Si parla sempre più con maggiore insistenza e giorno dopo giorno di come il mondo dell’impresa debba strutturare la propria attività ed il proprio core – business con quella che è un’importante correlazione con le fonti di autoconsumo e le energie rinnovabili, soprattutto in un’epoca come quella in cui viviamo in cui si programma e si agisce ragionando su base pluriennale.
Ovviamente per agire seguendo questa linea di ragionamento, c’è bisogno che chi decida d’intraprendere effettivamente si trovi ad avere a che fare con un sistema snello e lineare da un punto di vista della burocrazia e da un punto di vista della facilitazione e agevolazione fiscale.
Pertanto la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Omnibus 2025 arriva proprio nel momento giusto da un punto di vista storico e sociologico per ergersi a facilitatore di tale questione.
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1) Incentivi potenziati per l’autoconsumo collettivo
Il Decreto Legge n.95 del 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e meglio definito anche come Decreto Omnibus 2025, introduce un’importante novità per l’autoconsumo collettivo la quale a sua volta tiene in considerazione dell’inserimento di benefici fiscali più strutturati e concreti.
Ragionando da un punto di vista concreto parliamo del fatto che un gruppo di utenti che parte dai condomìni passa per le comunità energetiche e termina alle aggregazioni locali, ha la possibilità di installare quelli che sono degli impianti rinnovabili e di conseguenza si ha la possibilità di usufruire da subito di un credito d’imposta che è a sua volta proporzionato all’energia effettivamente autoprodotta e consumata.
Così facendo vi è la riduzione di quelle che sono delle barriere all’ingresso di chi non ha spazio o risorse per un impianto individuale.
In tale ottica il credito d’imposta si porta con sé la copertura fino al 50 % delle spese sostenute, includendo costi di progettazione, installazione e connessione alla rete, facendo in modo che così si rende l’investimento più conveniente nell’immediato e meno rischioso.
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2) Estensione del Superbonus alle pompe di calore rinnovabili
Una delle novità principali riguarda l’estensione del Superbonus agli interventi trainanti le pompe di calore che utilizzano fonti rinnovabili come aria, acqua o geo - energia.
La detrazione sale così al 110 % per l’installazione di questi impianti, rendendoli competitivi rispetto a quelli tradizionali.
Tale agevolazione ha la sua validità per interventi trainanti su parti comuni condominiali ed il beneficio in questione è assoggettato fino a 30.000 euro ad unità immobiliare nel momento in cui si raggiunge il doppio salto di classe energetica.
Grande importanza merita il conto termico, il quale è un incentivo gestito dal GSE in relazione alla tenuta in considerazione di quelli che sono dei contributi fino al 65% per impianti ad energia rinnovabili e tutto questo ha la sua validità per privati, imprese e pubblica amministrazione.
Queste domande vengono presentate tramite il portale in questione e sono soggette ad una possibilità di pagamento che va dalle 2 alle 5 rate o al pagamento in un’unica soluzione per quelli che sono degli importi minori ad euro 5.000.
Un requisito fondamentale per l’accesso a questi incentivi è relativo al fatto che la pompa di calore deve provvedere alla contribuzione del miglioramento dell’efficienza energetica ed agire nel rispetto di specifiche tecniche, tant’è che non è più concessa l’ammissione di impianti a combustibili fossili e sono invece agevolati quelli ibridi o ad energia rinnovabile.
La tipologia di impianti ammessi è così suddivisa :
- pompe di calore elettriche ad alta efficienza,
- impianti ibridi se preassemblati,
- pompe di calore geotermiche.
Invece gli incentivi in questione di cui stiamo parlando coprono le seguenti voci di spesa :
- smontaggio vecchio impianto,
- installazione nuova pompa di calore,
- opere murarie e idrauliche,
- adeguamenti della rete e dei sistemi di controllo,
- onorari professionali e pratiche tecniche.
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3) Credito d’imposta per l’installazione di colonnine di ricarica
Tenendo in considerazione il fatto che più passa il tempo e più è grande ed ampia la diffusione del trasporto elettrico, tanto più si tiene in considerazione il fatto che il decreto porta al so interno quello che è un credito d’imposta per le spese sostenute per l’installazione di colonnine di ricarica sia in ambito condominiale che privato.
Quest’agevolazione si porta dietro di sé una copertura che ha al suo interno una copertura fino al 50 % dell’investimento ed include anche quelle che sono le reti interne.
Si assiste un’amplificazione della compatibilità tra installazione di impianti fotovoltaici, accumulatori e colonnine, diventando un vero e proprio moltiplicatore trasversale di efficienza energetica e così facendo chi investe in un sistema integrato composto da fotovoltaico, storage e colonnine godrà del beneficio di un ecosistema fiscale coordinato.
4) Semplificazione fiscale per le comunità energetiche rinnovabili (CER)
Una delle sfide maggiori affrontate dal decreto è la semplificazione burocratico-amministrativa per la nascita e gestione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Viene introdotto un regime semplificato in materia di comunicazioni all’Agenzia delle Entrate che appunto consiste in un’istanza unica cui allegare dati essenziali che spaziano dal numero di partecipanti, passano per l’indicazione della tipologia dell’impianto e terminano per la localizzazione e capacità. Nel momento in cui vi sarà tale accoglimento, la comunità godrà delle stesse deduzioni fiscali del credito d’imposta per l’autoconsumo collettivo. Con l’eliminazione di una gran parte della burocrazia si è voluto agire per favorire lo sviluppo e l’evoluzione di aggregazioni energetiche locali ragionando nell’ottica di quello che è il verificarsi dell’ampliamento della partecipazione di cittadini e imprese in modo veloce ed economicamente vantaggioso. In questo settore gli incentivi per far sì che siano produttivi devono essere caratterizzati da flessibilità e attrattività. Si arriva infatti a dare delle precise indicazioni temporali in quanto i lavori degli impianti dovranno essere completati entro il 30 Giugno 2026 e questi ultimi dovranno entrare in piena operatività entro ventiquattro mesi dalla fine dei lavori e cioè entro il 31 Dicembre 2027. Una novità di forte risalto che è stata introdotta è quella concernente alla possibilità di richiesta di un anticipo del 30% d quello che è il contributo previsto previo ovviamente del fatto che vi sia la fornitura di un sostegno finanziario strutturato in quelle che sono appunto le fasi iniziali del progetto, così come poi ad essere dotato di notevole rilievo è quanto è relativo all’esclusione del fattore di riduzione nel momento in cui si verifichi un cumulo con altri incentivi. Estendendo quest’importante notizia anche alle persone fisiche si arriva a far sì che l’accesso a molteplici forme di sostegno sia reso notevolmente più vantaggioso. Per questi miglioramenti e queste facilitazioni è stato stabilito che possono essere applicati anche ai progetti che sono stati presentati in quella che è una data antecedente all’entrata in vigore del decreto e così facendo si arriva a far sì che i nuovi benefici possano essere estesi anche a chi ha avviato in precedenza gli iter progettuali.
5) Agevolazioni fiscali per le imprese Green
Il decreto tiene in netta considerazione anche l’aspetto della vita aziendale parlando di quelle che sono delle novità sostanziali per le imprese che investono in impianti rinnovabili e in sistemi di accumulo.
Vi è l’introduzione di quelle che sono delle forme di ammortamento accelerato. Pertanto le spese sostenute possono essere dedotte in un arco temporale più breve rispetto alla quotidianità.
Così facendo si arriva alla riduzione dell’impatto fiscale nei primi anni e si procede al miglioramento del flusso di cassa aziendale.
Una forte previsione è correlata all’integrazione con i crediti per energia rinnovabile prodotta e venduta ed in questo modo si arriva a favorire start‑up e PMI che hanno un orientamento green in modo che così viene resa più agile la transizione energetica del tessuto produttivo.