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ANALISI DEL BILANCIO PER LA GESTIONE EFFICIENTE DELLE IMPRESE

Analisi del bilancio per la gestione efficiente delle imprese

Analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle imprese per contrastare le minacce al business e i vari tipi di squilibri economici e patrimoniali

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Un ebook appena pubblicato dal titolo Analisi di bilancio per la gestione efficiente autore Arturo Gulinelli  si propone di offrire una visione dell’analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle imprese definendo il contesto dell’attività di impresa, le minacce al business, i vari tipi di squilibri economici e patrimoniali e il deficit economico e patrimoniale e la differenza tra i due concetti.

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1) Dalla premessa

L’incertezza economica causata dalla pandemia e ora dalla crisi Ucraina obbliga le imprese a fare uno sforzo di pianificazione e di previsione degli scenari futuri. L’analisi di bilancio prospettica e lo studio del posizionamento competitivo diventano armi indispensabili per stare in modo efficiente sul mercato.

Allo stesso tempo l’analisi storica delle performance permette al management di poter intervenire tempestivamente sulla gestione strategica dell’impresa e sul modello di business.

La scelta è quella di fornire degli spunti su alcune tematiche, trovando difficile poter approfondire ogni campo dell’analisi economica in un documento che si propone comunque lo scopo di essere di facile e immediata lettura. Quindi si è preferito segnalare gli aspetti ritenuti rilevanti e suggerire delle riflessioni ponendo l’accento sulle tematiche più controverse.

L’analisi del presente lavoro vuole condurre manager e professionisti ad una attenta lettura dei dati aziendali al fine di poter intercettare la crisi di impresa prima che questa diventi insolvenza, mentre per le imprese in fase di sviluppo e crescita accendere l’attenzione su tematiche importanti nella costruzione del business plan, nella gestione del rischio e dell’efficienza.

Saranno trattati sia modelli di analisi di bilancio per indici e flussi sia modelli economici di gestione delle imprese con riferimento alle tecniche di produzione da un punto di vista microeconomico. La gestione e la massimizzazione dei risultati, l’attività di ricerca e sviluppo e la gestione strategica dell’impresa. 

Da un punto di vista temporale viene affrontata sia l’analisi storica che quella prospettica, ricordando che l’analisi prospettica è basata su previsioni che spesso sono legate ad eventi esogeni e quindi sconta l’incertezza di cui l’ambiente economico, sia a livello micro che macro, è caratterizzato.

Il testo contiene osservazioni utili per comprendere ed evitare errori nell’analisi di bilancio e nella costruzione del budget.

È doveroso fare subito una precisazione, soffermandosi sulla la differenza tra squilibri e deficit.

Le norme recenti in tema di crisi di impresa, ad esempio, parlano sempre di squilibri; l’articolo 2 del D.Lgs. 14/2019 così recita: la crisi è lo stato di squilibrio economico-finanziario che rende probabile l'insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate. 

Anche il D.L. 118/2021, la riforma della crisi di impresa attuata dal governo Draghi, all’articolo 2 nel definire il percorso di uscita dalla crisi di impresa dice: l'imprenditore commerciale e agricolo che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o   economico-finanziario  che  ne   rendono probabile la  crisi  o  l'insolvenza,  può chiedere   al  segretario generale  della   camera  di  commercio,   industria,   artigianato   e agricoltura nel cui ambito  territoriale   si  trova  la   sede  legale dell'impresa la nomina di  un  esperto   indipendente  quando  risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dell'impresa.

Il fatto che il legislatore ha ritenuto opportuno usare il termine squilibrio e non deficit ha una sua ragione; lo squilibrio è essenzialmente momentaneo; anche il deficit può esserlo, ma il deficit fa presupporre una situazione di eccedenza o avanzo (o meglio di disavanzo o avanzo negativo) di un valore rispetto ad un altro.

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2) Le fonti: il bilancio e le altre informazioni

L’analisi di bilancio ha bisogno di fonti attendibili e dettagliate, ma gli scopi per le attività di analisi sono molteplici e quindi saranno diverse le modalità e gli approcci in funzione delle finalità perseguite.

Generalmente l’analisi di bilancio può essere effettuata da e per i seguenti motivi:

  • Direttamente dall’imprenditore per verificare l’andamento economico e patrimoniale, oppure per redigere un piano industriale. In questi casi chi fa l’analisi conosce l’oggetto da verificare e ha la disponibilità piena di dati e informazioni. L’analisi potrà essere puntuale e attendibile;
  • Da un concorrente dell’impresa per verificare il posizionamento e porre a raffronto i dati dei competitor con quelli di chi fa l’analisi. In tali circostanze i dati e le informazioni sono limitate ai bilanci e alle relazioni che si possono prelevare dal registro imprese; l’analisi è più difficoltosa e spesso è standardizzata;
  • Da un contraente (istituto di credito, controparte contrattuale per l’acquisto di aziende o rami e simili) che deve verificare il valore dell’impresa e determinare un prezzo o deve decidere circa la possibilità di accordare un affidamento. In questo caso le informazioni vengono direttamente dall’interessato e sono più complete di quelle che potrebbe trovare un concorrente ma meno complete di quelle di cui dispone l’impresa stessa; vi sono rischi di asimmetrie informative.

Il bilancio di esercizio in assenza di dettagli può non consentire un’analisi puntuale e precisa della situazione economica, patrimoniale e finanziaria. In ogni caso il bilancio depositato presso il registro delle imprese permette di effettuare un’analisi per indici che può aiutare a comprendere con buona approssimazione lo stato di salute di una realtà imprenditoriale.

In genere oltre al bilancio di esercizio occorrerebbe avere almeno le seguenti informazioni e documenti:

  • Situazione economico-patrimoniale dettagliata;
  • Partitari contabili;
  • Dettagli del sistema informativo aziendale, per comprenderne l’affidabilità;
  • Report dalla contabilità di magazzino;
  • Report dalla contabilità industriale;
  • Report dalla gestione industriale (utilizzo intensità macchinari, gestione delle tecniche produttive, ore macchina, consumo energia etc);
  • Situazioni dell’indebitamento bancario (o centrale rischi);
  • Estratti di ruolo per valutare eventuali situazioni debitorie fiscali;
  • Dettagli della situazione contributiva in essere con gli istituti previdenziali e assistenziali (il DURC non è sufficiente perché non evidenzia le rateazioni eventualmente in essere);
  • Stime dei valori dell’attivo se disponibili (per immobili, marchi, avviamento e simili);
  • Evidenza di eventuali circolarizzazioni dei crediti verso clienti;
  • Evidenza di eventuali circolarizzazioni verso gli studi legali, verso i fiscalisti e consulenti del lavoro per capire se esistono contenziosi e rischi legali e patrimoniali in essere;
  • Evidenza e relazioni degli organi di controllo e degli organi di vigilanza ex legge 231/2001.

Disponendo dei dati completi la prima cosa da fare prima di avviare l’analisi di bilancio è valutare se occorre fare delle rettifiche al bilancio.

Rettifiche che all’esito di opportune valutazioni eseguite dall’analista possano essere ritenute indispensabili per adeguare i valori contabili eliminando errori di stima o di contabilizzazione e iscrizione delle voci.

Le poste contabili da sottoporre, soprattutto relativamente allo stato patrimoniale, ad attenta verifica sono a mero titolo esemplificativo le seguenti:

  1. Immobilizzazioni materiali e immateriali. Sarà necessario valutare i piani di ammortamento e l’esistenza di valori contabili che non sono adeguati ai valori correnti, o perché ritenuti eccessivi o perché ritenuti inferiori a quelli attuali (ad esempio il valore dei terreni e fabbricati che non sono stati rivalutati e che risultano contabilizzati a valori inferiori al valore corrente, valutando anche l’impatto dell’inflazione su certi asset);
  2. Immobilizzazioni finanziarie per verificare la composizione e il valore dei valori iscritti. Valutare con attenzione l’esistenza e la tecnica di contabilizzazione dei derivati;
  3. Rimanenze. Il valore delle rimanenze (va verificato sia il metodo di valutazione che la giacenza fisica) è uno dei valori più importanti nei bilanci delle imprese commerciali e industriali. La sua analisi è determinante, perché è determinante capire se ci sono rettifiche da fare sui volumi o sui valori. Nel fare queste valutazioni può servire l’ausilio di tecnici che sono in grado di esprimere un giudizio sui beni e sul valore;
  4. Crediti commerciali. Per il  controllo dei crediti è opportuno ricorrere alle tecniche di revisione contabile; quindi effettuare delle circolarizzazioni (comprendendo anche gli studi legali) per capire se il valore stanziato in bilancio dei crediti (e di eventuali fondi) è adeguato o devono essere stimate perdite non contabilizzate. Andranno esaminati anche i debiti commerciali con le stesse tecniche;
  5. Crediti tributari. Occorre verificare l’esistenza dei crediti e la loro compensabilità o rimborsabilità. Inoltre è indispensabile verificare attentamente le poste accese ai crediti per imposte anticipate, accertandosi che l’impresa possa giustificare anche con un adeguato piano pluriennale di poter conseguire utili fiscali e recuperare così questi crediti;
  6. Altri crediti e altri debiti. Spesso nella voce altri crediti come in quella altri debiti possono essere iscritte voci contabili che non si vuole porre in evidenza; sarà necessario riscontrarne la natura, la consistenza e l’attualità;
  7. Attività finanziarie non immobilizzate. Queste voci sono più semplici da controllare, perché dovrebbero riferirsi a strumenti e consistenze finanziarie certe e riscontrabili da appositi documenti e contratti in possesso della società, come anche i debiti finanziari;
  8. Ratei e risconti attivi e passivi. Le poste dovranno essere esaminate congiuntamente con le corrispondenti poste di conto economico (costi e ricavi) da cui derivano.

Andranno sottoposte a verifica di esistenza anche le poste contabili relative alle liquidità, alle passività finanziarie a breve e medio lungo termine (= esaminare i piani di ammortamento, le consistenze fisiche e l’esistenza di eventuali interessi moratori e di contenziosi, il sistema della garanzie).

Anche le poste di crediti e debiti verso soci e società controllate, controllanti e collegate sono di estrema importanza. Ancor più rilevanti sono i rapporti che hanno generato questi valori (politiche di prezzo infragruppo etc).

Le verifiche sul conto economico sempre a titolo meramente esemplificativo dovranno riguardare soprattutto la competenza dei costi e dei ricavi, le tecniche di contabilizzazione delle rimanenze su lavori in corso, la gestione dei costi straordinari e la loro contabilizzazione, le imposte di esercizio e le imposte differite e anticipate, le riconciliazioni dei costi del personale con la contabilità del personale. 

Sarà opportuno evidenziare in modo puntuale i ricavi e i costi non caratteristici per distinguerli e toglierli, nell’analisi ad esempio del MOL, dai valori della gestione caratteristica.

Le rettifiche, in genere, riguardano i valori patrimoniali; può capitare comunque di dover rettificare i valori del conto economico per difetti di competenza o per errate stime e in quel caso la contropartita delle rettifiche sarà il patrimonio netto.

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3) Indice

Premesse

1. Il concetto di deficit e la differenza con gli squilibri

1.1 Le possibili definizioni di deficit

1.2 Il deficit patrimoniale

1.3 Il deficit finanziario e le differenze con gli squilibri finanziari

1.4 Il deficit economico e le differenze con gli squilibri economici

1.5 La gestione degli squilibri economici e patrimoniali-finanziari

2. L’analisi di bilancio le fonti e le riclassificazioni dei bilanci

2.1 Le fonti: il bilancio e le altre informazioni

2.2 La Riclassificazione del bilancio per l’analisi

2.3 La riclassificazione del conto economico

2.3 Il costo del venduto

2.4 La riclassificazione dello stato patrimoniale

3. La gestione dell’impresa e l’analisi di bilancio per indicatori

3.1 Cos’è l’impresa

3.2 Un indicatore di efficienza economico: la leva operativa

3.3 La gestione degli investimenti e l’indebitamento

3.3.1 Il livello di indebitamento ottimale

3.3.2 Il rapporto tra indebitamento e costo del capitale

3.4 Analisi del MOL

4. Le diverse tipologie di analisi e di indicatori

4.1 Gli indicatori complessi e l’analisi per indici

4.2 Gli indici economici e la relazione tra ROI e ROE e ROS

4.3 Il ROE e la leva finanziaria

4.4 Lo studio del conto economico e il punto di equilibrio: il BEP

4.5 Gli indici di efficienza produttiva

4.6 Gli indici patrimoniali

4.7 Gli indici finanziari

4.8 Il DSCR: la sostenibilità del debito finanziario

4.9 L’analisi dei flussi finanziari

4.10 Il limite dell’analisi prospettica

5. L’analisi dei costi dell’impresa

5.1 La natura dei costi: definizioni ed esempi di costi fissi e variabili

5.2 L’imputazione dei costi il direct costing e il full costing

5.3 La determinazione del prezzo di vendita: il metodo del cost Plus

6. L’autofinanziamento, il capitale autogenerato e rigenerato
7. La ricerca empirica e i dati in tema di analisi di bilancio

7.1 La creazione del valore

8. Le linee guida dell’EBA del giugno 2021 per gli intermediari

8.1 Prestiti a microimprese e piccole imprese

8.2 Uso eccessivo della leva finanziaria

8.3 La finanza di progetto

8.4 La revisione dei prestiti

9. La produttività, una misura per lo sviluppo delle imprese

Conclusioni

Appendice al testo

La nuova PFN 

Le nuove norme di default “bancarie” attive dal 1.1.2021

Riflessioni sull’indicatore della crisi di impresa introdotto dal D.L. 118/2021 

Appendice matematica

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