E' stato presentato in Senato lo scorso 5 marzo un nuovo Disegno di Legge (n. S-1413/2025) che prevede modifiche all’articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, con l’obiettivo di rendere più accessibile il riscatto degli anni di laurea per il personale del comparto istruzione e ricerca.
L'intervento a firma di una senatrice di Fratelli d'Italia, si colloca nel quadro delle politiche di welfare per i lavoratori del settore e cerca di affrontare il problema della scarsa attrattività della professione docente, dovuto a stipendi non competitivi rispetto ad altri settori con pari livello di istruzione e a un riconoscimento sociale in progressivo declino che ha portato recentemente addirittura ad inaccettabli aggressioni verbali e fisiche verso i docenti da allievi e famiglie.
La difficoltà di accesso a misure di welfare adeguate, tra cui la possibilità di riscattare a costi sostenibili gli anni di studio universitario, contribuisce a rendere meno conveniente l’intraprendere una carriera nell’istruzione e nella ricerca. Molti giovani laureati, infatti, scelgono percorsi professionali alternativi, spesso all'estero. Il disegno di legge si pone quindi l’obiettivo di rendere più attrattiva la carriera nel comparto istruzione e ricerca, riducendo uno degli ostacoli economici che gravano sugli insegnanti e sul personale accademico fin dal momento dell’ingresso nella professione. Agevolare il riscatto della laurea significa non solo riconoscere il valore del percorso formativo, ma anche incentivare il ricambio generazionale.
Viene ricordato ad esempio che in Germania il riscatto degli anni universitari è gratuito come del resto in italia succede per le carriere nelle forze armate
Occorre specificare subito che se approvata la novità sarebbe rivolta ai lavoratori soggetti al calcolo dell'assegno con sistema contributivo.
Di seguito vediamo piu approfonditamente il testo della proposta , che, si sottolinea, deve passare al vaglio del Parlamento per essere approvata..
QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DDL.
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1) Proposta nuovo riscatto laurea insegnanti: chi può accedere
Il DDL si applica esclusivamente al personale del comparto istruzione e ricerca che ha iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996 in poi, quindi rientra interamente nel sistema contributivo.
Possono accedere alla misura sia i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, sia coloro che sono temporaneamente non occupati ma che hanno lavorato nel settore.
Chi è escluso?
I lavoratori con contributi versati prima del 1996, che rientrano nel sistema misto o retributivo, non possono beneficiare del riscatto agevolato.
Il DDL non modifica le regole per il riscatto ordinario della laurea, che rimangono invariate per chi ha una carriera contributiva precedente al 1996.
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2) Proposta nuovo riscatto laurea insegnanti: cosa ca bierebbe?
Attualmente, il riscatto agevolato della laurea, introdotto nel 2019 (art. 20, comma 6, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4), prevede che l’onere di riscatto sia calcolato con un’aliquota del 33% sul minimale INPS, per un costo di circa 6.000 euro per anno di laurea.
Il DDL Bucalo riduce questa aliquota al 5%, portando il costo del riscatto a circa 900 euro per anno, rendendolo molto più accessibile.
I possibili effetti sulla pensione comprendono sia vantaggi che svantaggi
VANTAGGI
Il riscatto della laurea diventa molto più economico, permettendo a più lavoratori di raggiungere prima i requisiti contributivi per la pensione.
Agevola chi, a causa di stipendi bassi, non potrebbe permettersi il riscatto ordinario.
SVANTAGGI
Essendo l’aliquota di versamento ridotta al 5%, i contributi accreditati nel montante pensionistico saranno inferiori rispetto a quelli del riscatto ordinario.
Nel lungo periodo, chi opta per il riscatto agevolato avrà una pensione più bassa rispetto a chi versa il riscatto ordinario (aliquota al 33%).
Per chi desidera una pensione più alta, potrebbe convenire valutare il riscatto ordinario o integrare con una previdenza complementare.
3) Riscatto laurea FAQ sulle regole attuali
La Legge 184/1997, in particolare il Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 184, disciplina il riscatto ordinario della laurea ai fini pensionistici. Questo meccanismo consente ai lavoratori di convertire gli anni di studio universitario in contributi previdenziali, migliorando così la propria posizione pensionistica.
Cosa prevede la legge sul riscatto della laurea?
Chi può richiederlo?
Tutti coloro che hanno conseguito un titolo di studio universitario valido (laurea triennale, specialistica/magistrale, diploma universitario, dottorato, ecc.).
Il riscatto è ammesso solo per periodi di studio che non si sovrappongono a periodi di lavoro coperti da contributi previdenziali.
Quali periodi si possono riscattare?
La durata legale del corso di studi, quindi gli anni previsti dal piano di studi (senza considerare eventuali ritardi nella laurea).
Costo del riscatto della laurea
L'onere del riscatto è determinato in base a due sistemi:
- Retributivo (per chi ha versato contributi prima del 1996): il costo dipende dalla media delle retribuzioni degli ultimi anni.
- Contributivo (per chi ha contributi solo dal 1996 in poi): l'importo è calcolato applicando l'aliquota contributiva vigente sulla retribuzione imponibile del lavoratore.
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4) Riscatto laurea le altre agevolazioni
Negli ultimi anni sono state introdotte alcune misure per rendere più conveniente il riscatto della laurea:
- Riscatto agevolato: dal 2019 esiste un’opzione che consente di riscattare la laurea con un'aliquota fissa del 33% su un reddito minimo stabilito annualmente dall’INPS, riducendo il costo rispetto al metodo ordinario.
- Rateizzazione: il pagamento può essere dilazionato fino a 10 anni senza interessi.
- Deduzione fiscale: l’importo del riscatto è deducibile dal reddito imponibile, riducendo l’impatto economico per il contribuente.
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