Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, insieme al Ministero dell’Istruzione e al Ministero dell’Università e della Ricerca, ha adottato nuove linee guida nazionali per definire gli standard formativi degli assistenti familiari.
Il documento rappresenta un passaggio importante nell’attuazione della legge delega n. 33/2023 e del successivo decreto legislativo n. 29/2024 in materia di politiche a favore delle persone anziane non autosufficienti.
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L’obiettivo è duplice: da un lato garantire un’offerta formativa omogenea e di qualità in tutto il territorio nazionale, dall’altro valorizzare le competenze pregresse maturate dagli operatori e dai caregiver familiari, riconoscendo il loro ruolo all’interno del sistema di assistenza.
Le linee guida costituiscono dunque un punto di riferimento unitario per Regioni e Province autonome, chiamate a recepirle nei rispettivi ordinamenti.
QUI IL TESTO DELLE LINEE GUIDA.
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1) Il profilo professionale dell’assistente familiare
La figura dell’assistente familiare, comunemente conosciuta anche come “badante”, viene delineata come un operatore che svolge attività di assistenza diretta a persone con diversi livelli di non autosufficienza psicofisica. L’intervento si svolge prevalentemente al domicilio della persona assistita, sia in regime di convivenza sia con prestazioni a ore.
I compiti spaziano dal supporto nelle attività quotidiane (igiene personale, pulizia dell’ambiente domestico, preparazione dei pasti) fino al sostegno emotivo e relazionale, al monitoraggio dello stato di salute generale e all’accompagnamento nelle attività di vita. In caso di necessità, l’assistente familiare può inoltre occuparsi di piccoli acquisti, pratiche amministrative e rapporti con i servizi socio-sanitari territoriali.
ATTENZIONE La definizione del profilo non ha carattere regolamentato, ma mira a consolidare la qualificazione professionale dell’assistente familiare, in coerenza con la contrattazione collettiva nazionale di settore e con gli standard del Repertorio nazionale delle qualificazioni.
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2) Standard formativi e competenze richieste
Le linee guida provvedono alla definizione degli standard formativi minimi. Le competenze richieste sono suddivise in aree specifiche:
- Competenze tecnico-professionali: riguardano le attività di assistenza alla persona e la capacità di garantire un adeguato presidio dei bisogni quotidiani.
- Salute e sicurezza: comprendono nozioni di primo soccorso, conoscenza delle principali patologie croniche e degenerative, e aspetti di prevenzione anche in chiave ambientale.
- Competenze personali e sociali: abilità relazionali, empatia, flessibilità e capacità di collaborazione, in linea con il quadro europeo LifeComp.
- Competenze imprenditoriali: capacità di iniziativa, gestione dell’incertezza e lavoro di squadra, secondo il modello EntreComp.
- Competenze digitali: livello minimo 3 del quadro europeo DigComp, per comunicare con familiari e servizi tramite strumenti digitali.
- Lingua italiana: livello minimo B1 del Quadro comune europeo delle lingue, per comprensione, conversazione e scrittura.
La qualificazione di assistente familiare viene collocata al livello 2 del Quadro nazionale delle qualificazioni e dell’EQF europeo, con riferimento al grado di autonomia e responsabilità richiesto.
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3) Offerta formativa: durata, modalità, requisiti di accesso e certificazione
La durata minima dei percorsi formativi è fissata in 70 ore, comprensive di orientamento, accompagnamento e tirocinio. A seconda delle competenze di ingresso, possono essere previsti moduli aggiuntivi di lingua italiana e competenze digitali.
Per favorire la partecipazione, i corsi dovranno essere flessibili, modulabili e personalizzati. È ammesso l’utilizzo della formazione a distanza, con un limite del 50% in modalità asincrona, mentre le attività pratiche – come la movimentazione dell’assistito e il primo soccorso – devono svolgersi in presenza.
L’accesso è consentito ai maggiorenni con conoscenza della lingua italiana almeno a livello A2. Per i cittadini stranieri è richiesto un regolare permesso di soggiorno.
Valutazione, certificazione e iscrizione negli elenchi
La certificazione delle competenze spetta alle Regioni e alle Province autonome, che rilasciano il certificato di qualificazione professionale di assistente familiare o singoli attestati di competenza. Tali certificazioni hanno valore su tutto il territorio nazionale e consentono l’iscrizione negli elenchi regionali previsti dal decreto legislativo n. 29/2024.
È previsto il riconoscimento della precedente certificazione UNI 11766:2019, che sarà equiparata ai moduli di apprendimento delle nuove linee guida. In questo modo si valorizzano le esperienze già maturate nel settore, favorendo continuità e mobilità lavorativa.
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4) Iter attuativo e disposizioni transitorie
Le linee guida sono state approvate in Conferenza Stato-Regioni e dovranno essere rese operative dalle Regioni entro otto mesi da questo decreto ministeriale, quindi entro maggio 2026..
Le amministrazioni regionali che non dispongono già di percorsi coerenti con il nuovo standard dovranno adeguarsi nei tempi indicati.
La transizione sarà agevolata dalla possibilità di riconoscere le competenze pregresse acquisite dai caregiver familiari o da operatori di settori affini, evitando duplicazioni di percorsi formativi e favorendo l’inserimento o il reinserimento lavorativo.
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