La legge di bilancio 2023 (legge 197 2022) ha previsto, tra le misure di riduzione fiscale per i lavoratori dipendenti, il taglio dell'imposta dal 10 al 5% sui premi di produttività. La norma sul regime di detassazione dei premi (DL 50 2017) prevede anche la possibilità di convertire i premi di produttività in importi di welfare aziendale ma su questo aspetto va considerata attentamente l'applicazione pratica alla luce della nuova aliquota.
Vediamo di seguito qualche dettaglio in più sui punti di possibile minor vantaggio per i lavoratori.
Premi di risultato cosa prevede la norma
Il regime speciale di tassazione per i premi di risultato e per le somme riconosciute a titolo di partecipazione agli utili prevede, a determinate condizioni l’applicazione di un’imposta sostitutiva di Irpef ed addizionali regionali e comunali.
Gli importi in questione non vengono quindi considerati nella normale retribuzione imponibile ai fini fiscali (scaglioni di imposta al 23, 25, 35 e 43%), e beneficiano di un regime a parte . La trattenuta precedente del 10% è scesa come detto per il 2023 al 5% .
Tale tassazione agevolata è tuttavia subordinata ad una serie di requisiti
- reddito massimo di 80.000 euro ,
- soglia massima dell'importo dei premi di 3mila euro annui per lavoratore, elevati a 4mila in aziende che prevedono il coinvolgimento paritetico dei lavoratori – variabilità del premio legato a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione definiti con accordi territoriali o aziendali preventivi.
Su questi aspetti l'Agenzia ha pubblicato numerosi interpelli che hanno definito in maniera stringente l'applicabilità. Leggi su questo i chiarimenti dell'Agenzia nella circolare 55 E 2020
Per approfondire vedi la nostra recente Circolare del Giorno n. 44-2023 "Tassazione premi di risultato 2023" Ti può interessare il pratico e book Modello 730 oneri detraibili e crediti di imposta |
Come detto, accanto alla possibilità di liquidare il premio in busta paga, la normativa ha contemplato anche la possibilità di convertire il premio stesso in welfare aziendale, beneficiando di una agevolazione fiscale ancora maggiore . Le somme erogate in forma di beni o servizi aziendali godono infatti della detassazione piena per il lavoratore e della deducibilità totale in capo al datore di lavoro.
Proprio questo ultimo aspetto va considerato con attenzione in quanto la scelta di convertire i premi in welfare può NON essere conveniente al lavoratore come potrebbe sembrare.
Dubbio convenienza sui premi di risultato convertiti in welfare
In un articolo del Sole 24 ore del 24.3.2023 a pag 35 Diego Paciello evidenzia in un grafico che l'aliquota del 5% sul premio può essere più favorevole rispetto alla detrazione fiscale applicabile sulla stessa somma trasformata nel bene o servizio di welfare prescelto. Questo dipende dalla percentuale di detraibilità del tipo di spesa.
Viene fatto l'esempio di un premio di produttività di 1000 euro lordi che
- come premio in busta paga al netto dell'imposta del 5% diventano 863 euro netti
- trasformato in welfare come rimborso spese per la retta universitaria di un figlio, con la detrazione al 19% risulterebbe pari a 810 euro netti.
La conversione in welfare in questo caso risulta quindi meno vantaggiosa per il dipendente.
Necessario quindi verificare la percentuale di detraibilità del bene o servizio prima di decidere per la conversione del premio.