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DAL BANDO PUBBLICO DI FINANZA AGEVOLATA ALLA BLOCKCHAIN

Dal bando pubblico di finanza agevolata alla blockchain

Come le nuove tecnologie cambiano la progettazione e la rendicontazione nella finanza agevolata

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La gestione dei fondi pubblici è da sempre un nodo cruciale nella politica industriale europea. L’efficacia degli strumenti di finanza agevolata non dipende solo dalla quantità di risorse messe a disposizione, ma soprattutto dalla capacità di distribuirle in modo trasparente, efficiente e monitorabile. In questo contesto, le tecnologie digitali – e in particolare la blockchain – stanno aprendo scenari inediti per la gestione della spesa pubblica, introducendo standard di tracciabilità e fiducia mai sperimentati prima. La possibilità di tracciare ogni transazione su registri distribuiti e immutabili promette infatti di rivoluzionare il modo in cui i fondi pubblici vengono allocati, utilizzati e controllati.

Negli ultimi anni non sono mancate sperimentazioni che hanno interessato la finanza pubblica in ottica digitale: smart contracts per automatizzare l’erogazione dei contributi, tokenizzazione delle fasi progettuali, certificazioni digitali delle milestone raggiunte e sistemi di audit distribuito. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stesso ha dato il via a numerosi progetti pilota, in collaborazione con il Ministero per l’Innovazione Tecnologica e l’Agenzia per la Coesione Territoriale, orientati alla digitalizzazione dei processi di controllo e rendicontazione degli investimenti pubblici. Si tratta di iniziative che mirano a rendere più veloce e sicuro il flusso informativo tra imprese beneficiarie, enti erogatori e organi di verifica, riducendo al contempo i margini di errore e di abuso.

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I principali argomenti trattati:

  • come trovare e selezionare il bando;
  • come partecipare alla selezione;
  • come avviare il progetto e rendicontare;
  • analisi di diversi casi operativi.

1) Tracciabilità e fiducia: perché serve la blockchain nella PA

Le funzioni principali che la tecnologia blockchain può svolgere nella finanza agevolata sono molteplici e sinergiche tra loro:

  • Immutabilità dei dati: una volta registrata su blockchain, una rendicontazione non può essere alterata o manipolata. Ciò garantisce integrità alle informazioni su spese e avanzamento dei progetti finanziati, prevenendo modifiche ex post che spesso alimentano frodi o contenziosi.
  • Audit continuo e distribuito: ogni attore autorizzato (ente erogatore, revisore, beneficiario) può verificare in tempo reale l’intero flusso documentale e finanziario legato a un progetto agevolato. La blockchain consente di avere trasparenza totale sugli stati di avanzamento, perché tutti gli eventi rilevanti (approvazioni, erogazioni, verifiche) vengono tracciati e condivisi su un registro comune.
  • Automatizzazione tramite smart contracts: condizioni e regole di erogazione del contributo possono essere codificate in contratti intelligenti auto-eseguibili. Ad esempio, il rilascio di una tranche di finanziamento può avvenire automaticamente al verificarsi di condizioni predefinite (il raggiungimento di un certo indicatore di avanzamento, la presentazione di un report di collaudo, ecc.). Ciò riduce interventi manuali, accelerando i tempi e abbattendo il rischio di errori o ritardi procedurali.
  • Riduzione degli errori e dei tempi di controllo: l’uso di piattaforme condivise basate su DLT (Distributed Ledger Technology) permette di incrociare dati e documenti (es. fatture elettroniche, dichiarazioni, certificati) in tempo reale, segnalando automaticamente incongruenze o anomalie. Questo snellisce le attività di verifica e accelera sia la fase di concessione sia quella di rendicontazione finale.

In sintesi, la blockchain applicata alla Pubblica Amministrazione introduce fiducia by design: anziché doversi fidare delle singole dichiarazioni o controlli ex post, è il sistema stesso che garantisce veridicità e coerenza dei dati. Per il mondo degli incentivi alle imprese, ciò potrebbe significare procedimenti più rapidi, meno carta, meno oneri a carico di aziende e funzionari e una sensibile diminuzione dei fenomeni di abuso.


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2) I progetti pilota attivi in Italia

Sebbene ci troviamo ancora in una fase iniziale, sono già in corso alcune sperimentazioni pilota che integrano blockchain e processi di finanza agevolata in Italia:

  • PNRR e blockchain: diverse misure del PNRR (ad esempio nella Missione 1 Componente 1 e Missione 4 Componente 2) prevedono piattaforme digitali integrate per il monitoraggio e la gestione dei progetti, alcune delle quali basate su tecnologia DLT. L’obiettivo è creare sistemi informativi capaci di dialogare con i registri distribuiti per tracciare l’utilizzo dei fondi europei e nazionali, migliorando la reportistica verso Bruxelles e la collettività.
  • Progetto OpenCUP Blockchain”: promosso da Invitalia, mira alla tracciabilità dellintero ciclo di vita di un progetto agevolato attraverso smart contracts. OpenCUP” è il portale nazionale dei progetti di investimento pubblico (identificati dal Codice Unico di Progetto - CUP); l’estensione blockchain di questo sistema pilota intende garantire che ogni fase – dalla candidatura al finanziamento fino al completamento – sia registrata su registro distribuito, assicurando trasparenza e dati aperti in tempo reale.
  • Rendicontazione digitale su SIDI (Scuola): il Ministero dell’Economia e delle Finanze, insieme al MIUR, ha avviato la digitalizzazione dei flussi di spesa per gli investimenti in edilizia scolastica tramite il sistema informativo SIDI. In questo contesto, si sperimentano meccanismi di registrazione blockchain delle transazioni di spesa, con archiviazione crittografata dei documenti, per garantire che ogni euro speso in ambito scolastico sia tracciabile e verificabile lungo tutta la catena finanziaria.

Queste iniziative, seppur circoscritte, anticipano come potrebbe evolvere in futuro la gestione dei fondi pubblici: da portali statici di caricamento documenti si passerebbe a ecosistemi digitali interconnessi, dove ogni stakeholder (Ministero, ente attuatore, beneficiario, revisore) interagisce su una piattaforma comune sicura. La certificazione degli step progettuali tramite blockchain offre garanzie aggiuntive sia per chi eroga sia per chi riceve i fondi, riducendo ambiguità e tempi morti.


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3) I vantaggi per le imprese

Per le imprese beneficiarie di contributi pubblici, l’adozione di strumenti digitali avanzati comporta diversi vantaggi tangibili:

  • Riduzione dei tempi e facilità di accesso: caricamento delle domande più rapido grazie a sistemi integrati e interfacce semplificate; alcune informazioni aziendali possono essere recuperate automaticamente da banche dati (es. anagrafiche camerali, DURC, dati Agenzia Entrate) evitando ripetizioni. Ciò snellisce la fase di presentazione delle istanze.
  • Interoperabilità e dati condivisi: la blockchain può interfacciarsi con i registri esistenti (es. registro imprese, database INPS) garantendo interoperabilità delle informazioni. Una volta inseriti, i dati di un progetto agevolato diventano disponibili e consultabili da tutte le amministrazioni coinvolte, eliminando duplicazioni e richieste multiple degli stessi documenti.
  • Notifiche automatiche e compliance: sistemi avanzati possono inviare notifiche automatiche a imprese e enti ogni volta che vi sono scadenze, adempimenti da svolgere o eventuali anomalie da sanare. Questo aiuta a prevenire inadempienze o ritardi, migliorando la compliance. L’impresa può essere avvisata in tempo reale se manca un documento, se una milestone non risulta ancora validata, ecc.
  • Certezza delle regole e fiducia reciproca: grazie a smart contracts preimpostati e regole codificate, le imprese hanno maggiore certezza sui criteri di erogazione. Il fatto che le condizioni siano programmate nel sistema riduce margini discrezionali e arbitrarietà nelle valutazioni. Inoltre, sapendo che tutti i dati sono verificabili da terzi, si instaura un clima di fiducia reciproca: l’azienda è motivata a rispettare gli impegni, l’ente pubblico ha strumenti per controllare ma anche per fidarsi dei dati forniti.
  • Dashboard e monitoraggio continuo: attraverso portali evoluti, le imprese possono avere accesso a dashboard di controllo con indicatori (KPI) aggiornati in tempo reale sull’andamento del proprio progetto finanziato. Ad esempio, possono vedere quante tranche sono state erogate, quali documenti restano da presentare, il tempo rimanente per completare l’investimento, ecc. Questo aiuta a gestire meglio il progetto stesso, avendo sempre sotto controllo la situazione finanziaria e procedurale.

In definitiva, un sistema di finanza agevolata integrato con nuove tecnologie riduce il costo nascosto” legato alla burocrazia e all’incertezza. Le PMI, spesso a corto di risorse e tempo, ne beneficerebbero in termini di minor lavoro amministrativo, maggior prevedibilità dei tempi di incasso dei contributi e maggiore trasparenza sull’esito delle proprie domande.


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4) I rischi e le barriere da superare

L’introduzione della blockchain e, più in generale, di tecnologie digitali avanzate nel settore pubblico non è priva di ostacoli. Ci sono rischi e barriere che occorre considerare e gestire:

  • Mancanza di standard normativi comuni: a livello europeo e nazionale, la normativa sulla blockchain nella PA è ancora in evoluzione. Manca uno standard condiviso su aspetti come la validità giuridica dei registri distribuiti, la tutela della privacy su dati eventualmente pubblici, la gestione di identità digitali e firme elettroniche legate a blockchain. Questa zona grigia normativa potrebbe rallentare l’adozione finché non verranno emanate linee guida chiare.
  • Interoperabilità con i sistemi legacy: le Pubbliche Amministrazioni dispongono già di numerosi sistemi informativi (legacy), spesso datati, che non comunicano tra loro. Integrare una soluzione blockchain significa assicurarsi che questa possa interagire con i database esistenti e soprattutto che i dati inseriti una volta possano essere riutilizzati su più piattaforme. La migrazione e integrazione dei dati rappresenta dunque una sfida tecnica e organizzativa non banale.
  • Competenze tecniche limitate: l’adozione di nuove tecnologie richiede personale formato. Attualmente le competenze su blockchain, smart contracts e cybersecurity sono ancora limitate all’interno di molti enti pubblici (specialmente a livello locale). Servono quindi programmi di formazione e capacity building per i funzionari e i manager pubblici, affinché capiscano il funzionamento e le potenzialità di questi strumenti. Senza persone adeguatamente formate, anche la migliore tecnologia rischia di restare inutilizzata o utilizzata male.
  • Rischio di esclusione digitale: non tutte le imprese e i territori sono allo stesso livello di maturità digitale. L’introduzione di piattaforme avanzate potrebbe creare difficoltà per le imprese meno digitalizzate, che faticano a stare al passo con portali, credenziali, procedure online complesse. È fondamentale che la transizione tecnologica non lasci indietro nessuno: vanno previste misure di accompagnamento, assistenza tecnica e magari canali alternativi per le realtà che ancora non sono pronte al 100% digitale, per evitare di escluderle dall’accesso alle agevolazioni.

Per superare queste barriere, oltre agli investimenti in tecnologia, è cruciale investire in cultura e formazione. La trasformazione deve essere sia tecnologica che organizzativa: nuovi processi, nuove competenze, nuova mentalità orientata ai dati. In questo senso, il settore pubblico dovrà affiancare alla sperimentazione tecnica una massiccia attività di capacity building, coinvolgendo sia il personale interno sia le imprese utenti finali dei servizi, con programmi di formazione, tutorial, sportelli di supporto e così via.



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5) Prospettive future

Guardando avanti, l’Unione Europea sta spingendo sempre di più verso l’utilizzo di soluzioni blockchain nella gestione dei fondi strutturali e dei programmi di ricerca. Nel nuovo ciclo di programmazione 2021–2027, la Commissione Europea promuove l’uso della blockchain nella gestione dei fondi SIE (Fondi Strutturali e d’Investimento Europei) e di Horizon Europe, anche attraverso l’iniziativa European Blockchain Services Infrastructure (EBSI). Quest’ultima mira a creare un’infrastruttura europea condivisa per servizi basati su blockchain, su cui i vari Stati membri possano appoggiarsi per applicazioni pubbliche (ad esempio, notarizzazione di documenti, identità digitale, tracciabilità dei fondi).

L’Italia, in qualità di membro fondatore della European Blockchain Partnership, ha l’opportunità di porsi come laboratorio per testare modelli pubblici decentralizzati per la gestione della spesa. Già oggi il nostro Paese partecipa a progetti pilota europei su questi temi e potrebbe sfruttare le risorse comunitarie per modernizzare la propria infrastruttura di rendicontazione. Inoltre, i bandi nazionali più innovativi iniziano a richiedere non solo la capacità di progettare interventi validi, ma anche di dimostrare il raggiungimento degli obiettivi con strumenti certificabili e automatizzati. In altre parole, agli occhi dei valutatori conta sempre di più come misuri e rendiconti i risultati, oltre a quali risultati ottieni. In questo senso la blockchain – con la sua garanzia di veridicità e apertura dei dati – può diventare il paradigma tecnologico della finanza agevolata 5.0: trasparente, automatica e anti-frode.

È lecito aspettarsi che nei prossimi anni vedremo crescere ecosistemi digitali per ogni fase del ciclo di vita di un incentivo: dalla pubblicazione del bando (magari su registri aperti per massimizzare la pubblicità), alla selezione tramite algoritmi e database condivisi, fino alla rendicontazione finale con dati certificati in blockchain accessibili a tutti gli stakeholder (inclusi i cittadini, che potranno vedere come vengono spesi i fondi pubblici). Questo approccio potrà migliorare la accountability della PA e, al contempo, ridurre i margini di incertezza per le imprese.

Le imprese che si attrezzano già oggi per integrare nei propri progetti piattaforme digitali avanzate – magari in sinergia con partner tecnologici – saranno avvantaggiate nella competizione futura per l’accesso alle risorse pubbliche. La sfida infatti non è solo tecnologica, ma anche culturale: chi saprà governare la complessità del digitale potrà trasformare ogni bando in un’opportunità di innovazione duratura, mentre chi resterà indietro rischia di essere escluso dai meccanismi di finanziamento più evoluti. In conclusione, la finanza agevolata del futuro richiederà un cambio di paradigma: non più semplice adempimento burocratico ex post, ma progettazione integrata fin dall’inizio con strumenti di monitoraggio e verifica automatica.

Dal bando alla blockchain”, quindi, non è solo uno slogan: rappresenta l’idea che ogni fase del processo di agevolazione – dalla stesura del bando alla rendicontazione finale – può essere ripensata grazie alle nuove tecnologie per essere più efficiente, trasparente e orientata ai risultati. Le aziende farebbero bene a prepararsi a questa trasformazione, investendo non solo in impianti e software, ma anche in competenze digitali e sistemi di governance dei dati.



Per approfondire l’approccio strategico con cui affrontare l’evoluzione della finanza agevolata – unendo innovazione tecnologica e pianificazione manageriale – può essere utile la lettura dell’eBook "Strategie di finanza agevolata per progetti d'impresa", recentemente pubblicato. Questa guida offre infatti una visione completa su come orientarsi tra incentivi, bandi e fondi pubblici, evidenziando come trasformare questi strumenti in veri acceleratori di sviluppo sostenibile.


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