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I PUNTI ESSENZIALI DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA TRIBUTARIA

I punti essenziali della riforma della giustizia tributaria

Recentemente pubblicata la Relazione finale della Commissione per la riforma della giustizia tributaria che raccoglie i punti salienti che guideranno la riforma

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Lo scorso aprile era stata istituita una Commissione interministeriale che avrebbe dovuto analizzare la situazione del sistema del contenzioso tributario e formulare proposte concrete per ridurre l’arretrato accumulato e la durata dei processi.

Se la durata del procedimento è una questione interna al processo stesso, per quanto riguarda l’arretrato accumulato i fattori che lo hanno determinato sono di varia origine.

Il riordino del sistema delle commissioni tributarie, con la soppressione della Commissione tributaria centrale, ha generato un eccesso di contenzioso a carico delle Commissioni tributarie regionali, che non è stato semplice da gestire per un sistema così snello.

A ciò si aggiunge la peculiare abitudine italiana a portare avanti il processo tributario, da parte di entrambe le parti del contenzioso, le cui motivazioni non risiedono nel costume nazionale, ma sono conseguenza delle particolari caratteristiche del sistema fiscale italiano, tendenzialmente fumoso e interpretabile.

Alla fine di giugno scorso la Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria ha pubblicato la sua “Relazione finale”: qui è analizzata la situazione attuale e sono avanzate delle propostele quali costituiranno i punti essenziali di quella che sarà la riforma della giustizia tributaria, inserita nel più grande contesto della generale riforma della giustizia, che costituisce una delle riforme fondamentali previste dal PNRR.

La Commissione, rilevando le difficoltà a mettere in paragone il sistema italiano con quello di altri paesi europei, dove sistemi snelli funzionano grazie a un più limitato ricorso delle parti al processo tributario, analizza le motivazioni che stanno alla base del deficit di efficienza, individuate nelle seguenti criticità:

  • la notevole complessità e variabilità delle normative, che influisce negativamente sulla certezza del diritto;
  • l’insufficiente conoscenza della giurisprudenza di merito;
  • l’eccessiva durata del processo tributario;
  • l’insufficiente specializzazione dei giudici;
  • le dimensioni quantitative del processo tributario;
  • la diffusa percezione di una imperfetta indipendenza dei giudici tributari.

Partendo dall’evidenza della necessità di una riforma della giustizia tributaria che sia strutturale, la Commissione individua alcuni pilastri che, insieme, costituiranno le fondamenta della prossima riforma della giustizia tributaria:

  • ampliare il contraddittorio e il ricorso all’autotutela;
  • migliorare l’efficienza degli strumenti deflattivi del contenzioso;
  • colmare il deficit informativo sulla giurisprudenza tributaria;
  • rafforzare la specializzazione dei giudici tributari, consolidandone al tempo stesso l’indipendenza;
  • apprestare migliori difese processuali degli interessi in gioco;
  • migliorare l’offerta di giustizia all’interno del giudizio di legittimità.

Appare facilmente evidente come alcune di queste previsioni rappresentano delle ipotesi di aggiustamento o di irrobustimento di strumenti già presenti nel sistema del contenzioso tributario, ma che non funzionano come il legislatore avrebbe voluto, specie per quanto riguarda la fase pregiudiziale, che dovrebbe aiutare a snellire una parte del potenziale carico processuale.

In qualche modo legato a questa esigenza, ma rispondente anche alla necessità di una maggior tutela degli interessi dei contribuenti, è l’ipotesi di inserire il contraddittorio in forma obbligatoria nello Statuto del Contribuente, con la quale si prevederebbe la nullità degli atti di accertamento in assenza di preventiva convocazione del contribuente.

Per il resto il fulcro della riforma è rappresentato dal ruolo dei giudici tributari: dato che oggi, nel contesto italiano, una giustizia tributaria snella non sembra funzionare, comincia a prende corpo l’ipotesi, sostenuta da molti anni dai professionisti del settore, della professionalizzazione dei giudici tributari e dell’istituzione di una sezione specializzata presso la Corte di Cassazione, in alternativa al rafforzamento dell’attuale sistema.

Allegato

Relazione MEF riforma giustizia tributaria

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