Lavoratori espatriati: la determinazione della tassazione concorrente e l’attribuzione del credito di imposta
La flessibilità del rapporto non serve alla crescita, e programmarla significherebbe il fallimento degli obiettivi di sviluppo prefissati.
Approfondiamo il concetto dei “183 giorni”, riguardante gli aspetti fiscali degli italiani residenti all'estero
Con la recente pronuncia n. 5382, depositata in data 04.04.2012, i Giudici di legittimità della V sezione sono tornati a pronunciare sulla residenza fiscale delle persone fisiche confermando, in sostanza, l’orientamento giurisprudenziale consolidato circa il rilievo determinante di elementi di fatto connessi alla sfera degli interessi privati del contribuente.
I lavoratori inviati all’estero per lunghi periodi, qualora mantengano la residenza fiscale in Italia, sono obbligati a pagare le imposte sia in Italia che all’estero.
La tassazione del trattamento di fine rapporto, trova una diversa disciplina rispetto a quella delle retribuzioni ordinarie, per quei lavoratori italiani, alle dipendenze di aziende italiane distaccati all’estero e successivamente al distacco, acquistano la residenza fiscale del Paese di destinazione.
Il disegno di legge sulla riforma del lavoro all’esame ora del Parlamento si prefigge all’art. 1 di riformare il mercato del lavoro per favorire l’occupazione e migliorare la qualità del lavoro, attraverso specifiche misure.
In data 23 marzo 2012 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro.
Il 29 novembre 2011 è stata stipulata l'ipotesi del Contratto collettivo nazionale del lavoro per i dipendenti degli studi professionali, scaduto il 30 settembre 2010. Evidenziamo gli aspetti più significativi del CCNL che sono stati oggetto di modifica in sede di rinnovo e destinate ad avere un impatto notevole nella regolazione dei rapporti di lavoro all’interno degli studi professionali