Inserisci l'e-mail con la quale ti sei registrato su FISCOeTASSE.com
Entra con le tue credenziali BusinessCenter o SiteCenter. Password dimenticata?
Il d.lgs. n. 39/2021 ha introdotto l’obbligo per le Federazioni sportive nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva di redigere Linee guida per la predisposizione di Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei Codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione di molestie, abusi, violenze e discriminazioni in ambito sportivo. Il volume, partendo da un quadro della normativa nazionale, intende fornire una disamina del Modello di organizzazione, gestione e controllo (anche detto MOG sportivo) che gli enti sportivi sono tenuti ad adottare, nonché un’analisi sul ruolo, sulle funzioni e sulle responsabilità del Safeguarding, cd. Responsabile contro gli abusi e le violenze, individuandone le competenze consistenti in conoscenze tecnico-giuridico e capacità empatiche e di ascolto attivo proprie delle professionalità d’aiuto.
Il testo evidenzia gli elementi del Modello “tipo” ed indica le caratteristiche e i compiti del Safeguarding attraverso il parallelismo con la struttura, le funzioni e le attività del Modello organizzativo 231 e dell’Organismo di Vigilanza seppur con le dovute differenziazioni.
Passando in rassegna le esperienze internazionali, viene offerta una panoramica con i sistemi di common law, che già da tempo hanno implementato meccanismi di contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni in ambito sportivo, nonché le buone prassi in Italia, attraverso l’intervista alla consigliera FGCI Stella Frascà.
L’adozione del MOG volto alla prevenzione di questa tipologia di abusi è dunque una sfida imprescindibile per le società sportive a tutti i livelli e il Safeguarding rappresenta una nuova figura professionale da “costruire”. Il testo, attraverso un approccio teorico-pratico e un’appendice operativa contenente schede e formulari, propone dei criteri per orientare gli operatori, le società sportive e i professionisti per l’adozione dei Modelli. Il volume si rivolge altresì agli avvocati, agli operatori della giustizia penale e sportiva, alle associazioni sportive ed a tutti coloro che intendono approfondire la tematica.
AA.VV.
Giulia Gioachin
Armando Ottone
Marianna Negro
Letizia Catalano
Francesca Di Muzio
Antonio Mastrone
Salvatore Calandra
Valerio Silvetti
Gianvito Rizzini
A cura di :
F. Di Muzio, G. Gioachin, A. Ottone
SEZIONE I – LA RIFORMA DEL DIRITTO DELLO SPORT: QUADRO NORMATIVO
1 Inquadramento normativo
(Giulia Gioachin)
1.1 Premessa
1.2 Lo sport nell’ordinamento nazionale e sovranazionale
1.3 La revisione costituzionale: il nuovo articolo 33 della Costituzione
1.4 La riforma dello sport ed il D.Lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021
1.5 Le società sportive e il D.Lgs. n. 231/2001
1.6 Le condotte illecite rilevanti ai sensi dell’art. 16 del decreto legislativo n. 39 del 28 febbraio 2021
1.7 L’intervento del CONI
SEZIONE II – IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E CONTROLLO DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA E IL RUOLO DEL SAFEGUARDING
2 Il Modello di organizzazione e controllo dell’attività sportiva
(Letizia Catalano)
2.1 L’obbligo di adozione dei “Modelli di organizzazione e controllo dell’attività sportiva”
2.2 Il Modello di organizzazione e di controllo dell’attività sportiva
2.2.1 Il codice di condotta
2.2.2 L’analisi dei rischi
2.2.3 Contenuto dei Modelli sportivi e attività di diffusione
2.3 Integrazione con il Modello 231
3 Il Safeguarding: criteri di nomina, professionalità richieste e funzioni ispettive
(Marianna Negro e Francesca Di Muzio)
3.1 Premessa
3.2 I criteri di nomina del Safeguarding
3.3 I requisiti e le professionalità richieste
3.4 Le funzioni del Safeguarding
3.5 Le funzioni ispettive in relazione alle segnalazioni pervenute
4 Rapporti con Organi di controllo dei diversi sistemi
(Armando Ottone)
4.1 Premessa
4.2 Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001
4.3 Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e l’Organo di garanzia nelle Società di calcio
5 Profili di responsabilità del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
(Gianvito Rizzini)
5.1 Premessa
5.2 Il ruolo e le competenze
5.3 Responsabilità civile
5.4 Responsabilità extracontrattuale
5.4.1 Fondamento e scenari di responsabilità extracontrattuale
5.4.2 Principi di responsabilità e cautela
5.4.3 Misure di protezione e prevenzione
5.5 Responsabilità penale
5.6 Conclusioni
SEZIONE III – LA SEGNALAZIONE DELLE CONDOTTE DI ABUSO, VIOLENZA E DISCRIMINAZIONI IN AMBITO SPORTIVO
6 La gestione delle segnalazioni
(Valerio Silvetti)
6.1 Premessa di ordine sociale
6.2 Premessa di ordine normativo
6.3 Le segnalazioni nelle Linee Guida del CONI
6.4 La normativa attuale del whistleblowing si applica anche alle organizzazioni sportive?
6.4.1 L’analisi del perimetro soggettivo
6.4.2 L’analisi del perimetro oggettivo
6.4.3 Conclusione: applicazione, – parziale – del D.Lgs. n. 24/2023
6.5 Gli spunti derivanti dal D.Lgs. n. 24/2023
6.6 Le istruzioni da fornire
6.7 La gestione delle segnalazioni
6.8 Conclusioni
SEZIONE IV – IL CONTESTO INTERNAZIONALE E LE BUONE PRASSI IN ITALIA
7 Il Safeguarding officer negli ordinamenti internazionali
(Antonio Mastrone)
7.1 Introduzione
7.2 Uno sguardo oltre i confini nazionali
7.3 Riflessioni sull’approccio statunitense e anglosassone
7.4 Difficoltà e necessità di una compliance normativa internazionale
7.5 Le Linee Guida del Comitato Olimpico Internazionale
8 Lo stato dell’arte in materia di compliance sportiva: intervista all’Avv. Stella Frascà
(Salvatore Calandra)
8.1 Premessa
8.2 Intervista all’Avv. Stella Frascà, consigliere federale FIGC
APPENDICE
Schemi, schede e formulari
1 Linee Guida CONI
2 Tabella riepilogativa degli illeciti
3 Codice etico
4 Verbale approvazione MOG sportivo
5 Modulo segnalazione
6 Protocollo controlli MOG sportivo
7 Protocollo reati in generale
8 Protocollo prevenzione molestie
9 Verbale nomina Safeguarding
10 Regolamento Safeguarding
11 Flussi informativi Safeguarding
Con Provvedimento del 28.02.2024 n. 68687, l'Agenzia ha approvato il modello di dichiarazione “REDDITI 2024–PF”, con le relative istruzioni, che le persone fisiche devono presentare nell’anno 2024, per il periodo d’imposta 2023, ai fini delle imposte sui redditi.
Modelli e istruzioni aggiornati il 14.06.2024
Il modello è costituito da:
In Allegato:
Fascicolo 1
Modello Redditi PF - fascicolo 1
Istruzioni per la compilazione Redditi PF - fascicolo 1
Fascicolo 2
Modello Redditi PF - fascicolo 2
Istruzioni per la compilazione Redditi PF - fascicolo 2
Fascicolo 3
Modello Redditi PF - fascicolo 3
Istruzioni per la compilazione Redditi PF - fascicolo 3
I Controlli Superbonus
Tipologie di controllo sui cantieri, le verifiche ENEA ed Entrate e chi rischia le sanzioni. Contiene l'elenco MASE dei fabbricati potenzialmente soggetti ai controlli.
Aggiornato alla conversione del Decreto Superbonus 39/2024
eBook in pdf di 41 pagine.
L'eBook, aggiornato alla conversione in legge del Decreto Superbonus o Taglia Cessione (legge 23 maggio 2024, n. 123 di conversione del decreto n. 39/2024), fornisce una guida completa e dettagliata sui controlli del Superbonus, le verifiche dell'ENEA ed dell'Agenzia delle Entrate e le sanzioni previste. L'autrice analizza le tipologie di controllo sui cantieri ancora aperti o già chiusi, le procedure di verifica e le responsabilità dei soggetti coinvolti. L'opera contiene anche il link al sito del MASE con l'elenco dei fabbricati potenzialmente soggetti ai controlli e un'appendice normativa con i decreti e le leggi citate nel testo.
IL SUPERBONUS E IL PNRR
Questo capitolo analizza il Superbonus ed il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), i controllori e le regole, le indagini dell'OLAF e gli uffici ministeriali coinvolti.
EDIFICI ED ISPETTORI
In questo capitolo vengono fornite informazioni sui cantieri finanziati dal PNRR, le check list ed i verbali utilizzati durante i controlli, la scelta del campione e le fasi della verifica, nonché l'accesso nei cantieri.
CONTROLLI DELL'ENEA
Questo capitolo descrive le procedure e le modalità operative dei controlli dell'ENEA, le verifiche preliminari, la scelta del campione ed i documenti da controllare. Si discute anche del tempo a disposizione per completare la verifica, delle ispezioni e della segnalazione immediata per chi si oppone all'accesso.
VERIFICHE CATASTALI
In questo capitolo si spiega l'aggiornamento obbligatorio delle informazioni catastali, gli interventi che richiedono la comunicazione, gli impianti ed il cappotto. Vengono anche discusse le sanzioni previste.
LAVORI NON CONCLUSI
Questo capitolo affronta l'obbligo di segnalazione alle Entrate per i lavori non conclusi, le opzioni disponibili, il recupero delle detrazioni non spettanti e la responsabilità dei cessionari.
COMUNICAZIONE PREVENTIVA PER NUOVI LAVORI
In questo capitolo si discute dei soggetti tenuti alle comunicazioni, dei dati da inviare all'ENEA, delle comunicazioni in materia di sismabonus, delle sanzioni e delle spese nei crateri sismici.
SOSPENSIONE DELLA COMPENSAZIONE CREDITI
Questo capitolo fornisce informazioni sulla sospensione della compensazione crediti per chi ha debiti fiscali, compresi gli atti e le cartelle coinvolte.
SANZIONI PER I PROFESSIONISTI TECNICI
In questo capitolo si parla delle asseverazioni e della responsabilità penale dei professionisti tecnici, nonché delle multe previste.
Lisa De Simone,
Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassazione in materia fiscale e condominiale.
Premessa
1. I controlli dei Comuni
1.1. Vigilanza rafforzata
1.2. Riscontri tra progetti e lavori
1.3. Nel mirino gli interventi rimasti solo sulla carta
1.4. Più soldi nelle casse comunali
2. Gli edifici nel mirino degli ispettori
2.1. La lista dei cantieri finanziati dal PNRR
2.2. Check list e verbali
2.3. La scelta del campione
2.4. Le fasi della verifica
2.5. L’accesso nei cantieri
3. I controlli dell’ENEA
3.1. Procedure e modalità operativi
3.2. Le verifiche preliminari
3.3. La scelta del campione
3.4. I documenti da controllare
3.5. Tre mesi di tempo per completare la verifica
3.6. Le ispezioni
3.7. Segnalazione immediata per chi si oppone all’accesso
4. Le verifiche catastali
4.1. L’aggiornamento obbligatorio
4.2. Gli interventi che obbligano alla comunicazione
4.3. Impianti e cappotto
4.4. Le sanzioni
5. I lavori non conclusi
5.1. Obbligo di segnalazione alle Entrate
5.2. Opzioni e lavori non conclusi
5.3. Il recupero delle detrazioni non spettanti
5.4. Quando possono essere responsabili i cessionari
5.5. Chi non si perde la detrazione
5.6. Detrazione diretta e completamento dell’intervento obbligatorio
6. Comunicazione preventiva per i nuovi lavori
6.1. Lavori e opzioni
6.2. I soggetti tenuti alle comunicazioni
6.3. I dati da inviare all’ENEA
6.4. Le comunicazioni in materia di sismabonus
6.5. Sanzioni e perdita delle agevolazioni
6.6. Sotto controllo anche le spese nei crateri sismici
7. Compensazione crediti sospesa per chi ha debiti fiscali
7.1. Il quadro generale di riferimento
7.2. Atti e cartelle
8. Le sanzioni per i professionisti tecnici
8.1. Asseverazioni e responsabilità penale
8.2. Multa fino a 100.000 euro
Appendice normativa
Barriere architettoniche: guida alle agevolazioni fiscali 75%;
Come usufruire del bonus dopo la conversione del decreto 39/2024. Regole e procedure per condomini, appartamenti e immobili
eBook in pdf di 80 pagine.
Le detrazioni fiscali fino al 75% dei costi per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche sono una opzione concreta, profondamente rivista dopo la conversione in legge del decreto n. 39/2024.
La presente guida fornisce tutte le indicazioni sulle tipologie di interventi ammessi alle detrazioni con l'indicazione delle regole e delle procedure da seguire per richiedere l'agevolazione, compresa l'applicazione dell'IVA al 4%.
L'opera contiene infine 35 casi risolti e i modelli per l'Asseverazione tecnica del rispetto dei requisiti dell'intervento agevolato.
Lisa De Simone,
Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassazione in materia fiscale e condominiale.
Premessa
1. L’identikit del bonus
1.1 Le norme di legge
1.2 Novità e regole che non cambiano
1.3 Immobili e contribuenti
1.4 Le regole per gli immobili non ad uso residenziale
1.5 I tetti di spesa
1.6 Il bonus 75% per i lavori in casa
2. Pagamenti e asseverazioni
2.1 Proprietari e utilizzatori
2.2 Il bonifico parlante
2.3 Come si compila il bonifico
2.4 In caso di errori
3. Regole e restrizioni
3.1 La liste degli interventi ammessi
3.2 Le regole per sconto o cessione
3.2.1 Il limite dei 15.000 euro
3.3 Asseverazione dell’intervento
3.3.1 Il periodo transitorio
4. Interventi in edilizia libera
4.1 Classificazione interventi e manutenzione straordinaria
4.2 Gli interventi non ammessi al bonus 75%
5. L’IVA al 4%
5.1 Le norme che prevedono l’agevolazione
5.2 Intera fornitura con IVA ridotta
5.3 Acquisto e posa in opera
5.4 La manodopera per l’adeguamento di impianti esistenti
6. Le prescrizioni tecniche
6.1 Nuova costruzione e ristrutturazione
6.2 Gli ostacoli che rappresentano barriere architettoniche
6.3 Soluzioni alternative se manca lo spazio
7. Ascensori, rampe e montascale
7.1 Cabine e dimensioni
7.2 Bottoniera e comandi
7.3 Montascale e piattaforme elevatrici
7.4 Maggioranza ridotta per approvare gli interventi condominiali
7.5 Interventi da parte di un solo proprietario
8. Il rifacimento dei servizi solo con detrazione al 50%
8.1 Sanitari e rubinetti
8.2 Le spese accessorie all’intervento
8.3 No alla detrazione se si cambiano solo i sanitari e quelli nuovi non sono a norma
8.4 Le prescrizioni per la cucina
8.5 Bonus anche per gli elettrodomestici se c’è la certificazione medica
9. Porte e finestre
9.1 Misure e caratteristiche per le aperture a norma
9.2 Finestre facilmente manovrabili
9.3 Dichiarazione dell’installatore
10. Domotica e adeguamento degli impianti
10.1 Interventi di automazione
10.2 Sì all’automazione delle porte
10.3 No al bonus barriere per i singoli strumenti elettronici
11. La cessione del credito
11.1 Le regole per le opzioni
11.2 Prima cessione sempre libera
11.3 Visto e asseverazioni
11.4 Dichiarazioni e asseverazioni sempre detraibili
11.5 I documenti da conservare
11.6 Chi deve comunicare l’opzione
Domande&Risposte
Normativa e prassi
L’azienda non è un bene come tutti gli altri. Quando si apre una successione e nel patrimonio ereditario è ricompresa un’attività imprenditoriale, possono manifestarsi scenari che il de cuius, incautamente, non aveva previsto.
Le conseguenze possibili possono essere di vario tipo e dipendono dalla realtà che gli eredi si troveranno a dover gestire: una piccola, media o grande azienda oppure un pacchetto di azioni o partecipazioni da amministrare e curare.
L’eventualità di poter riflettere con largo anticipo sulla situazione che lasceremo ai nostri eredi, potrà certamente consentirci di pianificare l’inevitabile passaggio generazionale con la dovuta lungimiranza.
Occorre poi sottolineare che l’attività imprenditoriale non rappresenta solo un complesso di beni, ma anche un centro di interessi di rilevante importanza per una molteplicità di soggetti.
Si pensi banalmente ai clienti, ai fornitori, ai rapporti con le banche, ai dipendenti e a chiunque ne venga a contatto. In quest’ottica gli autori hanno voluto dare un contributo pratico per assicurare una continuità di gestione anche nell’interesse della collettività, provando ad analizzare e superare gli ostacoli che si affrontano non appena l’azienda cade in successione e fornendo, a completamento dell’opera, un piccolo formulario.
Fulvio Vannoni
Dottore Commercialista, Revisore Legale, già Professore di Economia ed Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.
Massimiliano Vernia
Dottore Commercialista in Modena e socio di un avviato studio di consulenza tributaria.
1 La successione nelle aziende secondo il codice civile
1.1 Impresa individuale
1.1.1 L’impresa individuale secondo il codice civile
1.1.2 L’attività nell’impresa individuale
1.1.3 La successione nell’impresa individuale
1.2 L’impresa familiare
1.2.1 L’impresa familiare secondo il codice civile
1.2.2 I collaboratori dell’impresa familiare
1.2.3 Una particolare tipologia di impresa familiare: l’impresa coniugale
1.2.4 I diritti e i doveri dei collaboratori familiari
1.2.5 Il convivente more uxorio
1.2.6 La natura giuridica dell’impresa familiare
1.2.7 La morte del titolare e l’estinzione dell’impresa familiare
1.3 Le società di persone
1.3.1 Le società di persone: la società semplice
1.3.1.1 La società semplice nel codice civile
1.3.1.2 La morte del socio nella società semplice
1.3.2 Le società di persone: la società in nome collettivo
1.3.2.1 L’amministrazione nella snc
1.3.2.2 La rappresentanza nella snc
1.3.2.3 La morte del socio
1.3.2.4 Le clausole di continuazione
1.3.3 Le società di persone: la società in accomandita semplice
1.3.3.1 La morte del socio
1.4 Le società di capitali
1.4.1 Le società di capitali: la società per azioni
1.4.1.1 La società per azioni nel codice civile
1.4.1.2 L’assemblea dei soci
1.4.1.3 L’organo amministrativo
1.4.1.4 Il collegio sindacale e la revisione legale dei conti
1.4.1.5 La morte del socio
1.4.2 Le società di capitali: la società a responsabilità limitata
1.4.2.1 L’atto costitutivo nella srl
1.4.2.2 L’assemblea dei soci
1.4.2.3 L’amministrazione e la rappresentanza
1.4.2.4 La morte del socio
1.4.2.5 Le clausole statutarie limitative del trasferimento mortis causa delle quote di srl
1.4.3 La società in accomandita per azioni
1.4.3.1 La morte del socio
1.5 Un caso particolare e controverso: la successione nello studio professionale
1.5.1 La morte del titolare dello studio professionale (lavoratore autonomo)
1.5.2 Un caso particolare: Mario Rossi Vs. Ferrari spa
2 L’analisi dell’azienda caduta in successione
2.1 Le regole di valutazione dell’azienda ai fini successori
2.2 La determinazione del valore patrimoniale e sociale dell’azienda
2.3 La situazione familiare dell’imprenditore
3 Gli strumenti atti a pianificare la successione
3.1 Il testamento
3.2 Il testamento olografo
3.3 Il testamento segreto
3.4 Il testamento pubblico
3.5 Il legato
3.6 Il gradimento
3.7 Gli aspetti operativi connessi alla continuazione dell’azienda
3.7.1 L’impresa individuale e l’impresa familiare
3.7.2 Le società di persone
3.7.3 Le società di capitali
Riflessioni conclusive
Formulario
1 Atto costitutivo di società in nome collettivo
2 Statuto di società srl
3 Testamento olografo in presenza di eredi legittimi (1)
4 Testamento olografo in presenza di eredi legittimi (2)
5 Testamento olografo in presenza di eredi legittimi (3)
6 Testamento olografo in presenza di eredi legittimi (4)
7 Dichiarazione di successione e domanda di volture catastali
8 Valutazione della società
9 Modello AA9/12 Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini Iva
Accertamento parziale, integrativo e modificativo: cosa cambia dopo le modifiche allo statuto dei diritti del contribuente D.Lgs 219/2023 in vigore dal 18 gennaio 2024.
eBook in pdf di 100 pagine
La reiterazione nel tempo del potere di accertamento, pur concessa all’Amministrazione finanziaria in funzione dell’interesse al corretto adempimento dell’obbligazione tributaria, è tuttavia da considerarsi di carattere straordinario ed è regolamentata e contenuta dalla legge, in quanto fortemente limitativa del diritto di difesa del contribuente.
Ordinariamente, infatti, l’attività di accertamento dovrebbe essere eseguita in maniera unitaria e globale.
Diversi sono gli strumenti che sono messi a disposizione degli uffici dell’Amministrazione. Con l’accertamento parziale viene consentito di concentrare l’istruttoria solo su alcuni aspetti della posizione fiscale del contribuente, rinviando a momenti successivi l’eventuale verifica degli altri, per permetterle di procedere in maniera celere ed efficace nella sua azione di contrasto all’evasione. È consentito, inoltre, agli uffici di eseguire ulteriori attività istruttorie e di accertamento ove, in momenti successivi, entrino nella loro disponibilità dati e informazioni utili a integrare la pretesa già avanzata o a rimodularla, fornendo una diversa chiave di lettura agli elementi posti alla base della precedente pretesa.
La regolamentazione di questi strumenti ha subito nel corso degli anni una forte evoluzione, con la quale il legislatore ha inteso adeguarne il contenuto sia al rafforzamento dei poteri istruttori conferiti agli Uffici finanziari sia allo sviluppo di nuovi modelli procedimentali dell’agire amministrativo, che hanno visto riconosciuto in maniera sempre maggiore il diritto del cittadino/contribuente alla partecipazione al procedimento amministrativo di accertamento attraverso il contraddittorio preventivo.
In tale contesto, la contrapposizione tra le esigenze di efficacia dell’attività amministrativa e quelle di tutela del diritto di difesa del contribuente, ha dato origine a vivaci dibattiti in dottrina e ad alterne pronunce della giurisprudenza, ai quali il legislatore delegato ha ampiamente attinto per formulare i decreti delegati della riforma tributaria.
In questa trattazione si intende i, pertanto, fornire una lettura attuale delle norme che regolano i suddetti strumenti di accertamento, contestualizzandoli con le più recenti riforme dello Statuto del contribuente e del procedimento accertativo.
Prefazione a cura del Prof. Avv. Gianfranco Ferranti
1. I principi di unicità e globalità
1.1 Il nuovo art. 9 bis dello Statuto del contribuente
1.2 Le possibili deroghe ai principi di unicità e globalità dell’azione accertativa
1.3 Gli effetti della violazione delle norme che disciplinano le deroghe ai principi di unicità e globalità
2. L’accertamento parziale nelle imposte dirette e nell’IVA
2.1 Cenni introduttivi
2.2 La disciplina normativa degli accertamenti parziali
2.3 Previsioni normative generali in materia di accertamento parziale
2.4 Ulteriori ipotesi specifiche in cui è consentito l’accertamento parziale
2.4.1 Redditi imputati per trasparenza
2.4.2 Recupero di crediti di imposta inesistenti o indebitamente fruiti, tasse imposte e altri importi non versati, compresi i contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti e cessioni di crediti di imposta operate in assenza dei requisiti
2.4.3 Controllo formale delle dichiarazioni
2.4.4 Accertamento in ipotesi di abuso del diritto e disallineamenti da ibridi
2.5 Le norme di coordinamento tra le ipotesi di accertamento parziale e alcuni istituti deflattivi del contenzioso
2.5.1 Le norme di coordinamento presenti nello Statuto del contribuente
2.5.2 Le norme di coordinamento presenti nel decreto in materia di accertamento con adesione
2.5.3 Effetti del ricorso all’accertamento parziale
2.6 Presupposti e perimetro applicativo dell’accertamento parziale: le differenze con gli accertamenti integrativi e modificativi
2.6.1 Principi di unicità e globalità degli atti e necessità di sopravvenuti elementi: l’esclusione della sovrapposizione tra le discipline dell’accertamento parziale e di quello integrativo
2.6.2 I presupposti dell’accertamento parziale e le caratteristiche delle fonti di innesco
2.7 I poteri istruttori degli Uffici e i presupposti formali e sostanziali degli accertamenti parziali
2.8 Le norme “speciali” in materia di accertamento parziale
3. L’accertamento integrativo
3.1 Rapporti tra accertamento integrativo e accertamento parziale
3.2 L’accertamento integrativo
3.3 L’accertamento integrativo e la procedura di adesione
3.4 Coesistenza degli avvisi di accertamento
3.5 Conclusione sull’accertamento integrativo
4. L’accertamento modificativo
4.1 L’istituto in generale
4.2 Le differenze con l’accertamento integrativo
4.3 Il rapporto con l’accertamento originario
5. Accertamento modificativo e integrativo e rapporto con il potere di autotutela
5.1 L’istituto dell’autotutela in ambito tributario
5.2 L’autotutela sostitutiva
Bibliografia
La disciplina dell'impresa sociale
Le imprese sociali, le start-up a vocazione sociale, l’impresa agricola sociale, la società benefit e i fondi per l’imprenditoria sociale (EuSEF)
eBook in pdf di 294 pagine.
Edizione 2024
L’impresa sociale è stata introdotta più di dieci anni fa dal Decreto Legislativo n° 155 del 2006. Essa era una qualifica che le organizzazioni non profit potevano assumere mantenendo la disciplina per esse dettata dalle norme specifiche che le regolano, come, per esempio, la Legge n° 381 del 1991 sulle cooperative sociali e purché l’attività dell’ente consistesse nella produzione o nello scambio dei beni o dei servizi di utilità sociale previsti dal Dlgs 155/2006. Da ciò è derivato che le conseguenze pratiche di questo Decreto per le organizzazioni non profit (associazioni, fondazioni, comitati) sono state limitate nella pratica, come testimonia il fatto che, dal 2006 al 2017, ne sono nate solo alcune centinaia. Ciò è stato dovuto anche al fatto che la disciplina dell’impresa sociale non prevedeva norme agevolative specifiche sul piano fiscale, per cui se queste c’erano derivavano dalla forma giuridica in cui l’impresa sociale era costituita e non da norme emanate per promuovere proprio tale impresa.
L’innovazione più importante del Dlgs 155/2006 fu nel fatto che anche le imprese in forma di società potevano assumere la qualifica di impresa sociale (le imprese individuali non possono essere “imprese sociali”). In tal modo esse diventavano, assieme alle società cooperative a mutualità prevalente (categoria che, ricordiamo, comprende le cooperative sociali) che non hanno questa qualifica, il trait d’union fra il mondo delle organizzazioni a scopo di lucro (o profit) e quello degli enti senza scopo di lucro (o non profit).
L’impresa sociale ha scisso esplicitamente per la prima volta il nesso fra il concetto di impresa (esclusa l’impresa cooperativa ed, in particolare, l’impresa cooperativa sociale) e quello di scopo di lucro, per il quale l’attività dell’impresa è finalizzata a generare un utile che andrà all’imprenditore o sarà suddiviso fra i soci. In tal modo il legislatore ha preso atto dell’esistenza di forme imprenditoriali ed organizzative volte a perseguire finalità civiche o solidaristiche o di utilità sociale che operano nel mercato concorrenziale. In altre parole, si può anche dire che l’impresa sociale ha scisso il concetto di “impresa commerciale” (cioè a scopo di lucro), per cui l’impresa non è più soltanto commerciale ma può essere anche sociale nel senso che può avere le finalità prima indicate.
Siccome gli enti profit o non profit che hanno assunto la qualifica di impresa sociale sono stati fino al 2017 abbastanza pochi, negli ultimi anni si è tentato un rilancio dell’istituto prevedendo che le imprese sociali, se hanno forma di società di capitali o cooperativa, possono essere “start-up innovative a vocazione sociale” (Decreto-Legge n° 179 del 2012) e che possano essere imprese agricole o cooperative sociali che svolgono anche le attività di utilità sociale previste dalla Legge n° 141 del 2015. Inoltre, la Legge n° 208 del 2015 ha introdotto un istituto simile all’impresa sociale, la “società benefit” che, però, mantiene lo scopo di lucro e quindi non può avere anche la qualifica di impresa sociale. Infine, il Regolamento UE n° 346 del 2013 ha disciplinato i fondi comuni di diritto europeo che investono nelle imprese sociali, i c.d. “fondi EuSEF”.
Tutti questi istituti sono esaminati nel presente e-book ai Paragrafi 3, 9, 10 e 11.
Il momento del rilancio di questo istituto sembra essere arrivato col Decreto Legislativo n° 112 del 2017 che, emanato in virtù della delega al Governo contenuta nella Legge n° 106 del 2016 sulla “riforma del terzo settore e dell’impresa sociale”, è appunto quello dedicato alla revisione della disciplina dell’impresa sociale.
Questo decreto, mantenendo fermi i principi sopra esposti dell’abrogato Dlgs 155/2006, vale a dire l’obbligo di svolgere una o più attività di interesse generale a fini di utilità sociale (da cui deve o devono derivare almeno il 70% dei ricavi complessivi dell’ente), la possibilità per qualsiasi tipo di società di diventare impresa sociale e l’assenza dello scopo di lucro (sia pure con qualche eccezione), ha introdotto delle importanti novità che lasciano prevedere nel futuro una certa diffusione dell’istituto.
Infine, segnaliamo che alla disciplina dell’impresa sociale contenuta nel Dlgs 112/2017 sono state apportate alcune correzioni ed integrazioni contenute nel Decreto Legislativo n° 95 del 2018 che illustriamo nell’e-book.
Il testo è inoltre aggiornato:
Sintesi
1. La qualifica di “impresa sociale” delle organizzazioni non profit e delle imprese in forma societaria riformata dal D.lgs. n° 112/2017: cosa comporta e a chi si applica
2. Le attività d’impresa di interesse generale che possono essere esercitate dalle imprese sociali. Il concetto di “principalità” di queste attività
3. Le start-up innovative a vocazione sociale: una tipologia di ente senza scopo di lucro simile ma non identica all’impresa sociale
4. L’assenza dello scopo di lucro nelle imprese sociali ed i casi in cui possono distribuire una quota degli utili o degli avanzi di gestione
5. La costituzione, l’iscrizione nel Registro delle Imprese, la struttura proprietaria e gli organi dell’impresa sociale. La contabilità, il bilancio civilistico ed il bilancio sociale
5.1 La costituzione e l’iscrizione nel Registro delle Imprese delle imprese sociali
5.2 La struttura proprietaria e gli organi delle imprese sociali
5.3 La contabilità, il bilancio di esercizio e il bilancio sociale delle imprese sociali
5.3.1 La contabilità, il bilancio di esercizio e il bilancio sociale delle imprese sociali in generale. I patrimoni destinati a uno specifico affare
5.3.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale delle imprese sociali
5.3.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività - VIS –
6. Le vicende dell’impresa sociale e la devoluzione del patrimonio residuo
7. Il trattamento dei lavoratori e l’impiego di volontari nell’impresa sociale. I controlli esterni su di essa: il D.M. del 29 Marzo 2022
7.1 Il trattamento dei lavoratori e l’impiego dei volontari da parte dell’impresa sociale
7.2 I controlli esterni sull’impresa sociale: i principi generali, i soggetti controllori ed il controllo ordinario
7.3 I controlli esterni sull’impresa sociale: gli esiti del controllo ordinario, i provvedimenti conseguenti, l’ispezione straordinaria, il contributo di vigilanza
8. Il regime fiscale agevolato delle imprese sociali e gli incentivi fiscali per gli investimenti nel capitale e per erogazioni liberali. Il cinque per mille dell’IRPEF
8.1 Il regime fiscale agevolato delle imprese sociali per l’imposta sul reddito dopo il Dlgs 95/2018
8.2 Gli incentivi fiscali per chi investe nel capitale delle imprese sociali
8.3 Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali
8.4 Le agevolazioni fiscali per le erogazioni liberali alle imprese sociali
8.5 La partecipazione delle imprese sociali al cinque per mille dell’IRPEF
8.6 Le cessioni gratuite di merce alle imprese sociali: Legge n° 166 del 2016 riformata dalla Legge n° 205 del 2017
8.7 Le lotterie filantropiche che possono essere organizzate anche dalle imprese sociali
9. L’impresa di agricoltura sociale disciplinata dalla Legge n° 141 del 2015
10. La “società benefit” introdotta dalla Legge n° 208 del 2015 e il credito d’imposta per le spese della sua costituzione previsto dal DL 34/2020
11. I fondi di investimento collettivo (fondi comuni) per l’imprenditoria sociale (EuSEF) disciplinati dal Regolamento UE n° 346 del 2013
Allegati
Guida pratica per la gestione e divisione di un’eredità;
eBook in pdf di 84 pagine.
L’ambito successorio è complesso ed affascinante: non solo per quanto riguarda la disciplina normativa, ma soprattutto per il carattere non giuridico che la pervade.
Questo è specialmente vero quando i coeredi decidono di dividere l’eredità: alla complessità giuridica si somma la complessità delle relazioni umane.
Il compito del professionista del diritto è, a mio avviso, quello di agevolare il dialogo tra le parti al fine di evitare il più possibile l’ambito giudiziale, e tutti i gravami che questo porta.
Allo stesso tempo, però, non si può mettere in secondo piano la disciplina codicistica e le innovazioni che giurisprudenza e dottrina portano in ogni aspetto della vicenda successoria.
Questo testo nasce dunque come manuale pratico utile ai tecnici del diritto: è una sorta di compendio, innovato con la giurisprudenza più rilevante e più recente, dal taglio pratico.
Senza alcuna pretesa di scientificità e formalità, l’eBook vuole essere un breve manuale per gli operatori del diritto che intendono approcciarsi ad una materia complessa come quella in oggetto. L'autore ha cercato di semplificare il più possibile le nozioni, e di vedere il problema – complesso - della divisione ereditaria dal momento iniziale al momento finale, fino all’eventuale momento patologico.
Tutto ciò si riflette nella struttura della presente guida e, in particolare, nella divisione in capitoli.
Il primo capitolo è un’introduzione generale alla materia: viene compendiato il fenomeno successorio, e vengono indicati i soggetti che ne sono (e che non ne sono) coinvolti.
Il secondo capitolo tratta nello specifico della comunione ereditaria: cos’è, cosa non è, come nasce e come si sviluppa. Infine, come può concludersi.
Il terzo capitolo analizza in tutte le sue fasi la divisione ereditaria: essa può essere, come noto, giudiziale o negoziale. Tratterò della disciplina comune, con le specificazioni del caso quando necessario. Non ci sarà un focus particolare per gli aspetti processualistici della vicenda, data la natura del presente contributo. L’aspetto negoziale (ossia: la divisione concorde tra i coeredi) sarà invece valorizzato.
Il quarto capitolo è dedicato alla patologia della divisione: patologia che può riguardare l’oggetto (ad esempio, beni da dividere oggetto di ipoteca) oppure il soggetto (lesioni dei diritti dei coeredi, che questi intendono azionare dopo la divisione). In particolar modo, tratterò delle problematiche relative alle ipoteche iscritte sui beni comuni, ed alla circolazione dei beni immobili abusivi.
Introduzione
1. La successione mortis causa ed i soggetti dell’eredità
1.1 La successione a causa di morte nei suoi profili essenziali
1.1.1 Cos’è la successione mortis causa. L’erede ed il legatario.
1.1.1.1 Definizione di successione mortis causa. L’erede, il legatario e le differenze tra loro.
1.1.2 L’apertura della successione: quando e dove si apre la successione ereditaria
1.1.3 La chiamata alla successione ereditaria.
1.2 Soggetti dell’eredità
1.2.1 Il coniuge, il coniuge separato ed il coniuge divorziato.
1.2.2 La parte unita civilmente
1.2.3 Il convivente
1.2.4 I figli. L’istituto della rappresentazione successoria (art. 467 c.c.)
1.2.5 Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni..)
1.2.6 Fratelli e sorelle
1.2.7 Gli altri parenti. La successione in favore dello Stato italiano
2. La comunione ereditaria
2.1 La comunione ereditaria: definizione e cenni introduttivi.
2.1.1 Cenni sulla comunione in generale.
2.1.2 Il diritto di sciogliere la comunione ereditaria, ed i limiti del diritto medesimo.
2.1.3 La divisione della comunione ereditaria.
2.2 La divisione contrattuale: il contratto di divisione ereditaria.
2.2.1 L’accordo (cenni).
2.2.2 L’accordo (le parti del contratto divisionale)
2.2.3 L’accordo (i creditori particolari dei coeredi)
2.2.4 L’oggetto della divisione ereditaria (cenni introduttivi).
2.2.5 L’oggetto della divisione ereditaria (beni mobili ed immobili).
2.2.6 L’oggetto della divisione ereditaria (le quote sui singoli beni ereditari).
2.2.7 La forma.
3. La divisione ereditaria
3.1 La formazione dell’attivo e passivo ereditari (prima fase)
3.1.1 Cenni introduttivi. Il primo passaggio (formazione dell’attivo e passivo ereditari).
3.2 La vendita dei beni per il pagamento dei debiti ereditari (seconda fase)
3.3 La resa dei conti (terza fase)
3.4 Prelevamenti (quarta fase).
3.5 La collazione (quinta fase)
3.6 La formazione delle porzioni (sesta fase).
3.7 L’assegnazione delle porzioni (settima ed ultima fase, necessaria).
4. La fase patologica della divisione ereditaria
4.1 L’immobile del coerede in comunione legale.
4.1.1 Se il bene da dividere appartiene ad entrambi i coniugi quali coeredi.
4.1.2 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta prima del matrimonio).
4.1.3 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta dopo il matrimonio).
4.1.4 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta dopo il matrimonio) e la divisione prevede un conguaglio.
4.2 L’immobile gravato dal diritto di abitazione ex art. 540 c.c.
4.3 L’immobile gravato da ipoteca iscritta dai creditori di un coerede.
4.3.1 L’ipoteca iscritta su tutti i beni oggetto di divisione
4.3.2 L’ipoteca iscritta su alcuni tra i beni oggetto di divisione.
4.4 Le garanzie prestate dai condividenti.
4.4.1 La garanzia per evizione e molestie.
4.4.2 La garanzia per insolvenza del debitore di un credito.
4.5 L’impugnazione della divisione contrattuale.
4.5.1 Annullamento per violenza e dolo.
4.5.2 Rescissione per lesione (art. 763, comma I c.c.). La distinzione
4.6 La circolazione del bene immobile abusivo
4.6.1 La sentenza della Corte di cassazione, Sezioni Unite, n. 25021/2019
4.7 Il contenzioso in materia ereditaria: brevissimi cenni.
4.7.1 Il procedimento di mediazione ex D. Lgs. 28/2010.
Autotutela sostitutiva e unicità dell’accertamento: l’ordinanza di rimessione alle sezioni unite e le modifiche introdotte dal dlgs n. 219/2023;
Approfondimento gratuito in pdf di 14 pagine.
Con l’ordinanza interlocutoria n. 33665 del 1° dicembre 2023, la Quinta Sezione della Corte di Cassazione ha rimesso al vaglio delle Sezioni Unite due annose questioni, strettamente correlate tra loro e sulle quali l’orientamento di legittimità non è univoco: l’una relativa ai limiti dell’esercizio del potere di autotutela e l’altra sul rapporto tra il potere di autotutela e il principio di unicità dell’accertamento.
Più nello specifico, le questioni sottoposte alla valutazione delle Sezioni Unite sono le seguenti:
Nonostante si sia in attesa di un intervento nomofilattico delle Sezioni Unite, tuttavia, il D. Lgs. n. 219/2023 - recante “Modifiche allo statuto dei diritti del contribuente” (in G.U. Serie Generale n. 2 del 03 gennaio 2024) - ha introdotto alcune modifiche in tema di autotutela a partire dal 18/01/2024.
In particolare, il citato D.Lgs. 219/2023:
Ebbene, come si dirà meglio nel prosieguo dell'approfondimento, alla luce delle modifiche legislative introdotte dal D.Lgs. 219/2023, l’intervento delle Sezioni Unite avrà rilevanza solo con riferimento al periodo fino al 17/01/2024.
1. Premessa
2. Le questioni affrontate dall’ordinanza di rimessione n. 33665/2023
2.1. Il caso
2.2. La normativa di riferimento in tema di autotutela tributaria come individuata dal collegio rimettente
2.3. Il contrasto giurisprudenziale relativo ai limiti dell’autotutela sostitutiva ed al rapporto tra questa e il principio di unicità dell’accertamento
3. Le novita’ legislative introdotte dal d. Lgs. N. 219/2023 in vigore dal 18/01/2024
3.1 il nuovo art. 10-quater l. N. 212/2000: autotutela obbligatoria
3.2. Il nuovo art. 10-quinquies l. N. 212/2000: autotutela facoltativa
4. Considerazioni conclusive
Il Manuale offre un quadro complessivo in materia di locazioni abitative, affrontandone tutte le tipologie: locazioni libere, convenzionate, transitorie, locazioni di immobili acquistati per futura locazione, affitti brevi, locazioni turistiche, cohousing, rent to buy, leasing, analizzando la relativa disciplina contrattuale e tenendo conto dell’evoluzione normativa, nonché della produzione giurisprudenziale su alcuni punti nodali della legge 431 del 1998 e altro.
Non mancano le indicazioni operative inerenti alla registrazione dei contratti, la tassazione, sia ordinaria che con cedolare secca.
Il volume si occupa altresì delle “locazioni ad uso diverso”: la loro regolamentazione, il regime contrattuale applicabile, gli istituti della prelazione del riscatto e l’indennità di avviamento senza dimenticare le nuove tipologie locatizie come il contratto atipico di coworking o di domiciliazione.
Una parte è in seguito dedicata agli aspetti processuali: procedimento di convalida, rito locatizio e compatibilità con il processo ordinario, azioni esperibili contro l’occupazione senza titolo, mediazione, negoziazione assistita e arbitrato.
L’esposizione semplice e chiara rende il testo uno strumento di consultazione e approfondimento adatto sia al professionista del settore, sia al pubblico dei non addetti ai lavori.
Il Manuale tratta infine anche il nuovo procedimento di convalida di sfratto, che ha visto ampliarsi l’ambito di applicazione e altre novità, tra cui quelle riguardanti l’esecutività dell’ordinanza di convalida.
Questa sesta edizione tiene conto di tutti i principali provvedimenti di normativa, prassi e giurisprudenza in materia fino alle recentissime sentenza 7 maggio 2024, n. 12395 in punto di cedolare secca e circolare 10 maggio 2024, n. 10/E sulle locazioni brevi.
Silvio Rezzonico
È stato avvocato in Milano e autore di diversi libri e saggi in materia di diritto immobiliare. Ha collaborato con il Gruppo 24 Ore, con Maggioli Editore e con l’Università degli studi di Firenze. Da ultimo è stato anche docente presso l’Università degli Studi telematica E-campus.
Matteo Rezzonico
Avvocato cassazionista e pubblicista in Milano, è autore di numerose pubblicazioni di diritto immobiliare ed edilizio. In particolare, collabora con il Gruppo 24 Ore (Norme e Tributi, Esperto risponde e Consulente immobiliare) e con Giuffrè Editore (portale con- dominio e locazioni). Presidente della FNA Federazione Nazionale degli Amministratori Immobiliari e Vicepresidente della Confappi, Confederazione della Piccola Proprietà Immobiliare, per conto della quale riveste anche il ruolo di Presidente della sede provinciale di Milano e di componente della Commissione Legale Nazionale di FNA – Confappi.
Luca Rezzonico
Avvocato in Milano. Si occupa di diritto immobiliare ed è coautore di diverse pubblicazioni in materia
PRINCIPALI ARGOMENTI
◾ Normativa del codice civile
◾ Disciplina vincolistica
◾ Regime contrattuale
◾ Sfratti ed esecuzione per rilascio
◾ Disciplina processuale
Parte prima - Disciplina del codice civile e disciplina vincolistica
1 La locazione nel codice civile
1.1. La locazione nella disciplina generale dei contratti (art. 1571 c.c.)
1.2. Locazione, comodato e altri contratti
1.2.1. Precario oneroso
1.2.2. Contratto di alloggio
1.2.3. Attività di affittacamere
1.2.4. Contratto di posteggio
1.2.5. Contratto di ormeggio
1.2.6. Beni del patrimonio indisponibile
1.3. I soggetti del contratto
1.3.1. Locazione con pluralità di soggetti
1.3.2. Famiglia del conduttore
1.3.3. Conflitto tra conduttori
1.4. Vicende soggettive della locazione
1.4.1. Sublocazione e cessione del contratto
1.4.1.1. Rapporti tra locatore e subconduttore
1.4.1.2. Pagamento del canone dal subconduttore al locatore
1.4.1.3. Effetti della nullità e della risoluzione della locazione
1.4.2. Trasferimento a titolo particolare della cosa locata (art. 1599 c.c.)
1.4.2.1. Data certa anteriore
1.4.2.2. Limiti all’opponibilità della locazione al terzo acquirente
1.4.2.3. Opponibilità della locazione al terzo acquirente ed esecuzione forzata
1.4.2.4. Le altre disposizioni connesse al trasferimento della cosa locata
1.5. Oggetto della locazione
1.5.1. Oggetto della locazione e favoreggiamento della prostituzione
1.6. Durata (artt. 1596-1597 c.c.)
1.6.1. Il termine massimo di durata (30 anni)
1.6.2. Locazione a tempo determinato e locazione a tempo indeterminato
1.6.3. Locazione senza determinazione di tempo
1.6.4. I termini legali di durata
1.6.5. Cessazione della locazione a tempo determinato
1.6.6. Locazione dell’usufruttuario e legislazione vincolistica
1.7. Atti eccedenti l’ordinaria amministrazione (artt. 1572-1573 c.c.)
1.7.1. Locazioni ultranovennali
1.7.2. Anticipazione del corrispettivo per una durata superiore all’anno
1.8. Durata e rinnovazione tacita del contratto (artt. 1597-1598 c.c.)
1.8.1. Rinnovazione tacita e locazioni della P.A.
1.8.2. Le garanzie prestate dai terzi nella locazione prorogata
1.9. Le obbligazioni principali del locatore (art. 1575 c.c.)
1.9.1. La consegna della cosa locata
1.9.2. L’obbligo della manutenzione
1.9.3. La garanzia del pacifico godimento
1.10. Le altre obbligazioni del locatore
1.10.1. La garanzia per i vizi della cosa locata (artt. 1578-1581 c.c.)
1.10.1.1. Vizio e guasto
1.10.1.2. Risoluzione del contratto e riduzione del corrispettivo
1.10.1.3. Risarcimento danni
1.10.1.4. Limitazioni convenzionali della responsabilità
1.10.2. Le cose pericolose per la salute
1.10.3. Mantenimento della cosa locata in buono stato locativo (artt. 1576-1577, 1609-1610 c.c.) e riparazioni necessarie
1.10.3.1. Manutenzione ordinaria e straordinaria
1.10.3.2. Piccola manutenzione
1.10.3.3. Esclusione pattizia della manutenzione a carico del locatore
1.10.3.4. Le riparazioni necessarie
1.10.4. La garanzia per molestie (artt. 1585-1586 c.c.)
1.10.4.1. Molestie di diritto e molestie di fatto
1.10.4.2. Rimedi contro le molestie dei terzi
1.10.4.3. Molestie giudiziali del terzo e obbligo di avviso al locatore
1.10.4.4. L’obbligo del locatore di assumere la lite contro il molestatore
1.11. Le obbligazioni principali del conduttore (art. 1587 c.c.)
1.11.1. L’obbligo di prendere in consegna la cosa
1.11.2. L’obbligo di diligenza nel godimento
1.11.3. L’obbligo di pagamento del corrispettivo
1.12. Le altre obbligazioni del conduttore: la restituzione dell’immobile e i danni da ritardata consegna (artt. 1590-1591 c.c.)
1.12.1. L’obbligo di riconsegna dell’immobile locato
1.12.2. Deterioramento dell’immobile locato e responsabilità del conduttore
1.12.3. Pagamento del corrispettivo e risarcimento del maggior danno
1.13. Perdita, deterioramento e incendio della cosa locata (artt. 1588-1589 c.c.)
1.13.1. Responsabilità per perdita e deterioramento della cosa locata
1.13.2. Responsabilità per incendio della cosa locata
1.13.3. Incendio della cosa assicurata
1.14. Migliorie e addizioni (artt. 1592-1593 c.c.)
1.14.1. Il pagamento dell’indennità
1.14.2. Addizioni
1.14.3. Addizioni separabili e addizioni inseparabili
1.14.4. Derogabilità degli artt. 1592 e 1593 c.c.
1.15. Le garanzie nella locazione
2 Disciplina del codice e disciplina vincolistica
2.1. Rapporti tra normativa del codice civile e normativa vincolistica
2.2. L’inderogabilità delle disposizioni della legge di equo canone
2.2.1. Inderogabilità della legge 392/1978 e transazione
2.2.2. Transazione e accordi conciliativi giudiziali
2.2.3. Prescrizione e decadenza dall’azione di ripetizione ex art. 79 della legge 392/1978
2.3. Le disposizioni inderogabili della legge 392/1978 nel regime dei patti in deroga
2.3.1. La questione della derogabilità della durata
2.3.2. La posizione della giurisprudenza
2.4. Le locazioni dopo la legge 431/1998
2.5. Le disposizioni inderogabili della legge 431/1998
2.5.1. Le nullità in base al previgente art. 13, legge 431/1998
2.5.1.1. Patti relativi a un canone superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato (art. 13, comma 1)
2.5.1.2. Patti relativi al canone nei contratti convenzionati (art. 13, comma 4)
2.5.1.3. Patti contrari alla legge nelle locazioni cosiddette libere (art. 13, comma 4)
2.5.1.4. Patti relativi alla durata (art. 13, comma 3)
2.5.1.5. Osservazioni conclusive
2.5.2. La mancata registrazione del contratto
2.5.3. Il riformato art. 13 della legge 431/1998
2.5.3.1. L’obbligo di registrazione a carico del locatore (art. 13, comma 1)
2.5.3.2. Conferma dell’originario art. 13 (commi 2, 3 e 4)
2.5.3.3. Sanatoria temporale dei cosiddetti contratti catastali (art. 13, comma 5)
2.5.3.4. La restituzione delle somme indebitamente versate (art. 13, comma 6)
2.5.3.5. Ambito di applicazione e decorrenza delle nuove disposizioni (art. 13, comma 7)
2.5.3.6. Applicabilità della nuova normativa ai soli contratti soggetti a registrazione (art. 13, comma 8)
2.5.3.7. Scomparsa delle previsioni sulla locazione di fatto (previgente art. 13, comma 5)
2.6. L’abrogazione dell’art. 79 della legge 392/1978 e la liberalizzazione del regime contrattuale delle locazioni abitative
2.6.1. Locazioni convenzionate
2.6.2. Locazioni libere
Parte seconda - Le locazioni abitative
3 I principi generali della legge 431/1998
3.1. Il nuovo quadro normativo
3.1.1. Parziale abrogazione della legge 392/1978
3.1.2. Totale abrogazione della legge 359/1992
3.1.3. Parziale abrogazione della legge 61/1989 anche in ordine all’individuazione dei Comuni ad alta tensione abitativa
3.1.4. Il quadro dei nuovi contratti
3.2. Le locazioni esentate dal nuovo regime
3.2.1. Locazioni relative a immobili vincolati ai sensi della legge 1089/1939 o inclusi nelle categorie catastali A1, A8 e A9
3.2.2. Locazioni relative ad alloggi di edilizia residenziale pubblica
3.2.3. Locazioni di alloggi per esclusive finalità turistiche
3.2.4. Locazioni brevi
3.2.4.1. Le modifiche apportate alla disciplina fiscale degli affitti brevi dalla Legge di bilancio 2024
3.2.5. Le novità introdotte dal decreto legge 145/2023 sulle locazioni turistiche, sugli affitti brevi e sulle attività turistico-ricettive
3.2.6. Locazioni stipulate dagli enti locali in qualità di conduttori per soddisfare esigenze abitative di carattere transitorio
3.2.7. Locazioni stipulate da profughi in qualità di conduttori
3.2.8. Locazioni dei box-autorimessa
3.3. Le locazioni atipiche: casistica
3.3.1. Locazione al portiere e ai dipendenti
3.3.2. Locazione o sublocazione di camera ammobiliata, contratto di alloggio o pensione familiare e di residence
3.3.3. Locazione di posti-letto e cohousing
3.4. Il contratto atipico di rent to buy
3.4.1. La configurazione giuridica del rent to buy
3.4.2. Il rent to buy come contratto di locazione e preliminare di vendita
3.4.3. Il rent to buy nel d.l. 133/2014
3.4.4. Aspetti fiscali del rent to buy
3.5. Le provvidenze della nuova legge: Fondo nazionale, Osservatorio delle condizioni abitative, Fondo per ulteriori agevolazioni fiscali
3.5.1. Fondo nazionale
3.5.2. Osservatorio della condizione abitativa
3.5.3. Fondo per la copertura di ulteriori agevolazioni fiscali
3.5.4. Disposizioni per i fondi della previdenza complementare
3.6. Il leasing di immobile da adibire ad abitazione principale
3.7. L’efficacia temporale della legge 431/1998
3.7.1. Disciplina ordinaria
3.7.2. Disciplina transitoria e rinnovo tacito dei precedenti contratti
3.7.3. Norme relative ai giudizi in corso
4 Locazioni libere
4.1. La liberalizzazione del canone
4.2. La durata del contratto
4.3. Il recesso per finita locazione
4.4. L’obbligatorietà del primo rinnovo contrattuale, il recesso motivato
4.4.1. Natura ed effetti del recesso per diniego di rinnovo alla prima scadenza
4.4.2. Il serio intendimento di avvalersi di uno dei motivi di recesso
4.4.3. Il preavviso
4.5. Considerazioni sul sistema dei motivi di recesso motivato
4.5.1. La tassatività dei motivi di diniego
4.5.2. L’obbligo della specificazione del motivi
4.5.3. I motivi di decadenza dell’inquilino dal diritto al rinnovo obbligatorio
4.5.4. La cosiddetta necessità
4.5.5. La concessione edilizia e le altre autorizzazioni amministrative
4.6. I motivi relativi all’uso dell’immobile
4.6.1. Uso del locatore, privato o ente pubblico (art. 3, comma 1, lettere a) e b))
4.6.2. Motivi di decadenza dalla proroga (art. 3, lettere c) e f))
4.7. I motivi relativi alle opere sull’immobile
4.7.1. Grave danneggiamento dell’edificio (art. 3, lettera d))
4.7.2. Ristrutturazione, demolizione, radicale trasformazione e sopraelevazione dell’immobile locato (art. 3, lettera e))
4.7.3. Soppressione di alcune ipotesi di recesso
4.7.4. Concessione, permesso di costruire, DIA e SCIA
4.8. Il nuovo motivo della vendita dell’immobile
4.8.1. Profili di incostituzionalità dell’art. 3, lettera g)
4.8.2. Nozione di vendita a terzi
4.8.3. Prelazione e riscatto
4.9. Le sanzioni relative all’illegittimo esercizio del recesso motivato e alla mancata occupazione dei locali
5 Locazioni convenzionate, locazioni transitorie e locazioni di immobili acquistati per futura locazione
5.1. La disciplina delle locazioni convenzionate o concordate
5.2. La procedura per la definizione della convenzione nazionale e degli accordi locali
5.2.1. Convenzione nazionale
5.2.2. Accordi locali
5.2.3. Modifica degli accordi locali
5.2.4. Modifica degli accordi locali e modifica delle agevolazioni fiscali
5.2.5. Ambito di efficacia delle fonti normative (convenzione nazionale, decreto ministeriale, contratto-tipo e accordi locali)
5.2.6. I contratti-tipo unificati a livello nazionale
5.3. I poteri delle organizzazioni della proprietà e degli inquilini nella stipula della convenzione nazionale e degli accordi locali
5.4. Le organizzazioni maggiormente rappresentative
5.5. La durata dei contratti convenzionati
5.5.1. Finita locazione e rinnovo tacito
5.6. Le agevolazioni fiscali nei Comuni ad alta tensione abitativa (delibera CIPE 13 novembre 2003)
5.6.1. Imposte sui redditi
5.6.2. Dichiarazione fiscale dei canoni non riscossi dall’inquilino moroso
5.6.3. Imposta di registro
5.6.4. ICI (ora IMU)
5.7. Le locazioni transitorie e le locazioni con studenti universitari (d.m. 5 marzo 1999)
5.7.1. La nuova disciplina delle locazioni transitorie
5.7.1.1. Durata
5.7.1.2. Disdetta
5.7.1.3. Effetti della mancata disdetta del contratto
5.7.1.4. Canone
5.7.2. Locazioni per studenti universitari
5.7.2.1. Nozione di studente universitario
5.7.2.2. Durata
5.7.2.3. Ubicazione dell’immobile
5.7.2.4. Canone
5.7.2.5. Divieto di sublocazione
5.7.2.6. Diritto di prelazione
5.7.2.7. Benefici fiscali
5.7.3. Locazioni transitorie di alloggi con finalità non esclusivamente turistiche
5.7.4. Locazioni a uso foresteria
5.8. Il d.m. Infrastrutture 30 dicembre 2002 sostitutivo della convenzione nazionale del 1999
5.8.1. Generalità sul d.m. 30 dicembre 2002
5.8.1.1. Una panoramica sul passato
5.8.1.2. I contratti-tipo a norma del d.m. del 2002
5.8.1.3. Le locazioni transitorie
5.8.1.4. L’estensione ai piccoli Comuni delle locazioni agevolate
5.8.1.5. Spese accessorie
5.8.1.6. Le Commissioni di conciliazione
5.8.1.7. Recepimento di clausole comuni negli accordi locali
5.8.1.8. Il recesso per gravi motivi
5.8.1.9. Dubbi operativi
5.8.2. Le modifiche ai contratti concordati nel d.m. 30 dicembre 2002
5.8.3. Le modifiche alle locazioni transitorie nel d.m. 30 dicembre 2002
5.8.4. Le modifiche alle locazioni per studenti universitari nel d.m. 30 dicembre 2002
5.9. Il d.m. Infrastrutture 14 luglio 2004 sulle locazioni convenzionate o concordate
5.10. Il d.m. Infrastrutture 10 marzo 2006 sulle locazioni transitorie e per studenti universitari
5.11. Il d.m. Infrastrutture 16 gennaio 2017 sulle locazioni concordate, transitorie e per studenti e il contenuto del d.l. 73/2022
5.12. Locazioni di immobili acquistati per futura locazione
6. La disciplina dei contratti
6.1. L’obbligo del contratto scritto e registrato
6.1.1. Il requisito della forma scritta
6.1.1.1. Forma scritta e cambio di destinazione d’uso
6.1.1.2. Locazioni di fatto pretese dal locatore
6.1.1.3. Le precedenti locazioni verbali rinnovate
6.1.1.4. Occupazione di immobile senza titolo e rimedi esperibili
6.1.2. Registrazione del contratto: effetti della mancata o tardiva registrazione
6.2. L’obbligo della denuncia alla Pubblica Sicurezza
6.3. L’obbligo di messa a disposizione dell’APE
6.4. I contratti conclusi dagli stranieri
6.4.1. Il principio di reciprocità
6.4.2. Lo straniero regolare
6.4.3. Lo straniero non regolarmente soggiornante in Italia
6.5. Locazione a stranieri irregolari e confisca dell’immobile
6.6. Le regole per la registrazione dei contratti
6.6.1. Obbligo di indicare i dati catastali
6.6.2. Registrazione senza cedolare secca
6.6.2.1. La registrazione telematica
6.6.2.2. La registrazione presso gli uffici
6.6.3. Registrazione con cedolare secca
6.6.3.1. Contribuenti e immobili interessati
6.6.3.2. Quando scegliere la cedolare
6.6.3.3. Durata e revoca dell’opzione
6.6.3.4. Effetti della cedolare sul reddito
6.6.3.5. Modalità di registrazione
6.6.3.6. Il pagamento dell’imposta sostitutiva
6.6.3.7. Contratto di locazione di più immobili
6.6.3.8. Presenza di più locatori
6.6.3.9. Locazione parziale
6.6.3.10. Comproprietario non risultante dal contratto
6.6.3.11. Trasferimento di immobile locato
6.6.3.12. Riduzione del canone
6.6.4. La cedolare al 10% per i contratti concordati, transitori e per studenti
6.6.5. Locazioni ad uso foresteria
6.6.6. Proroghe, risoluzioni e cessioni
6.6.7. Violazione e sanzioni
6.7. Ravvedimento per omissioni o errori
6.8. Le spese di registrazione del contratto
6.9. Disdetta e rinnovazione del contratto
6.9.1. Disdetta del locatore
6.9.1.1. Disdetta di uno solo dei comproprietari
6.9.1.2. Le formalità di comunicazione della disdetta
6.9.1.3. Invalidità di clausole contrattuali relative ai disservizi postali
6.9.2. Disdetta del conduttore
6.10. Rinnovazione tacita del contratto (artt. 1596-1597 c.c.)
6.10.1. Rinnovazione di fatto o per fatti concludenti
6.10.2. Rinnovazione tacita e novazione
6.10.3. Rinnovo per mancata disdetta e divieto di dare in locazione l’immobile pignorato
6.11. Risoluzione del contratto per morosità
6.11.1. La morosità del conduttore
6.11.1.1. Modalità di pagamento del canone
6.11.1.2. Limiti del pagamento in contanti
6.11.1.3. L’autoriduzione del canone
6.11.1.4. Morosità e pandemia da Covid-19
6.11.2. Morosità del conduttore e dichiarazione dei redditi del locatore
6.11.3. La morosità incolpevole
6.11.4. Aggiornamento del canone e morosità
6.11.4.1. Contratti in corso
6.11.4.2. Contratti esentati dalla disciplina della legge 431/1998
6.11.4.3. Contratti liberi
6.11.4.4. Contratti convenzionati
6.11.4.5. Contratti transitori e per studenti universitari
6.11.5. Fideiussione a garanzia dei canoni
6.12. La risoluzione per modifiche innovative da parte dell’inquilino
6.13. La successione nel contratto
6.13.1. Successione ereditaria
6.13.2. Separazione e divorzio
6.14. La successione della famiglia di fatto
6.15. Sublocazione e cessione della locazione
6.15.1. Sublocazione totale e cessione del contratto
6.15.2. Sublocazione parziale e comodato
6.16. La posizione dell’acquirente dell’immobile locato
6.17. Locazione, fallimento e altre procedure concorsuali
6.17.1. Fallimento del locatore
6.17.2. Fallimento del conduttore
6.17.3. Locazione e concordato preventivo
6.18. Le spese accessorie della locazione
6.18.1. Le voci di spesa elencate nell’art. 9 della legge 392/1978
6.18.2. Altre voci di spesa
6.18.3. Spese accessorie e servizi condominiali
6.18.4. Le spese accessorie nelle locazioni libere e nelle locazioni concordate
6.19. Le modalità di pagamento delle spese
6.20. La prescrizione del credito per spese
6.21. Riscaldamento condominiale e diritti dell’inquilino
6.22. Breve casistica giurisprudenziale in materia di spese di riscaldamento
6.22.1. Riscaldamento negli edifici condominiali
6.22.2. Trasformazione o soppressione dell’impianto di riscaldamento
6.22.3. Riscaldamento negli edifici non condominiali
6.22.4. Termoregolazione e contabilizzazione del calore
6.23. Riparazioni straordinarie e spese di adeguamento degli immobili
6.24. La sicurezza degli impianti
6.25. Il deposito cauzionale
6.26. Il deposito cauzionale nei contratti ceduti e nelle sublocazioni
6.26.1. Natura giuridica della cauzione e disciplina vincolistica
6.26.2. Restituzione della cauzione a seguito della sublocazione e della cessione della locazione
7. La disciplina degli sfratti e dell’esecuzione per rilascio
7.1. La legge 431/1998 e l’abrogazione del d.l. 375/1998
7.2. La disciplina degli sfratti nella legge 431/1998
7.2.1. Il differimento dello sfratto per alcune categorie protette
7.2.2. Sfratti prioritari e provvidenze per gli sfratti
7.3. L’ulteriore proroga degli sfratti per le categorie protette (d.l. 32/2000)
7.3.1. La proroga minima di nove mesi
7.3.2. Assegnatario di alloggio di edilizia residenziale pubblica
7.3.3. Portatore di handicap
7.3.4. Malati terminali
7.3.5. Disoccupato
7.3.6. La rifissazione dello sloggio relativamente agli sfratti «necessitati»
7.4. Aspetti processuali della disciplina di cui alla legge 431/1998
7.4.1. L’opposizione al decreto di rifissazione dello sfratto
7.4.2. Giudice competente per l’opposizione
7.4.3. L’opposizione «per qualsiasi motivo» al decreto pretorile
7.4.4. L’opposizione al decreto di fissazione dello sloggio dopo il novellato art. 56 della legge 392/1978
7.4.5. Le modifiche alla procedura di esecuzione degli sfratti a opera della novella processuale 80/2005
7.5. Le ulteriori proroghe: dalla legge 388/2000 alla proroga di cui al d.l. 122/2002
7.5.1. La proroga degli sfratti di cui all’art. 80, comma 22, della legge 388/2000
7.5.2. La proroga di cui al d.l. 247/2001 (legge 4 agosto 2001, n. 332)
7.5.3. La proroga di cui al d.l. 450/2001 (legge 27 febbraio 2002, n. 14)
7.5.4. La proroga di cui al d.l. 122/2002 (legge 1° agosto 2002, n. 185)
7.6. Le proroghe successive: dal d.l. 147/2003 al d.l. 23/2006
7.6.1. D.l. 147/2003 (legge 1° agosto 2003, n. 200)
7.6.2. D.l. 240/2004 (legge 12 novembre 2004, n. 269)
7.6.3. D.l. 86/2005 (legge 26 maggio 2005, n. 148)
7.6.4. D.l. 231/2006 (legge 3 marzo 2006, n. 86)
7.7. Il ritorno all’antico: la proroga di cui alla legge 9/2007
7.8. Ulteriori proroghe
7.9. Il blocco degli sfratti (abitativi e ad uso diverso) nel periodo Covid
7.10. La nuova graduazione degli sfratti per morosità incolpevole (d.l. 102/2013)
7.11. Danni da ritardata riconsegna dell’immobile locato nel regime precedente
7.11.1. La sentenza n. 149/1992 della Corte Costituzionale nel quadro dei precedenti
7.11.2. La giurisprudenza successiva alla legge 359/1992
7.11.3. Danni da ritardata consegna nel regime della legge 61/1989
7.11.4. Danni da ritardata consegna nella legge 431/1998
7.11.5. Applicabilità delle nuove disposizioni ai giudizi in corso
7.11.6. Profili di incostituzionalità delle nuove disposizioni
7.11.7. La sentenza della Corte Costituzionale n. 482/2000
7.12. Mancato intervento della Forza Pubblica e risarcimento del danno
7.13. Il novellato art. 609 c.p.c.
7.14. L’equa riparazione per la ritardata esecuzione degli sfratti
Parte terza - Il regime delle locazioni ad uso diverso
8 La disciplina vigente della legge 392/1978
8.1. La disciplina vigente delle locazioni a uso diverso
8.1.1. Locazioni alberghiere
8.1.2. Attività teatrali
8.1.3. Immobili pubblici dati in concessione o in locazione
8.1.4. Aggiornamento del canone
8.1.5. Indennità per la perdita dell’avviamento commerciale
8.1.6. Diritto di prelazione
8.1.7 Il deposito cauzionale nelle locazioni ad uso diverso
8.2. La questione dell’applicabilità dei contratti in deroga alle locazioni commerciali
8.3. Le locazioni a uso diverso dopo la legge 431/1998
8.3.1. Regime delle nullità
8.3.2. La nullità per mancata o tardiva registrazione del contratto
8.3.3. Aggiornamento del canone
8.3.4. Rinuncia del conduttore a diritti già sorti
8.3.5. Abolizione del divieto della clausola compromissoria
8.4. Locazioni con canone superiore ai 250 mila euro (grandi locazioni)
8.5. Gli sfratti relativi alle locazioni non abitative
8.6. La registrazione dei contratti di locazione ad uso diverso e la comunicazione di cessione del fabbricato
9 Il regime contrattuale
9.1. Il regime contrattuale
9.1.1. Attività industriali, commerciali e artigianali
9.1.1.1. La cedolare secca al 21% nelle locazioni commerciali
9.1.2. Attività di interesse turistico
9.1.3. Attività alberghiere e attività teatrali
9.1.4. Locazione di immobile e affitto di azienda alberghiera
9.1.5. Attività abituali e professionali di lavoro autonomo
9.1.6. Attività ricreative, assistenziali, culturali e locazioni stipulate dagli enti locali in qualità di conduttore
9.1.7. Locazioni transitorie e temporary store
9.1.8. Attività stagionali
9.1.9. Attività relative a immobili complementari o interni a stazioni ferroviarie ecc. (art. 35)
9.1.10. Uso promiscuo e uso diverso da quello pattuito
9.1.11. Fattispecie problematiche in tema di locazioni a uso diverso
9.1.11.1. Aree nude
9.1.11.2. Locazione di terreni per la realizzazione di impianti fotovoltaici
9.1.11.3. Affitto di cava
9.1.11.4. Installazione di stazione radio sul lastrico condominiale
9.1.11.5. Lease back
9.1.11.6. L’affitto di punto vendita in un centro commerciale non è affitto di azienda
9.1.11.7. Locazione di immobile adibito ad albergo diurno
9.1.11.8. Il contratto di service e di coworking
9.2. Durata
9.2.1. Durata del contratto a seguito della mancata disdetta alla fine del dodicennio
9.2.2. Locazioni successive al 1° agosto 1978
9.2.3. Locazioni in corso al 1° agosto 1978
9.2.4. Locazioni transitorie
9.2.5. Locazioni stagionali
9.3. Gli obblighi manutentivi del locatore
9.4. Recesso del locatore
9.4.1. Recesso alla prima scadenza
9.4.1.1. Obbligo del primo rinnovo contrattuale
9.4.1.2. Motivi di recesso
9.4.1.3. Procedura di rilascio
9.4.2. Recesso per finita locazione
9.5. In particolare: il recesso nelle locazioni alberghiere
9.6. Recesso del conduttore per gravi motivi
9.7. Le sanzioni per la mancata occupazione dei locali dopo il recesso motivato del locatore
9.8. Canone e morosità
9.8.1. Scaglionamento dei canoni in misura crescente
9.8.2. Morosità
9.8.3. Il recupero delle imposte sui canoni non riscossi dall’inquilino moroso
9.8.4. Il credito di imposta del 60% per i conduttori commerciali a causa della pandemia e il credito per contratti di servizio a prestazioni complesse e di affitto di azienda
9.9. Aggiornamento del canone e legge 14/2009
9.9.1. Il previgente art. 32, legge 392/1978
9.9.2. Il riformato art. 32, legge 392/1978
9.10. Le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria
9.11. Sublocazione e cessione del contratto
9.11.1. La comunicazione
9.11.2. L’opposizione per gravi motivi
9.11.3. Solidarietà tra cedente e cessionario
9.11.4. La legge 310/1993 sulla cessione di azienda
9.12. Successione nel contratto
9.12.1. Morte del conduttore e successione degli aventi diritto
9.12.2. Morte dell’originario conduttore e uso plurimo da parte di più conduttori
9.12.3. Separazione e divorzio
9.13. Cambio di destinazione d’uso e risoluzione del contratto
10 Prelazione, riscatto, avviamento
10.1. I presupposti comuni alla prelazione, al riscatto e all’avviamento
10.1.1. Sussistenza di un contratto di locazione o di sublocazione ai sensi della legge 392/1978
10.1.2. La locazione deve avere a oggetto un’attività che comporti contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumatori
10.2. Prelazione in caso di vendita
10.2.1. Disciplina della prelazione nella vendita
10.2.2. Natura giuridica della comunicazione
10.2.3. Presupposti applicativi dell’art. 38 della legge 392/1978
10.2.4. Comunicazione in presenza di più conduttori
10.2.5. Prelazione del conduttore e vendita di quote
10.2.6. Titolarità del diritto di prelazione
10.2.7. Prelazione ex art. 38 della legge 392/1978 e prelazione ereditaria
10.2.8. Prelazione, vendite fallimentari ed esecuzioni immobiliari
10.2.9. Prelazione e permuta
10.3. Prelazione, vendita in blocco e vendita cumulativa
10.4. Prelazione e risarcimento danni
10.5. Riscatto
10.6. Prelazione in caso di nuova locazione
10.6.1. Natura giuridica della comunicazione
10.6.2. Diritti del precedente conduttore rispetto alla nuova locazione
10.7. Indennità di avviamento
10.7.1. Disciplina
10.7.2. Casi di esclusione dell’indennità di avviamento
10.7.3. Indennità suppletiva
10.7.4. Mancata corresponsione dell’indennità e diritto di ritenzione del conduttore
10.7.5. Mancata corresponsione dell’indennità di avviamento e opposizione all’esecuzione
10.7.6. Indennità di avviamento e attività transitorie o stagionali
10.7.7. La titolarità soggettiva del diritto all’avviamento
10.7.8. Inderogabilità della norma sulla indennità di avviamento
10.7.9. Prescrizione dell’indennità di avviamento
10.7.10. IVA e indennità di avviamento
Parte quarta - Cenni sulle disposizioni processuali
11 Cenni sulla disciplina processuale
11.1. Il processo delle locazioni dopo la riforma del processo civile
11.1.1. Le abrogazioni
11.1.2. Il procedimento di convalida di cui agli articoli 657 e ss. del codice di procedura civile
11.1.2.1. Gli effetti della Riforma del codice di procedura civile sul procedimento di convalida
11.1.3. Il procedimento speciale di cui all’art. 30 della legge 392/1978
11.1.4. La competenza territoriale e funzionale
11.1.5. La competenza funzionale dopo l’introduzione del Giudice unico
11.1.6. Il rito locatizio (art. 447-bis c.p.c.)
11.2. Rito locatizio e compatibilità con il processo ordinario
11.2.1. Rito locatizio ed ordinanze anticipatorie di condanna
11.2.2. Rito locatizio e procedimento ex art. 30 della legge 392/1978
11.2.3. Esecutorietà della sentenza di primo grado e condanna alle spese
11.2.4. Termine per la notifica dell’atto d’appello
11.2.5. La reconventio reconventionis nel rito locatizio
11.2.6. Pronuncia a seguito di discussione (art. 281-sexies c.p.c.) e sentenza parziale (art. 277 c.p.c.)
11.2.7. Opposizione all’ingiunzione da parte del fideiussore
11.3. Le azioni contro l’occupazione senza titolo
11.4. Processo delle locazioni e arbitrato
11.4.1. La riforma del processo civile in materia di arbitrato
11.5. Il cosiddetto arbitrato forense
11.6. Mediazione obbligatoria e controversie locatizie
11.6.1. Le novità riguardanti la mediazione in generale
11.7. Negoziazione assistita
11.7.1. Le novità della riforma del codice di procedura civile in punto di negoziazione assistita
Indice dei contratti e delle formule
Prontuario normativo e interpretazioni
