La sezione lavoro della Cassazione nella recentissima sentenza n. 153512/2012 ribadisce l'orientamento in tema di licenziamento per giusta causa e affissione obligatoria del codice disciplinare in azienda
Commento e testo integrale dell’ordinanza n.10559 -2012: infondato il presupposto dell’assoggettabilità a Irap di un agente di commercio in quanto in una attività ausiliaria dell’impresa sarebbe connaturato un rilevante assetto organizzativo
Sentenza della Cassazione a sezioni Unite sul litisconsorzio necessario tra società di persone e soci per cui la verifica Irap vale anche per l'Irpef
Nell'ordinanza della Cassazione Civile n. 1867/2012 un importante principio di diritto sulla fondatezza di un accertamento verso un socio di società a ristretta base azionaria
Ordinanza della Cassazione penale in tema di istituto della confisca per equivalente sui beni personali del legale rappresentante: società di persone sempre più simile alla società di capitali
Le perdite su crediti indeducibili ai fini IRAP sono quelle che nascono da crediti certi, successivamente scontati o ridotti mentre non possono considerarsi tali i minori introiti derivanti da un semplice accordo. Questo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 11215 del 20 Maggio 2011
Dall' indebita deduzione di costi relativi a fatture per operazioni inesistenti, attraverso il semplice calcolo matematico, deriva l’incremento del reddito imponibile per un importo corrispondente a quello detratto. Ma se l’onere dell'accertamento dell’inesistenza dell’operazioni grava sull’Amministrazione finanziaria , sono sufficienti a questo fine presunzioni semplici, gravi e concordanti, per cui al contribuente spetta l’onere della prova contraria, cioé che i costi si riferiscano ad operazioni effettivamente realizzate. Questa la decisione della Corte di Cassazione con la sentenza n. 8211 dell’11 Aprile 2011
L’Amministrazione finanziaria, nel rispetto dello Statuto del Contribuente deve allegare gli atti citati nell’avviso di accertamento per integrare le ragioni che, secondo la stessa fondano l’atto impositivo, mettendo a conoscenza il cittadino delle cause e dando modo di approntare la propria difesa . Tale obbligo è però da considerarsi limitato ai soli atti di riferimento necessari per sostenere le ragioni dell’Amministrazione quando esse non siano già conosciute dal contribuente. Questo quanto deciso dalla Suprema Corte con la sentenza n. 5082 del 2 marzo 2011
La confisca dei beni, in caso di indebita compensazione dell’IVA, è legittima nei confronti di tutti i soci e non solo dell’amministratore, poiché non è dimostrabile che i vantaggi fiscali riguardino solo la società che ha beneficiato del reato. Tutti i soci infatti si presuppongono corresponsabili della condotta sociale e sono quindi penalmente perseguibili e assoggettabili al sequestro dei beni personali.Questa la decisione della Corte di Cassazione con la sentenza n. 662/2011
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