L’IA si appresta a trasformare lo studio del commercialista? Wolters Kluwer Tax & Accounting, con la sua ricerca globale “Future Ready Accountant”, ha cercato di dare una risposta a questa domanda che da qualche tempo aleggia nel mondo dei professionisti. Qual è il sentiment della professione verso l’adozione di questa tecnologia? Riuscirà l’AI ha imprimere una svolta nel valore aggiunto che i commercialisti di tutto il mondo devono dare ai loro clienti?
L’ Intelligenza Artificiale, e parliamo anche di GenAI, sta trasformando il settore dei commercialisti, anche se non se ne ha una generale opinione positiva. Sicuramente l’implementazione degli strumenti di IA è in generale ritardo.
Secondo lo studio “Future Ready Accountant” realizzato da Wolters Kluwer Tax & Accountant in tutto il mondo e presentato recentemente anche in Italia, solo il 27% degli studi utilizza attualmente l’IA e il 22% prevede di adottare tecnologie di IA nel prossimo anno.
Lo studio rileva che più della metà degli intervistati (53%) valuta positivamente l’adozione dell’IA nel settore tributario e contabile. Il 32% dei restanti ha invece un atteggiamento più neutrale nei confronti di questa tecnologia e riporta una persistente incertezza sull’impatto dell’IA sulla professione e sulle sue implicazioni per i commercialisti.
Negli studi europei (57%) e in quelli dell’APAC (55%) il favore rispetto all’IA è abbastanza alto, come lo è quello degli studi statunitensi che, anzi, per il 33% si professano subito propensi ad utilizzare strumenti dotati di IA.
La ricerca connette l’accettazione dell’IA alle dimensioni degli studi. Circa i tre quarti (76%) dei professionisti dei grandi studi (con più di 50 dipendenti) dichiarano di essere favorevoli all’adozione dell’IA, rispetto al 64% degli studi medi (20-49 dipendenti), al 54% degli studi piccoli (5-19 dipendenti) e al 38% degli micro studi (1-4 dipendenti). E sempre le dimensioni degli studi sembrano essere correlate alla probabilità di utilizzo dell’IA. Per esempio sono i micro studi a registrare la percentuale più alta (33%) tra quelli che dichiarano di non avere intenzione di utilizzare o di prendere in considerazione l’utilizzo di strumenti di IA.
L’IA desta preoccupazioni che sono risultate omogenee tra i commercialisti interpellati dalla ricerca, a prescindere dall’ area geografica, dalle dimensioni dello studio o dal giudizio sull’IA in generale: rischi per la sicurezza dei dati e la privacy (44%), accuratezza (43%) e costi elevati per l’implementazione e il monitoraggio (35%).
Gli studi che hanno una visione più negativa dell’IA si sono preoccupati del potenziale impatto sul processo decisionale, sulla possibilità di sostituire posti di lavoro e sulla diminuzione del rapporto interpersonale con i clienti. Al contrario, gli studi più favorevoli all’IA si preoccupano dei costi di implementazione, della mancanza di competenze e di quanto potrebbe essere difficile integrare l’IA con i sistemi esistenti.
Queste preoccupazioni rivelano problemi pratici di adozione piuttosto che obiezioni sull’IA in sé.
Ma bisogna superare le perplessità per cogliere l vantaggi di questa tecnologia. La ricerca sottolinea quattro principali benefici dell’IA:
- snellimento delle attività (60%),
- automazione dei processi (50%),
- riduzione dei costi e aumento della produttività (40%)
- e miglioramento dell’accuratezza del calcolo (38%).
Naturalmente, vantaggi e perplessità legati all’ impiego dell’IA sono strettamente interconnessi e spesso riflettono due facce della stessa medaglia. Affrontando le perplessità in modo ponderato, gli studi possono cogliere meglio i vantaggi dell’IA, riducendo al contempo i potenziali rischi.
Ad esempio gli elevati costi di implementazione e manutenzione delle soluzioni dotate di IA suscitano preoccupazione nel 35% degli studi, ma il 40% vede nell’IA un potenziale di automazione dei processi e di aumento della produttività, fattori che riducono i costi.
Sarà dunque opportuno mettere sulla bilancia gli investimenti iniziali e i risparmi e i miglioramenti di efficienza che l’IA può offrire a lungo termine.
José Luis Rivas, CEO dello studio spagnolo Adlanter, commenta che “Gli studi che non riescono a integrare strategicamente le tecnologie dell’IA nelle loro offerte ai clienti faranno fatica a rimanere competitivi. Il maggior valore dell’IA consiste nella sua capacità di potenziare le competenze umane. L’IA può supportare tutto, dall’analisi predittiva all’identificazione di migliore pianificazione fiscale, consentendo ai commercialisti di offrire una consulenza più preziosa e orientata al futuro.”