Tizio fa testamento e attribuisce al figlio Caio alcuni beni e tutto il resto del suo patrimonio agli altri due figli, Caietta e Sempronio.
Caio impugna la disposizione e cita in giudizio i fratelli Caietta e Sempronio sostenendo che il padre aveva così disposto in quanto aveva subìto delle pressioni psicologiche da parte dei medesimi Caietta e Sempronio.
Il testamento è annullabile?
Alla domanda ha dato risposta la Cassazione con l’ordinanza n. 25521 del 31 agosto 2023 che ha ribadito l’importanza in ambito successorio del rispetto assoluto della volontà del testatore per cui, perché una disposizione possa essere annullata, non basta una generica “influenza di ordine psicologico” esercitata sul testatore (anche “mediante blandizie, richieste, suggerimenti o sollecitazioni”) ma bisogna dimostrare un “impiego di veri e propri mezzi fraudolenti idonei a trarre in inganno il testatore, avuto riguardo alla sua età, allo stato di salute, alle sue condizioni di spirito, così da suscitare in lui false rappresentazioni ed orientare la sua volontà in un senso in cui non si sarebbe spontaneamente indirizzata”
Il testamento, dunque, può essere annullato solo quando sia riscontrabile l'avvenuto impiego di veri e propri mezzi fraudolenti idonei a trarre in inganno il testatore che, quindi, viene indotto a disporre in quel determinato modo per effetto dei mezzi fraudolenti esercitati.
Le semplici pressioni o influenze psicologiche esercitate sul testatore non sono, invece, sufficiente per annullare la disposizione testamentaria.
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