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LA FINANZIARIA 2006 SECONDO IL MINISTRO TREMONTI

La finanziaria 2006 secondo il ministro Tremonti

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Il ministro Tremonti nella seduta pubblica del Senato, del 4 ottobre 2005, ha illustrato la Finanziaria 2006, cercando di mettere in risalto la dimensione qualitativa e quantitativa della stessa, non solo attraverso un discorso ma anche attraverso una tabella che sintetizza e semplifica tutti i numeri della Finanziaria. Riportiamo alcuni passi che più interessano le novità in campo fiscale.

1) <br>Le dimensioni qualitatite e quantitative della Finanziaria 2006


La dimensione quantitativa della finanziaria che si cala in questo contesto è rappresentata, oltre che nel testo ufficiale, in una tabella che mi permetto di lasciare agli atti.
Cerco di formulare una lettura politica. Le riforme che iniziano con questa finanziaria sono:
il secondo pilastro della previdenza, con la devoluzione dei TFR ai fondi pensione;
i distretti - questo è un punto fondamentale - previsti in termini graduali e sperimentali, che rimuovono probabilmente la più forte anomalia in essere nel nostro sistema industriale e integrano, o comunque iniziano, un fondamentale indirizzo di politica industriale in questo Paese. La grande industria ha criticità note, ma è importante, perché unico contesto in cui si fa ricerca, pur con difficoltà che derivano dalla struttura proprietaria.
Peraltro, mancano i fondi pensione. Ricordo anche il rapporto con le banche e le privatizzazioni, che in certi casi sono state fatte in modo oligarchico. Poi abbiamo milioni di piccole e medie imprese. Certo è ragionevole, ed è stato fatto, introdurre incentivi o premi per la concentrazione e la fusione, ma il processo deve superare le resistenze individuali degli imprenditori ed è comunque molto lento. Quel che va fatto, e che noi cerchiamo di fare, è far convergere la realtà legale sulla realtà sostanziale, sulla realtà industriale. In Italia i distretti esistono, sono parte strutturale del nostro sistema produttivo, ma non esistono per la legge, se non in forme marginali.
Quel che pensiamo fondamentale per una riforma della struttura industriale del Paese è far convergere la struttura formale della legge sulla realtà sostanziale dei distretti. Le ipotesi che vanno sviluppate, tutti insieme, perché non è la riforma di una parte, visto che si tratta del futuro del Paese e che l\'unione fa la forza, mentre la divisione è un limite, sono molteplici.
Bisogna pensare di costruire, nei limiti possibili in Europa, una base fiscale consolidata o quanto meno un circuito di compensazioni finanziarie tra crediti e debiti ed una base amministrativa comune (chi lavora deve lavorare e la difesa o la gestione della contabilità, nei rapporti con terzi, la fa il distretto).
Poi vi è il rapporto con le banche. È difficile andare in banca da soli. Forse è più facile che ci vada il distretto. Sto parlando dell\'ipotesi di obbligazioni di distretto, del rating o dei distretti rispetto a Basilea 2. Sono tutte ipotesi su cui è fondamentale lavorare per l\'interesse del Paese.
Sull\'evasione fiscale voglio formulare alcune considerazioni oggettive. I dati relativi al 2000 indicano che l\'evasione negli anni Novanta non è stata contrastata a sufficienza. Il dato più indicativo è che le dichiarazioni del 2000 evidenziano solo 14.000 contribuenti che dichiarano più di 600 milioni lordi. Pari anno sono state negoziate in Italia quasi 300.000 automobili di lusso. C\'è qualcosa che non va. Credo sia molto serio tornare ad un sistema che affianchi all\'amministrazione finanziaria centrale i Comuni. Il ruolo dei Comuni, nella strategia di contrasto all\'evasione, data la geografia economica italiana, è fondamentale.
La riforma dell\'esattoria. Per 100 euro messi a ruolo, se ne riscuotono tre. Questo indica che il rapporto fiscale non è credibile, perché non è temibile. Le cifre inserite nella finanziaria - le troverete nella tabella sull\'evasione fiscale - sono molto basse e comunque in progressione: partiamo, per il 2006, da 300 milioni di euro, laddove credo che nelle finanziarie scorse l\'importo stanziato sul recupero di evasione per effetto di provvedimenti di intensità molto minore era assai maggiore.
Il 5 per mille affianca l\'8 per mille. Non si tratta di una addizionale. Fatto 100 quanto si deve di imposta, il 5 per mille lo si può destinare fondamentalmente per due finalità: volontariato e ricerca scientifica. Si tratta di una misura iniziale e sperimentale (d\'altra parte anche l\'8 per mille ha avuto un lungo periodo di progressiva applicazione) che quando andrà a regime credo modificherà una parte non piccola della struttura sociale, politica e morale del Paese.
Mi permetto di aggiungere come molto rilevante, pure se non costosa per l\'Erario se non in termini di nucleo iniziale di capitale promotore, la Banca per il Sud. Il Mezzogiorno d\'Italia è l\'unica area d\'Europa che non ha banche proprie: le aveva, non ci sono più e non credo sia una colpa del Mezzogiorno d\'Italia. Ci sono banche attive nel Sud, ma non sono banche del Sud, non sono banche che conoscono il territorio, che vivono sul territorio e per il territorio e noi sappiamo quanto è importante nell\'attività di banca conoscere il territorio; sono banche del Nord che fanno la raccolta e anche gli impieghi nel Sud, ma non sono banche del Sud.
Credo che la Banca del Sud sia una riforma strutturale per il Paese. Mi sono sempre chiesto cosa succede: in tutte le legislature, la precedente, questa, si stanziano sul Sud fondi crescenti ma è come versare acqua su un terreno arido, scompare. Forse, l\'anello mancante è una banca che lavori per lo sviluppo del Sud: non si tratta di un carrozzone pubblico, ma di una banca che deve avere la proprietà diffusa tra i cittadini del Sud.
Nel suo insieme la finanziaria è responsabile e non di tipo elettorale;
inoltre, è strutturale: il rapporto - vedrete nella tabella che allego - tra voci strutturali e voci non strutturali è equilibrato in applicazione della riforma del Patto di stabilità e di crescita.
Abbiamo fissato tre priorità di impresa dei fondi pubblici. La prima è la sanità, per la quale lo stanziamento è in crescita, anche significativa, a riprova della cifra non antisociale della politica del Governo. Data una quantità limitata di risorse, l\'impiego sulla sanità è moralmente prioritario. Seguono, poi, la sicurezza ed il Sud. Il Mezzogiorno non è terra di arretratezza dove nulla cambia e dunque nulla va fatto, ma è un\'area dove è ancora basso l\'utilizzo del potenziale produttivo, a cominciare dal lavoro e dalle infrastrutture, dove, proprio per questo motivo, è opportuno per l\'intero Paese concentrare una efficiente politica economica.
Anche in questa legge finanziaria la scelta è di garantire la continuità dei finanziamenti, condizione per il successo pieno degli interventi che abbiamo incrementato e attivato in questi anni. Per questo la finanziaria consolida la scelta di continuare ad aumentare la percentuale di spesa destinata agli investimenti e a semplificare gli interventi a favore delle attività produttive. Il rifinanziamento del Fondo per le aree sottoutilizzate, per un valore di circa 8 miliardi (pari allo 0,6 per cento del PIL secondo l\'impegno assunto nel DPEF 2006-2009) e l\'esclusione di specifiche limitazioni all\'operatività di questo fondo consentiranno di rafforzare e migliorare la qualità degli interventi infrastrutturali e la loro concentrazione su priorità strategiche.
Lo stock di risorse disponibili sul Fondo per le aree sottoutilizzate pari a oltre 32 miliardi di euro (erano 31 l\'anno scorso) consentirà, tra l\'altro, la piena attuazione delle riforme di incentivo e l\'attivazione della fiscalità di vantaggio introdotta con la legge n. 80 del 2005, in corso di approvazione in sede comunitaria in questi giorni. L\'intervento a sostegno diretto delle imprese è stato infine rafforzato con due interventi sulle norme relative al credito di imposta e investimenti e sul bonus occupazione, che ne consentiranno un più veloce ed efficace utilizzo. Sono rifinanziati tutti gli altri strumenti agevolativi a partire dal contratto di localizzazione, che nel primo anno di funzionamento ha dimostrato come sia possibile lavorare con successo sull\'attrazione degli investimenti esteri.
La parte rigore. Come ho cercato di spiegare, gli stanziamenti sulla priorità sociale fondamentale, la sanità, sono significativamente maggiori rispetto all\'anno scorso. Si sta molto discutendo della manovra relativamente ai governi locali: sarà evidente, credo, leggendo la finanziaria che restano invariate la spesa sociale per il personale ed i trasferimenti per il trasporto. Viene aumentata la possibilità di operare investimenti; c\'è un\'area che è interessata, simmetricamente a quanto è per il Governo, per il grande aggregato del bilancio pubblico (sei miliardi); un\'area di tre miliardi che può e credo deve essere fatta oggetto di economia.
Do un\'indicazione di massima che non esclude l\'intensità dell\'intervento ma in qualche modo lo qualifica in senso storico: se anche fosse, tutto quanto viene simulato in questi giorni, sarebbe comunque, relativamente a questo solo comparto, un ritorno ai dati del 2003-2004.
Ebbene, non mi sembra che il 2003 fosse un\'età caratterizzata da particolare inciviltà sociale, da un definanziamento delle strutture pubbliche; all\'opposto, nel 2003 si veniva, in quei bilanci, da un periodo di crescenti incrementi. Se anche fosse, relativamente a questo comparto, il ritorno al 2003 comunque non sarebbe il ritorno ad un\'età impossibile, anche perché non mi sembra che dal 2003 al 2005 siano avvenuti fatti particolarmente drammatici sulla struttura.
Posso dare un\'indicazione che va tutta verificata, ma che potrebbe essere di una qualche utilità, potrebbe essere indicativa in ordine alle cose che possono essere fatte a livello di governo locale: molti governi locali hanno stratificato strumenti di finanziamento (mutui) ed è una stratificazione storica che vede strumenti con saggi di interesse attuali medi e altissimi.
Ebbene, un atto di amministrazione che potrebbe essere assistito dal Governo potrebbe essere la ricontrattazione dello stock del debito o comunque la ricontrattazione dei mutui, per produrre un effetto di economia.
Tante altre cose devono e, ripeto, possono essere fatte. La discussione sulle singole specifiche misure sarà prevedibilmente intensa, dialettica, critica, ma, ne sono certo, sempre costruttiva, come è nella tradizione del Senato della Repubblica.

2) Tabella allegata all\'intervento del ministro Tremonti in sede di esposizione economico-finanziaria

Allegato B

 

Tabella allegata all\'intervento del ministro Tremonti in sede di esposizione economico-finanziaria

MANOVRA 2006 - 2008 in termini di indebitamento netto

 

 

2006

2007

2008

 

 

 

 

A) Manovra 0,8% PIL

11.500

11.911

12.322

 

 

 

 

B) Eccedenze di spesa, proroghe fiscali e altri oneri inderogabili

4.000

3.450

4.700

 

 

 

 

C) Famiglia e sviluppo

 

 

 

- Previdenza complementare

200

400

600

 

 

 

 

- Previdenza - TOTALIZZAZIONE

160

160

160

 

 

 

 

- 5 per mille ricerca e volontariato

0

70

130

 

 

 

 

- Cuneo contributivo

2.000

1.550

1.830

 

 

 

 

- Fondo famiglia e sviluppo

1.140

0

0

 

 

 

 

- Soppressione brevetti

40

30

35

 

 

 

 

- Distretti

50

50

50

 

 

 

 

Totale C)

3.590

2.260

2.805

 

 

 

 

Totale A) + B) + C)

19.090

17.621

19.827

COPERTURA

 

 

 

 

BILANCIO STATO

5.610

6.685

8.785

 

 

 

 

SANITA\'

2.500

2.500

2.500

 

 

 

 

ENTI TERRITORIALI

3.120

3.200

3.250

 

 

 

 

PUBBLICO IMPIEGO

985

985

985

 

 

 

 

LOTTA EVASIONE

300

460

460

 

 

 

 

ALTRE ENTRATE

4.350

3.840

3.900

 

 

 

 

REGOLAZIONE FLUSSI DI TESORERIA

2.236

 

 

 

 

 

 

 

19.101

17.670

19.880

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