Enti terzo settore e antiriciclaggio: novità nel decreto economia

Il D.L. Economia (D.L. n. 95 del 2025) introduce un’importante novità per gli ETS: tali enti vengono infatti ricompresi nel sistema di prevenzione dell’antiriciclaggio

1) Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF). Nuovi rapporti con il no profit

L’articolo 11, comma 1, lett. a) del D.L. 95/2025, apporta una sostanziale modifica al ruolo del Comitato di sicurezza finanziaria, che diventa punto di contatto per le richieste estere e per la prevenzione dell’uso improprio del finanziamento degli enti non profit a fini terroristici. 

Infatti, con la modifica all’art. 3, comma 11 del D.lgs. n. 109 del 2007 si attribuisce al CSF il ruolo di punto di contatto centrale per le richieste provenienti da Paesi esteri relative al rischio di abuso del finanziamento degli enti del Terzo settore al fine di finanziamento del terrorismo, nonché per condurre attività di sensibilizzazione agli enti non profit sulla medesima questione.

Si aggiunge infatti un periodo del seguente tenore: “Ferme restando le competenze specifiche delle singole autorità che compongono il Comitato, il Comitato di sicurezza finanziaria è il punto di contatto centrale per rispondere alle richieste di altri Stati o di organismi internazionali per le questioni inerenti al rischio di abuso per finalità di finanziamento del terrorismo degli enti previsti all'articolo 4 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, e per condurre attività di sensibilizzazione circa il rischio cui potrebbero essere esposti gli stessi enti”.

In ogni caso, il nuovo ruolo attribuito al Comitato di sicurezza finanziaria non altera il quadro delle competenze delle singole autorità che lo compongono.

La disposizione si allinea alla raccomandazione n. 8 del GAFI che espressamente richiedeva ai Paesi di monitorare l’adeguatezza delle proprie leggi e regolamentazioni riguardanti le entità suscettibili di essere abusate per finalità di finanziamento del terrorismo. 

Al riguardo, le organizzazioni senza scopo di lucro risultano particolarmente vulnerabili e gli Stati devono assicurare che tali enti non possano essere utilizzati impropriamente: 

• da organizzazioni terroristiche che si presentino come entità legittime; 
• al fine di servirsi di entità legittime per finanziare il terrorismo, ivi incluso per sfuggire a misure di congelamento dei beni; 
• per occultare o oscurare il dirottamento clandestino di fondi destinati a scopi legittimi verso organizzazioni terroristiche

Sul punto, per quanto attiene alla situazione italiana, in base all’analisi svolta dal Comitato di sicurezza finanziaria (Analisi nazionale dei rischi di riciclaggio di denaro e di finanziamento del terrorismo – novembre 2024), il mondo italiano del non profit risulta comunque a basso rischio di abuso dei fini del finanziamento del terrorismo, salvo per quella porzione del settore - classificata a rischio specifico rilevante di finanziamento del terrorismo - circoscritta alle ONG che operano nelle aree di crisi del Mediterraneo e del Medio Oriente e alle associazioni di culto islamico, le quali gestiscono oltre 86 milioni di euro di fondi.

2) Il ruolo del Comitato di Sicurezza Finanziaria

Per completezza si ricorda che il Comitato di sicurezza finanziaria presso il Ministero dell’economia e delle finanze; è presieduto dal Direttore generale del Tesoro ed è composto da quindici membri nominati dal Ministro dell’interno, dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dal Ministro dello sviluppo economico, dalla Banca d’Italia, dalla Consob, dall’Ivass, dall’Uif e ne fanno parte un dirigente in servizio presso il Ministero dell’economia e delle finanze, un ufficiale della Guardia di finanza, un appartenente al ruolo dirigenziale o ufficiale di grado equiparato delle forze di polizia in servizio presso la Direzione investigativa antimafia, un ufficiale dell’Arma dei carabinieri, un dirigente dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli e un magistrato della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. 

Ha il compito, tra l’altro, di adottare ogni atto necessario per la corretta e tempestiva attuazione delle misure di congelamento disposte dalle Nazioni unite, dall’Unione europea e dal Ministro dell’economia e delle finanze. 

Agisce come punto di raccordo fra le amministrazioni partecipanti, dalle quali riceve tutte le informazioni necessarie, anche in deroga alle norme sul segreto d’ufficio.