Promuovere l’imprenditorialità giovanile è una priorità trasversale per le politiche industriali europee e nazionali. In Italia, dove il tasso di disoccupazione under 35 resta tra i più elevati d’Europa, l’autoimpiego rappresenta una leva strategica per favorire l’inserimento lavorativo, valorizzare il capitale umano e sostenere l’innovazione nei territori. La nuova programmazione 2021–2027, potenziata dal PNRR e dai fondi REPowerEU, ha introdotto una serie di misure dedicate ai giovani imprenditori, con incentivi mirati ad agevolare l’avvio e lo sviluppo di imprese under 36. Queste politiche stanno già producendo risultati concreti: ad esempio, in cinque anni l’incentivo Resto al Sud ha finanziato oltre 14.000 nuove imprese, generando più di 50.000 posti di lavoro nel Mezzogiorno. In questo articolo offriamo una guida pratica ai principali strumenti attivi, con indicazioni operative per presentare progetti vincenti.
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Il testo offre un approccio chiaro e concreto per orientarsi tra incentivi, bandi e fondi pubblici, mostrando come questi possano diventare veri acceleratori di sviluppo sostenibile e non semplici aiuti economici.
I principali argomenti trattati:
- come trovare e selezionare il bando;
- come partecipare alla selezione;
- come avviare il progetto e rendicontare;
- analisi di diversi casi operativi.
1) Le principali misure attive per i giovani
Diversi strumenti di finanza agevolata sono attualmente disponibili per sostenere l’imprenditoria giovanile. Tra i principali, si segnalano:
ON – Oltre Nuove Imprese a tasso zero (Invitalia)
Rivolta a giovani tra i 18 e i 35 anni e donne di tutte le età.
- Settori: industria, artigianato, servizi, turismo e commercio;
- Agevolazioni: finanziamenti agevolati a tasso zero + contributi a fondo perduto fino al 90%;
- Requisiti: imprese costituite da non oltre 5 anni, composte in prevalenza da giovani;
- Spese ammissibili: macchinari, ristrutturazioni, ICT, marketing, capitale circolante.
Resto al Sud
Incentivo per startup e PMI costituite da giovani under 56 nel Mezzogiorno e nelle aree sismiche del Centro.
- Agevolazioni: 50% contributo a fondo perduto + 50% finanziamento agevolato;
- Copertura fino a 60.000 euro per singolo richiedente (fino a 200.000 in forma associata);
- Spese ammissibili: attrezzature, locali, software, avviamento;
- Previsti anche contributi per attività libero-professionali.
PNRR – Missione 5, Componente 1
Numerosi bandi regionali e nazionali finanziati con risorse PNRR prevedono premialità per imprese giovanili:
- Start-up giovani nei settori green e digitale;
- Progetti culturali e rigenerazione urbana under 35;
- Occupazione giovanile nei contratti di sviluppo Invitalia;
- Voucher per la transizione digitale nelle PMI fondate da giovani.
Voucher Giovani Imprenditori (Regioni FESR/FSE+)
- Formazione imprenditoriale, consulenza, avvio startup;
- Contributi a fondo perduto per acquisto beni strumentali;
- Servizi di mentoring, incubazione, tutoraggio;
- Modalità e importi variano su base regionale.
La maggior parte di questi incentivi è gestita dall’agenzia Invitalia a livello nazionale (come nel caso di ON e Resto al Sud) oppure direttamente dalle Regioni (voucher cofinanziati dai fondi FESR e FSE+). È quindi opportuno monitorare sia i bandi nazionali sia quelli attivati nella propria Regione, così da non perdere eventuali finestre di candidatura.
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2) Come strutturare un progetto vincente
Conoscere gli incentivi è solo il primo passo: per ottenere i finanziamenti è determinante presentare un progetto di qualità. Come viene sottolineato nel volume Strategie di finanza agevolata per progetti imprenditoriali, la differenza tra un progetto finanziato e uno respinto sta spesso nella solidità e credibilità della proposta. Pertanto, per accedere con successo a questi strumenti, il progetto deve soddisfare alcuni requisiti fondamentali:
- essere realistico e sostenibile, con un piano finanziario coerente;
- rispondere a bisogni concreti del territorio o di nicchie di mercato;
- dimostrare capacità di innovazione (anche solo di processo);
- prevedere almeno 2 anni di sostenibilità post-finanziamento;
- valorizzare le competenze del team promotore.
È consigliabile elaborare un executive summary ben costruito, che evidenzi il problema, la soluzione proposta, i vantaggi competitivi e le stime economiche. La presenza di uno studio di mercato o di lettere di intenti rafforza la credibilità del progetto. In generale, allineare il progetto alle priorità strategiche (ad esempio la transizione digitale ed ecologica, l’inclusione sociale) ed evidenziarne gli impatti positivi sul territorio può contribuire a renderlo più convincente per gli enti finanziatori.
3) Errori comuni da evitare
Ecco alcuni errori comuni da evitare nella predisposizione della domanda di incentivo:
- sottovalutare la dimensione finanziaria (cash flow, break-even);
- utilizzare preventivi generici o non aggiornati;
- mancare di coerenza tra spese previste e attività operative;
- presentare progetti “astratti” o troppo teorici;
- non prevedere un cronoprogramma chiaro delle fasi.
Vale la pena ricordare che anche un solo errore tra questi può compromettere l’esito della domanda: meglio quindi effettuare un controllo scrupoloso del progetto prima dell’invio, verificando completezza e coerenza in ogni parte.
4) Come aumentare le probabilità di successo
Per aumentare le probabilità di successo della domanda, è utile adottare alcune buone pratiche:
- utilizzare template ufficiali di business plan disponibili sui siti di Invitalia e delle Regioni;
- partecipare a webinar informativi e sportelli virtuali;
- presentare domanda in forma associata per aumentare i massimali;
- scegliere un cofinanziamento credibile (es. apporto di mezzi propri, crowdfunding);
- farsi affiancare da incubatori accreditati o società di consulenza esperta.
In sintesi, un candidato ben informato e preparato – magari affiancato dai giusti partner – avrà maggiori probabilità di vedere la propria idea finanziata.
5) Conclusione
L’autoimprenditorialità giovanile è oggi al centro di una pluralità di politiche pubbliche, con incentivi consistenti ma anche requisiti selettivi. Il vero discrimine tra progetti accolti e respinti non è l’età, ma la capacità di dimostrare che l’idea è sostenibile, utile e ben pianificata. Chi riesce a costruire un dossier completo, chiaro e professionale ha oggi ottime possibilità di accedere a un percorso di crescita sostenuto dalla finanza agevolata. La sfida per i giovani imprenditori è dunque duplice: non solo trovare l’incentivo giusto, ma farsi trovare pronti con una progettualità all’altezza. Considerare la finanza agevolata come parte integrante della pianificazione strategica – e non come un sostegno occasionale – può fare la differenza nel trasformare un’idea in un’impresa di successo.