Con l’ordinanza n. 2489 del 2 febbraio 2025 la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, si è pronunciata su una vicenda complessa riguardante il licenziamento di una dipendente di una fondazione lirico-sinfonica, ritenuto illegittimo dalla Corte d’Appello di Roma per violazioni in materia di privacy e trattamento dei dati informatici.
Il giudizio ha posto al centro due questioni principali:
- da un lato, la validità dei controlli effettuati dal datore di lavoro sugli strumenti informatici aziendali;
- dall’altro, la corretta applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (Legge n. 300/1970) nella sua versione novellata dal Jobs Act, con particolare riferimento alla misura dell’indennità risarcitoria.
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1) Le decisioni della Corte d’Appello
Il giudice di merito, in sede di rinvio, ha affrontato il tema della legittimità delle prove informatiche acquisite dal datore di lavoro e della conseguente validità del licenziamento disciplinare. La Corte ha osservato che:
- Tempistica della raccolta dei dati: i dati erano stati acquisiti prima che sorgesse un fondato sospetto di illecito da parte della lavoratrice, sicché non potevano qualificarsi come “controlli difensivi”.
- Inutilizzabilità delle prove: la raccolta di dati relativi alla cronologia di navigazione internet e all’accesso a caselle di posta elettronica private era avvenuta senza un’adeguata informativa preventiva ai dipendenti, come richiesto dall’art. 4 Statuto dei lavoratori e dall’art. 13 D.Lgs. n. 196/2003.
- Carente regolamentazione interna: il regolamento aziendale disciplinava soltanto l’uso della posta elettronica aziendale, senza prevedere regole chiare sulla conservazione e sul trattamento dei dati derivanti dalla navigazione in rete.
Di conseguenza sono stati ritenuti inutilizzabili i dati informatici e i fatti contestati sono stati considerati insussistenti; pertanto, il licenziamento è stato dichiarato illegittimo.
Tutela applicata: è stata disposta la reintegrazione della lavoratrice e il pagamento integrale delle retribuzioni maturate dalla data del recesso all’effettiva riammissione, senza limitazioni quantitative.
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2) Le motivazioni della Cassazione
Investita del ricorso della fondazione, la Suprema Corte ha distinto due piani di valutazione, accogliendo solo in parte le censure mosse:
Primo motivo respinto:
La Corte ha confermato l’interpretazione della Corte d’Appello sulla mancanza di adeguata informativa preventiva in materia di privacy.
Ha ribadito che l’accertamento dell’adeguatezza delle policy aziendali costituisce apprezzamento di fatto rimesso al giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se sorretto da motivazione logica e coerente.
Ne consegue la conferma della dichiarazione di illegittimità del licenziamento per insussistenza dei fatti contestati.
Secondo motivo accolto:
La Corte ha censurato la decisione della Corte d’Appello per aver disposto il pagamento integrale delle retribuzioni maturate sino alla reintegra, senza applicare l limite previsto dall’art. 18, comma 4, Statuto dei lavoratori.
Le fondazioni lirico-sinfoniche, trasformate in enti di diritto privato dal 1998, non rientrano nell’area dell’impiego pubblico: ai rapporti di lavoro si applica dunque la disciplina privatistica.
In caso di insussistenza del fatto contestato, l’art. 18 prevede sì la reintegrazione, ma stabilisce che l’indennità risarcitoria non possa superare le dodici mensilità della retribuzione globale di fatto.
È stato quindi cassato il capo della sentenza relativo alla misura del risarcimento, con rinvio alla Corte d’Appello di Roma in diversa composizione per la rideterminazione dell’indennità.
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3) Le conclusioni
La pronuncia della Cassazione n. 2489/2025 conferma l’inutilizzabilità disciplinare di dati raccolti in violazione della normativa privacy, ribadendo i limiti dei controlli informatici sul personale. Al contempo, precisa che, per le fondazioni lirico-sinfoniche in quanto enti di diritto privato, l’indennità risarcitoria conseguente alla reintegra deve rispettare il tetto massimo di dodici mensilità previsto dall’art. 18, comma 4, Statuto dei lavoratori.
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