Negli ultimi anni si sono susseguite numerose modifiche legislative che hanno cambiato i requisiti e le età per andare in pensione. L'esigenza di fondo è ovviamente quelle di risparmiare sulla spesa previdenziale che è uno dei capitoli piu pesanti per il bilancio pubblico (Nel 2019 la spesa per pensioni era pari al 14,1% del PIL complessivo e tra il 2021 e il 2022, passerà da 295,5 miliardi a 304 miliardi ).
La situazione si è particolarmente aggravata negli ultimi anni per l'andamento demografico, che vede :
Le principali riforme previdenziali recenti sono:
Va ricordato dunque che oggi il sistema prevede:
Nelle ultime settimane sia per la grave crisi economica dovuta al Coronavirus e anche a seguito delle Osservazioni della Commissione europea che ha raccomandato di ripensare le misure di anticipo pensionistico piu onerose, si parla di non confermare la misura sperimentale di Quota 100, pur prevedendo la proroga di alcune misure che anticipano l'età per la pensione. Queste almeno le richieste dei sindacati che hanno trovato sponda presso la Ministra del lavoro Catalfo. Sono già iniziati gli incontri tra Governo e sindacati e tavoli tecnici di approfondimento. Il prossimo incontro è previsto per il 25 gennaio 2021.
Su QUOTA 100 si può attendere la scadenza naturale a fine 2021 mentre sul capitolo previdenza nella nuova legge di bilancio 2021 hanno trovato posto sia la proroga per Ape sociale che per Opzione Donna assieme a
una nuova edizione dell’isopensione,
un ampliamento dei contratti di espansione, con staffetta generazionale tra pensionamenti e nuove assunzioni, alle aziende dai 500 dipendenti, invece che 1000.
Vedi anche Pensioni: si prepara l'addio a Quota 100 e Legge di bilancio 2021 misure su lavoro pensioni, maternità
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Qual è l'età prevista oggi dalla legge per la pensione di vecchiaia?
Dal 2019 l'età per la pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni per tutte le categorie.
Nel decreto ministeriale del 5.11.2019 è stata confermata l'età di 67 anni anche per il biennio 2021-2022, a seguito dei rilevamenti ISTAT che non hanno registrato un incremento della speranza di vita.
Il requisito dei 67 anni resterà valido anche per ottenere l’assegno sociale fino a tutto il 2022.
Al requisito anagrafico si aggiunge il requisito contributivo di 20 anni: per raggiungerlo sono validi i contributi lavorativi e quelli versati per:
A seguito dell'introduzione del cumulo contributivo gratuito (legge 232/2016), i 20 anni possono essere raggiunti sommando contributi versati in tutte le gestioni Inps o anche presso Casse professionali, purche in periodi non coincidenti.
Rientrano anche i contributi accantonati in un altro Paese della UE o anche extra Ue, se è presente una convenzione internazionale in materia di sicurezza sociale.
Vediamo nella tabella seguente i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia fino al 2021:
| REQUISITI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA ORDINARIA con requisito contributivo 20 anni | ||||
| dipendenti pubblici | dipendenti privati | lavoratori autonomi | lavoratrici settore privato | lavoratrici autonome |
2017 | 66 e 7 mesi | 66 anni e 7 e 7 mesi | 66 anni e 7 mesi | 65 anni e 7 mesi | 66 anni e 1 mese |
2018 | 66 e 7 mesi | 66 e 7 mesi | 66 e 7 mesi | 66 e 7 mesi | 66 e 7 mesi |
2019 | 67 | 67 | 67 | 67 | 67 |
2020 | 67 | 67 | 67 | 67 | 67 |
2021 | 67 anni |
67 anni
| 67 anni | 67 anni | 67 anni |
2022 | 67 anni | 67 anni | 67 anni | 67 anni | 67 anni |
Sono ancora valide alcune deroghe per alcune categorie di lavoratori previste dalla legge Amato (decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503; n. Circolare INPS n. 16/2013) per i quali sono sufficienti 15 anni di contributi versati.
E' prevista anche una pensione di vecchiaia con solo 5 anni di contributi effettivamente versati , non precedenti il 1996 (esclusi i figurativi) che si raggiunge nel 2019 e 2020 a 70 anni:
NOTA BENE : I lavoratori che non hanno contributi prima del 1996 per potere andare in pensione a 67 anni, devono anche avere un valore dell’assegno lordo mensile pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (per il 2019 pari a 458 euro).
| REQUISITI ANAGRAFICI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA con requisito contributivo 5 anni (solo contributi versati dopo il 1995) | |
| uomini | donne |
2018 | 70 anni e 7 mesi | 70 e 7 mesi |
2019 | 71 anni | 71 anni |
2020 | 71 anni | 71 anni |
2021 | 71 e 3 mesi | 71 e 3 mesi |
Come detto, il meccanismo di adeguamento dalla speranza di vita era stato introdotto dalla riforma Dini e perfezionato dalla riforma Monti-Fornero del 2011, sulla base dell’ innalzamento della vita media della popolazione italiana, con il fine di arginare i costi sempre piu alti della previdenza.
La norma prevede che il momento della pensione venga progressivamente spostato in avanti sulla base delle analisi dell'ISTAT che definiscono la speranza di vita delle successive generazioni, con modifica dei requisiti anagrafici di accesso a tutte le tipologie di pensioni.
Il primo adeguamento è stato nel 2013 ( pari a 3 mesi). La Legge di Bilancio 2018 ha modificato il meccanismo di adeguamento, prevedendo:
- che si dovrà fare riferimento alla media dei valori registrati nei singoli anni del biennio di riferimento, rispetto alla media dei valori registrati nei singoli anni del biennio precedente;
- che gli adeguamenti (a decorrere da quello operante dal 2021) non possono essere superiori a 3 mesi (con recupero dell'eventuale misura eccedente in occasione dell'adeguamento o degli adeguamenti successivi);
- che eventuali variazioni negative devono essere recuperate in occasione degli adeguamenti successivi (mediante compensazione con gli incrementi che deriverebbero da tali adeguamenti);
- l’esclusione dall'adeguamento all'incremento della speranza di vita per la pensione di vecchiaia e pensionamento anticipato, per specifiche categorie di lavoratori iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (A.G.O.), alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata INPS ex articolo 2, comma 26, della L. 335/1995 , cioè addetti a mansioni lavorative usuranti o gravose, svolte per piu di 6 anni negli ultimi 7 (o 7 su dieci) , con anzianità contributiva di 30 anni.
Vediamo ora le principali modalita di pensionamento anticipato attualmente in vigore:
PENSIONE ANTICIPATA ORDINARIA
Si accede a qualsiasi età; è riservata ai lavoratori iscritti alle gestioni INPS e richiede:
• 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini (2227 settimane)
• 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne (2175 settimane)
Va ricordato che il DL 4 2019 ha previsto una finestra mobile di tre mesi tra il momento della maturazione del requisito e la decorrenza, ovvero il momento in cui si percepisce effettivamente l'assegno di pensione.
REQUISITI PER LA PENSIONE ANTICIPATA ORDINARIA lavoratori con contributi versati sia prima che dopo il 1995 - sistema di calcolo misto o contributivo | ||
| lavoratori | lavoratrici |
2017 | 42 anni e 10 mesi | 41 anni e 10 mesi |
2018 | 42 anni e 10 mesi | 41 anni e 10 mesi |
DAL 2019 AL 2026 | 42 anni e 10 mesi | 41 anni e 10 mesi |
ISOPENSIONE:
è fruibile nelle grandi aziende (con piu di 15 dipendenti) interessate ad anticipare la pensione di una parte del personale, per i lavoratori che raggiungano i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia nei 7 anni successivi.
Una modifica legislativa del 2017 aveva previsto l'applicazione del limite dei 7 anni solo nel triennio 2018-2020 con ritorno dal 2021 alla formulazione originaria (massimo di 4 anni mancanti)
La legge di bilancio 2021 ha riconfermato l'agevolazione fino al 2023: l'accesso resta fissato ad un massimo di 7 anni prima dell'eta di pensione.
Vedi maggiori dettagli nell'articolo "Isopensione 2021 restano 7 gli anni di anticipo " (messaggio INPS 227 del 20.1 2021.)
Su questo regime va ricordato che:
APE VOLONTARIO (NON PIU IN VIGORE)
si poteva richiedere fino al 31.12.2019 , avendo già compiuto 63 anni, e con meno di 3 anni e 7 mesi dall'età pensionabile, avendo 20 anni almeno di contributi. Prevedeva un prestito garantito dalla pensione da restituire nei 20 anni successivi tramite una decurtazione sull'assegno pensionistico. Il costo per il lavoratore risultava dimezzato grazie un corrispondente credito di imposta.
E' una possibilità di anticipo pensionistico riservata a lavoratori del cd. categorie deboli: disoccupati, disabili o che assistono parenti di primo o secondo grado con disabilità o gravi patologie invalidanti, lavoratori precoci o addetti a mansioni gravose.
Gli altri requisiti sono: 63 anni compiuti, almeno 30/36 di contributi .
Si riceve una indennità INPS, pari al massimo a 3 volte l'assegno sociale, fino al momento della pensione di vecchiaia.
Questa misura è stata confermata dalla legge di bilancio 160 2019 anche per il 2020 e , con la nuova legge di bilancio anche per il 2021 .
PENSIONAMENTO ANTICIPATO PER I LAVORATORI CD "PRECOCI" (con almeno 1 anno di contributi versati prima dei 19 anni di età):
Si accede a qualsiasi età ma con 41 anni di contributi versati. Devono trovarsi anche in una delle seguenti condizioni:
PENSIONE ANZIANITA' LAVORI USURANTI
Per i lavoratori addetti a mansioni usuranti o gravose e pesanti definite dal d.lgs n. 67 2011 e dalla legge di stabilità 2018, resta ancora in vigore il sistema delle Quote, come da schemi seguenti:
Lavoratori addetti a mansioni particolarmente usuranti per almeno 78 giorni/notti in un anno:
dipendenti | quota 97,6 e | età minima 61 anni e 7 mesi |
autonomi (o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 98,6 | età minima 62 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni, con un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno:
dipendenti | quota 98,6 e | età minima 62 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 99,6 | età minima di 63 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
Lavoratori notturni a turni con un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno:
dipendenti | quota 99,6 e | età minima 63 anni e 7 mesi |
autonomi ( o con versamenti in entrambe le gestioni) | quota 100,6 | età minima 64 anni e 7 mesi |
servono in ogni caso 35 anni di contributi versati; |
NOTA BENE: Questi requisiti restano validi fino al 31.12.2026, infatti la legge di stabilità 2019 del Governo Conte ha sospeso, per questi lavoratori, i futuri adeguamenti al meccanismo della speranza di vita (V. circolare INPS n. 126 del 28 dicembre 2018).
Inoltre:
OPZIONE DONNA
E' una possibilità riservata alle lavoratrici introdotta dalla legge 243 2004 in via sperimentale ma prorogata piu volte fino ad oggi, di andare in pensione con il sistema di calcolo contributivo con 35 anni di contribuzione (con esclusione dei contributivi figurativi) a:
Inoltre la decorrenza dell'assegno veniva posticipata di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 per le autonome. E' stata poi prorogata dalla legge 232/ 2016 per il 2017 e 2018 e dal decreto legge 4/2019 per il 2019.
Anche la legge di bilancio 2020 (L.160 2019) ha prorogato nuovamente la durata dell'agevolazione. Si riconferma la finestra di accesso 12/18 mesi prima dell'erogazione dell'assegno pensionistico.
Opzione donna ( accesso a pensione anticipata con calcolo contributivo) Requisito età da raggiungere entro il 31.12.2019: | |
lavoratrici dipendenti | 58 anni |
lavoratrici autonome | 59 anni |
QUOTA 100
E' la misura sperimentale in vigore SOLO per il triennio 2019-2021, introdotta dal Decreto legge 4 2019 .
Prevede l’uscita anticipata al raggiungimento di quota 100 some somma di 62 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva. E' riservata agli iscritti alle Gestioni INPS del settore sia pubblico che privato.
Sono previste finestre mobili di posticipo della decorrenza di 3 mesi per i dipendenti di aziende private e di 6 mesi per i dipendenti del pubblico impiego rispetto al momento della maturazione dei requisiti.
La misura è molto discussa per il peso economico sulle casse INPS e la piccola porzione di lavoratori interessati (serve una carriera lavorativa molto stabile, infatti è stata richiesta soprattutto da lavoratori pubblici, maschi). Parte dell'odierna maggioranza ritiene che sarebbe da eliminare o modificare per utilizzare le risorse già stanziate per categorie piu svantaggiate, come i lavoratori addetti a mansioni usuranti.
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