News Pubblicata il 11/08/2023

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Emergenza pensioni per i giovani: assegno da mille euro a 74 anni

di Redazione Fisco e Tasse

Una ricerca del Consiglio nazionale giovani - Eures lancia l'allarme: under 35 in pensione a 74 anni con 1.099 euro, il minimo in Europa. Urge una pensione di garanzia



Pensione sogno impossibile per i giovani italiani: dagli ultimi dati emerge che gli under 35 arriveranno a  quasi 74 anni per maturare un assegno pensionistico di 1577 euro lordi al mese, ossia 1099 euro  netti. 

Sono i calcoli di una ricerca del Consiglio nazionale Giovani, organo consultivo della presidenza del Consiglio  tramite l'istituto "EURES ricerche economiche e sociali" presentato l'8 agosto a Roma .

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 La  Presidente MC Pisani  nell'illustrare la ricerca  "Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani. Quali risposte all’inverno previdenziale”  chiede alle istituzioni più attenzione e  un dibattito approfondito sul tema  che può portare ad un emergenza sociale  di qui a 30 anni:

 “La crescente precarizzazione e discontinuità lavorativa, associata a retribuzioni basse e mancanza di garanzie sociali, colpisce in particolare i giovani e le donne, rendendo più difficile il loro percorso di ingresso nel mercato del lavoro, la stabilità contrattuale e i livelli retributivi”.

“Tutto questo comporta un impatto significativo sulla situazione previdenziale futura dei giovani”, ha sottolineato Pisani. “La questione demografica e il passaggio al sistema ‘contributivo puro’ mettono ulteriormente a rischio la sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Questa tendenza impone ai cittadini di lavorare più a lungo per ricevere pensioni meno generose rispetto alle generazioni precedenti.” " Secondo l’analisi di EURES, ha proseguito la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani,  “la combinazione di discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 determinerà un ritiro dal lavoro solo per vecchiaia, con importi pensionistici prossimi a quello di un assegno sociale. Una situazione che sarà socialmente insostenibile”.

I dati  illustrati nella presentazione della ricerca parlano chiaro 

Questo nonostante secondo  Eurostat, la spesa pensionistica in Italia rappresentasse il 17,6% del PIL nel 2020, il secondo più alto nell’UE27 dopo la Grecia, e molto superiore alla media dell’UE27 del 13,6% e che continua a salire .

Inoltre  secondo OCSE  i giovani entrati nel mondo del lavoro nel 2020 all’età di 22 anni in Italia raggiungeranno l’età pensionabile solo a 71 anni, il dato più alto tra i principali Paesi europei.

Va sottolineato il collegamento del trattamento pensionistico con l'importo delle retribuzioni delle giovani  generazioni  molto più basso  rispetto alla media della popolazione lavorativa:

under 25stipendio medio 8824 euro 40% della retribuzione media 
lavoratori tra 25 e 34 annistipendio medio 17.07678% della  retribuzione media

 e con l'incidenza di contratti a termine e atipici che è passata:

Solo nell'ultimo anno i contratti a tempo indeterminato hanno ripreso a crescere.

La ricerca evidenzia  in sostanza che il modello di calcolo delle pensioni  puramente contributivo è sostenibile solo se inserito in un mercato del lavoro basato su stabilità e crescita retributiva, cosa lontana dalla realtà attuale con carriere frammentarie, che iniziano tardi. e si svolgono anche all'estero  Aspetti oltremodo rilevanti per le donne.  

Uno dei relatori , il consigliere Fortuna ha  affermato “Alla luce di questi dati, come Consiglio nazionale dei giovani, continuiamo ancora una volta a rivendicare l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani che preveda strumenti di sostegno e copertura al monte contributivo per i periodi di formazione, discontinuità e fragilità salariale dei giovani. Interventi cui dovranno accompagnarsi, se non si vuole ignorare il rischio di povertà cui sono esposte intere generazioni, modifiche strutturali che consentano un acceso stabile e di qualità nel mercato del lavoro restituendo, peraltro, sostenibilità a un modello previdenziale a scambio generazionale.

“Questa tendenza è inoltre preoccupante per la società nel suo complesso, minacciando la competitività e il benessere futuro del nostro Paese nei prossimi anni”, ha concluso la Presidente  Maria Cristina Pisani. “Abbiamo bisogno di un dibattito nazionale più aperto e inclusivo sulle pensioni. È una questione di giustizia intergenerazionale e di sostenibilità del nostro sistema sociale”.

La palla passa ora a parti sociali e Governo impegnati nel prossimo mese di settembre al tavolo di discussione sulla riforma delle pensioni 2024,  ancora spesso occupate a studiare  pensioni anticipate per le generazioni già garantite dal sistema  rispetto a una prospettiva tanto diversa , e preoccupante,  per le giovani generazioni.


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Fonte: CNG Consiglio Nazionale Giovani



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