Speciale Pubblicato il 27/08/2011

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La pensione delle donne dopo la manovra di ferragosto

di On. Servidori Alessandra Consigliera Nazionale di Parità

L’eta’ delle donne per andare in pensione sarà di 65 anni ma solo dal 2028 . L’aumento è graduale a partire dal 1 gennaio 2016



L’accelerazione della instabilità globale e la interdipendenza del nostro Paese agli altri coinvolti in questa tempesta economica ha comportato l’anticipazione di provvedimenti utili al risanamento per lo sviluppo peraltro già in parte avviati con il decreto precedente nella continuità della scelta operata : meno Stato più società. Nel decreto pubblicato in GU n.188 del 13 agosto 2011 il provvedimento è contenuto nell'art.1 del titolo I.

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Gradualmente si innalza in limite per la pensione delle donne


Titolo I art1 - Disposizioni per la riduzione della spesa pubblica - che prevede al comma 20 l’anticipazione del passaggio a 65 anni dell’età di vecchiaia per le donne.
L’equiparazione per le donne del pubblico impiego è già scattata la scorsa estate innalzando il requisito a 65 anni di età a partire dal 2012.
Ora è il turno delle donne del settore privato,cui è stato offerto un percorso che andrà a regime solo nel 2028, termine appunto anticipato rispetto al 2032 previsto con il decreto del 13 agosto 2011 n.138-Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo.
Pertanto, a decorrere dal 1 gennaio 2016 per le lavoratrici iscritte all’INPS il requisito dei 60 anni per l’accesso alla pensione di vecchiaia è incrementato:
Peraltro, prendendo in considerazioni alcuni Paesi Europei, mentre in Italia l’età di pensionamento di vecchiaia è nel pubblico impiego sia per donne che per uomini dal 2012 a 65 anni di età e nel settore privato è stata operata con la manovra l’accelerazione dell’equiparazione, in Spagna è già per tutti a 65 anni e in Germania è sempre per tutti - uomini e donne - fissata a 67 anni.
Si tenga conto poi che in Italia l’età media effettiva di pensionamento è attualmente 61,5 anni per gli uomini e 60 per le donne, in Germania è 61,6 per gli uomini e 59,9 per le donne; in Spagna è 62,6 per gli uomini e 59,5 per le donne. Infatti quando l’Unione Europea invita ad alzare l’età pensionabile si riferisce sempre a quella effettiva che per una serie di ragioni (pensionamenti anticipati, invalidità ecc.) è generalmente più bassa di quella prevista dalle norme ed essendosi allungata l’aspettativa di vita tutto ciò comporta una fruizione più lunga del trattamento pensionistico, con riflessi pesanti sull’equilibrio del sistema che si riflettono sulle giovani generazioni.


TAG: Pari opportunità e Politiche del lavoro femminile