Il D. Lgs 125/2024 recepisce in Italia la Direttiva (UE) 2022/2464, CSRD, sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, rafforzando l’attenzione su diversi aspetti ad essa collegati, tra i quali:
- la connettività tra bilancio d’esercizio e report di sostenibilità, e
- l’integrazione nel sistema di controllo interno dell’impresa della gestione dei rischi di sostenibilità relativi alla sua attività, ai prodotti e servizi e alla sua catena del valore, a monte e a valle.
In particolare, il comma 4 degli artt. 3,4, D. Lgs 125/2024, sulla rendicontazione individuale e consolidata di sostenibilità, prevede l’obbligo di includere le informazioni di sostenibilità inerenti all’attività dell’impresa e della sua catena del valore, e quando è possibile, le riconciliazioni con gli importi del bilancio d’esercizio.
L’obbligo di rendicontazione esteso alla catena del valore solleva molteplici interrogativi sia sotto il profilo definitorio - dove inizia e dove finisce la catena del valore? - che della raccolta delle informazioni rilevanti, per gli sforzi che l’imprese potrebbe dover compiere e gli oneri amministrativi aggiuntivi. Tanto è vero che, lo stesso comma 4, ammette una disposizione transitoria per i primi tre esercizi finanziari dall’entrata in vigore dell’obbligo: qualora la società non disponga di tutte le informazioni relative alla catena del valore, include nella dichiarazione di sostenibilità una spiegazione degli sforzi compiuti e i motivi per cui non è stato possibile ottenere le informazioni senza costi indebiti.
L’implicazione di questo obbligo che rappresenta una novità rispetto al passato, è l’estensione indiretta di rendicontazione della sostenibilità in capo alle PMI non quotate e microimprese.
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1) Rendicontazione sostenibilità: definizione di catena del valore
Il capitolo 5 dell’ESRS 1 definisce la catena del valore in modo ampio, comprendendo: le attività, le risorse e le relazioni che l'impresa utilizza e su cui fa affidamento per creare i propri prodotti o servizi, dalla concezione fino alla consegna, al consumo e alla fine della vita del prodotto o servizio. La catena del valore include:
- le operazioni proprie dell’impresa, esempio le risorse umane;
- i canali di approvvigionamento, commercializzazione e distribuzione, ad esempio inerenti all’acquisto di materiali e servizi o la vendita e la consegna di prodotti e servizi;
- il contesto finanziario, geografico, geopolitico e normativo in cui l’impresa opera
Ad esempio, la catena del valore integrata del Gruppo Enel che abbraccia tutto il business dalla produzione e distribuzione di energia elettrica, ai servizi per l’utente finale comprende tutti i rapporti diretti, con i fornitori, distributori e altri partner, ed indiretti con l’utente finale fino al riciclo previsto dal piano di efficientamento energetico |
L’impresa in base al suo modello di business e al suo assetto organizzativo potrebbe avere più catene del valore.
La rendicontazione di sostenibilità comprende ciascuna catena del valore e i rapporti di tipo diretto ed indiretto che ricomprende.
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2) Rendicontazione sostenibilità: informazioni rilevanti catena del valore
Non tutte le informazioni relative alla catena del valore sono rilevanti.
Per determinare a quale livello all'interno delle proprie operazioni e della propria catena del valore, a monte e a valle, si presenta una questione di sostenibilità sostanziale, l’impresa utilizza e spiega il processo di valutazione degli impatti, dei rischi e delle opportunità secondo la doppia materialità: impatto materiale e impatto finanziario.
Gli impatti rilevanti sono quelli causati o subiti dall’impresa e sono direttamente collegati ad operazioni, ai prodotti o servizi dell’impresa attraverso le relazioni commerciali. Si pensi all’impatto di emissioni GES, scope 1,2,3 sull’inquinamento e sulla salute e sicurezza dei dipendenti e delle comunità interessate.
La valutazione dei rischi e opportunità dell’impresa comprende le dipendenze da risorse naturali umani e sociali reali e potenziali per i cambiamenti nella disponibilità, il prezzo e la qualità delle risorse (fonti di rischi ed opportunità) con riferimento a tutta la catena del valore a monte e a valle.
Si pensi ad un’impresa che opera nel settore dell’acciaio che ha un fornitore diretto dei componenti principali dei suoi prodotti finali. Il fornitore che ha bisogno di minerali forniti da società minerarie ubicate in una zona caratterizzata da scarsità di acqua sarebbe a rischio se una delle miniere non fosse più in grado di accedere ad una quantità sufficiente di acqua, nell’ipotesi di rischio fisico legato alla scarsità d’acqua con interruzioni dell’operatività. Il verificarsi di un tale scenario creerebbe discontinuità all’azienda di acciaio fino al rischio di interruzione della produzione. |
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3) Rendicontazione sostenibilità: mappatura catena del valore integrata per la creazione del valore
L’individuazione e la valutazione degli impatti, rischi ed opportunità della catena del valore rende necessaria l’analisi della catena del valore attraverso un’attività di mappatura per comprendere dove si colloca il rischio.
L’analisi, o mappatura della catena del valore, comprende:
- l’ubicazione e le caratteristiche dei fornitori, anche oltre il primo livello della catena del valore, a monte o a valle o catena di fornitura
- gli utenti dei beni e servizi dell’impresa;
- il modo in cui i beni vengono trattati in termini di rifiuti alla fine del ciclo di vita;
- chi può essere interessato dal loro riutilizzo;
- le attività finanziarie, relazioni commerciali con informazioni sul capitale di rischio.
La mappatura della catena del valore, ha delle ricadute in termini di rafforzamento, del sistema di selezione e qualificazione degli attori coinvolti a partire dalla catena di fornitura (che può essere costituita da PMI e microimprese).
Enel, ad esempio, è dotata di un sistema di qualificazione per individuare i fornitori, per categorie merceologiche, in possesso dei requisiti necessari e verifiche inerenti agli aspetti legali/reputazionali, economico-finanziari, di sostenibilità ambientale, salute e sicurezza della forza lavoro, e dei diritti umani. |
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4) Rendicontazione sostenibilità: raccolta informazioni rilevanti catena del valore
La capacità dell’imprese di raccogliere le informazioni lungo la catena del valore può dipendere da molteplici fattori:
- dal tipo di accordo contrattuale, diretto o indiretto;
- dal livello di controllo esercitato sulle operazioni e sugli attori della catena del valore: controllo operativo, commerciale o di investimento.
Ad esempio, si pensi ad una società di moda globale che redige il report di sostenibilità consolidato e che la società B è un produttore di tessuti con emissioni GES globali pari a 100.000 tonnellate (ambito 1,2,3). Si possono ipotizzare tre scenari:
- A ha il controllo operativo su B e, ai fini della rendicontazione finanziaria, la Società B è una sussidiaria della Società A. Le emissioni di Ambito 1 e di Ambito 2 di B ammontano a 90.000 tonnellate.
- A non ha alcun investimento in B e non esercita alcun controllo operativo su B. La società B è un fornitore di tessuti e l'80% dei tessuti prodotti dalla società B viene fornito alla società A. Pertanto, A e B hanno vendite/transazioni tra loro.
- La società A detiene una quota di proprietà del 30% nella società B e, ai fini della rendicontazione finanziaria, è un'associata della società A. La società A non ha controllo operativo o transazioni con B solo l'investimento in azioni. Le emissioni di Scope 1 e Scope 2 ammontano a 90.000 tonnellate.
Per ciascuno dei tre scenari la Società A dovrebbe riportare nella sua dichiarazione di sostenibilità:
Scenario | GHG emission ESRS E1 | Ambito GES | ESRS reference |
a) controllo operativo | 90.000 tonnellate | Ambito 1 o Ambito 2 | ESRS E1 par.50 (a) |
10.000 tonnellate | Ambito 3 per categoria riflette le operazioni della società B | ESRS E1 | |
b) commerciale (VC) | 80.000 tonnellate | Ambito 3 emissioni da beni acquistati | ESRS 1 par.67, E1 par.51 |
c) investimenti | 27.000 tonnellate | Ambito 3 emissioni da investimenti | ESRS E1 par.51 |
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5) Rendicontazione sostenibilità: sette punti chiave informazioni rilevanti catena del valore e semplificazioni
Le Linee guida dell’EFRAG sulla catena del valore individuano sette punti chiave per rendicontare le informazioni rilevanti della catena del valore:
- la dichiarazione di sostenibilità deve includere informazioni su tutti gli impatti, rischi ed opportunità commerciali nella catena del valore a monte e a valle.
- l’impresa non è tenuta ad includere tutte le informazioni sulla catena del valore in tutte le informative, ma solo quelle collegate agli IRO rilevanti anche al di fuori delle proprie operazioni a causa del tipo di rapporto o se richiesto dall’informativa.
- La valutazione della doppia materialità riguarda gli IRO materiali con focus su dove è probabile si materializzino.
- Gli standard ESRS tematici includono nell’informativa le politiche, gli obiettivi e le azioni con riferimento alle questioni rilevanti della catena del valore;
- Gli ESRS ammettono l’obbligo di rendicontazione solo per alcune metriche ambientali:
- E1-1 Piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici;
- E1-6 Emissioni di GHG Scope 1, 2, 3;
- E1-7 Quantità di emissioni di GHG rimosse o stoccate;
- E4-5 Metriche d'impatto relative ai cambiamenti della biodiversità e degli ecosistemi.
- L’impresa se dopo aver compiuto tutti gli sforzi ragionevoli non riesce a raccogliere informazioni sulla catena del valore, stima le informazioni mancanti senza costi o sforzi eccessivi, utilizzando i proxy e dati di settore, o altre fonti indirette. A seconda delle circostanze la valutazione della materialità può essere validamente condotta senza che le informazioni primarie vengano raccolte dagli attori della catena del valore.
- L’inclusione delle informazioni della catena del valore nella dichiarazione di sostenibilità non influisce sul perimetro della rendicontazione che è sempre il bilancio individuale o consolidato