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ASSUNZIONE RICERCATORI: NUOVA AGEVOLAZIONE NELLA LEGGE 79 2025

Assunzione ricercatori: nuova agevolazione nella legge 79 2025

Nella conversione del DL 45 in legge 79 2025 nuovo credito d’imposta da 10mila euro per assunzioni di ricercatori entro il 31.12.2026. Novità anche per le carriere universitarie

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E' stata pubblicata il 6 giugno 2025 la legge di conversione  del decreto-legge n. 45/2025 (PNRR Scuola),  che contiene un nuovo credito d’imposta da 10mila euro per chi assume un ricercatore o un ex dottorando. 

Questa agevolazione sostituisce il precedente sgravio contributivo biennale da 7.500 euro, ritenuto poco efficace, considerando che finora è stato utilizzato da una sola azienda.  Occorre attendere un decreto attuativo del ministero dell'Università per le modalità di richiesta e applicazione 

Nella legge sono presenti ulteriori novità per la carriera accademica. Vediamo  di seguito tutti i dettagli.

1) Nuovo incentivo assunzione ricercatori 2025: requisiti e condizioni

La norma relativa all’agevolazione per l’assunzione di ricercatori da parte delle imprese è contenuta nell’articolo 3-septies del decreto-legge 7 aprile 2025, n. 45, coordinato con la legge di conversione 5 giugno 2025, n. 79

A partire dal 1° luglio 2025 e fino al 31 dicembre 2026, le imprese che assumono a tempo indeterminato almeno un giovane ricercatore possono beneficiare di un’agevolazione fiscale, sotto forma di credito d’imposta pari a 10.000 euro per ciascuna persona assunta.

Questa misura è destinata a chi assume personale in possesso di:

  • un dottorato di ricerca, oppure
  • un contratto, attuale o passato, come ricercatore a tempo determinato ai sensi degli articoli 22 o 24 della legge n. 240/2010.

Il credito d’imposta:

  • è concesso dal Ministero dell’università e della ricerca tramite una specifica procedura (che sarà regolata da un decreto ministeriale),
  • può essere usato esclusivamente in compensazione tramite modello F24,
  • non concorre alla formazione del reddito d’impresa né alla base imponibile IRAP.

Il beneficio:

  • non è soggetto ai limiti ordinari dei crediti d’imposta (quelli fissati, ad esempio, dalla legge finanziaria 2007 o dalla legge 388/2000),
  • è fruibile fino al 31 dicembre 2026,
  • è concesso nei limiti delle risorse disponibili stabilite dalla norma.

L’obiettivo della misura è promuovere l’occupazione qualificata giovanile e il rafforzamento del legame tra mondo accademico e imprese, nel quadro dell’attuazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), in particolare l’Investimento 3.3 della Missione 4, Componente 2.

Il Ministero dell’università e della ricerca (MUR) dovrà quindi  emanare un decreto ministeriale attuativo che:

  • definisca i criteri e le modalità per la richiesta e concessione del credito d’imposta;
  • disciplini l’eventuale presentazione delledomande da parte delle imprese;

precisi le modalità di utilizzo del credito e i controlli.

Il testo precisa anche che il credito sarà concesso nei limiti delle risorse stanziate, perciò è probabile che il decreto specifichi anche il criterio cronologico di accesso (es. “fino ad esaurimento fondi”).

ATTENZIONE Non è indicata una scadenza precisa per l’emanazione del decreto, ma poiché l’agevolazione parte dal 1° luglio 2025, il decreto attuativo dovrebbe teoricamente  essere pubblicato prima di quella data per permettere alle imprese di accedere concretamente al beneficio.

Qui il testo coordinato della legge di conversione del dl 45 2025

2) Nuove figure per il pre-ruolo universitario e salvaguardia progetti europei

Oltre agli incentivi per l’assunzione nel privato, il decreto PNRR Scuola convertito in legge  interviene anhe su un altro fronte strategico: quello della carriera universitaria. 

Grazie a un emendamento approvato in Senato, vengono introdotte due nuove tipologie contrattuali per il cosiddetto “pre-ruolo”, cioè il periodo intermedio tra il dottorato e l’accesso a un posto stabile da ricercatore o professore. Oltre al contratto di ricerca, già previsto dal 2024, ora sarà possibile attivare anche incarichi “di ricerca” e “post-doc”, con durata annuale rinnovabile fino a un massimo di tre anni, riservati a ex dottorandi e specializzandi.

Potranno comprendere attività di ricerca, didattica e cosiddetta “terza missione” (cioè il trasferimento della conoscenza al territorio e al sistema produttivo). 

Un aspetto particolarmente apprezzato dalla comunità scientifica è la possibilità, espressamente prevista, di utilizzare questi nuovi contratti per partecipare ai bandi europei, in particolare quelli legati al programma MSCA. Nei mesi scorsi, infatti, numerosi ricercatori e atenei avevano espresso forte preoccupazione per il rischio di esclusione dai progetti internazionali, a causa dell’incompatibilità del nuovo contratto di ricerca con le regole UE. 

Con questa modifica, l’Italia rientra pienamente nella cornice della Carta europea dei ricercatori, garantendo ai giovani studiosi la possibilità di costruire carriere competitive a livello internazionale.

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