Con la DAC7 tutto ciò che accade sulle piattaforme digitali diventa immediatamente visibile al fisco, rendendo essenziale capire come qualificare i redditi e come gestire i nuovi flussi informativi.
Per imprese e commercialisti è l’occasione per trasformare un obbligo in uno strumento di controllo, prevenzione e pianificazione
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1) Perché nasce la DAC7: obiettivi e contesto normativo
Negli ultimi dieci anni la crescita delle piattaforme digitali – marketplace come Vinted, portali di locazione breve come Airbnb, sistemi di intermediazione come Booking, servizi freelance come Fiverr e Upwork – ha trasformato in profondità il modo in cui vengono generati e scambiati beni e servizi.
Milioni di utenti effettuano transazioni su piattaforme che spesso operano in più Paesi, rendendo complesso per le autorità fiscali comprendere i flussi generati e applicare la corretta tassazione.
Per affrontare queste criticità, l’Unione Europea ha introdotto la Direttiva (UE) 2021/514, nota come DAC7, sesta modifica alla direttiva sulla cooperazione amministrativa (DAC).
La finalità principale è:
- aumentare la trasparenza fiscale delle attività economiche svolte tramite piattaforma;
- garantire un monitoraggio sistematico e transfrontaliero dei redditi percepiti;
- rendere le piattaforme digitali soggetti obbligati alla comunicazione dei dati;
- combattere evasione, elusione e sotto-dichiarazione.
La DAC7 introduce obblighi informativi uniformi in tutta l’UE, basati su un modello analogo al CRS per gli intermediari finanziari, ma adattato alle dinamiche della digital economy.
2) Chi deve comunicare i dati: piattaforme obbligate e soggetti esclusi
La DAC7 individua come obbligati i gestori di piattaforme digitali che mettono in contatto venditori e utenti finali. Il concetto di piattaforma è ampio e include marketplace, app e portali web che facilitano transazioni economiche.
Sono piattaforme obbligate:
- marketplace di beni: Vinted, eBay, Amazon Marketplace, Etsy,
- piattaforme di locazione breve: Airbnb, Booking.com, Vrbo,
- app per servizi e micro-lavori: Fiverr, TaskRabbit,
- sistemi di noleggio mezzi: bike sharing, car sharing, boat sharing,
- app di intermediazione tra privati o professionisti.
L’obbligo vale per:
- piattaforme con sede in UE,
- piattaforme extra-UE che consentono transazioni con venditori residenti in UE o attività relative a immobili situati in UE.
Sono escluse:
- piattaforme che offrono solo spazi pubblicitari senza intermediare transazioni;
- processori di pagamento puri;
- piattaforme che non intervengono nel matching.
Esempio rapido: un portale che pubblica annunci di immobili senza gestire prenotazioni, escluso.
Airbnb, che gestisce prenotazione e incasso, incluso.
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3) Quali attività sono monitorate: le quattro categorie DAC7
La DAC7 si applica a quattro categorie di attività economiche svolte tramite piattaforma:
- vendita di beni: include vendite occasionali e continuative. Esempi:
- Abbigliamento usato su Vinted.
- Oggetti da collezione su eBay.
- Prodotti artigianali su Etsy;
- servizi personali: qualsiasi servizio svolto da un individuo o impresa tramite piattaforma. Esempi:
- grafici, copywriter, freelance su Fiverr.
- lavori manuali, riparazioni, traslochi su app locali;
- locazione di beni immobili: include locazioni brevi e medio-lunghe: appartamenti, stanze, case vacanze. Esempi: Airbnb, Vrbo, Booking;
- noleggio di mezzi di trasporto: bici, auto, scooter, barche, camper. Ogni attività produce dati fiscali che la piattaforma deve raccogliere e trasmettere.
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4) Cosa devono fare le piattaforme: due diligence obbligatoria e reporting
La DAC7 impone alle piattaforme un sistema strutturato di due diligence dei venditori, analogo ai processi KYC.
Dati da raccogliere e verificare per ciascun venditore
Informazione | Contenuto richiesto |
Identità | Nome e cognome / ragione sociale |
Domicilio fiscale | Indirizzo e Stato di residenza |
Codice fiscale / TIN / VAT | Identificazione fiscale |
Coordinate bancarie | IBAN o altro conto utilizzato |
Transazioni | Numero totale e frequenza |
Compensi percepiti | Ammontare lordo annuale |
Commissioni trattenute | Fee trattenute dalla piattaforma |
Immobili (se presenti) | Indirizzo, tipologia, giorni locati |
Obblighi operativi
- verificare la coerenza dei dati,
- richiedere eventuali integrazioni o documentazione,
- registrare la posizione dei venditori,
- escludere chi non fornisce le informazioni richieste entro i termini,
- trasmettere annualmente i dati entro il 31 gennaio all’autorità fiscale.
Esempio pratico: un venditore su Vinted supera i 150 beni venduti e non invia il codice fiscale richiesto. La piattaforma deve sospenderlo fino alla regolarizzazione.
5) Trasmissione e scambio dati tra Stati membri
La piattaforma comunica i dati allo Stato membro di riferimento, che a sua volta li scambia automaticamente con gli Stati interessati.
Il processo avviene in formato elettronico standard, con protocolli uniformi in tutti i Paesi UE.
L’obiettivo è rendere possibile all’Agenzia delle Entrate di:
- identificare venditori e host attivi,
- confrontare i redditi dichiarati con i dati DAC7,
- prevenire evasione e incongruenze.
Esempio: Vinted (con sede in Lituania) trasmette all’autorità lituana i dati dei venditori italiani. Questi dati vengono automaticamente inviati all’Italia per i controlli fiscali.
Come tassare i redditi delle piattaforme: l’importanza dell’inquadramento
Uno degli aspetti più rilevanti per i commercialisti è stabilire come tassare i redditi generati tramite piattaforma.
La DAC7 non introduce nuove imposte: migliora la trasparenza dei flussi.
Perciò, la corretta classificazione fiscale diventa fondamentale.
Tabella riepilogativa
Soggetto | Tipologia reddito | Esempi | Note operative |
Privato occasionale | Reddito non imponibile o reddito diverso | Vendite sporadiche su Vinted | Nessuna organizzazione, nessun acquisto per rivendita |
Privato abituale | Reddito d’impresa | Vendite sistematiche | Apertura P.IVA necessaria |
Impresa / P.IVA | Reddito d’impresa | E-commerce tramite marketplace | Registri IVA, contabilità ordinaria/semplificata/ regime agevolato forfettario |
Professionista | Reddito di lavoro autonomo | Freelancer su Fiverr | IVA, ritenute, competenza / regime agevolato forfettario |
Host – locazioni brevi | Reddito fondiario / redditi diversi | Airbnb, Booking | Cedolare secca per proprietari persone fisiche / regime agevolato forfettario con apertura P.IVA |
Approfondimento – Host e locazioni brevi
Il reddito può essere:
- fondiario, quando il proprietario concede in locazione senza fornire servizi aggiuntivi rilevanti;
- diverso, per locazioni non imprenditoriali di breve durata e per alcuni casi di sublocazione;
- soggetto a cedolare secca, se il soggetto è persona fisica proprietaria e sussistono i requisiti;
- soggetto a regime forfettario per chi, pur non svolgendo un’attività complessa, opera con continuità e apre P.IVA.
Le attività più strutturate (multi-host con più immobili, servizi aggiuntivi, organizzazione d’impresa) possono invece essere classificate come attività imprenditoriali.
Quando l’attività diventa impresa: multi-host e gestione organizzata
Quando la piattaforma segnala volumi elevati, più immobili, servizi accessori (pulizie, check-in, lavanderia) o un’organizzazione stabile, la gestione potrebbe integrare gli elementi tipici dell’impresa.
In questo caso è necessario valutare:
- obblighi IVA, anche per eventuali servizi accessori;
- gestione dei corrispettivi e registrazioni contabili;
- adempimenti amministrativi locali, come comunicazioni agli enti territoriali, registrazioni ai portali istituzionali, imposta di soggiorno, obblighi informativi sugli alloggiati, eventuale normativa regionale sulle strutture ricettive.
La DAC7, evidenziando volumi e frequenza delle locazioni, può facilitare l’individuazione dei casi borderline.
Impatti operativi su commercialisti, piattaforme e aziende
Impatti sui commercialisti
Per i professionisti, la DAC7 comporta nuovi compiti:
- analizzare e interpretare i dati inviati dalle piattaforme a clienti e Agenzia;
- verificare coerenza tra dati DAC7 e dichiarazioni;
- supportare i clienti nel corretto inquadramento fiscale;
- assistere le piattaforme nella definizione dei processi di due diligence e reporting.
Questo crea nuove opportunità professionali, soprattutto nell’ambito dei controlli sui redditi digitali.
Impatti sulle piattaforme
Le piattaforme devono:
- aggiornare i sistemi IT per la raccolta dei dati;
- predisporre moduli KYC e verifiche automatizzate;
- conservare e archiviare documenti;
- gestire il reporting annuale.
Molte hanno già introdotto campi obbligatori per codice fiscale, documenti e coordinate bancarie.
Impatti su amministratori e imprese
Per imprese e amministratori, gli impatti principali sono:
- maggiore trasparenza dei ricavi digitali;
- necessità di monitorare i dati comunicati dalle piattaforme;
- valutare la coerenza tra vendite/locazioni e registrazioni contabili;
- gestire correttamente il rischio di riqualificazione fiscale.
Casi reali e scenari applicativi
Scenario 1 – Venditore multi-piattaforma Un soggetto vende su Vinted, eBay e Marketplace Facebook.
La DAC7 permette di individuare vendite continuative e potenzialmente organizzate.
Possibile riqualificazione in attività d’impresa.
Scenario 2 – Azienda che usa marketplace
Un e-commerce già attivo integra Amazon Marketplace come canale aggiuntivo.
I dati comunicati da Amazon devono coincidere con i ricavi in contabilità.
DAC7 facilita eventuali controlli incrociati.
Scenario 3 – Multi-host Airbnb
Un soggetto gestisce 4 appartamenti, con pulizie e check-in affidati a terzi.
L’attività appare organizzata.
La DAC7 evidenzia volumi e frequenze → possibile qualificazione come impresa.
Scenario 4 – Freelance digitale
Un grafico lavora per clienti esteri tramite Fiverr:
Reddito di lavoro autonomo → IVA e dichiarazione in Italia.
DAC7 può intercettare compensi non dichiarati.
Concludendo la DAC7 non è solo un nuovo obbligo amministrativo: rappresenta un cambiamento strutturale nella fiscalità europea applicata al digitale.
L’informazione diventa centrale: dettagliata, standardizzata, condivisa.
Nel medio periodo, la DAC7 porterà a:
- maggiore compliance,
- più incroci automatici dei dati,
- minore spazio per attività non dichiarate,
- chiarezza nel distinguere tra attività occasionale e professionale.
Per i commercialisti, è un’occasione per proporre nuovi servizi di consulenza specialistica, dall’inquadramento dei redditi all’analisi dei dati ricevuti dalle piattaforme.
Per le imprese e gli amministratori, è un invito a verificare la robustezza dei processi interni e ad allineare la gestione contabile ai nuovi flussi informativi.
In un’economia sempre più digitale, la capacità di comprendere, integrare e utilizzare correttamente i dati DAC7 diventa un vantaggio competitivo.