Speciale Pubblicato il 27/04/2022

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E' conveniente per una realtà sportiva l'iscrizione al Registro del Terzo Settore?

di Katia Arrighi , Rendina avv. Paolo , Antonello Calabrese

Conviene a una realtà sportiva iscriversi al R.U.N.T.S.? Interessante domanda dalla difficile risposta.



Ogni situazione va valutata al caso concreto senza generalizzazioni che producono solo incertezza e confusione. 

Ogni realtà sportiva ha esigenze proprie, dettate dal contesto in cui è calata, e ha necessità o richieste che possono coincidere con quelle di altre realtà, ma non necessariamente essere le medesime per cui, partendo dal presupposto che è comunque necessario consultarsi con il proprio professionista di fiducia, che conosce sia le normative che la realtà che ha di fronte, proviamo brevemente a schematizzare pro e contro, vantaggi e svantaggi, per comprendere se convenga o meno. 

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Aspetti che potrebbero far propendere la volontà assembleare ad entrare nel mondo del Terzo settore e iscriversi al Registro Unico:

  1. il mondo sportivo ha dei vincoli relativi alle destinazioni d’uso dei locali in cui si svolge attività, non così il terzo settore, 
  2. il Terzo Settore ha una possibilità di dialogo privilegiato con la pubblica amministrazione,
  3. le realtà del Terzo Settore hanno la possibilità di svolgere attività di interesse generale, 
  4. hanno, inoltre, minori vincoli nell’accesso al beneficio del 5 per mille.
  5. hanno accesso ai fondi
  6. e, infine, hanno accesso al credito agevolato

Aspetti da valutare con particolare attenzione:

Nel mondo sportivo i lavoratori sono inquadrati, salvo doverose eccezioni, con il regime derivante dall’articolo 67 lettera M) del Testo unico delle imposte sui redditi.  Con l’ingresso nel terzo settore si dovranno considerare i criteri relativi ai lavoratori, che non potranno superare numeri basati su percentuali stabilite in relazione al numero dei volontari. 

Sponsorizzazioni, merchandising, attività di fiere o sagre reggono da sempre il mondo sportivo. Prescindendo da giudizi sulla correttezza o meno di certe pratiche, nel caso di ingresso del mondo del Terzo Settore sarà necessario tener conto delle percentuali relative alla possibilità di usufruirne in misura trenta per cento dei ricavi o del sessantasei per cento dei costi.

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Aspetti più vincolanti:

  1. Obbligo di comunicare al RUNTS ogni modifica statutaria 
  2. Obbligo di comunicare gli emolumenti degli amministratori, dei dirigenti e degli associati. 
  3. Verifica triennale da parte del Registro Unico. 
  4. Obbligo di devoluzione del patrimonio incrementato in caso di uscita dal Registro

Conviene una scelta o l’altra?

In realtà ci sono adempimenti da entrambe le parti e anche il mondo sportivo è soggetto a controlli, tenuta libri sociali, burocrazia (e solo chi non gestisce il settore può pensare il contrario). 

Sono più impegnativi gli oneri relativi al terzo settore o quelli relativi al mondo sportivo? 

Alcune volte sono comparabili facilmente, altre si differenziano notevolmente, ma non é questo il punto: occorre una analisi dettagliata della propria situazione, nella considerazione di un aspetto importante; non bisogna soffermarsi al solo aspetto fiscale, che è certamente importante, ma portare l’attenzione anche a quello lavoristico.

Dobbiamo sempre tener presente che i volontari devono sempre superare ampiamente i lavoratori, obbligo dalla non semplice applicazione. 

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TAG: Terzo Settore e non profit