Decreto PA 2025 convertito: cosa cambia per assunzioni, concorsi e stipendi

Con 99 voti favorevoli, 70 contrari e 2 astenuti, il Senato ha approvato ieri in via definitiva la legge di conversione del Decreto-legge n. 25 del 14 marzo 2025, noto come Decreto PA 2025. 

Il provvedimento introduce una serie di misure urgenti volte a rafforzare l’efficienza e la capacità di reclutamento della pubblica amministrazione, affrontando anche il tema delle retribuzioni, in particolare negli enti locali, finora penalizzati rispetto ad altri comparti.

QUI LA BOZZA DEL TESTO APPROVATO

ATTENZIONE Si attende per l 'entrata in vigore la pubblicazione  del testo in Gazzetta Ufficiale.

1) Decreto PA Convertito: più spazio ai giovani diplomati ITS e laureandi

Una delle principali novità riguarda l’inserimento di giovani diplomati provenienti dagli ITS Academy, gli istituti di istruzione superiore tecnica  introdotti recentemente. Le PA potranno destinare fino al 15% delle proprie capacità assunzionali all’inserimento di questi profili, tramite contratti di formazione e lavoro. Alla conclusione del percorso formativo, è prevista la possibilità di stabilizzazione a tempo indeterminato.

Lo stesso strumento contrattuale sarà applicabile anche a studenti universitari al terzo anno di corso, a condizione che siano in regola con il piano di studi. Si punta così ad attrarre nuovi talenti  addirittura prima della conclusione degli studi e a ridurre il mismatch tra competenze richieste e offerte.

2) Decreto PA Convertito: Stop al limite di idonei nei concorsi pubblici

Con la nuova legge viene abrogata la cosiddetta “taglia idonei”, introdotta dalla precedente legge di bilancio. Questa norma aveva ristretto il numero di candidati idonei nelle graduatorie a un massimo del 20% rispetto ai posti banditi. La soppressione di questo vincolo, per i concorsi approvati o banditi nel 2024 e 2025, consente di disporre di graduatorie più ampie, utili a contrastare i limiti imposti al turnover e a rispondere più tempestivamente ai fabbisogni del personale.

3) Decreto PA Convertito: fondi per gli stipendi degli Enti Locali

Una delle misure di maggiore impatto è l’incremento del trattamento accessorio per i dipendenti degli Enti Locali. L’obiettivo è ridurre il divario retributivo con le amministrazioni centrali. Gli enti virtuosi, che rispettano gli equilibri di bilancio e le norme in materia di personale (D.L. 34/2019), potranno incrementare il Fondo per le risorse decentrate, che finanzia premi, incarichi e altri elementi accessori della retribuzione.

L’aumento massimo è fissato al 48% della somma tra la componente stabile del fondo e gli importi destinati agli incarichi organizzativi, rapportato alla spesa sostenuta nel 2023 per gli stipendi tabellari del personale non dirigente.

4) Decreto PA Convertito: risorse per l’Agenzia per la cybersicurezza

Infine, viene potenziata l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, con lo stanziamento di fondi crescenti: 

• 1 milione di euro nel 2025, 
• 4 milioni nel 2026 e 
• 5 milioni annui  a partire dal 2027.

Il rafforzamento delle capacità dell’Agenzia mira a consolidare le difese digitali del Paese in un contesto globale sempre più esposto a minacce informatiche.

5) Decreto PA Convertito: misure su TFR TFS e pensionamenti

In materia di cessazione dal servizio e trattamento previdenziale per i dipendenti pubblici, valide per il biennio 2025-2026 la legge di conversione prevede:

• Per gli anni 2025 e 2026, le amministrazioni pubbliche possono, in via transitoria, risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro con dipendenti che abbiano compiuto 65 anni e maturato i requisiti per la pensione anticipata. Tale facoltà è esercitabile con un preavviso minimo di sei mesi e può riguardare fino al 15% del personale in possesso dei requisiti, motivando la decisione con esigenze organizzative. L'effetto della risoluzione può realizzarsi anche nel 2027, purché l'atto intervenga entro il 2026 e rispetti la decorrenza utile per la pensione anticipata. 
• Estensione dell'assegno ordinario di invalidità ai dipendenti pubblici assunti dopo l'entrata in vigore del decreto con applicazione delle norme previste dalla Legge 12 giugno 1984, n. 222. Questo significa che anche i dipendenti pubblici potranno accedere all'assegno ordinario di invalidità, finora riservato al settore privato, in caso di riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo. La misura non si applica al personale delle forze armate, delle forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. 
• Con l'adozione delle disposizioni della Legge 222/1984, si uniformano le procedure di accertamento dello stato di invalidità, inabilità e inidoneità al lavoro per i dipendenti pubblici neoassunti. Inoltre, per i lavoratori che cessano il servizio per tali motivi, è previsto che il trattamento di fine servizio o di fine rapporto (TFS/TFR) venga erogato entro tre mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, riducendo significativamente i tempi di attesa rispetto al passato.