News Pubblicata il 05/03/2021

Tempo di lettura: 2 minuti

Mansioni superiori e inquadramento: le regole

Come e a chi tocca provare l'adibizione a mansioni superiori per avere il relativo inquadramento. Ordinanza n. 5546 2021 della Corte di Cassazione



La Corte di Cassazione, con l'Ordinanza n. 5536 del 1° marzo 2021,  ha affermato che l'onere di provare di aver svolto mansioni superiori al proprio inquadramento professionale  è a carico del lavoratore  e non del datore di lavoro.

 Il caso  in discussione riguardava un impegato in una impresa edile che  accusava  i datori di lavoro di mobbing in quanto appunto costretto a mansioni superiori senza il giusto riconoscimento retributivo. Le sentenze di merito avevano parzialmente rigettato le sue richieste di risarcimento danni per la malattia professionale e inquadramento superiore, tranne che per  il riconoscimento di una maggiorazione dello stipendio. 

Va ricordato che in  generale perché il lavoratore possa essere inquadrato in una mansione di categoria superiore è necessario che:

In questo caso, la Cassazione ha confermato   quanto statuito dalla  Corte di appello  di Caltanissetta, riaffermando il principio già consolidato per il quale "il lavoratore che" - come nella specie - "rivendica nei confronti del datore di lavoro una superiore qualifica professionale in relazione alle mansioni svolte ha l'onere di dimostrare:

Non grava  quindi sul datore di lavoro, come affermato nel ricorso, "l'onere di dimostrare la non inquadrabilità delle mansioni svolte dal lavoratore nelle norme collettive da questi invocate ai fini del preteso diritto alla qualifica superiore" (come specificato anche in Cass. n. 1012/2003).

In materia vedi anche il commento a sentenza "Art. 2103 c.c. e mansioni superiori".

Leggi anche  CCNL commercio testo retribuzioni livelli


Fonte: Corte di Cassazione



TAG: Lavoro Dipendente La rubrica del lavoro