Speciale Pubblicato il 10/09/2021

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La Rendicontazione non finanziaria e il modello di Business sostenibile delle PMI

di Redazione Fisco e Tasse

Rendicontazione non finanziaria rivolta agli investitori ora solo per le grandi società ma una proposta comunitaria intende abbassare i limiti dimensionali allargando la platea



La rendicontazione non finanziaria è stata introdotta dalla Direttiva 2014/95/UE e recepita in Italia con il d.lgs. 254/2016.

Attualmente l’obbligo ricade solo a carico delle grandi società quotate e grandi banche e assicurazioni, quotate e non, con più di 500 lavoratori.

Ma una proposta della Commissione Europea  “The april package 2021” propone di estendere  il campo di applicazione della direttiva abbassando i criteri dimensionali per coprire tutte le grandi società, cioè quelle che, alla data di chiusura del bilancio, superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti: 

  1. totale dello stato patrimoniale: 20 000 000 EUR; 
  2. ricavi netti delle vendite e prestazioni: 40 000 000 EUR; 
  1. numero medio dei dipendenti occupati durante l'esercizio 250. 

Resterebbero escluse solo le micro-entità, cioè quelle che, alla data di chiusura del bilancio, non superano i limiti numerici di almeno due dei tre criteri seguenti: 

  1. totale dello stato patrimoniale: 350 000 EUR; 
  2. ricavi netti delle vendite e prestazioni: 700 000 EUR; 
  1. numero medio dei dipendenti occupati durante l'esercizio:10. 

E’ previsto inoltre che anche PMI non quotate possano pubblicare il rendiconto non finanziario su base volontaria.

In totale, la Commissione stima che il numero delle imprese soggette ai nuovi obblighi salirà dalle attuali 11.600 (di cui circa 2.000 rientravano nei criteri minimi fissati dalla direttiva, mentre le altre erano state sottoposte agli obblighi dalle misure di recepimento nazionale) a 49.000.

In Italia, dove il legislatore non aveva esteso l'ambito di applicazione obbligatoria della dichiarazione non finanziaria, il numero di imprese soggette dovrebbe passare da poco meno di 200 a diverse migliaia (secondo i dati Istat, alla fine del 2018 erano oltre 4 mila le imprese italiane con più di 250 dipendenti).

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Ma i cosa consiste la rendicontazione non finanziaria?

La rendicontazione non finanziaria si rivolge principalmente agli investitori per informarli circa le proprie politiche aziendali in materia ambientale e sociale.

Verranno pertanto illustrati i modelli di business, le strategie aziendali e i modelli di corporate governance.

Il rapporto della Consob 2020 (il terzo dall’entrata in vigore della norma) analizza i documenti pubblicati dalle società come dichiarazione non finanziaria (DNF), concentrandosi su:

L’obbligo di rendicontazione non finanziaria è riconducibile a tre fasi: Consapevolezza, Capacità e Coinvolgimento

Proprio per l'importanza che la rendicontazione finanziaria avrà sulle società nei prossimi anni (di parla di ottobre 2022) abbiamo pubblicato un ebook per fare il punto della materia.

Il titolo dell'ebook appena pubblicato è: RENDICONTAZIONE NON FINANZIARIA E MODELLO DI BUSINESS SOSTENIBILE DELLE PMI

che affronta 

e fornisce schede informative e tematiche con esempi, oltre a spiegare come costruire un foglio di lavoro con una utile check list

Riportiamo nel seguito la Premessa dell'ebook di cui è autore la dott.ssa Monica Peta

La rendicontazione non finanziaria

Premessa ebook La Rendicontazione non finanziaria e Modello di Business Sostenibile delle PMI

A partire dall’accordo di Parigi (2015) che detta la strategia di decarbonizzazione (con gli indici low carbon), fino all’ufficializzazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ed ai più recenti atti delega della Commissione UE del 21 aprile 2021, la sostenibilità ha assunto un ruolo sempre più centrale nei progetti di sviluppo delle istituzioni europee e nei percorsi delle principali società secondo le ambizioni e gli obiettivi del Green Deal europeo (dicembre 2019). Si tratta di una nuova strategia che ha l’obiettivo di trasformare l’Unione Europea in una società equa, competitiva e carbon- neutral entro il 2050. In questo nuovo contesto si prevede che gli aspetti non finanziari Enviromental, Social, Governance, ESG, dovranno essere sempre più integrati nella compliance aziendale.

Anche l’Italia si è dimostrata pronta ad allinearsi alle novità del framework internazionale. Le informazioni non finanziarie stanno acquisendo una sempre maggiore rilevanza per effetto della rendicontazione obbligatoria prevista dal Decreto Legislativo 254/2016, alla quale si orienta la policy di sostenibiltà delle PMI, anche su base volontaria, verso un nuovo modello di business sempre più attento agli aspetti ambientali, sociali e di governance, quale prerogativa essenziale per rimanere sul mercato.

Il presente contributo è diretto ad approfondire ed analizzare i progressi in ambito di rendicontazione non finanziaria, i contenuti della Dichiarazione di carattere non finanziario (“DNF”), tra responsabilità e volontarietà, il trend, l’evoluzione applicativa della norma a partire dai soggetti obbligati (in quanto Enti di Interesse Pubblico). Al riguardo si fa riferimento ad una recente analisi dell’Osservatorio Nazionale sulla Rendicontazione Non Finanziaria (3° edizione marzo 2021) delle DNF 2019, che ha fatto emergere:

La rilevanza della gestione delle tematiche di sostenibilità comporta in primis una governance della sostenibilità sempre più strutturata, che nel processo di analisi di materialità coinvolge sia i vertici aziendali che gli stakeholders. Studi empirici dimostrano che si tratta di un processo a tutt’oggi in evoluzione e, per questo, d’interesse primario. 

Sotto tale profilo, a parere di chi scrive, si rende opportuno evidenziare che ancora di più oggi, in forza degli orientamenti EBA in vigore dal 30 giugno 2021, sia gli investitori che le banche sono attenti alle informazioni di carattere non finanziario. In più, come si espliciterà meglio nel corso della trattazione, è rilevante il peso dell’informativa non finanziaria nell’ottica di una compliance aziendale integrata rispetto:

Di conseguenza, sembrerebbe che la rendicontazione non finanziaria su base volontaria si renda necessaria per compiere altri vincoli normativi riferibili a tutte le imprese, e quindi anche ai soggetti che non sono perimetrati nell’obbligo normativo della Direttiva.

A ben vedere, l’attuale pandemia in corso ha rallentato la transizione verso il modello di sviluppo sostenibile; tuttavia, lascia intravedere al tempo stesso interessanti opportunità in forza del programma di Next Generation EU – Recovery Fund, che punta a mobilitare 750 miliardi e a potenziare il budget per attuare politiche ritenute necessarie a contenere gli impatti economico-sociali della crisi sanitaria da Covid.19. 


 

[1] A riguardo i dati del Report 2020 dell’Osservatorio Nazionale sulla Rendicontazone Non Finanziaria,3° edizione, marzo 2021, su un campione di 202 società italiane, ha riportato che 10 società hanno redatto la Dichiarazione non finanziaria su base volontaria. 

[2] La ricerca ha evidenzato anche un crescente utilizzo, accanto agli standard GRI, dell’”RI” framework e del SASB. In particolare, l’applicazione dei GRI standard “in accordance-core” è confermata gia nelle DNF 2019.

[3] Come previsto dal dettato normativo dell’art. 3, comma 1, D. Lgs 254/2016, a) il modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attivita' dell'impresa, ivi inclusi i modelli di organizzazione e di gestione eventualmente adottati ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, anche con riferimento alla gestione dei suddetti temi;



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