Codice dell’edilizia e delle costruzioni: in CdM lo schema di delega al Governo
Lo Schema del Disegno di legge delega al Governo per riordinare edilizia, sicurezza delle costruzioni e procedimenti: semplificazioni su titoli, sanatorie, destinazioni d’uso
Forma Giuridica: Normativa - Disegno di Legge
Numero del
03/12/2025
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Pubblichiamo la Schema del Disegno di legge delega al Governo per l'adozione del Codice dell'Ediliza e delle costruzioni per il riordino e la semplificazione della normativa in materia di edilizia e costruzioni, attualmente approdato in Consiglio dei Ministri. Le principali novità introdotte dal provvedimento riguardano:
- definizione dei livelli essenziali delle prestazioni,
- riordino dei titoli edilizi,
- disciplina delle sanatorie edilizie,
- gestione degli abusi edilizi antecedenti al 1967,
- semplificazione e riordino dei cambi di destinazione d’uso,
- aggiornamento del regime di edilizia libera,
- misure per la rigenerazione urbana.
Lo schema approdato in Consiglio dei ministri avvia il percorso per la nascita del futuro Codice dell’edilizia e delle costruzioni, tramite una delega al Governo che dovrà tradursi, entro termini definiti, in uno o più decreti legislativi di riordino e semplificazione dell’attuale disciplina.
1) Che cosa prevede la delega: un “Codice” al posto della frammentazione attuale
Il provvedimento affida al Governo il compito di adottare, entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, i decreti legislativi che istituiranno il Codice, con l’obiettivo di una riforma organica della normativa edilizia e della sicurezza delle costruzioni. La delega punta espressamente a sostituire e riordinare, tra le altre, le principali fonti oggi di riferimento:
- D.P.R. 380/2001,
- L. 1086/1971
- e L. 64/1974,
includendo anche disposizioni urbanistiche “strettamente afferenti” all’edilizia e norme di coordinamento con settori collegati (beni culturali e paesaggio, profili sanitari, fiscali e discipline settoriali incidenti).
È inoltre previsto un raccordo con la normativa vigente sulla ricostruzione post-calamità, espressamente fatta salva.
2) Criteri direttivi su titoli edilizi, procedure e regole uniformi
Lo schema detta un elenco articolato di principi e criteri direttivi che guideranno i decreti delegati. Tra i punti più rilevanti:
- Testo normativo unico e omogeneo: riordino di tutte le disposizioni su edilizia e disciplina tecnica delle costruzioni, con raccordo a idrogeologico, barriere architettoniche, sostenibilità ambientale, stabilità e sicurezza.
- Superamento di duplicazioni e incongruenze: obiettivo esplicito è eliminare sovrapposizioni e antinomie, favorendo completezza e immediata applicabilità (anche tramite allegati tecnici aggiornabili).
- Individuazione di livelli essenziali delle prestazioni (LEP): con indicazioni molto concrete su standard minimi validi su tutto il territorio nazionale, tra cui:
- un unico punto di accesso per il privato per tutte le vicende del titolo edilizio;
- principio “once only”: divieto di richiedere documenti/dati già in possesso della PA;
- requisiti inderogabili per stato legittimo dell’immobile;
- correlazione chiara tra categorie di intervento e titoli abilitativi;
- regole uniformi su vigilanza, tolleranze/scostamenti e sanatorie.
Titoli abilitativi e edilizia libera
I decreti dovranno rivedere e razionalizzare l’architettura dei titoli (CILA, SCIA, permesso di costruire), puntando a proporzionalità rispetto all’impatto dell’intervento e a una maggiore certezza dei tempi, soprattutto nei procedimenti con più amministrazioni coinvolte. È prevista anche una revisione del perimetro dell’edilizia libera, includendo gli interventi privi di significativa rilevanza urbanistico-edilizia e introducendo semplificazioni mirate (con attenzione al coordinamento con i vincoli culturali e paesaggistici).
3) Sanatorie, difformità, demolizioni e condoni non conclusi: regole più uniformi
Una parte molto ampia della delega riguarda la gestione delle difformità edilizie e delle sanatorie, con l’obiettivo di:
- definire una classificazione nazionale delle tipologie di difformità e delle tolleranze;
- fissare soglie e criteri oggettivi per ridurre incertezza interpretativa;
- semplificare i procedimenti di regolarizzazione, con attenzione agli abusi molto risalenti (anche antecedenti alla L. 765/1967) e con possibili condizioni di messa in sicurezza/adeguamento alle norme tecniche;
- rafforzare gli strumenti per l’effettività delle demolizioni in caso di inerzia comunale, anche con meccanismi sostitutivi e criteri di priorità;
- stabilire termini e modalità per chiudere i procedimenti relativi alle istanze di condono presentate ma non definite (L. 47/1985, L. 724/1994, L. 326/2003), al fine di arrivare a una “data certa” di conclusione delle istruttorie.
4) Destinazione d’uso, contributo di costruzione, agibilità e digitalizzazione
Lo schema prevede anche:
- riordino della disciplina sui mutamenti di destinazione d’uso (anche con regole standard nazionali e distinzione netta tra cambi senza opere e con opere/titolo);
- revisione dei criteri di onerosità e della disciplina del contributo di costruzione, con attenzione a rigenerazione urbana e contenimento del consumo di suolo;
- semplificazione della disciplina dell’agibilità (segnalazione certificata e documentazione);
- impulso alla digitalizzazione e interoperabilità delle banche dati, fino all’istituzione progressiva di una anagrafe/fascicolo digitale delle costruzioni.
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Testo Unico Edilizia - Ddl delega del 03.12.2025