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ACCESSO NELLA RESIDENZA-STUDIO DEL COMMERCIALISTA SOLO CON AUTORIZZAZIONE - CORTE DI CASSAZIONE, SENT. N. 6908 DEL 25 MARZO 2011

Accesso nella residenza-studio del commercialista solo con autorizzazione - Corte di Cassazione, sent. n. 6908 del 25 Marzo 2011

E’ nullo l’avviso di accertamento notificato nei confronti di una società contribuente fondato sulla documentazione acquisita presso l’abitazione-studio del commercialista, sua residenza anagrafica, senza l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica.

Ascolta la versione audio dell'articolo
IL CASO
La vicenda trae origine da un avviso di irrogazione sanzioni per infedele dichiarazione ad una società contribuente.
La società contribuente propone ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale che non lo accoglie.
Avverso la sentenza della Ctp, la società proponeva ricorso dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale che, riformando la pronuncia di primo grado, accoglieva il ricorso della società, sostenendo che l’acquisizione della documentazione fondante la rettifica era illegittima in quanto avvenuta presso l’abitazione-studio del commercialista senza alcuna autorizzazione.
Avverso la sentenza di secondo grado, il Ministero dell’economia e delle finanze e l'Agenzia delle entrate propongono ricorso per Cassazione che rigetta il ricorso.

In particolare la ricorrente Amministrazione aveva presentato un unico e complesso motivo sostenendo:
• a livello procedurale, che la censura accolta dalla CTR sarebbe stata inammissibilmente formulata per la prima volta in appello;
• che il luogo di rinvenimento della documentazione sarebbe stato lo studio del professionista dove lo stesso aveva la sola residenza anagrafica ma non l'abitazione.

La Corte analizza i due aspetti e considera che sotto il profilo procedurale il ricorso è inammissibile per difetto di autosufficienza: infatti sostiene che non è stato riportato il ricorso introduttivo al fine di dimostrare che la censura accolta dalla Commissione Tributaria Regionale non era stata in quella sede formulata.

Nel merito la Corte ha fatto riferimento all’art. 52, D.P.R. n. 633/1972 che stabilisce come i verificatori, al fine di poter accedere ai luoghi destinati all’esercizio di attività commerciali, agricole o professionali per eseguire controlli, devono essere muniti di un'apposita autorizzazione del capo dell'ufficio di diretta dipendenza; se si tratta di locali adibiti anche ad abitazione, è indispensabile l'autorizzazione del Procuratore della Repubblica.
Partendo da questo dato legislativo, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso, considerando che, nel caso di specie, a nulla rileva il fatto che si tratti solo di luogo destinato a residenza anagrafica e non anche ad abitazione.

E’ utile notare comunque, è giurisprudenza costante quella che considera come l’inutilizzabilità delle prove raccolte in caso di illegittimità dell’autorizzazione dell’accesso domiciliare “non abbisogna di un'espressa disposizione sanzionatoria, derivando dalla regola generale secondo cui l'assenza di un presupposto del procedimento amministrativo infirma tutti gli atti nei quali si articola” (Corte di Cassazione, Sezioni Unite, sentenza nr. 16424/02).

1) Commento alla Sentenza della Corte di Cassazione n. 6908 del 24 Marzo 2011

Per  il testo integrale della sentenza scarica il documento completo al seguente link:
Accesso nella residenza-studio del commercialista solo con autorizzazione - Sent. Cass. n. 6908/2011
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