Con il decreto correttivo della riforma fiscale, approvato definitivamente dal Consiglio dei Ministri, il concordato preventivo biennale (CPB) si arricchisce di modifiche sostanziali, destinate a rilanciare l’interesse – finora piuttosto contenuto – da parte dei contribuenti soggetti agli ISA.
L’intervento normativo mira, da un lato, a rendere più attrattiva la proposta dell’Agenzia delle Entrate e, dall’altro, a ridurre l’incertezza che ha limitato le adesioni nella prima edizione dello strumento.
Tra le novità più rilevanti vi è l’introduzione di tetti massimi alla proposta dell’Amministrazione finanziaria, differenziati in base al livello di affidabilità fiscale rilevato dagli indici ISA.
La logica che presiede alla nuova struttura del CPB è di tipo premiale: maggiore è l’affidabilità del contribuente, minore sarà l’incremento del reddito oggetto della proposta.
Per il biennio 2025-2026, infatti, si prevede per chi raggiungerà il 10 in pagella già sull’anno d’imposta 2024 (che precede la nuova edizione del concordato) l’incremento massimo non potrà superare il 10%.
Una percentuale che diventa del 15% per chi ha punteggio fra 9 e 10 e si alza al 25% per chi ha un voto tra 8 e 9.
Si tratta di un correttivo significativo rispetto al passato, pensato per limitare l’eccessiva discrezionalità nella definizione della proposta e aumentare la prevedibilità dell’onere tributario.
L’obiettivo è quello di incentivare l’adesione al concordato anche da parte di soggetti che, pur formalmente “affidabili”, restavano reticenti dinanzi a richieste percepite come eccessive rispetto alla propria situazione reddituale effettiva.
Fino a oggi, la notifica di un avviso bonario comportava automaticamente l’esclusione dal regime, senza possibilità di rimedio.
Con il nuovo impianto normativo, invece, il contribuente avrà la possibilità di sanare la propria posizione entro 60 giorni dal ricevimento dell’avviso, mantenendo così la validità dell’accordo biennale.
Questo intervento risponde alle perplessità sollevate dalla prassi operativa, che vedeva penalizzazioni eccessive anche in presenza di errori di natura meramente formale.
Una delle leve su cui il legislatore ha ritenuto di insistere è quella degli incentivi per l’occupazione.
Il nuovo CPB consente di abbattere la base imponibile oggetto della proposta mediante l’applicazione della superdeduzione per i nuovi assunti, nella misura del 120% o del 130% aprendo alla possibilità, finora esclusa, di “aggiustare” alcune voci di bilancio per riflettere l’impatto degli investimenti in risorse umane e rendere la proposta fiscale maggiormente in linea con l’applicazione delle norme agevolative.
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1) CPB: Il decreto ministeriale del 28 aprile 2025
Una delle novità più significative, contenuta nel decreto ministeriale del 28 aprile 2025 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 22/05/2025 n. 117 (attraverso il quale il Mef ha approvato la metodologia per l’elaborazione della proposta di concordato preventivo biennale 2025/2026), riguarda la possibilità di ottenere riduzioni sulla proposta in presenza di eventi eccezionali che abbiano inciso negativamente sull’attività del contribuente.
Il meccanismo di riduzione, già testato per il biennio 2024/2025, è ora confermato e codificato:
- una sospensione tra 30 e 60 giorni comporta una riduzione del 10%;
- una sospensione tra 60 e 120 giorni comporta una sale al 20%;
- una sospensione oltre 120 giorni, si applica una riduzione massima del 30%.
Tali eventi – come calamità naturali, danni alle scorte, liquidazione o cessazione temporanea dell’attività – devono verificarsi entro il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025 e prima dell’adesione alla proposta.
La loro segnalazione, correttamente riportata nel modello CPB 2025/2026, attiva in modo automatico la rimodulazione della proposta attraverso il software dell’Agenzia.
Viene confermata la scadenza per l’adesione al 30 settembre (o al nono mese successivo per i soggetti “non solari”), mentre si chiarisce che la partecipazione dei contribuenti forfetari resta limitata al solo anno d’imposta 2024, confermando il carattere sperimentale già delineato nella disciplina istitutiva.
Inoltre, viene ribadito l’utilizzo dei dati del 2024 come base di riferimento per l’elaborazione della proposta, in continuità con i criteri adottati per il biennio precedente.
Il nuovo impianto normativo del CPB appare orientato a colmare alcune delle lacune operative e interpretative emerse nella prima edizione.
L’introduzione di tetti differenziati, la possibilità di conservare l’adesione in caso di avvisi bonari, la valorizzazione delle superdeduzioni e l’attenzione agli eventi straordinari rappresentano un passo avanti in direzione di un sistema di concordato più equo e realistico.
Tuttavia, resta da verificare se queste misure riusciranno effettivamente a superare la diffidenza di molti contribuenti, ancora scettici sulla convenienza reale del patto con il Fisco.
La chiave del successo sarà probabilmente nella capacità dell’amministrazione di garantire trasparenza, semplificazione operativa e coerenza nell’applicazione concreta delle nuove regole.