News Pubblicata il 27/08/2019

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Straordinari: la Corte UE ordina controlli oggettivi

Sentenza del 14 maggio 2019 - Causa C-55/2018: per la misurazione dell'orario svolto i datori devono garantire sistemi «oggettivi, affidabili e accessibili»



Con Sentenza del 14 maggio 2019 - Causa C-55/2018  la sezione grande della Corte di Giustizia UE ha stabilito che ciascuno Stato membro debba prevedere l'obbligo per  i  datori  di lavoro   di avere sistemi «oggettivi, affidabili e accessibili» che consentano la misurazione della durata dell’orario di lavoro giornaliero svolto da ciascun lavoratore.  Il  giudizio era stato promosso da un sindacato contro un istituto di credito, responsabile di non fornire informazioni precise sulle ore di lavoro straordinario effettuate dai lavoratori. 

Cio che viene richiesto non è tanto  un sistema di rilevazione delle presenze  che molti paese Italia compresa prevedono già ( v. articolo 4 dello Statuto dei lavoratori),  ma un sistema che possa costituire una prova di tutte le  ore di lavoro svolte, compresi ovviamente gli straordinari. Infatti la Corte non nomina la normativa già in vigore nei vari stati  ma   si rifa alle direttive comunitarie   che  lo considerano utile per  un vero  «miglioramento della sicurezza, dell’igiene e della salute dei lavoratori»  (direttiva comunitaria 2003/88/Ce)   che è uno dei cardini fondanti della legislazione europea .

A questo fine pare di capire che la Corte consideri sostanziale misurare con precisione le ore di straordinario , con un sistema oggettivo,   che possa costituire prova in giudizio per il lavoratore che chiede il pagamento di straordinario non riconosciuti  ma spesso non ha elementi oggettivi da provare a supporto della propria dichiarazione, contrapposta a quella dell'azienda.  Ad oggi l’articolo 5 del Dlgs 66/2003 ( che attua la direttiva )  in tema di lavoro straordinario prescrive solo che deve  "essere computato a parte e compensato con le maggiorazioni retributive previste dai contratti collettivi di lavoro».

Un novità legislativa  di questo genere potrebbe portare  a un aumento dei costo per il personale  sia per la necessità di introdurre  nuovi sistemi che per per la diminuzione delle ore lavorate in totale . 

A pagare il prezzo maggiore, nota il Sole 24 Ore, sarebbero ovviamente le piccole imprese dove solitamente  non esistono misurazioni oggettive dell'orario di lavoro svolto. Vanno evidenziate anche le difficoltà di applicazione nelle aziende di maggiori dimensioni che spesso utilizzano lo smart working , il sistema flessibile che consente il lavoro fuori dalla sede aziendale e per il quale misurare il tempo-lavoro è già complicato oggi .

Fonte: Corte di Giustizia Europea


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Corte UE sentenza C-55-2018 straordinari

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