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Antiriciclaggio per Guardie giurate, trasporto e custodia denaro e titoli e recupero crediti.
L’opera è aggiornata al D.Lgs. 125/2019 che ha recepito la Direttiva 2018/843 del 30 maggio 2018 (la cd V direttiva Antiriciclaggio).
Il presente Fascicolo n. 8 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio" e costituisce un focus dedicato all’analisi tecnico operativa dell’impianto normativo Antiriciclaggio e, più specificamente, alla serie di obblighi che il Legislatore ha posto a carico di coloro che svolgono trasporto e custodia di denaro e titoli o valori a mezzo di guardie particolari giurate, nonché di soggetti che muniti della licenza ex art. 115 TULPS svolgono attività di recupero stragiudiziale crediti per conto di terzi.
Antiriciclaggio per mediatori creditizi, agenti in attività finanziaria, prestatori di servizi di cambio di valuta virtuale e di portafoglio digitale.
L’opera è aggiornata al D.Lgs. 125/2019 che ha recepito la Direttiva 2018/843 del 30 maggio 2018 (la cd V direttiva Antiriciclaggio).
Il presente Fascicolo n. 7 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio" costituisce un focus dedicato ai mediatori creditizi creditizi, agenti in attività finanziaria, prestatori di servizi cambio, compresi (novità 2020) i servizi di cambio tra valute virtuali e valute aventi corso legale, nonché ai prestatori di servizi di portafoglio digitale.
Per effetto dei suddetti interventi normativi il Legislatore comunitario ha voluto attribuire alla trasparenza del sistema finanziario un significato di fondamentale import anza, mostrando una crescente attenzione verso l’azione di prevenzione del riciclaggio più che a quella di contrasto al fenomeno. L’impianto normativo in materia di Antiriciclaggio punta, dunque, a intercettare in maniera tempestiva i flussi finanziari sospetti come metodo per l’efficace contrasto al riciclaggio di denaro sporco e al finanziamento del terrorismo.
È evidente che il successo di tale azione preventiva è determinato dal corretto adempimento degli obblighi posto a carico dei “Soggetti obbligati” tra i quali hanno trovato inserimento nuove categorie, ovvero: i Mercanti d’arte (oggetto di approfondimento nel Fascicolo n. 2 di questa Raccolta editoriale) e i prestatori di servizi di cambio tra valute virtuali e valute legali e i prestatori di servizi di portafoglio digitale (oggetto di approfondimento nel presente Fascicolo n. 7 dell’Atlante dell’Antiriciclaggio).
L’analisi di cui al presente Volume consentirà di porre in evidenza quanto decisivo sia il ruolo che i mediatori creditizi, gli agenti in attività finanziaria, i prestatori di servizi cambio, compresi i servizi di cambio tra valute virtuali e valute aventi corso legale (oltre che consulenti banche avvocati e commercialisti) sono chiamati a interpretare all’interno del c.d. team Antiriciclaggio.
Guida alla disciplina del funzionamento dei depositi IVA e alle nuove regole di assolvimento dell'Iva decorrenti dal 1° aprile 2017, aggiornata con l'entrata in vigore dal 1° gennaio 2020, delle novità introdotte con il regolamento di esecuzione (UE) 2018/1912 del Consiglio del 4 dicembre 2018 e della direttiva UE 2018/1919 del Consiglio del 7 dicembre 2018.
• Il deposito fiscale ai fini dell’IVA
• La rilevazione dei movimenti dei beni
• Le operazioni agevolate
• L’estrazione dei beni dal deposito IVA
• La garanzia per l’IVA sull’estrazione dei beni immessi in libera pratica dal deposito IVA
• L’applicazione dell’IVA
• L’estrazione dei beni dal deposito IVA con la dichiarazione d’intento
• Le prestazioni di servizi inerenti al deposito IVA
• I risvolti operativi ai fini dell’IVA
• L’attività del depositario quale rappresentante fiscale
• La disciplina speciale per benzina, gasolio e altri prodotti carburanti e combustibili
• Il contratto di call-off stock
• Il contratto di consignment stock
• La fattura elettronica
• Le nuove condizioni per effettuare la cessione intracomunitaria
• Le operazioni intracomunitarie a catena
• La prova del trasporto intracomunitario
• Appendice
Dal 1° aprile 2017, la disciplina del funzionamento dei depositi IVA segue le nuove regole fissate con l’art. 4, commi 7 e 8, del d.l. 22 ottobre 2016, n. 193. Talune regole sono semplificate in quanto nel deposito IVA possono essere introdotti beni senza alcuna distinzione di carattere merceologico né di carattere soggettivo tra operatori nazionali o comunitari o extracomunitari.
Inoltre, qualsiasi operatore può procedere all’estrazione dei beni essendo stati soppressi gli obblighi di essere iscritti alla CCIAA da almeno un anno e di attestare l’effettiva attività e la regolarità dei versamenti dell’IVA.
Restano invariate le regole da seguire per effettuare le estrazioni dei beni introdotti a seguito di acquisti intracomunitari (per cui la fattura deve essere integrata con l’IVA). Per i beni immessi in regime di libera pratica le regole procedurali sono diventate definitive con la pubblicazione del d.m. 23 febbraio 2017.
Tuttavia, le novità, non gradite, sono individuate con il fatto che l’estrazione fatta da un operatore nazionale comporta il versamento dell’IVA con il modello F24, ma senza la possibilità di beneficiare della compensazione con eventuali crediti. Tale regola comporta, quindi un’immediata entrata erariale, ma, contemporaneamente, anche il formarsi di una situazione creditoria. Va prestata attenzione al fatto che l’imposta è dovuta da chi procede all’estrazione dei beni ma deve essere versata dal gestore del deposito in suo nome e per suo conto, essendo solidalmente responsabile dell’adempimento, anche in ordine alle sanzioni. Qualora l’operatore utilizzi la c.d. “lettera d’intento”, il gestore deve effettuare il c.d. “riscontro telematico”.
L’inosservanza di tali incombenze è valutata ai fini della revoca dell’autorizzazione a gestire il deposito.
Dal 1° gennaio 2020 sono entrate in vigore le novità introdotte con il regolamento di esecuzione (UE) 2018/1912 del Consiglio del 4 dicembre 2018 e della direttiva UE 2018/1919 del Consiglio del 7 dicembre 2018. Sono norme di immediata applicazione, pur non essendo ancora recepite nella legislazione italiana, che apportano novità sostanziali quali l’efficacia sostanziale (e non formale) del codice identificativo IVA
del cessionario comunitario che deve essere indicato nella fattura emessa e nei modelli INTRASTAT relativi alla cessione intracomunitaria, la prova della cessione intracomunitaria ai fini della regola di “non imponibilità ai fini dell’IVA”.
A ciò vanno aggiunte le semplificazioni procedurali relative ai contratti in regime di call-off stock (che si aggiungono a quelle di “consignment stock), e alle “cessioni intracomunitarie a catena.”
Le novità non sono di poco conto, anche in relazione alle nuove procedure introdotte, che per la loro applicazione pratica hanno la necessità di ottenere opportuni e tempestivi chiarimenti ufficiali, valorizzando l’istituto dei depositi IVA e delle recenti novità.
Presentazione
Depositi fiscali IVA: la normativa dal 1° aprile 2017
1. Il deposito fiscale ai fini dell’IVA
1. L’istituto del deposito fiscale
2. La definizione di deposito IVA
3. I beni che possono essere immessi nel deposito IVA
4. I soggetti abilitati alla gestione dei depositi IVA
4.1. I depositi IVA per i quali non è prevista l’autorizzazione
4.2. I depositi IVA per i quali è richiesta l’autorizzazione
2. La rilevazione dei movimenti dei beni
1. La movimentazione dei beni
2. L’introduzione e l’estrazione dei beni
3. Il controllo sulla gestione del deposito
4. L’irregolare introduzione di beni nel deposito
3. Le operazioni agevolate
1. Le operazioni agevolate ammesse nei depositi IVA
2. Le operazioni che presuppongono la contestuale introduzione fisica dei beni nel deposito IVA
2.1. Gli acquisti intracomunitari di beni eseguiti mediante introduzione nel deposito IVA
2.2. L’immissione in libera pratica di beni destinati ad essere introdotti nel deposito IVA
2.3. Le cessioni di beni eseguite mediante introduzione nel deposito IVA
2.4. Le cessioni di beni elencati nella tabella A-bis allegata al d.l. 30 agosto 1993, n. 331
3. Le operazioni che sono eseguite sui beni che si trovano nel deposito IVA
3.1. Le cessioni di beni custoditi nel deposito IVA
3.2. Le prestazioni di servizi rese sui beni custoditi nel deposito IVA
3.3. Il trasferimento dei beni in altro deposito IVA
4. L’estrazione dei beni dal deposito IVA
1. Le modalità di estrazione dei beni dal deposito IVA
2. Le cessioni all’estero
2.1. Le cessioni intracomunitarie
2.2. Le cessioni all’esportazione
2.3. L’utilizzazione o la commercializzazione in Italia
3. Il consignment stock
4. Il destinatario della lettera d’intento
5. La garanzia per l’IVA sull’estrazione dei beni immessi in libera pratica dal deposito IVA
1. Le regole dell’estrazione
2. I requisiti di affidabilità
3. L’attestazione della garanzia
4. L’esclusione della garanzia
6. L’applicazione dell’IVA
1. Il momento rilevante per l’applicazione dell’IVA
2. La base imponibile
3. Le modalità di versamento dell’IVA
4. I beni di provenienza extracomunitaria immessi in libera pratica
5. I soggetti tenuti all’osservanza degli obblighi
6. Il soggetto interessato da più fattispecie
7. L’estrazione dei beni dal deposito IVA con la dichiarazione d’intento
8. Le prestazioni di servizi inerenti al deposito IVA
1. La rilevanza delle prestazioni di servizi
2. L’individuazione delle prestazioni di servizi
9. I risvolti operativi ai fini dell’IVA
1. La detrazione dell’IVA
2. La mancata introduzione di beni immessi in libera pratica
3. Le indicazioni nella dichiarazione annuale IVA
10. L’attività del depositario quale rappresentante fiscale
1. I soggetti passivi
2. La regola
3. La responsabilità solidale del gestore del deposito per il pagamento dell’IVA
11. La disciplina speciale per benzina, gasolio e altri prodotti carburanti e combustibili
12. Il contratto di call-off stock
1. Il quadro normativo
2. La qualificazione del contratto
3. L’esclusione del “trasferimento dei beni a se stesso”
4. La decadenza della condizione sospensiva
5. Il registro dei movimenti
13. Il contratto di consignment stock
1. I profili contrattuali
2. La gestione fiscale
2.1. La regola
2.2. Gli adempimenti per la gestione in ambito comunitario
2.3. La gestione degli adempimenti in ambito extracomunitario
3. La stabile organizzazione
14. La fattura elettronica
1. La regola operativa
2. Le autofatture
3. L’inversione contabile
4. I depositi IVA
5. L’esterometro
15. Le nuove condizioni per effettuare la cessione intracomunitaria
1. L’archivio VIES
16. Le operazioni intracomunitarie a catena
1. L’innovazione normativa
2. La c.d. “triangolazione comunitaria”
3. Le operazioni “a catena”
17. La prova del trasporto intracomunitario
1. La norma interna
2. La presunzione del trasporto intracomunitario
Appendice
Normativa e Prassi
Come pianificare e realizzare un’operazione di export o investimento estero.
Aggiornato con gli Incoterm 2020
L’internazionalizzazione delle imprese è, per l’economia italiana, una questione di fondamentale importanza.
Lo dimostra il fatto che ogni anno l’Italia esporta per circa 450 miliardi di euro (463 mld nel 2018), che rappresenta circa il 25% del Pil (1.765 mld nel 2018).
A questo risultato contribuiscono oltre 100.000 imprese (136.000 nel 2018, di cui però 77.445 con un export annuale non superiore a 75.000 euro).
Pur essendo questi dati confortanti, è probabile che l’export italiano possa crescere ancora se molti altri operatori economici sapessero come muoversi nei mercati internazionali. Inoltre è possibile che quegli 80.000 operatori, che sono oggi degli esportatori occasionali, possano sviluppare la loro presenza internazionale, se possedessero le necessarie competenze per operare con efficacia nei paesi esteri.
Questo ebook punta quindi a fornire agli operatori economici che non hanno mai esportato, o che lo hanno fatto episodicamente, e che sono intenzionati ad allargare la propria attività in altri mercati, delle informazioni di base, di natura essenzialmente pratica, per poter pianificare un’operazione di internazionalizzazione, che può essere rappresentata:
Dato che operare nei mercati esteri richiede una notevole preparazione ed organizzazione, il testo comincia con l’illustrazione di uno strumento, il Business Plan (BP), che può consentire un’efficace pianificazione delle operazioni estere, per passare poi ad illustrare le principali tecniche per realizzare operazioni di internazionalizzazione, ed in particolare quelle concernenti la vendita all’estero di proprie merci.
Più precisamente, il primo capitolo descrive il BP per l’internazionalizzazione, partendo dall’evidenziazione delle sue differenze rispetto ad un generico BP, che descrive iniziative imprenditoriali nel paese di residenza, per proseguire con il richiamo delle principali tipologie di operazioni di internazionalizzazione e dei principali destinatari di questo documento. Si passa poi ad esaminare i contenuti tipici di un BP per l’internazionalizzazione, per concludere con alcuni suggerimenti sulle modalità di redazione di questo documento.
Il secondo capitolo invece è una sorta di manuale basico di commercio estero, perché in sintesi spiega come attuare un BP per l’internazionalizzazione, partendo dall’analisi e valutazione dei mercati esteri, e dall’individuazione di potenziali partner locali, per proseguire con l’illustrazione di tutte le iniziative che occorre mettere in campo per effettuare un’operazione di esportazione, o di investimento estero, ossia la redazione di contratti internazionali, il disbrigo degli adempimenti doganali, l’organizzazione dei trasporti internazionali e la scelta dei metodi di pagamento internazionale.
Il testo presenta alcune caratteristiche che è importante conoscere fin dall’inizio per valorizzarne al meglio il contenuto:
Introduzione
1. Il Business Plan per l’internazionalizzazione
1.1 Le differenze del Business Plan (BP) per l’internazionalizzazione rispetto al BP riferito al mercato interno
1.2 Le operazioni oggetto di un BP per l’internazionalizzazione
1.3 I destinatari di un BP per l’internazionalizzazione
1.4 I contenuti di un BP per l’internazionalizzazione
1.4.1 La descrizione dell’azienda che intende internazionalizzarsi
1.4.2 Le prospettive dell’azienda tramite l’analisi Swot
1.4.3 Le strategie aziendali
1.4.4 L’analisi del mercato estero
1.4.5 La descrizione dell’operazione di internazionalizzazione
1.4.6 Il piano di marketing
1.4.7 Il conto economico previsionale
1.4.8 Il piano degli investimenti
1.4.9 Il prospetto del cash flow atteso
1.4.10 Il piano finanziario
1.4.11 L’Executive summary
1.5 Le modalità di redazione del BP per l’internazionalizzazione
2. Le modalità di realizzazione di un’operazione di internazionalizzazione
2.1 Quadro generale delle operazioni per l’internazionalizzazione
2.2 Le tecniche di valutazione dei mercati internazionali
2.2.1 I criteri per la valutazione dei mercati esteri
2.2.2 Le modalità di reperimento delle informazioni sui criteri per la valutazione dei mercati esteri
2.3 Le tecniche di scouting dei potenziali partner nei mercati esteri
2.3.1 La ricerca dei potenziali partner in Europa e negli Usa
2.3.2 La ricerca dei potenziali partner nel resto del mondo
2.3.3 I suggerimenti per l’impostazione delle trattative con gli operatori esteri individuati
2.4 Le tecniche di redazione dei contratti internazionali
2.4.1 Le tipologie di contratti per le operazioni di internazionalizzazione
2.4.2 Le 2 versioni di contratti per le operazioni di internazionalizzazione
2.4.3 Il contenuto tipico di un ordine di vendita internazionale
2.4.4 Il contenuto tipico di un contratto internazionale
2.4.5 Le regole applicabili ai contratti internazionali
2.4.6 La procedura di redazione dei contratti internazionali
2.5 Le tecniche di gestione del passaggio doganale
2.5.1 La definizione di passaggio doganale delle merci e le ragioni della sua complessità
2.5.2 L’acquisizione delle informazioni per il passaggio doganale
2.5.3 Le modalità di acquisizione delle info per il passaggio doganale delle merci nei paesi extracomunitari
2.5.4 Le modalità per il passaggio doganale delle merci esportate
2.6 Le tecniche di organizzazione dei trasporti internazionali
2.6.1 La decisione sulla logistica
2.6.2 La scelta dell’Incoterm
2.6.3 L’individuazione dei fornitori di servizi di trasporto internazionale
2.6.4 La scelta della modalità di trasporto internazionale
2.6.5 I contenuti del contratto di trasporto internazionale
2.7 Le tecniche di gestione dei pagamenti internazionali
2.7.1 Le modalità di pagamento internazionale
2.7.2. Gli strumenti di pagamento internazionale
2.7.3 La lettera di credito
2.7.4 La standby letter of credit o payment guarantee
Conclusione
Breve approfondimento sulle questioni ancora aperte e considerazioni circa gli indicatori della crisi di impresa ed il metodo di calcolo del DSCR (debt service coverage ratio).
Autori:
Dott. Arturo Gulinelli
Esercita la professione di commercialista dal 1992 è partner dello Studio ASSE Avvocati e Commercialisti in Roma.
E’ iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Roma ed è revisore legale dei conti.
Ha maturato una specializzazione in consulenza tributaria, in consulenza aziendale e in crisi di impresa. Oltre alla laurea in Scienze Economiche, ha conseguito un master universitario in etica economica (management e responsabilità sociale di impresa) e un master professionale in consulenza aziendale e direzionale. Nella sua lunga carriera ha svolto incarichi di consulente fiscale e aziendale per società di primaria importanza. E’ relatore in convegni in ambito di economia aziendale e di crisi di impresa.
Dott.ssa Daniela Savi
Dottore Commercialista in Piacenza, revisore e membro di collegi sindacali in società quotate e non quotate. È docente sul tema de “la ristrutturazione del debito” e di “pianificazione gestionale” per le aziende. Svolge da anni attività di consulenza societaria e di pianificazione aziendale per imprese, nonché di advisor in operazioni di risanamento economico-finanziario e ristrutturazione di aziende in crisi. Autrice di articoli e relatrice in convegni in materia di crisi d’impresa, ha realizzato il software “Indici di Allerta” (edizioni Maggioli). Svolge attività di attestatrice, curatore fallimentare, commissario liquidatore e commissario giudiziale, nonché di consulente per il Tribunale.
L’opera è aggiornata al D.Lgs. 125/2019 che ha recepito la Direttiva 2018/843 del 30 maggio 2018 (la cd V direttiva Antiriciclaggio).
Il presente Fascicolo n. 6 in pdf fa parte anche della Collana "Atlante Antiriciclaggio" costituisce un focus dedicato agli intermediari bancari e finanziari, nonché alle imprese di assicurazione.
Rispetto al settore bancario, l’analisi proposta nel presente Volume tiene conto delle disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela pubblicate, in data 30/07/2019, da Banca d’Italia e in vigore già dal 1/01/2020. Banca d’Italia, nello stesso documento, precisa che in relazione ai clienti acquisiti prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, per i quali erano previste forme di esenzione dagli obblighi di adeguata verifica, i dati e i documenti identificativi eventualmente mancanti dovranno essere raccolti al primo contatto utile, e comunque non oltre il 30 giugno 2020.
Gli intermediari bancari e finanziari potranno così garantire l’identificazione e la valutazione dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo terrorismo, per la mitigazione del rischio e per la corretta gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo già prima di procedere all'esecuzione del mandato conferitogli dal cliente.
L’alternativa alle liti fiscali.
Il controllo delle informazioni fornite dai contribuenti con le dichiarazioni e comunicazioni fiscali rappresenta, rispetto a queste ultime, una fase successiva che rimette in discussione gli elementi conosciuti dal fisco: nel caso dei controlli “formali”, che hanno cadenza sistematica, l’attività è intesa a correggere le dichiarazioni presentate, mentre il controllo “sostanziale”, eventuale ma programmato all’interno di una determinata “platea” di contribuenti, pone in essere un riesame più approfondito dei comportamenti fiscali.
Data la complessità tecnica della materia tributaria, si tratta spesso di un riesame non convergente con l’opinione del contribuente, che, ancorché obbligato alla collaborazione rispetto alle esigenze del controllo, è legittimato a “resistere” e a contraddire le conclusioni dell’ufficio.
Questa attività di resistenza e contraddittorio attivo si traduce in istituti normativamente previsti, approntati dal legislatore con la finalità di giungere, in caso di controllo e accertamento, a una rideterminazione il più possibile corretta e “consensuale” delle basi imponibili, in vicende strutturalmente caratterizzate da incertezza in fatto e in diritto.
Altri istituti sono finalizzati a regolarizzare violazioni semplici, tipicamente quelle relative agli omessi o tardivi versamenti, o a dimenticanze riconosciute dal contribuente e non suscettibili di incidere sulla corretta rappresentazione della situazione fiscale / contributiva.
In particolare, il presente lavoro si occuperà delle condizioni e modalità attuative del contraddittorio in fase di verifica, cioè prima dell’accertamento (nella prospettiva, per il contribuente, della riduzione degli importi accertabili o dell’archiviazione del verbale), nonché:
Inoltre, ci si occuperà del ravvedimento operoso, cioè della possibilità di regolarizzare le violazioni (relative sia ai versamenti che alle dichiarazioni fiscali) prima che per tali violazioni venga notificato al contribuente un atto impositivo, versando una semplice frazione della sanzione ordinariamente applicabile.
Non vengono invece trattate le forme di definizione che più specificamente interessano la fase del contenzioso tributario (reclamo – mediazione e conciliazione giudiziale), né le definizioni a carattere temporaneo come ad esempio quelle delle norme – relativamente recenti - in materia di “pace fiscale”.
1. Verifiche fiscali e contraddittorio
1.1 La partecipazione nel corso delle verifiche fiscali
CONTRADDITTORIO E VERIFICA
1.1.1 Partecipazione all’inizio della verifica
1.1.2 Contraddittorio in corso di verifica
1.1.3 Tempi previsti
1.1.4 Diritto di assistere alle operazioni
1.1.5 Ulteriori diritti del contribuente
1.1.6 Mancata risposta agli inviti
1.1.7 Conclusione della verifica
1.1.8 Mancata presentazione
1.1.9 Valore probatorio delle dichiarazioni
1.1.10 Accertamento
1.2 Segreto e privacy
TUTELA DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI
1.2.1 Segreto professionale
1.2.2 Privacy
1.3 Contraddittorio fiscale
CONTRADDITTORIO
1.3.1 Obbligo di contraddittorio
1.3.1.1 Diritto comunitario
1.3.2 Durante la verifica
1.3.3 In fase di accertamento
1.3.4 Mancata instaurazione
1.3.5 Indirizzi ufficiali
1.3.6 Intervento della Consulta
1.3.7 Innovazioni del 2019
1.3.7.1 Ipotesi di esclusione
1.3.7.2 Contraddittorio nelle indagini finanziarie
2. Patti con il fisco
2.1 Accertamento con adesione
ASPETTI GENERALI
2.1.1 Condizioni ed ambito di applicazione
2.1.2 Procedimento
2.1.2.1 Avvio su iniziativa dell’Ufficio
2.1.2.2 Istanza del contribuente
2.1.3 Sospensione dei termini per l’impugnazione
2.1.4 Adesione e PEC
2.1.5 Controlli
2.1.6 Competenza dell’Ufficio
2.1.7 Imposte indirette
2.2 Atto di accertamento
CONCLUSIONE DELL’ITER
2.2.1 Motivazione
2.2.2 Rappresentanza
2.2.3 Adesione e contraddittorio
2.2.4 Atto di definizione
2.2.5 Effetti
2.2.5.1 Inibizione dei poteri degli uffici
2.2.5.2 Effetti sulle sanzioni
2.2.5.3 Effetti penali
2.2.6 Sopravvenuta conoscenza di nuovi elementi
2.2.7 Perfezionamento dell’adesione
2.2.7.1 Problemi della fase di perfezionamento dell’accordo
2.2.7.2 Lieve inadempimento
2.2.7.3 Sanzioni comunque applicabili
2.2.8 Scomputo delle perdite
2.2.8.1 Precisazioni
2.2.8.2 Perdite di periodo
2.2.8.3 Perdite e adesione
3. Autotutela
3.1 Vizi dell’atto e autotutela
ASPETTI GENERALI
3.1.1 Inquadramento
3.1.2 Finalità dell’istituto
3.1.3 Quadro normativo
3.1.4 Presupposti
3.1.5 Tutela giurisdizionale
3.1.6 Atti definitivi
3.1.7 Autotutela sostitutiva
3.1.8 Danno da mancata autotutela
3.1.9 Non obbligatorietà
3.2 Autotutela e ricorso
GIURISDIZIONE
3.2.1 Indirizzi della Cassazione
3.2.2 Cessazione della materia del contendere
3.2.3 Autotutela e cessazione
3.2.4 Giudicato
3.3 Autotutela in caso di nuovi indirizzi della PA
INDIRIZZI SOPRAVVENUTI
3.3.1 IRAP e autonoma organizzazione
3.3.2 Effetto dei nuovi indirizzi
4. Ravvedimento operoso
4.1 Definizione delle “omissioni”
ASPETTI GENERALI
4.1.1 Aspetti generali
4.1.2 Omessi versamenti
4.1.2.1 Riduzioni fino ai 90 giorni
4.1.2.2 Riduzioni oltre i 90 giorni
4.1.3 Precisazioni
4.1.4 Termini per l’accertamento
4.2 Perimetro oggettivo
4.2.1 Violazioni definibili
4.2.1.1 Violazioni dichiarative nei primi 90 gg
4.2.1.2 Violazioni dichiarative oltre i 90 giorni
4.2.1.3 Ravvedimento della violazione constatata
4.3 Violazioni non sanzionabili ed esimenti
4.3.1 Precisazioni
4.3.2 Esimente penale
4.3.3 Interessi da ravvedimento operoso
4.3.4 Remissione in bonis
4.4 Dichiarazione integrativa / correttiva
4.4.1 Correzione di errori
4.4.2 Dichiarazione tardiva
4.4.3 Acconti
4.4.4 Dichiarazione integrativa e omessi versamenti
4.4.5 Dichiarazione omessa
4.4.6 Erronea imputazione a periodo
4.4.7 Tassazione del componente positivo
4.4.8 Rettifiche positive e negative
5. Interpelli
5.1 Dialogo contribuenti - fisco
ASPETTI GENERALI
5.1.1 Diritto di interpello
5.1.2 Tipologie di interpelli
5.1.2.1 Interpello ordinario puro e qualificatorio
5.1.2.2 Interpello probatorio
5.1.2.3 Interpello anti-abuso
5.1.2.4 Interpello disapplicativo
5.2 Regole comuni
5.2.1 Preventività e controlli
5.2.2 Contenuto delle istanze
5.2.3 Regolarizzazione
5.2.4 Integrazione documentale
5.2.5 Risposta dell’amministrazione
5.2.6 Inammissibilità
5.2.7 Rinuncia
5.3 Effetti successivi
5.3.1 Contenzioso
5.3.2 Segnalazioni
5.3.3 Sanzioni
5.4 Procedura
5.4.1 Presentazione dell’istanza
5.5 Pubblicità degli interpelli
5.4.2 Indirizzi dell’Agenzia
5.4.3 Considerazioni
5.4.4 Pubblicazione generalizzata
Riferimenti normativi
Il Marchio d'impresa. valorizzazione, tutela e strategie, contenenete focus operativi e modelli di contratto.
Analisi normativa aggiornata al Decreto crescita 34/2019
L'opera si distingue per l’attenzione, quasi monopolizzante, rispetto alla più ampia analisi dell’istituto del marchio, che gli autori rivolgono verso i sistemi di valutazione e valorizzazione del marchio utilizzando un approccio interdisciplinare, giuridico ed economico-aziendale.
La valutazione economica dei marchi d’impresa coinvolge questioni giuridiche ed economiche che hanno importanti risvolti operativi sia nell’attività d’impresa che - sempre più di frequente – anche negli studi professionali.
Il marchio, per sua natura, riveste la funzione distintiva all’interno delle componenti intangibili della gestione, ovvero è in grado di rendere identificabile il produttore del bene su cui è apposto o riconoscibile il soggetto che eroga il servizio contraddistinto dal marchio stesso, i suoi principi ispiratori, i valori etici, la sua storia. Specialmente negli ultimi anni, sembra aver assunto preminente rilevanza, l’altra funzione tipica del marchio: la capacità attrattiva. Il marchio, come noto, funge da catalizzatore delle attenzioni dei consumatori e degli utenti, i quali sulla base di una pregressa esperienza maturata – per effetto dell’acquisto di un prodotto o della fruizione di un servizio – sono propensi a orientare le successive scelte d’acquisto “attratti” da prodotti e servizi che - quandanche nuovi o non conosciuti - proprio in ragione del marchio che li contraddistingue sul mercato.
Il marchio, dunque, può diventare sinonimo di qualità, di garanzia, di precisione e – in molti casi – di attenzione verso obiettivi di rilevanza sociale o etica e di sensibilità per le problematiche legate ai temi di portata generale, come l’ecologia.
Il marchio, infatti, è capace di sintetizzare quella serie di valori che consentono di indirizzare le scelte di acquisto verso l’output di un produttore piuttosto che di un altro. Quello stesso marchio conosciuto sul mercato come sinonimo di precisione e attenzione verso il prodotto finale, sarà un chiaro segnale delle competenze interne all’azienda, inclusa l’efficienza del sistema di produzione adottato e della qualità dei processi, in relazione alla capacità di soddisfare i bisogni e le attese dei consumatori e della collettività più in generale.
Anche in virtù di quanto sin qui esposto, è innegabile che il marchio d’impresa e, più in generale, tutti gli asset intangibili siano delle importanti risorse aziendali caratterizzati da immaterialità e sviluppate internamente che offrono un altrettanto importante contributo in termini di generazione, sviluppo e condivisione del valore dell’azienda, collocandosi tra quelle risorse aziendali che più di altre partecipano al raggiungimento di vantaggi competitivi sostenibili dall’azienda.
Premessa del curatore editoriale:
Prof. Alessandro Giosi
Professore Associato di Economia Aziendale presso l'Università LUMSA di Roma
Il presente Volume, scritto con sapiente competenza e riflessione critica, dall’Avv. Roberto Sarra e dal Dott. Giuseppe Miceli, si distingue proprio per l’attenzione – quasi monopolizzante, rispetto alla più ampia analisi dell’istituto del marchio - che i due fini giuristi rivolgono verso i sistemi di valutazione e valorizzazione del marchio utilizzando un approccio interdisciplinare, giuridico ed economico-aziendale.
Si evince, dalla lettura dell’opera, come una strategica valorizzazione del marchio – o del brand, inteso come evoluzione del marchio – possa consentire di concquistare un maggiore appeal sul mercato concorrenziale, rispetto ai competitor. Ma, soprattutto, ciò che viene acutamente messo in risalto è la propedeutica importanza del processo di valutazione economico-contabile del marchio.
L’impresa moderna e lo studio professionale innovativo, financo la pubblica amministrazione per ottimizzare la propria brand reputation, potranno utilizzare questo testo come uno strumento operativo che gli consentirà di operare – per proprio conto o a beneficio dei propri clienti/utenti - la valutazione del marchio con un approccio interdisciplinare, che consideri trasversalmente differenti aspetti, ottenendo risultati apprezzabili sul piano economico-finanziario. Ecco perché, vengono sviluppati, con un approccio operativo, i principali metodi per la stima del valore di mercato dei marchi.
Particolarmente utile è, inoltre, la modulistica che viene riportata in addendum a un libro che non può mancare nel cassetto del professionista 2.0.
La realizzazione di quest’opera mi vede artefice – prima ancora che partecipe - di un rapporto di collaborazione scientifica maturato tra i due Autori che con questo volume hanno voluto posare la “prima pietra” di un progetto strutturato di master universitario in materia di Intellectual Property Management che avrò cura dirigere.
Un’iniziativa fortemente rappresentativa di quanto proficuo e costruttivo possa risultare il rapporto sinergico e programmatico tra il mondo accademico-universitario e l’apparato professionale-imprenditoriale di cui, molto spesso, il nostro sistema formativo è stato deficitario.
Prefazione
Premessa del curatore editoriale
1. Impresa e diritti di proprietà: il marchio d’impresa
1.1 Il marchio d’impresa: disciplina e caratteri
1.2 La funzione distintiva e la capacità attrattiva del marchio
1.3 Requisiti e tipologie del marchio
1.4 I confini territoriali del marchio
1.5 Registrazione del marchio
1.6 Cause di estinzione del marchio
1.7 Tutela del marchio
1.8 La circolazione del marchio: cessione e licenze
2. Valorizzazione del marchio e strategia d’impresa
2.1 La valorizzazione e tutela del marchio
2.2 Valutazione e identificazione dei beni immateriali
2.3 I principi contabili nazionali
2.4 La valutazione dei costi legati alla IP
2.5 I metodi fondati sui costi
2.5.1 Il metodo del costo storico
2.5.2 Il metodo del costo di riproduzione
2.6 I metodi reddituali
2.6.1 Premium Price
2.6.2 Royalties Method
2.6.3 Metodo Comparativo
3. Il trasferimento del marchio
3.1 Trasferimento e licenza d’uso del marchio
3.2 Le licenze di Marchio
3.2.1 Lease back: monetizzazione degli asset di proprietà industriale
3.2.2 IP Asset Backed Securitization
3.2.3 IP Sale and Lease Back
4. Focus operativi
FOCUS 1: Rassegna dei principali provvedimenti normativi in materia di marchi
FOCUS 2 case study: la valutazione del marchio nelle procedure concorsuali
5. Modelli
5.1 Contratto di cessione di marchio
5.2 Contratto di licenza di marchio
Considerazioni conclusive del curatore editoriale
Bibliografia/Sitografia
Aggiornato con il Decreto crescita (convertito in Legge n. 58/2019)
Il testo è rivolto principalmente a professionisti e consulenti del settore, ma – grazie ad un approccio operativo, caratterizzato da esemplificazioni, casi pratici, tabelle e modulistica – si propone anche come una guida pratica per chi voglia intraprendere un’attività turistico-ricettiva o semplicemente desideri gestire al meglio un business già consolidato.
• Costituzione e gestione
• Lineamenti giuridici
• Criteri organizzativi
• Scritture contabili
• Bilancio e nota integrativa
• Rendiconto finanziario
• Regime fiscale
• IVA
• Imposte dirette
Gli argomenti trattati, tutti corredati da numerosi e circostanziati riferimenti normativi e di prassi, spaziano dai profili civilistici, tra cui la scelta della più idonea forma giuridica per l’esercizio dell’attività, a quelli più propriamente giuridici, fra i quali spiccano quelli relativi al contratto di deposito in albergo e alla delicata questione della responsabilità dell’albergatore per le cose portate o consegnate in albergo.
Dai suggerimenti organizzativi e gestionali si passa agli obblighi contabili ed ai numerosi adempimenti amministrativi.
La parte finale è dedicata alla disciplina tributaria delle strutture alberghiere: partendo da una dettagliata analisi dei molteplici risvolti e utilizzi della fatturazione elettronica (cui è stato dedicato un intero capitolo), si esamina successivamente il trattamento dell’IVA e delle relative detrazioni, per poi dare cenni sulle semplificazioni e agevolazioni previste per i contribuenti in regime forfetario, fino a concludere
con gli aspetti dell’imposizione diretta, tra cui la controversa imposta di soggiorno e di sbarco.
1 Lineamenti giuridici
1.1 Le strutture ricettive
1.2 La classificazione delle strutture ricettive alberghiere e paralberghiere
1.3 La classificazione delle strutture ricettive extralberghiere
1.4 La classificazione delle strutture ricettive all’aperto
1.5 Le strutture ricettive di mero supporto
1.6 Le attività professionali collegate alle strutture ricettive: il servizio di direzione e quello di ricevimento
1.6.1 Il servizio ai piani e il servizio di ristorazione
1.6.2 Il servizio bar e il servizio economato
1.6.3 Il servizio amministrativo ed altri servizi
1.7 La forma giuridica: impresa individuale, impresa societaria e associazione in partecipazione
1.8 La forma giuridica: impresa individuale
1.9 La forma giuridica: l’impresa coniugale
1.10 La forma giuridica: l’impresa familiare
▶▶ Allegato A – Atto dichiarativo d’impresa familiare ai sensi dell’art. 230 bis c.c.
1.11 La forma giuridica: la società irregolare
1.12 La forma giuridica: la società in nome collettivo
1.13 La forma giuridica: la società in accomandita semplice
1.14 La forma giuridica: la società per azioni
1.15 La forma giuridica: la società a responsabilità limitata
1.16 La forma giuridica: la S.R.L. unipersonale
1.17 La forma giuridica: la S.R.L. semplificata
▶▶ Allegato B – Differenze tra S.R.L. e S.R.L.S
1.18 La scelta della forma giuridica per l’esercizio dell’attività alberghiera: l’impresa individuale e l’impresa societaria
1.19 La scelta della forma giuridica per l’esercizio dell’attività alberghiera: la società di persone e la società di capitali
▶▶ Allegato A – Tabella di raffronto tra la S.N.C. e la S.A.S
▶▶ Allegato B – Tabella di raffronto tra la S.R.L. e la S.P.A
1.20 L’associazione in partecipazione
1.21 Il contratto di deposito in albergo
1.22 La responsabilità dell’albergatore per le cose portate in albergo
1.23 La responsabilità dell’albergatore per le cose consegnate in albergo
1.24 Aspetti giuridici dell’azienda agrituristica
2 Gli adempimenti costitutivi
2.1 I piani d’impianto di un’impresa alberghiera
2.2 Il piano degli investimenti a lungo termine
▶▶ Allegato A – Piano degli investimenti a lungo termine di un albergo da acquisire in proprietà
▶▶ Allegato B – Piano degli investimenti a lungo termine di un albergo da arredare e da condurre in locazione
2.3 Il preventivo economico
▶▶ Allegato A – Preventivo economico di un albergo da acquisire in proprietà
▶▶ Allegato B – Preventivo economico di un albergo da arredare e da condurre in locazione
2.4 Il preventivo finanziario
▶▶ Allegato A – Preventivo finanziario di un albergo da acquistare in proprietà
▶▶ Allegato B – Preventivo finanziario di un albergo da arredare e da condurre in locazione
2.5 Gli adempimenti amministrativi per l’avvio e l’esercizio delle strutture turistico-ricettive
2.6 La licenza comunale per l’esercizio di albergo
2.7 La licenza comunale per l’esercizio di albergo e di ristorante
2.8 L’iscrizione al registro delle imprese o al REA
▶▶ Allegato A – Modulistica del registro delle imprese
2.9 La posta elettronica certificata (PEC)
2.10 La dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate
2.11 Il pagamento dell’imposta di registro
2.12 Altri adempimenti costitutivi: la comunicazione unica e la segnalazione certificata di inizio attività
2.13 Altri adempimenti costitutivi: le scritture contabili civilistiche e fiscali
▶▶ Allegato A – Termini degli adempimenti costitutivi per tipo di società
▶▶ Allegato B – Libri legali e fiscali obbligatori per impresa individuale e società
2.14 Le semplificazioni contabili
2.15 La tenuta e la conservazione dei libri contabili
2.16 I termini di conservazione dei registri e della documentazione contabile
▶▶ Allegato A – Tabella termini di conservazione delle scritture contabili
▶▶ Allegato B – Tabella termini di controllo dichiarazioni fiscali
2.17 I vantaggi della tenuta della contabilità ordinaria
2.18 La comunicazione di apertura dell’albergo agli enti
3 Gli aspetti contabili
3.1 La main-courante (o giornale d’albergo)
3.2 La scheda di dichiarazione delle generalità
▶▶ Allegato A – Dati da trasmettere alle questure
3.3 II modello ISTAT C/59
3.4 Il libro arrivi e partenze
3.5 Gli indici statistici alberghieri
3.6 Il registro degli acquisti
3.7 Il registro dei corrispettivi
▶▶ Allegato A – Cessioni e prestazioni di servizi non soggette all’obbligo di certificazione (Art. 2, del D.P.R. 21 dicembre 1996, n. 696, richiamato dall’art. 1, del D.M. 10 maggio 2019)
3.8 Il registro delle fatture
3.9 Il registro riepilogativo
3.10 Il registro dei beni ammortizzabili
3.11 La prima nota
3.12 Le scritture di costituzione
3.13 Gli aspetti contabili della carta di credito
3.14 Le scritture di gestione
3.15 Le condizioni e il contenuto del bilancio in forma abbreviata
▶▶ Allegato A – Stato patrimoniale in forma abbreviata
▶▶ Allegato B – Conto economico in forma abbreviata (art. 2435 bis del D.Lgs. 6/2003)
▶▶ Allegato C – Clausole generali e principi di redazione del bilancio
3.16 Le condizioni e il contenuto del bilancio delle micro-imprese
▶▶ Allegato A – Parametri ed obblighi connessi alle classi dimensionali delle imprese
3.17 Il contenuto della nota integrativa
3.18 La relazione sulla gestione
3.19 Il rendiconto finanziario
3.20 Approvazione del bilancio nella S.R.L
▶▶ Allegato A – Scheda adempimenti da osservare per l’approvazione del bilancio nella S.R.L. (questa tabella è redatta supponendo che la decisione dei soci sia stata adottata secondo il metodo assembleare)
▶▶ Allegato B – Rappresentazione grafica degli adempimenti connessi al bilancio d’esercizio delle S.R.L.
4 L’ex ricevuta fiscale e la fattura elettronica
4.1 L’ex ricevuta fiscale
4.2 Le motivazioni della fattura elettronica nel Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 30 aprile 2018
4.3 La procedura da seguire per l’iscrizione al SdI gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze
4.4 La fattura elettronica: le modalità della trasmissione
4.5 La fattura elettronica: la trasmissione al SdI e i controlli sui file
4.6 La fattura elettronica: la domiciliazione
4.7 La fattura elettronica: la data di emissione e di ricezione
4.8 La fattura elettronica: la nota di variazione e l’autofattura
4.9 La conservazione delle fatture elettroniche
4.10 I servizi ausiliari offerti dall’Agenzia delle Entrate
4.11 Gli incentivi per la fatturazione elettronica
4.12 La delega agli intermediari per la fatturazione elettronica ed i servizi delegabili
4.13 La riservatezza nel trattamento dei dati delle fatture elettroniche
4.14 La quietanza sulle fatture elettroniche
4.15 Il registratore telematico di cassa
4.16 Il documento commerciale, con valenza fiscale, in uso con il registratore telematico
5 L’IVA
5.1 Il meccanismo dell’imposta
5.2 Il momento d’imponibilità all’IVA
5.3 Le prestazioni alberghiere e di somministrazione di alimenti e bevande
5.4 Le aliquote dell’IVA nella costruzione e nella locazione di complessi ricettivi
5.5 L’aliquota dell’IVA nell’intermediazione della locazione di immobili ad uso turistico
5.6 L’aliquota dell’IVA nelle aziende agrituristiche e nelle case per ferie
5.7 Il rimborso delle spese
5.8 Il volume d’affari
5.9 La dichiarazione di variazione all’IVA
5.10 L’esercizio di più attività
5.11 Gli omaggi e l’IVA
5.12 La liquidazione periodica e la dichiarazione annuale dell’IVA
▶▶ Allegato A – Termini di emissione e registrazione delle fatture, nonchè modalità di liquidazione dell’imposta
▶▶ Allegato B - Termini di liquidazione periodica dell’IVA
▶▶ Allegato C – Schema di liquidazione periodica dell’IVA
5.13 L’acconto dell’IVA
5.14 Gli aspetti fiscali del telefono fisso e mobile
5.15 Gli aspetti fiscali delle autovetture, degli autobus, dei motocicli, ecc
5.16 La detraibilità dell’IVA sull’ampliamento della struttura alberghiera
5.17 La detraibilità dell’IVA relativa ai costi di manutenzione straordinaria dell’immobile locato
5.18 La detraibilità dell’IVA relativa ai costi di manutenzione straordinaria di immobili abitativi destinati ad attività turistico-alberghiera
5.19 L’attività ricettiva e le prestazioni di cure termali
5.20 Le prestazioni alberghiere a clienti pagate da agenzie straniere
5.21 Le residenze sanitarie assistenziali, le case di riposo per anziani, le colonie, ecc.
5.22 L’attività di affittacamere
5.23 Le semplificazioni e le agevolazioni dei contribuenti in regime forfetario
▶▶ Allegato A – Prospetto di valori di ricavi e di redditività per settore di attività nel regime forfetario
▶▶ Allegato C – Fattura d’impresa ricettiva che adotta il regime forfetario
5.24 La pulizia delle strutture ricettive affidata a imprese
6 L’imposizione diretta
6.1 Il momento di effettuazione delle operazioni ai fini delle imposte dirette
▶▶ Allegato A – Tabella differente momento impositivo ai fini dell’IVA e delle imposte dirette
6.2 I costi di gestione e il criterio di inerenza
6.3 I criteri di competenza, di certezza e di determinabilità
6.4 Il diritto al rimborso della maggiore imposta versata per l’ascrivibilità di maggiori costi in un periodo d’imposta rivenienti dal loro disconoscimento in altro periodo d’imposta
6.5 L’emendabilità della dichiarazione dei redditi
6.6 La deducibilità delle spese alberghiere e di ristorazione da parte del cliente
6.7 L’ammortamento dei beni materiali
6.8 I costi di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione
6.9 La deducibilità delle tasse e delle imposte
▶▶ Allegato A – Prospetto sulla deducibilità dei tributi
6.10 I ricavi
6.11 Le plusvalenze e le minusvalenze
6.12 La distruzione di generi alimentari e la deduzione dal reddito
▶▶ Allegato A – Schema riassuntivo delle presunzioni di cessione e di acquisto di beni
▶▶ Allegato B – Comunicazione di distruzione o trasformazione di beni
▶▶ Allegato C – Dichiarazione sostitutiva di atto notorio per la distruzione/trasformazione dei beni
6.13 Gli omaggi e le imposte sul reddito
6.14 Le provvigioni agli intermediari
▶▶ Allegato A – L’IVA nelle prestazioni generiche tra intermediario e committente nei Paesi della UE ed extra UE
▶▶ Allegato B – L’IVA nella fatturazione tra agente e preponente nelle intermediazioni generiche nei Paesi della UE ed extra UE
6.15 Il reddito delle imprese ricettive in contabilità semplificata
▶▶ Allegato A – Tabella momento impositivo con pagamenti diversi dal contante
6.16 L’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)
6.17 La tassazione delle società di persone
6.18 La tassazione delle società di capitali in capo alla società erogante ed ai soci
▶▶ Allegato A - Tassazione utili, prodotti dal 1° gennaio 2018, da società di capitali residente a persona fisica, in possesso di partecipazioni qualificate e non
6.19 Gli acconti delle imposte
6.20 I termini di versamento delle imposte
6.21 L’imposta di soggiorno e l’imposta di sbarco
Con lo sviluppo dell’attività di revisione legale si sono nel frattempo sviluppati notevolmente gli altri servizi di revisione e gli altri incarichi del revisore. La necessità di sviluppare i servizi professionali a tale riguardo porta necessariamente ad una varietà di servizi che il revisore deve saper svolgere e a nuove professionalità.
In tal veste è sembrato opportuno fare un punto della situazione (peraltro in costante evoluzione) per cercare di fornire dei riferimenti utili ai professionisti che operano nel settore.
Nel testo non sono naturalmente citati tutti i servizi possibili, ma solo i principali che la prassi economica attualmente richiede considerando che l’evoluzione delle cose ne produrrà sempre di nuovi.
Si è quindi cercato di analizzare gli aspetti generali dei servizi che possono essere resi distinguendo tra revisione completa, revisione limitata e altre tipologie di servizi.
Si è poi focalizzata l’attenzione sui servizi ed incarichi imposti dalla legge suddividendoli tra quelli previsti dal Codice Civile, da altre leggi speciali e le attestazioni ai fini fiscali. Infine ci si è concentrati sui servizi che non richiedono alcuna relazione del revisore come l’assistenza contabile, la due diligence e le agreed upon procedures che spesso sono assegnate da specifici incarichi.
Sono forniti alcuni esempi di relazioni da utilizzare a seconda delle diverse circostanze, se richieste.
Il tutto nella speranza che questo testo possa essere utile ai professionisti.
Prefazione
1. Aspetti generali e tipi di incarichi
2. Incarichi imposti dalla legge
2.1 Incarichi imposti dal Codice Civile
2.1.1 Limitazioni alla circolazione delle azioni
2.1.2 Annullamento di azioni possedute da una controllata
2.1.3 Acconti sui dividendi
2.1.4 Recesso del socio
2.1.5 Azioni riscattabili
2.1.6 Aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione
2.1.7 Parere sulla congruità del prezzo di emissione delle azioni
2.1.8 Patrimoni destinati a specifici affari
2.1.9 Direzione e coordinamento
2.1.10 Congruità del rapporto di cambio in caso di fusione
2.1.11 Congruità del rapporto di cambio in caso di scissione
2.1.12 Fusione con indebitamento
2.1.13 Conferimenti in natura in SRL
2.1.14 Perdite nella S.r.l.
2.1.15 Asseverazione a tutela dei creditori
2.1.16 Cooperativa che ha perso la mutualità prevalente
2.1.17 Bilanci intermedi e bilancio finale di liquidazione
2.2 Altri incarichi
2.3 Attestazioni ai fini fiscali
3. Altri incarichi di assurance
4. Altri servizi che non forniscono assurance
4.1 Assistenza contabile
4.2 Due diligence
4.3 Agreed upon procedures
Bibliografia
