Mercoledì 16 marzo 2016, nell’incontro dell’Agenzia delle Entrate con le organizzazioni di categoria sugli studi di settore, sono stati presentati i dati emersi dall’analisi dei risultati dell’applicazione del regime premiale degli studi di settore (introdotto dall’articolo 10 del D.L. n. 201/2011) per il periodo d’imposta 2014. L’analisi ha registrato un aumento del numero degli studi di settore ammessi al regime premiale, che dal 2011 al 2014 è passato da 55 a 157, e una crescita della platea dei potenziali contribuenti interessati da circa 605mila a più di 2,1 milioni. In aumento sono anche i redditi medi dichiarati dai soggetti che accedono al regime premiale che, dal 2011 al 2014, passano da 49mila a 51mila euro, mentre quelli dichiarati da tutti i soggetti potenzialmente interessati si riducono, passando da 26mila a 22mila euro.
Al regime premiale possono accedere i contribuenti che dichiarano ricavi o compensi pari o superiori a quelli risultanti dall’applicazione degli studi di settore, che hanno regolarmente assolto gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi e che risultano coerenti e normali con gli specifici indicatori previsti dai decreti di approvazione. Tali contribuenti possono beneficiare dell’esclusione dagli accertamenti analitico-presuntivi, della riduzione di un anno dei termini di decadenza per l’attività di accertamento e della possibilità di determinazione sintetica del reddito complessivo, solo nel caso in cui lo stesso ecceda di almeno un terzo quello dichiarato (invece che di un quinto come ordinariamente previsto).