Speciale Pubblicato il 12/06/2020

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Il commercialista e il suo ruolo nella crisi post epidemica

di Staff di Fiscoetasse

Il professor Raffaele D’Alessio traccia il profilo ideale del commercialista che dovrà sostenere le PMI nell’affrontare la crisi post epidemica.



Il professor Raffaele D’Alessio traccia il profilo ideale del commercialista che dovrà sostenere le PMI nell’affrontare la verosimile crisi post epidemica. L’insostituibilità della tecnologia digitale e i nuovi strumenti di monitoraggio della crisi che anticipano l’entrata in vigore della normativa anti crisi.

La figura del CFO è ridondante per la gran parte delle PMI italiane. Spesso e volentieri è il commercialista che si fa carico delle strategie e delle politiche amministrative e fiscali delle piccole e medie imprese. Il periodo post epidemico può essere considerato un training on the job rispetto all’entrata in funzione della normativa anticrisi? Come si deve comportare il professionista? Con quali strumenti?

“Bisogna abituarsi all’idea del commercialista come un aziendalista a tutto tondo indispensabile per il tessuto imprenditoriale italiano. Se immaginiamo che le piccole imprese costituiscono l’architrave della nostra economia, il professionista e il commercialista nello specifico potrebbero essere paragonati ai pilastri o alle colonne portanti di questo architrave.”

Raffaele D’Alessio, Professore Ordinario di bilanci d’impresa, Università di Salerno, non ha dubbi sulla centralità dei commercialisti e dei professionisti. La professione si è molto evoluta negli anni approdando alla consulenza strategica. Pur continuando a fornire il servizio degli adempimenti, il commercialista, è spesso la mente dalla quale emergono le strategie di sviluppo e le politiche fiscali di un’impresa industriale. Il tutto sostenuto dalla trasformazione digitale e da applicativi sempre più sofisticati che utilizzano l’intelligenza artificiale e i big data.

Certamente il fronteggiamento di questa crisi post epidemica costituisce una bella sfida per una professione già oberata da adempimenti contabili e fiscali, ma che per la sua versatilità e resilienza sarà sicuramente capace di cogliere appieno le opportunità che ne derivano.” approfondisce D’Alessio.  ”D’altronde la parola crisi, che deriva dal greco, non ha solo un significato negativo, ma può essere intesa come fase decisiva e associata ad una scelta. Infatti, credo che in questo momento, la nostra professione sia chiamata a fare anch’essa delle scelte che tracceranno nel bene e nel male il sentiero del nostro domani. La crisi pandemica ci ha portato lontano dalle aziende facendoci apprezzare anche i benefici dello smartworking, ma mi si lasci avere una certezza: io e i miei colleghi abbiamo “sete di fabbrica”. Vogliamo cioè tornare a respirare l’aria dell’azienda, camminare negli uffici per osservarne la quotidianità per capire meglio e prima i sintomi della crisi. Confrontarci con i nostri imprenditori.”

Secondo D’Alessio, nei momenti di crisi sarebbe importante per le aziende avere un CFO 4.0, un vero protagonista delle decisioni aziendali. Una persona che guida i progetti, lavora a stretto contatto con CIO e Digital Office, e in alcuni casi ne assume direttamente la responsabilità. Una simile figura è molto difficile per le PMI italiane che si affidano sempre più al proprio commercialista. Questi ultimi però possono oggi contare su strumenti tecnologici e digitali sempre più raffinati, efficaci ed efficienti.

Ancora D’Alessio: “In merito alle modalità e agli strumenti a disposizione del professionista, ritengo che questi possano ricercarsi, sicuramente in una spinta sempre maggiore alla formazione continua e all’utilizzo sempre più spinto degli strumenti informatici. Ho avuto, ad esempio, l’occasione di partecipare ad un panel delphi del nuovo software crisi d’impresa di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ed effettivamente l’uso dell’intelligenza artificiale di cui è intriso il software migliora una simile situazione, dando agli utilizzatori la possibilità di ottenere un supporto funzionale ai processi noti di un CFO, senza sostenere i costi di un professionista dedicato.”

La soluzione alla quale accenna il prof. D’Alessio è «Genya Crisi d’impresa» recentemente presentata da Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia. La soluzione consente ai commercialisti, partendo da una situazione contabile acquisita da un qualsiasi applicativo, di ottenere automaticamente il calcolo degli indici di allerta, una ricca serie di indici di bilancio e la gestione del rating bancario, grazie all’analisi del documento della Centrale dei Rischi e Medio Credito Centrale.

«Genya Crisi d’Impresa» è una soluzione estremamente efficiente che consente fin da subito il monitoraggio digitale degli indici di allerta e renderà la gestione del nuovo adempimento, in vigore tra un anno, fluida e funzionale. Oltre ai calcoli e alle previsioni automatizzate, «Genya Crisi d’Impresa» agevolerà l’attività consulenziale del commercialista che potrà fornire ai propri clienti, oltre al posizionamento rispetto agli indici di allerta, anche analisi di bilancio, analisi del posizionamento rispetto al rating bancario ed ulteriori analisi sull’andamento del business dell’azienda. Il commercialista potrà fornire al proprio cliente un report o l’accesso diretto alla soluzione.

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