introduttive
1. La normativa applicabile a tutti gli Enti del Terzo Settore
1.1 Premessa
1.2 La definizione di volontario e il rapporto con la qualifica di associato: il volontario associato, il volontario non associato e l’associato non volontario
1.3 Il titolo III del Codice del Terzo Settore
1.4 La disciplina del rimborso spese
1.4.1 Autocertificazione
1.4.2 Controlli e sanzioni
1.5 Incompatibilità con lo status di lavoratore
1.6 Il registro dei volontari. Volontari occasionali e non occasionali
1.6.1 La tenuta del registro
1.7 L’obbligo di assicurare i volontari: come scegliere la polizza più adeguata
1.8 Promozione della cultura del volontariato
1.9 Centri di Servizio per il Volontariato (CSV)
1.10 Previsioni statutarie relative ai volontari
2. I volontari nelle diverse categorie di ETS
2.1 Premessa
2.2 Le Organizzazioni di Volontariato (ODV)
2.3 Le Associazioni di Promozione Sociale (APS)
2.4 ODV e APS a confronto
2.5 Computo dei volontari e dei lavoratori
2.6 Obblighi di comunicazione al RUNTS
2.7 Rilevanza del volontariato nei rapporti con gli enti pubblici
2.8 Le imprese sociali
2.9 Le cooperative sociali
3. Strategie organizzative e best practice
3.1 Premessa
3.2 Il ciclo di gestione dei volontari
3.3 Il Responsabile dei volontari
3.4 Struttura e approvazione del regolamento dei volontari
4. Formulario
