News Pubblicata il 27/11/2015

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Demansionamento dopo il Jobs act: giurisprudenza in contrasto

Prime pronuncie sul nuovo art. 2103 CC modificato dal JOBS ACT sul demansionamento del dipendente. Due sentenze in contrasto sulla retroattività della norma



In tema di demansionamento che, a seguito  del d.lgs 81/2015 delegato del Jobc Act , permette al  datore di lavoro la possibilità di modificare le mansioni del dipendente rinetranti nello stesso livello di inquadramento contrattuale,   il Tribunale di Roma, con sentenza del 30 settembre 2015 si era espresso  per la retroattività della norma  in quanto   “la valutazione della liceità” del demansionamento voluto dal datore di lavoro e che si attua continuativamente  ogni giorno  “va necessariamente compiuta con riferimento alla disciplina legislativa e contrattuale vigente giorno per giorno”. Non ha rilevanza , quindi, il momento in cui è iniziato il demansionamento, poiché , con l’entrata in vigore della nuova disciplina l’illecito viene sanato e sia il demansionamento che il relativo  calcolo del risarcimento del danno professionale per il dipendente  sono interrotti.

Sul tema invece il Tribunale di Ravenna con sentenza del 22 ottobre 2015  ha ritenuto che l’art.2103 cod.civ. in tema di variazione delle mansioni, così come modificato dal D.Lgs. n.81/15, non sia applicabile retroattivamente. Non  essendo prevista dalla norma una disposizione di diritto intertemporale, nel caso di specie , con  fatti iniziati prima del 25 giugno, data di entrata in vigore della norma, e proseguiti oltre,vanno considerati  soggetti alla  normativa previgente e quindi il demansionamento va risarcito.

Fonte: Fisco e Tasse



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