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LAVORATORI ALL’ESTERO E INCENTIVI PER IL RIENTRO DEI CERVELLI

Lavoratori all’estero e incentivi per il rientro dei cervelli

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Nel corso di questi ultimi anni, sono stati emanati numerosi provvedimenti per incentivare il rientro nel nostro Paese di lavoratori operanti all’estero. 

Per le novità dopo il decreto crescita ti segnaliamo l’articolo Rientro dei cervelli in Italia: le agevolazioni previste dal decreto crescita per gli impatriati

Queste azioni governative hanno sempre cercato di attrarre quelle figure professionali di alto livello, con esperienze significative maturate all’estero, durante consistenti periodi di permanenza.

Gli incentivi proposti, sono sempre stati di natura fiscale e prevedono l’abbattimento della base imponibile, in misura variabile, in base ai vari provvedimenti che si sono alternati nel tempo.

Il primo provvedimento risale all’anno 2003, emanato con il decreto legge n. 269 del 30 settembre 2003 e riguardava specificatamente la figura dei “RICERCATORI”. Durante gli anni successivi, tutti i Governi che si sono alternati, hanno sempre destinato cospicue risorse economiche per incentivare il rientro dei lavoratori stranieri nel nostro Paese. L’ultima legge in ordine di tempo è stata la “Legge di bilancio 2017”,   che ha reso stabili queste misure.

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Anche le figure professionali interessate si sono ampliate; inizialmente erano previsti solo i ricercatori, successivamente, in base alle necessità nazionali interne, la platea si è estesa comprendendo, docenti, laureati, studenti, maestranze direttive, maestranze qualificate.

I termini adottati per definire di volta in volta queste tematiche sono mutati nel corso degli anni; all’inizio l’espressione si riferiva al rientro dei “RICERCATORI” in Italia; successivamente ai “CONTRO-ESODATI” (termine ripreso dalla legislazione e dalla prassi), mentre molto più semplicemente ma efficacemente la stampa si riferiva al “RIENTRO DEI CERVELLI”. Oggi viene definito questo fenomeno con un termine generico: “IMPATRIATI”.

A parte le definizioni, la sostanza rimane quasi sempre immutata: si sta cercando di compensare il massiccio esodo di risorse umane (soprattutto quelle più giovani) avvenuto nel corso di questi ultimi anni, creando nuove opportunità di lavoro in patria, attraverso la  la leva degli incentivi fiscali. Forse questo modo di procedere da solo non è sufficiente, può però essere considerato un volano utile alla ripartenza di un sistema molto complesso.

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PROVVEDIMENTI DIVENUTI STRUTTURALI APPLICABILI OGGI       

Docenti – Ricercatori

L’ultimo provvedimento in ordine di tempo che ha riguardato queste figure professionali è contenuto nella Legge di Bilancio 2017 (articolo 1 comma 149, legge n. 232  del 11/12/2016) che ha reso permanenti gli incentivi fiscali per il rientro in Italia dei docenti e dei ricercatori.

Vogliamo riproporre in sintesi la disciplina applicabile oggi per i ricercatori e docenti:

PROSPETTO RIASSUNTIVO RICERCATORI – DOCENTI LEGGE 232 DEL 11/12/2016 ART. 1 COMMA 149

LEGGILEGGE N. 232 DEL 11/12/2016 ART. 1 COMMA 149 (L. BILANCIO 2017)
REQUISITO RESIDENZA ITALIA IN PRECEDENZA PERIODI ANCHE REMOTINO
REQUISITO RESIDENZA ESTERO ANTE2 ANNI CONTINUATIVI DI RICERCA O DOCENZA
REQUISITO RESIDENZA FISCALE ITALIANA DURANTE IL LAVORO IN ITALIASI
PLATEA LAVORATORI INTERESSATI: ITALIANI – U.E. – EXTRA U.E.TUTTI
OBBLIGO RIMANERE IN ITALIA POST ATTIVITA’ LAVORATIVANO
DURATA BENEFICIO3 ANNI OLTRE L’ANNO IN CUI SI PRENDE LA RESIDENZA FISCALE.
SOGGETTI INTERESSATIRICERCATORI + DOCENTI
TIPOLOGIA LAVORATORI INTERESSATI: SUBORD. O AUTONOMISUBORD. E AUTONOMI
BENEFICIO ESENZIONE90%
LIMITI DI ETA’ PER FRUIRE DEL BENEFICIONON C’E’ LIMITE DI ETA’
PERIODO NEL QUALE SI PUO FRUIRE DELLA NORMA 

Impatriati

La normativa applicabile oggi, è quella contenuta nell’articolo 16 del D.Lgs. 147 del 14 settembre 2015 (Decreto internazionalizzazione).

Questa norma,  tende ad armonizzare le misure contenute nel decreto internazionalizzazione (D.Lgs. 147/2015 articolo 16 comma 1)),  con quelle precedenti in via di esaurimento, previste  dalla legge 238/2010, (CONTRO-ESODATI), oggi contenute nell’articolo 16 comma 2 del D.Lgs.  147/2015.

Legge 238/2010 modificata dal D.Lgs. 147/2015 articolo 16 comma 2 (CONTRO-ESODATI).

Riportiamo nel presente prospetto la sintesi delle disposizioni oggi in vigore, da applicarsi per i CONTRO-ESODATI (disciplinati dalla legge 238/2010)

PROSPETTO RIASSUNTIVO LAVORATORI CONTRO-ESODATI D.LGS. 147/2015 ARTICOLO 16 COMMA 2

LEGGID.LGS 147 DEL 14/9/2015 ARTICOLO 16 comma 2
REQUISITO RESIDENZA ITALIA IN PRECEDENZA PERIODI ANCHE REMOTINO
REQUISITO RESIDENZA ESTERO ANTEEssere laureati oppure studenti laureati, e avere svolto all’estero attività di studio o di lavoro dipendente o di lavoro autonomo per 24 mesi
REQUISITO RESIDENZA FISCALE ITALIANA DURANTE IL LAVORO IN ITALIAResidenza fiscale
PLATEA LAVORATORI INTERESSATI: ITALIANI – U.E. – EXTRA U.E.PER IL 2016 RIGUARDA SOLO CITTADINI U.E. DAL 2017 ANCHE EXTRAUE CON CONVENZIONE CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI
OBBLIGO RIMANERE IN ITALIA POST ATTIVITA’ LAVORATIVA2 ANNI
DURATA BENEFICIOAgevolazione applicabile per massimo 5 anni decorrenti dall’anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia.
SOGGETTI INTERESSATIa)Lavoratori dall’estero laureati assunti Italia


b) Studenti laureati dall’estero assunti in Italia

TIPOLOGIA LAVORATORI INTERESSATI: SUBORD. O AUTONOMIANNO 2016 SOLO SUBORDINATI DAL 2017 ANCHE AUTONOMI
BENEFICIO ESENZIONE30% anno 2016 50% anno 2017
LIMITI DI ETA’ PER FRUIRE DEL BENEFICIO 
PERIODO NEL QUALE SI PUO FRUIRE DELLA NORMAAgevolazione applicabile per massimo 5 anni decorrenti dall’anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia.

D.Lgs. 147/2015 articolo 16 comma 1 (IMPATRIATI)

L’articolo 16 del decreto legislativo n. 147 del 2015, norma di carattere strutturale e non transitorio, è stato introdotto in attuazione della delega fiscale concessa al governo per individuare misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese, individua sotto il titolo di lavoratori “impatriati” diverse categorie di beneficiari, caratterizzate da specifici requisiti soggettivi accumunate dalla circostanza di trasferirsi in Italia per svolgervi attività lavorativa.

Questa normativa nella sua versione originaria ante modifiche (modifiche apportate dall’articolo 1, comma 150, lett. a), nn. 1 e 2 della legge 11 dicembre 2016, n. 232) riservava il beneficio fiscale ai soli redditi di lavoro dipendente, i quali concorrevano alla formazione del reddito complessivo nella misura del 70%. A partire dall’anno d’imposta 2017, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge sopracitata, l’agevolazione è stata estesa anche ai redditi di lavoro autonomo i quali, insieme ai redditi di lavoro dipendente concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura ridotta al 50%.

Riportiamo in sintesi le condizioni previste dalla norma e chiarite dalla circolare n. 17/E del 23 maggio 2017.

PROSPETTO RIASSUNTIVO LAVORATORI IMPATRIATI ART. 16 COMMA 1 D.LGS N. 147 DEL 14/9/2015

LEGGID.LGS 147 DEL 14/9/2015 ARTICOLO 16 comma 1
REQUISITO RESIDENZA ITALIA IN PRECEDENZA PERIODI ANCHE REMOTINO
REQUISITO RESIDENZA ESTERO ANTEnon essere stati residenti in Italia 5 periodi imposta precedenti impatrio
REQUISITO RESIDENZA FISCALE ITALIANA DURANTE IL LAVORO IN ITALIAResidenza fiscale
PLATEA LAVORATORI INTERESSATI: ITALIANI – U.E. – EXTRA U.E.U.E. – EXTRAUE CHE TRASFERISCONO LA RESIDENZA A DECORRERE DALL’ANNO 2016
OBBLIGO RIMANERE IN ITALIA POST ATTIVITA’ LAVORATIVA2 ANNI
DURATA BENEFICIOAgevolazione applicabile per massimo 5 anni decorrenti dall’anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia.
SOGGETTI INTERESSATILavoratori con ruoli direttivi o in possesso di requisiti di elevata qualificazione e /o specializzaz.
TIPOLOGIA LAVORATORI INTERESSATI: SUBORD. O AUTONOMIANNO 2016 SOLO SUBORDINATI DAL 2017 ANCHE AUTONOMI
BENEFICIO ESENZIONE30% anno 2016 50% anno 2017
LIMITI DI ETA’ PER FRUIRE DEL BENEFICIO 
PERIODO NEL QUALE SI PUO FRUIRE DELLA NORMAAgevolazione applicabile per massimo 5 anni decorrenti dall’anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia.

Per le novità dopo il decreto crescita ti segnaliamo l’articolo Rientro dei cervelli in Italia: le agevolazioni previste dal decreto crescita per gli impatriati

Domande Frequenti

Quali sono i requisiti per i Benefici Fiscali per il Rientro dall’Estero?

Essere laureati e avere svolto all’estero attività di studio o di lavoro dipendente o di lavoro autonomo per 24 mesi. Per approfondire ti segnaliamo la guida “Gli Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero”

Quale Normativa regola i Benefici Fiscali per il Rientro dall’Estero?

Per gli impatriati i Benefici sono regolati dall’articolo 16 del D.Lgs. 147 del 14 settembre 2015. Per approfondire ti segnaliamo la guida “Gli Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero”

Quali sono i Soggetti Interessati ai Benefici per il Rientro dall’Estero?

Si tratta dei lavoratori (o degli studenti) dall’estero laureati e poi assunti Italia. Per approfondire ti segnaliamo la guida “Gli Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero”

Per quanto tempo si è obbligati a restare in Italia per ottenere il Beneficio?

Bisogna restare in Italia per almeno 2 anni. Per approfondire ti segnaliamo la guida “Gli Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero”

I Benefici sono applicabili anche ai lavoratori autonomi?

A partire dal 2017 anche i lavoratori autonomi hanno accesso ai benefici. Per approfondire ti segnaliamo la guida “Gli Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero”

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Commenti

Elisabetta - 01/06/2022

Buongiorno Dott. Rodella, sto valutando il rientro in Italia dalla Germania, ma fatico a trovare informazioni chiare su quali siano i documenti richiesti per attestare arrivo e partenza da questo paese (al fine di poter beneficiare dell incentivo fiscale di cui sopra). Saprebbe dirmi quale documento e' necessario fornire per attestare l'inizio della mia permanenza all'estero? Nel mio caso ho un contratto di lavoro che inizia a Novembre 2020, ma la registrazione ufficiale della mia residenza presso gli uffici tedesci riporta la data del 28 febbraio 2021. Stessa questione per il rientro: che tipo di documento e' necessario fornire per attestare di essere rientrati in italia? grazie in anticipo per il supporto

Eva - 17/06/2021

Gentilissimo Dott. Rodella, Sto valutando il rientro in Italia ad Settembre 2021, dopo un offerta di lavoro su Milano. Se dovessi rientrare in italia, l'incentivo fiscale partirebbe da Settembre? E come si calcolerebbe? Il primo anno fiscale sarebbe dunque da Settembre a Dicembre 2021? E quindi vorrebbe dire che il primo anno di incentivo fiscale sarebbe solo di 4 mesi anziché 12? La ringrazio in anticipo. Saluti cordiali, Eva

EU - 09/05/2021

Gentile Dott. Rodella, grazie per l'articolo. Ho lavorato in Europa da 08/16 fino ad oggi. Vorrei rientrare in Italia. Posso usufruire del DL rientro cervelli, abbasando l'imponobile del 70%? Se si, potrebbe gentilmente indicare un calcolo spannometrico per capire quale potrebbe essere il netto? Per facilità con un salario di 100k Grazie Saluti

Andrea - 19/04/2021

Gentile Dott. Rodella, Io ho ufficialmente conseguito il dottorato in inghilterra a marzo 2021 e ho cominciato a lavorare in italia a dicembre 2020 (non come ricercatore). Sono idoneo ad usufruire dello sgravio fiscale per il "rientro dei cervelli"? Se si' a quale fascia appartengo? Grazie mille, Andrea

Filippo C. - 07/04/2021

Gentile Rag. Rodella, Ho ottenuto un dottorato in Francia e svolto molta attività di ricerca privata. Per la fruizione del bonus "Docenti e Ricercatori", volevo chiederle se: - Il Dottorato della durata di 3 anni ottenuto e pagato all'estero è assimilabile a "periodo di ricerca continuativo di 2 anni". Nello specifico il mio dottorato all'estero non era una borsa esentasse, ma bensì uno stipendio con tanto di contributi sociali e pensione. - Un periodo superiore ai 2 anni nella ricerca privata all'estero è assimilabile a "periodo di ricerca continuativo di 2 anni"? Per esempio è sufficiente un titolo del posto di lavoro come "Ingegnere R&D"? - Un'attività di ricerca privata in Italia com'è attestata? È sufficiente un titolo di lavoro consono o l'azienda deve rendicontare il mio stipendio come spesa di Ricerca e Sviluppo ? La ringrazio

Gigi - 09/02/2021

Buongiorno Sig. Rodella, grazie per questo conrtibuto. Avrei un quesito da porle. Esiste un simulatore dove poter introdurre i dati sullo stipendio lordo su cui applicare le esenzioni relative al rientro dei cervelli? Sarebbe interessante valutare l'effetto sullo stipendio netto, soprattutto in base alle ultime disposizioni dove per alcune regioni del sud l'esenzione sale al 90%. Non ho trovato niente online al riguardo e non saprei esattamente come calcolarlo. Le faccio un esempio: - Regione: Sardegna - Stipendio lordo: 50.000€ - Ritenuta IRPEF: 15.139€ - Ritenuta Regionale: 615€ - Ritenuta Comunale: 350€ - Ritenuta INPS: 4595€ - Totale ritenute: 20.699€ - Stipendio netto: 29.301€ Domande/dubbi: 1) Con l'esenzione al 90% per la Sardegna per esempio, a quanto ammonterebbe uno stipendio netto mensile (su 12 mesi)? 2) Si considera anche la ritenuta INPS tra quelle che concorrono all'esenzione fiscale del 90% o solo le 3 ritenute IRPEF? 3) Se la ritenuta INPS si versa interamente in ogni caso, è corretto affermare che come imposta finale si versa il 10% della somma delle 3 ritenute IRPEF? La ringrazio in anticipo per la sua gentile risposta.

Alessandro - 26/01/2021

Buongiorno Dott. Rodella, Ho appena sottoscritto un contratto lavorativo in Italia, dopo varie esperienze estere che di seguito le descrivo: Da Agosto 2015 ad Aprile 2018, ho lavorato in Norvegia con un contratto locale. Da Settembre 2018 a Novembre 2018 ho lavorato al Cern in Svizzera. Da Novembre 2018 a Gennaio 2021, ho lavorato in Austria con un contratto austriaco. In quest'ultimo periodo ho fatto il frontaliere, in quanto residente a Vipiteno e quindi per l'anno 2019 ho fatto anche la denuncia dei redditi in Italia, ma comunque percepivo una busta paga Austriaca. Da Gennaio lavoro stabilmente in Italia e ho spostato la mia residenza di nuovo in Abruzzo. Le chiedo se con questi requisiti, potevo aver diritto a richiedere il "Bonus Impatriati". La ringrazio anticipatamente. Alessandro

Giulia - 19/01/2021

Buongiorno Dot.Rondella Sono una ragazza di 29 anni che vive e lavora a Tokyo da qualche anno (2 di seguito),come architetto presso vari studi privati. Volendo rientrare in Italia di quali agevolazioni/incentivi potrei usufruire, oltre a quelle fiscali, come Partita Iva presso uno studio privato o aprendo uno studio tutto mio? GRAZIE per il tempo che vorrà cortesemente dedicarmi Cordialità

Alberto - 27/12/2020

Salve, Sono ormai più di 5 anni che vivo e lavoro a Madrid però non mi sono iscritto all' AIRE e non ho attivato la convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nei due periodi di imposta precedenti il trasferimento in Italia. Preciso che sono in possesso di una laurea magistrale. Volevo sapere se in questo caso vi fosse la possibilità di accedere alle agevolazioni relative al rimpatrio e cosa si intende per attività lavorativa continuativa, visto che per 3 mesi a inizio 2020 sono stato disoccupato con assegno di disoccupazione. Grazie in anticipo, Saluti

Alessandro - 21/12/2020

Buonasera, sto godendo delle agevolazioni fiscali di rimpatriato in Italia i sensi dell'art.16 del DLgs n 147/2015 (Dimissioni estero Luglio 2018 - Trasferimento residenza Agosto 2018 - Inizio nuova attività lavorativa in Italia Settembre 2018 in conseguenza di accordi di assunzione mentre ero ancora all'estero). Mi sono dimesso ed ho abbandonato il mio lavoro da dipendente in Svizzera per rimpatriare ed iniziare a lavorare come dipendente in Italia. Ho un laurea e un master  conseguiti in Italia nel 2008 e nel 2010 e sono stato dipendente in Svizzera da Aprile 2014 fino al 31 Luglio 2018 dove al tempo trasferii regolarmente residenza e mi iscrissi AIRE già a Maggio 2014. Ora vorrei presentare dimissioni dall'azienda in cui sto lavorando in Italia per potermi fare riassumere secondo le agevolazioni per lavoratori portatori di handicap e disabili secondo Legge 68/99. Sono infatti diventato disabile dopo il rimpatrio in Italia. Se mi dimetto e mi faccio riassumere dalla stessa azienda perdo le agevolazioni fiscali previste dal regime fiscale dei rimpatriati di cui sto godendo? Grazie per la cortese risposta.

Lorenzo - 03/11/2020

Egr. dott. Rodella, sono venuto a conoscenza di questa agevolazione solo poco tempo fa. Sono rientrato in Italia nel 2015 conseguendo una laurea all'estero dove avevo anche la residenza ma rimanendo cmq iscritto all'AIRE . Volevo chiderle se fosse possibile usufruire di tale agevolazione retroattivamente facendo domanda ora. Potrebbe qualcuno aiutarmi a capire se posso usufruirne? Grazie mille, Lorenzo

Rag. Luigia Lumia - 04/11/2020

Le segnalo che sulla materia abbiamo attivato un Servizio a pagamento di consulenza a questo link <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/ricerca.php?testo=quesito" rel="noopener noreferrer" target="_blank">Lavoro Estero: Richiesta Quesito Online</a>

Luca - 11/10/2020

Egr. dott. Rodella, sono Italiano, residente in italia e lavoratore in italia da qualche mese. Mia moglie a breve mi raggiungerà e vorrebbe poter usufruire del rientro dei cervelli a partire dall' anno che viene. Attualmente lavora per una società estera e ha delle difficoltà a trovare lavoro in questi periodi di COVID. Altresì abbiamo necessità di ricongiungere la famiglia il prima possibile. A suo avviso, ai fini del poter lei usufruire degli sgravi fiscali: L'unica soluzione che abbiamo a disposizione è il fatto che lei perda il lavoro estero e si trasferisca qua ricominciando da zero, o potrebbe eventualmente continuare a lavorare in Italia per la sua attuale azienda con una lettera di distacco alla sede Italiana? In tal caso, le mansioni possono essere le stesse e semplicemente eseguire lo stesso lavoro da qua? Il salario dovrebbe essere erogato dalla filiale italiana del suo datore di lavoro, o potrebbe essere anche essere erogato come attualmente dall'azienda estera su conto estero? Immagino anche che trasferirsi in italia semplicemente con la formula smart working, senza lasciare il lavoro, trasferendosi qua e richiedendo la residenza anagrafica italiana pur svolgendo attività per l' entità estera, non sia sufficiente all'ottenimento degli sgravi, vero? Grazie mille Cordialmente LP

Nather Webber - 23/09/2020

non serve a nulla se gli stipendi in italia sono da fame. il mio netto annuale in olanda è una volta e mezzo un lordo italiano, quindi dovrebbero farmi uno sconto del 150 % per tornare a lavorare nella giungla italiana, quindi neanche se mi pagassero il doppio tornerei a lavorare nel brut paese

piero riccardi - 06/09/2020

Buonasera, Io ho il rientro dei cervelli del 2016 che scadrà a fine 2020, ci sono modi per prorogarlo?

Adriana - 01/09/2020

Buongiorno, usufruisco del D.LGS 147 DEL 14/9/2015 dal 2017. Visto che il beneficio vale per 5 anni, mi chiedevo quando smetterò di usufruirne? Fine 2021? Inoltre, come viene notificato o come si può controllare ufficialmente quando smetterò di usufruirne? Grazie mille.

Gianmarco Sire - 30/08/2020

Buongiorno, Stavo valutando un mio rientro in Italia avendo ricevuto diverse offerte professionali interessanti. Da quasi venti anni ricopro il ruolo di Amministratore Delegato con diverse esperienze prima in Italia ed adesso all'estero, da circa dieci anni dirigo la filiale di Londra di una multinazionale di medie dimensioni. Leggendo i requisiti richiesti per poter usufruire delle agevolazioni per il rientro "dei cervelli" dall'estero mi sembra di capire che sia necessaria una laurea. Quindi malgrado il mio successo professionale non rientrei tra i "cervelli" che interessano alla nazione, non essendo laureato. Legge molto discriminatoria secondo il mio punto di vista, senza volermi sopravvalutare ho diretto in questi anni decine se non centinaia di laureati ed onestamente ritengo che su molti di loro non investirei risorse dello stato per farli rientrare, mentre penso che potrei essere un buon investimento date le mie riconosciute capacita', la voglia di fare, e molta esperienza internazionale. Certo un pezzo di carta e' comunque molto piu' importante. Spero di aver capito male e poter far parte delle persone che possono aiutare l'Italia, avendone in cambio un beneficio fiscale, senza il quale onestamente il rientro e' molto meno interessante dal punto di vista economico.

Amerigo Garofano - 11/12/2020

Ciao Gianmarco mi ritrovo nella tua stessa situazione e sto iniziando ora ad esplorare un possibile rientro in Italia. Hai ricevuto alcuna risposta nel blog oppure hai scoperto l' applicabilita' della legge ai non/laureati con esperienze significative di organization and technology leadership ? Saluti

Chiara - 28/08/2020

Buongiorno Avv. Rodella, dopo 4 anni in Germania, regolarmente iscritta all'Aire e con contratti di lavoro tedeschi, sono rientrata in Campania il 31.07.2020, ho terminato il mio contratto di lavoro tedesco e sono stata assunta con nuovo contratto di lavoro italiano dalla stessa azienda ma con ragione giuridica italiana il 01.08.2020. Mi è stato detto che da Agosto a Dicembre non verrò tassata in Italia (infatti in busta paga non compare la voce relativa alla detrazione fiscale) ma che l'anno prossimo entro Luglio 2021 dovrò rimborsare le tasse di questi 5 mesi in Germania, perchè è li che ho trascorso piu di metà dell'anno 2020. Mi conferma che è cosi? io ho tutti i requisiti per beneficiare del regime riservato ai cervelli rimpatriati, e avrei voluto beneficiarne sin da Agosto 2020. Non è Possibile? Sarà possibile da Gennaio 2021? ho già inviato l'autocertificazione al mio datore di lavoro. grazie mille

Elisabetta - 01/06/2022

Ciao Chiara, visto che mi trovo in una situazione analoga alla tua, posso chiederti che tipo di documentazione hai dovuto fornire per attestare l'inizio e la fine della tua permanenza in Germania? grazie!

Mario - 29/07/2020

Buongiorno dott. Rodella, Sono un Architetto che ha lavorato in Cile per 5 anni, adesso tornerei in Italia a lavorare come autonomo ma, per vari motivi, non feci mai l'iscrizione all'AIRE, pero vedo che l'aggiornamento della legge include anche i soggetti che non si iscrissero all'AIRE. Secondo la sua opinione, esistono i presupposti per poter fruire degli sgravi fiscali ? Quali sono i canali per chiedere le agevolazioni? Residenza definitiva (Visa), contratti e liquidazioni possono essere considerate prove attendibili della mia permanenza lavorativa in Cile? La ringrazio molto per il suo tempo, Saluti

Fabrizio - 16/06/2020

Buongiorno, sono residente in Germania da 10 anni e iscritto all'AIRE. Sto valutando il ritorno in Italia e la prospettiva sembra interessante, ma non sono laureato (e non sono sportivo professionista). Non esistono scenari per ottenere benefici, in assenza del diploma di laurea? Grazie Fabrizio

Antonio L - 07/06/2020

Buongiorno, ho usufruito del rientro dei cervelli l'anno scorso, anno 2018 rientrando in italia, facendo un auto-dichiarazione alla mia azienda sul d.p.r. 445/2000, ho pagato cosi le imposte al 50%, o almeno penso ... Ora leggo che nel decreto crescita per i lavoratori impatriati la riduzione dell’imponibile è passata dal 50 al 70%. 1) Come faccio a recuperare dal 50 al 70%? In che sezione del 730 va inserito? 2) Acquistando una casa porterei l'estensione delle detrazioni a 10 anni dagli attuali 5, giusto? Grazie ,A

alberto - 07/06/2020

Buongiorno avv. Rodella Le pongo il seguente quesito di difficilissima "interpretazione". Mio figlio ingegnere lavora per una multinazionale. Il 01.12.2016 è stato distaccato in Svizzera è rientrato in Italia il 01.07.2019, quindi per 2 anni fiscali. In tutto il periodo di permanenza in Svizzera è stato iscritto all'AIRE. Il distacco era previsto esattamente per 24 mesi ed è stato prolungato. A dicembre 2017 è diventato padre di un bambino che ha frequentato l'asilo nido in Svizzera, queste informazioni per precisare che l'intento suo e dell'azienda per cui lavorava erano di una definitiva permanenza in Svizzera. Al rientro in Italia ha assunto nell'ambito della stessa azienda una mansione diversa ottenendo un cospicuo aumento del suo stipendio, anche se rimanendo inserito nel ruolo di Quadro. Leggendo la Risoluzione 76/E dell'Agenzia delle entrate mi rimane un dubbio sull'interpretazione di discontinuità con la precedente posizione . Le chiedo gentilmente se mio figlio può usufruire del regime fiscale agevolato. Grazie mille alberto tieppo

Ana Rossi - 29/05/2020

Buongiorno avv. Rodella, vorrei sottoporle una domanda relativa a "Art. 16 del D.Lgs. 147/2015, ultima modifica D.L. 124/2019". La condizione: non beneficiare contemporaneamente anche degli incentivi fiscali previsti dalla legge n. 238/2010 (“incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia”), dall’articolo 16 del Dl n. 147/2015 (“regime speciale per i lavoratori impatriati”) e dall’articolo 24-bis del Tuir (“regime opzionale per i neo residenti”) cosa significa esattamente la parola "contemporaneamente"? Possiamo interpretarla nel suo significato stretto di "allo stesso momento" o anche come "in passato"? Chi ha già usufruito in passato della 238/10 per un vecchio rientro, poi è uscito tre anni, poi volesse rientrare (rispettando tutte le condizioni)....ha diritto alla nuova agevolazione? O siccome in passato già sia stata usufruita, non ci sono più possibilità di rientrare nel nuovo regime di incentivi? Grazie mille AT

Michele - 22/05/2020

Buongiorno Dott. Rodella, prima di tutto mi scuso in anticipo per il mio linguaggio poco giuridico. Vorrei sottoporle il mio caso: -Nel settembre 2015 mi sono trasferito a Copenhagen per iniziare un Master of Science (equivalente di una magistrale italiana) di 2 anni. -Da agosto a dicembre 2016 ho rescisso il mio contratto di affitto a Copenhagen, dal momento che mi sono trasferito in India per un programma Exchange universitario (sempre in qualità di studente dell'università danese) -Nel dicembre 2016 sono rientrato a Copenhagen, dove ho terminato il percorso di studi nel Luglio 2017 - Da Luglio 2017 a Dicembre 2017 sono rimasto a Copenhagen, sotto sussidio di disoccupazione danese mentre cercavo lavoro in Danimarca -A Dicembre 2017 sono stato assunto in Italia a tempo indeterminato, e sono così rientrato. Nel periodo di studio in Danimarca NON mi sono registrato ad AIRE, e dunque al rientro non ho richiesto il regime agevolato. Date le recenti modifiche, posso usufruire dell'agevolazione? Se si, posso fare dichiarazione integrativa a favore per gli anni persi, e quale documentazione devo presentare? La ringrazio in anticipo per il suo prezioso aiuto in questo insidioso labirinto che è la disciplina fiscale italiana. Cordialmente

Andrea Molinari - 12/05/2020

Buongiorno dottor Rondella Mi sono trasferito in Brasile (iscrizione all'AIRE nel giugno 2018), chiudendo partita IVA a fine 2017. Non ho lavorato a contratto (solo collaborato in ente pubblico come psicologo). Ora sto tornando in Italia, e stavo aspettando di vedere se anch'io avessi potuto godere delle agevolazioni fiscali, visto che manca un mese per completare i due anni di iscrizione all'AIRE. Avevo anche il visto di residenza che però è stato revocato dopo la separazione con la mia ex compagna brasiliana. Dato che qui in Italia riaprirei la partita IVA e avrei già dei clienti (sono psicologo) pensa che possa anch'io rientrare negli aiuti previsti dal decreto? Un caro saluto

Laetitia - 17/04/2020

Buongiorno, Ho davvero bisogno di aiuto su questo, ecco il mio caso: -Sono francese (mi scusi per gli errori in italiano), ho due Laurea quinquenali, ho lavorato 3 anni come ingegnere in una società privata in Francia da novembre 2011 a novembre 2014. Il 01 dicembre 2014 ho iniziato a lavorare per un'azienda privata a Trieste. La mia residenza fiscale inizia nel 2015 dato che non ho lavorato 183 giorni in Italia nel 2014. Nella mia dichiarazione di residenza è scritto :"iscrizione anagrafica nel mio comune con decorrenza dal 09.03.2015" con "Precedente Stato di residenza dichiarato: Francia ". -Ho comprato una casa come residenza principale il 23.12.2019. -Non ho mai compilato il modello 730, e ho saputo di queste agevolazioni 2 mesi fa. La mia prima domanda è: ho diritto a queste agevolazioni? Da quello che ho capito ho il diritto di: -fare una domanda di rimborso delle imposte dirette per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018. -Per l'anno 2019 dichiaralo nella dichiarazione dei reditti che farò quest'anno. -Richiedere l'estensione a il mio dattore di lavoro per altri 5 anni in vertù dell'acquisto della mia residenza principale in Italia nel 2019. Grazie in anticipo per il vostro prezioso aiuto. Laetitia

Federico - 13/03/2020

Buongiorno, avrei bisogno di un chiarimento. La mia situazione è la seguente: - ho iniziato a lavorare in Gran Bretagna nel Maggio 2018. - mi sono iscritto AIRE tardivamente, nell'Ottobre 2018 e la effettiva iscrizione AIRE cade a Marzo 2019 (secondo art.16 com 3 DL 22/19). - ho presentato dichiarazione dei redditi in Italia per l'anno 2018 perché non ero iscritto AIRE e di conseguenza fiscalmente residente in Italia. - sono tornato in Italia ed inizierò a lavorare il 16 Marzo 2020. Il DL n.34/19 estende l'agevolazione ai non iscritti AIRE e a coloro che non sono stati residenti in Italia nei due precedenti periodi di imposta: nel mio caso il 2019 come iscritto AIRE e il 2018 fornendo documentazione come prova del centro degli interessi all'estero. Ho diritto all'agevolazione anche se non sono stato fiscalmente residente all'estero per 24 mesi? Grazie, Cordiali Saluti.

Roberto Ostorero - 27/02/2020

Buongiorno vorrei una delucidazione : se il requisito della laurea e` essenziale per avere diritto agli incentivi fiscali per gli impatriati. Sono cittadino italiano iscritto all`AIRE dal 2001, sono fuori dall` Italia appunto da 19 anni, 17 in Brasile e gli ultimi 2 in UK. Sia in Brasile che in UK lavoro per la stessa ditta Italiana del gruppo FCA. A luglio rientro in Italia sempre per la stessa Ditta, con passaggi diretti. Mi puo` aiutare? Grazie

Fabrizio - 17/02/2020

Salve, nel fare i miei complimenti per questo servizio e la vostra professionalita', vorrei esporre il mio caso e capire quanto il regime impatriati vi sia applicabile. Dal 2016 sono assunto da un'azienda tedesca in Germania, dove risiedo da allora (iscritto AIRE dal gennaio 2018). Al momento sto pensando di rientrare in Italia con la mia famiglia e il mio datore di lavoro tedesco, essendo interessato a non perdermi, sta valutando la possibilita' di farmi continuare a lavorare per loro dall'Italia (in home office, molto probabilmente). Non avendo pero' alcuna sede sul territorio italiano e non essendo possibile aprirne una, vorrei capire se fosse possibile: - per un'azienda estera offire un contratto basato su CCNL italiano senza una posizione fiscale aperta in Italia (oppure come rendere possibile cio') - nel caso quanto sopra sia fattibile, la possibilita' di accedere ai benefici fiscali per il rientro degli impatriati per il sottoscritto La saluto e la ringrazio in anticipo per l'interesse.

Luca - 10/02/2020

Buongiorno, in merito la tema richiedo gentilmente se esiste una sorta di "tetto massimo" di beneficio fiscale che si possa ottenere dall'adozione delle agevolazioni fiscali sul rientro dei cervelli. Ho sentito infatti che esisterebbe una sorta di tetto massimo intorno ai 200.000€ (tra l'altro anche in tre anni circa) che il contribuente potrebbe avere come massimo, dall'introduzione di ogni tipo di agevolazione fiscale. In parole povere i redditi più alti - a prescindere dai 5 anni - potrebbero esaurire l'incentivo di tale legge in poco tempo se tale tetto venisse applicato anche alla normativa sul rientro dei cervelli. Spero di essermi spiegato bene e ringrazio anticipatamente per la cortese risposta.

Laura - 09/02/2020

Salve, vivo e lavoro nel Regno Unito da marzo 2016. Dal 25 marzo 2016 all'8 novembre 2018 (2 ani e 8 mesi circa) ho lavorato per l'azienda X, dalla quale ho dato dimissioni volontarie in quanto ho accettato l'offerta di lavoro dell'azienda Y. Lavoro per l'azienda Y dal 10 dicembre 2018 (tuttora impiegata). Tra i due contratti di lavoro c'e' un gap di 31 giorni in quanto ho voluto prendermi un po' di tempo libero tra un lavoro e l'altro. La branch Italiana, con sede a Milano, di una azienda estera e' interessata al mio profilo e vuole farmi un'offerta, che accetterò solo se potrò usufruire degli incentivi per il rientro dei lavoratori dall'estero. Considerato che risiedo e lavoro all'estero da circa 4 anni, ho avuto un rapporto di lavoro continuativo per almeno 24 mesi (tra marzo 2016 e novembre 2018), ma negli ultimi 24 mesi c'e' stata una non continuità' visto che sono stata ufficialmente disoccupata per 31 giorni tra i due lavori, rispetto i requisiti per usufruire degli incentivi? Grazie

Valerio - 04/02/2020

Salve, io sono rientrato ufficialmente in Italia il 6/1/2019 dopo 5 anni da dirigente all'estero . Tutto il 2019 ho usufruito mensilmente dello sconto irpef del 50%. Vedo che la nuova normativa prevede uno sconto irpef del 70% per chi è rientrato in Italia a partire dal 1/5/2019. Secondo lei è possibile per me poter usufruire dello sconto del 70% a partire dal 2020? Potrei fare un ricorso? Sinceramente ritengo sia una ingiustizia applicare il 50% per 5 anni a chi è rientrato a gennaio 2019 e il 70% per 5 anni a chi è rientrato 4 mesi dopo. Grazie. Saluti.

Angelica - 01/07/2020

Buongiorno Valerio, sono nella tua stessa situazione e purtroppo noi non possiamo beneficiarne ed è una grande ingiustizia. Esiste un gruppo, chiamato Gruppo Controesodo, che si sta battendo ormai da un anno per far estendere i nuovi incentivi fiscali a chi è rientrato prima del 30 Aprile 2020 purtroppo ad oggi senza successo. Ti invito a seguirlo sui vari social, sopratutto Twitter, perché si fanno promotori di molte iniziative con il supporto di tutta la community.

Ekatrina - 28/01/2020

Buongiorno, volevo ringraziarla per l’ottimo articolo! Vorrei porle il mio caso – Sono Russa – Mi sono laureato Ingegneria dei Nanomateriali in Russia ( 2013) – Ho anche ottenuto il Dottorato di ricerca in Russia (2016) – Lavoro in Italia da 20 mesi (da giugno 2018) – Ho un permesso di soggiorno per lavoratori con elevata qualificazione (EU BLUE CARD) Ho diritto alle agevolazioni nel mio caso? Grazie Cordiali Saluti Ekaterina

Francesca - 12/01/2020

Buongiorno, io sono abruzzese, ho vissuto 5 anni in Francia dal 2014 al 2019, in cui ho lavorato e pagato le tasse, e da febbraio 2020 inizierò a lavorare in Italia, nel Lazio. La mia residenza è rimasta sempre in Abruzzo, non essendo mai stata iscritta all'AIRE, e lo rimarrà ancora; solamente il mio domicilio e luogo di lavoro saranno nel Lazio. Dunque mi chiedo se potrò beneficiare della riduzione più vantaggiosa di chi ha residenza nel sud Italia, visto che la mia residenza è in Abruzzo, oppure no, visto che il mio domicilio e lavoro sono nel Lazio. Grazie.

Nicola - 26/12/2019

Buonasera, beneficio della precedente versione (50% sconto imponibile IRPEF per 5 anni) da Gennaio 2019, mese in cui sono rientrato dopo 5 anni di lavoro in Olanda. Posso adottare la nuova (70% sconto imponibile IRPEF per restanti 4 anni + proroga 5 anni al 50% per figlio a carico) da Gennaio 2020? Grazie, Nicola

Valerio - 04/02/2020

Salve Nicola, io sono nella sua identica situazione. Ha avuto delucidazioni in merito? Grazie mille. Valerio

Emanuela - 15/12/2019

Buongiorno, Desideravo chiedere se c’è un termine entro cui richiedere le agevolazioni fiscali. Mi spiego meglio: sono rientrata ad Aprile 2018 dagli USA (dove ho lavorato come ricercatore da Aprile del 2016 al 26 Marzo 2018 ultimo stipendio percepito ad aprile 2018) e ho iniziato a lavorare come lavoratore dipendente in Italia a luglio 2018. Non ho richiesto subito le agevolazioni fiscali in quanto in un primo momento sembrava essere necessaria l’iscrizione AIRE. Sono ad oggi ancora in tempo per richiedere tali agevolazioni in modo retroattivo o per il periodo rimanente per cui potrei usufruirne? Certa di un vostro cortese, vi ringrazio per la disponibilità

Sergio Pezzulli - 14/12/2019

Buongiorno, Sono un ricercatore presso una Università italiana che prese congedo per motivi di ricongiungimento del coniuge all'estero. Per diversi anni non ho percepito stipendio in Italia, sono stato iscritto all'AIRE, lavorato facendo attività didattica e di ricerca all'estero e ovviamente pagato le tasse all'estero. Ora ho terminato il congedo, riprendendo il mio vecchio posto da ricercatore e spostato la mia residenza fiscale in Italia. Che ne dice? Ho diritto alle agevolazioni per il "rientro cervelli"? La ringrazio anticipatamente, Cordiali saluti Sergio

Tania - 10/12/2019

Buongiorno, io sto pianificando il rientro in Italia dopo svariati anni di lavoro all'estero. Mi chiedevo se gli incentivi per il rientro valgono anche se, dopo essere rientrata con ad esempio un lavoro dipendente, nel corso dei 5 anni io decida di aprire una mia attivita' di freelance o altro (negozio). Mi servirebbe per capire se rientrare con un lavoro dipendente per poi studiarmi meglio la questione lavoro autonomo una volta sul posto, o se devo concentrare le mie energie sul lavoro autonomo ancora prima del rientro. In sostanza: gli incentivi valgono anche se nei 5 anni cambio lavoro e tipologia contratto? La ringrazio in anticipo per l'aiuto che potra' darmi. Tania

Antonia - 05/12/2019

Buongiorno, Il suo sito è estremamente utile. Grazie Vorrei chiederle un parere. Sono laureata in Italia, ho lavorato all'estero (Asia/Africa) per diversi anni, dal 2013 iscritta AIRE. Nel luglio 2017 sono tornata in Italia, ho riportato la residenza in Italia e ho lavorato con contratto a tempo determinato che si è concluso lo scorso mese novembre 2019. Non ero a conoscenza di tali benefici. Potrei chiedere di godere di benefici- esenzione fiscale- in modo retroattivo cioè di questi anni passati luglio 2017 a Nov 2019 ? In caso sia possibile, come potrei fare? Inoltre mi conferma che posso in ogni caso usufruirne di tali benefici per i prossimi anni - 2019 e 2020? La ringrazio molto Saluti Antonia

Roberto - 02/12/2019

Buongiorno, Volevo ringraziarla per l’ottimo articolo! Vorrei porle il mio caso - Ho tutti i requisiti relativi al tempo di residenza all'estero – Non ho una laurea (ma ho studiato più di 24 mesi e potrei continuare) - Ho svolto un lavoro autonomo per più di 24 mesi - Sono un lavoratore in possesso di requisiti di elevata qualificazione e/o specializzaz – Vorrei rientrare in Italia con un lavoro a tempo indeterminato Ho diritto alle agevolazioni nel mio caso? Grazie Cordiali Saluti Roberto

Domenico - 09/12/2019

Ciao Roberto, hai avuto risposte? Anche io non sono laureato ma mi sembra che con il rinnovo dell'emendamento per il 2020, abbiano esteso anche ai non laureati e ai lavoratori altamente specializzati. Ma comunque vorrei avere conferme e continuo a non capire se la questione laurea e' determinante o non. Saluti, Domenico

Alessio - 28/12/2019

Ciao Domenico, hai avuto risposte? Anch'io sono rimasto con il dubbio se la laurea è necessaria o con il nuovo emendamento 2020 anche i diplomati possono usufruire delle agevolazioni. Leggendo mi è sembrato di capire che dovrebbe essere valido anche per i diplomati, ma vorrei come te avere conferma di questo. Sai dove si può scaricare il modello da presentare al datore di lavoro? Grazie Slt, Alessio

Roberto - 04/03/2020

Ciao Domenico. Hai avuto risposte? Saluti

Jan Milinkovic - 02/12/2019

Buongiorno, Innanzitutto, grazie del suo blog. Vorrei capire il decreto si applica pure agli stranieri. Sono originario slovacco ed ho vissuto in Italia per quasi 5 anni: dal settembre 2009 - ottobre 2011 ho studiato all'universita' e dopo, dal marzo 2011-luglio 2014 ho lavorato presso una multinazionale a Milano. In questo momento sto valutando il rientro in Italia dopo piu' di 5 anni all'estero e vorrei sapere se posso usufruire di questa legge. Grazie! Jan

Lucrezia - 27/11/2019

Buongiorno, dopo aver lavorato per piu di due anni all'estero (da ottobre 2014; in particolare ultimo contratto all'estero dal 1 febbraio 2017 al 30 giugno 2019) dall'8 luglio ho iniziato un nuovo lavoro in un azienda in Italia. Ho però registrato la residenza anagrafica in Comune da giugno. Può dirmi se ai fini delle agevolazioni fiscali conta la data della registrazione della residenza in comune in Italia oppure la data della residenza fiscale (che conciderebbe con l'inizio del lavoro in Italia)? Secondo lei ci sono i requisiti per poter usufruire delle agevolazioni a partire da gennaio?La ringrazio in anticipo per la sua risposta.    

Raffaella - 26/11/2019

Buongiorno, Le chiedo informazioni per conto di mio figlio che lavora e vive in Francia dal marzo 2018 come designer presso un ufficio e riceve regolare busta paga. Non è iscritto all’AIRE ma le sue buste paghe sono indirizzate al sua alloggio di Parigi. Sta pensando di rientrare in Italia il prossimo anno; Deve completare il ciclo minimo di 24 mesi oppure procedere oltre marzo 2020? Secondo Lei potrà usufruire delle agevolazioni relative ai rimpatriati dall’estero? Se si dove e come dovrà procedere per poter ottenere queste agevolazioni al suo rientro? La ringrazio anticipatamente per la cortese collaborazione e Le porgo i miei migliori saluti Raffaella

Maurizio - 19/11/2019

Egr. rag. Rodella, sono medico chirurgo specialista in possesso di dottorato di ricerca ottenuto in Italia. espongo il quesito: ho lavorato per tre anni in Svizzera (2015-2018) dove ho svolto oltre all'attività ospedaliera anche attività di studio e aggiornamento professionale. Sono rientrato in Italia nel giugno 2018 e attualmente ho ricevuto incarico come docente a contratto in Università. Avendo intenzione di fare domanda per ottenere l'agevolazione fiscale chiedo se i titoli in possesso (dottorato e docenza) mi consentono di accedere all'agevolazione come "Docente e Ricercatore" anche se non sono strutturato come ricercatore nell'ambito universitario, oppure devo optare per l'agevolazione prevista per impatriati. Quali sono i requisiti per cui si può essere considerati Ricercatori?. E' sufficiente il titolo di dottore di ricerca o è necessario anche essere contrattualmente inquadrati con la qualifica "ricercatori" in attesa di suo riscontro invio cordiali saluti Maurizio

Valerio - 17/11/2019

Buongiorno Dott. Rotella, Spero che Lei non abbia già risposto a questa domanda e in caso affermativo, me ne scuso in anticipo. Io sono rientrato in Italia dopo un periodo di lavoro negli Stati Uniti nell'Agosto del 2017 e iniziato a usufruire dei benefici della Leggi del Rientro dei Cervelli a partire dal Gennaio 2018. Sarebbe corretto affermare che, se io dovessi accettare una proposta di lavoro all'estero a partire dal Gennaio 2020 - essendo trascorsi due anni in cui la mia residenza fiscale è stata in Italia - io non violerei alcun parametro della Legge di cui sopra? Se invece la risposta dovesse essere affermativa, mi saprebbe dire quali passi devo compiere per non violare alcun articolo della Legge in questione? Grazie per un suo gentile riscontro, Valerio

Wendy - 14/11/2019

questi benefici valgono anche se non mi sono mai registrata all'aire? ma ho comunque prove di aver vissuto all'estero come contratti di affitto e di lavoro? grazie mille!

Sara - 08/11/2019

Buonasera, avrei una domanda sulla mia situazione fiscale attuale: a Settembre 2015 mi sono trasferita a Londra per conseguire un Master. ho iniziato poi a lavorare a Londra, prima come dipendente e poi come freelance. ho vissuto dunque a Londra da settembre 2015 ad oggi, ma non mi sono mai iscritta all'aire. ho un paio di domande: - sono considerata in ogni caso residente fiscalmente in UK , giusto? dato che ho lavorato e vissuto solamente in UK negli ultimi quattro anni. - Sto per rientrare in Italia con contratto da dipendente in un'azienda. Dovrei poter rientrare nelle agevolazioni fiscali del decreto crescita del 2019, giusto? cioè quelle che prevedono sgravi al 70% per 5 anni a partire dal 1o gennaio 2020. questo vale anche se il mio contratto con l'azienda italiana inizia a Novembre 2019? - mi confermate che devo solo far ricevere al mio datore di lavoro l'autocertificazione e la domanda per rientrare in queste agevolazioni? grazie mille a tutti, Sara

Flavien Ma - 08/11/2019

Gent.mo dottore, Ho letto tutti i testi, norme, articoli immaginabili su questa norma e mi rimane un dubbio... esiste un termine massimo dopo la data di "rientro" entro il quale bisogna fare la richiesta ? Sono arrivato ad Ottobre 2017, non ero mai stato residente in Italia prima, ho lavorato in italia dalla data summenzionata e per 2 anni. Non conscevo questa legge per cui non avevo fatto la richiesta; sono ancora in tempo per farla ? La legge dice che le disposizioni partono dall'anno di rientro e per i 4 anni successivi, ma no precisa se è possibile fare la richiesta dopo 2 anni, ad esempio, per beneficiare dei 2 anni rimanenti. è però precisato che dovrei impegnarmi a rimanere 2 anni dalla data del primo beneficio dell'agenvolazione (e non dalla data di rientro), per cui mi sembra sottointesto che si possa fare la richiesta anche dopo il rientro...ma c'è un termine massimo? Grazie mille, Flavien

Gianni P. - 04/11/2019

Gentile dottor Rondella Ho scorso tutti i quesiti ma non mi pare di aver letto situazioni riguardanti i pensionati come me, iscritti all’Aire e residenti all’estero da più di cinque anni. La pensione è l’unica rendita, non ho nessun’altra entrata o bene immobile in Italia. Sono separato da 11 anni. Se torno e prendo la residenza in un paesino abruzzese, posso usufruire, e in che misura, degli sgravi fiscali del Decreto crescita, anche alla luce delle ultime modifiche ex art. 5 bis? Grazie e buon lavoro.

Paolo - 04/11/2019

Buongiorno, Ho lavorato negli ultimi 12 anni in vari paesi in Europa, nei 2016-2017-2018 in Francia. Poi nel 2019, sono rimasto residente fiscal in Francia ma in disocupazione/chomage. Adesso ho un opportunita di lavoro in Italia. Secondo lei sono eligibile all agevolazione (ho lavorato a l'estero molto piu di 2 anni consecutivi e ho lavorato nei ultimi 2 anni ma non ho lavorato tutti i 24 mesi dei ultimi 2 anni…) Grazie mille per un suo chiarimento ! Saluti, Paolo

Gianluca - 21/10/2019

Dott. Rondella io ho iniziato a percepire i benefici fiscali per via della legge 238 ad in specifico a partire dal 2013. Tali benefici si concludevano dopo 5 anni nel dicembre del 2017. Nel corso dello stesso anno il CDL dell'azienda mi ha fatto aderire e passare dalla 238 alla 147 prolungando il periodo fino al 2020 ad un tasso ridotto di esenzione fiscale (dal 70% al 50) conguagliando il periodo 2016 -2017 e andando appunto a prolungare l'estensione temporale del beneficio fino a 2020. A miei richieste iniziali sulla effettiva possibilità di aderire alla 147 avendo già beneficiato della 238 per cinque anni mi è sempre stato risposto positivamente. Ora sembra l'interpretazione meno chiara. Posso chiederle un opinione in tal senso. Cordialmente G.

mario pipoli - 18/10/2019

Gent.mo dottore, sono un ricercatore che dopo tre anni passati in Francia sono rientrato in Italia 01/09/2017 per fare il ricercatore presso una università italiana . Non essendo iscritto alla AIRE mi hanno sconsigliato di fare domanda di agevolazione fiscale. Le chiedo oggi ottobre 2019 sono ancora in tempo per richiedere le agevolazioni di legge tenuto conto dei recenti cambiamenti. Grazie mario

Andrea - 16/10/2019

Buongiorno, mia moglie (cittadina Extra UE) si è trasferita in Italia poco meno di 1 anno fa (senza lavoro), dopo avere vissuto e lavorato 13 anni nel suo paese. In questo momento sta facendo colloqui con obiettivo di firmare il suo primo contratto italiano. Relativamente ai requisiti, mia moglie è laureata, appartiene ad un paese con convezione con Italia su doppia fiscalità, ha intenzione di stare in Italia per più di due anni,..in questo contesto può beneficiare anche lei degli sgravi fiscali, qualora firmasse un contratto di lavoro dipendente? La ringrazio in anticipo per il supporto e disponibilità. Coridali saluti, Andrea

Matteo - 14/10/2019

Salve, dopo aver cercato tra i commenti e non trovato risposta. Chiedo anche io delucidazioni: - considerando che rispetto tutti i requisiti per usufruire dell'esenzione del 70% per i primi 5 anni, se lavorassi per più di 183 gg all'anno per un impresa o più imprese residenti in Italia e per il resto del tempo (182 o meno gg all'anno) per un impresa che non ha nulla in Italia, tutto il mio reddito sarebbe esente per il 70% da tasse? - se avviassi un impresa di consulenza con me come solo dipendente e questa impresa avviata in Italia ha solo clienti esteri per il 100% del tempo; questo sarebbe una violazione dei criteri o no? Saluti, molto utile, Matteo

Patricio Navarro - 02/10/2019

Salve, Il mio caso é un po’ particolare: ho la doppia cittadinanza, italiana e argentina, ma sono nato in argentina dove ho sempre vissuto, studiato e lavorato (l’Argentina ha una convenzione con l’italia sulla doppia fiscalitá). Sono sposato con un’italia e ci stiamo trasferendo in Italia dove sono stato assunto da un’azienda come ingegnere informatico. Vorrei sapere se rientro nella legge (l’azienda mi ha detto di si) e che documenti devo portare in Italia per dimostrare la mia qualifica e di aver lavorato in Argentina gli ultimi due anni. Grazie mille

GIGI - 17/09/2019

Buongiorno, volevo ringraziarLa per la sua professionalità e disponibilità! Vorrei porle il mio caso: – Ho conseguito una laurea in Uk “Bachelor of Arts” nel ( 2002) , nel 2012 ho richiesto e ricevuto la dichiarazione di valore in loco dal consolato italiano di Londra, con traduzione dei corsi e del diplona in italiano e inglese con apostille. – Ho lavorato come dipendente in Irlanda da gennaio 2005 fino a nonembre 2011 – Ho iniziato a lavorare come Account Manager in Francia dal 2013 ad oggi – rientro in sud Italia con un lavoro a tempo indeterminato a novembre 2019– Sono iscritto all’AIRE da settembre 2015, ma vivo in Francia dal 2012 Ho diritto alle agevolazioni nel mio caso? Circa la Laurea, la validazione in loco in ambasciata italiana in UK è sufficente oppure servono altri documenti? Se dovessi averi i requisiti per l’agevolazione al 90 % per il rientro al sud con figlio minore a carico, dovrei semplicemente fare un auto dichiarazione e fornirla al mio prossimo datore di lavoro? oppure presentare la richiesta nel momento in cui faccio la dichiarazione dei redditi del 2020 ? Ci sono dei formulari precotti dove vi sono le leggi e decreti da citare? Grazie infinitamente per il suo aiuto Cordiali Saluti GIGI

Silvio Bettarello - 08/09/2019

Buongiorno Dott.Rodella, sono residente estero ( Svizzera) iscritto AIRE dal 2012,laureato, direttore vendite per il sud Europa di azienda tedesca. Da ottobre 2019 vorrei tornare a risiedere in Italia usufruendo delle agevolazioni per Impatriati previste dal Decreto Crescita 2019. Il lavoro sarà prevalentemente svolto in Italia ( più di 183 gg contando anche ferie ed home Office ) , ma continuerò ad avere contratto tedesco ed ad essere pagato dalla sede in Germania. Rientro comunque nei requisiti ? Grazie in anticipo per un suo feedback . Silvio

Luigi - 21/08/2019

Buongiorno, Sono in possesso di una laurea in Ingegnera Aeronautica conseguita in Italia. In maggio del 2013 sono andato in pensione in Italia per raggiunti limiti contributivi (42 anni) e dal giugno 2013 lavoro come dipendente in una società tedesca in Germania. Contestualmente mi sono iscritto all’AIRE trasferendo la mia residenza fiscale in Germania. Al riguardo preciso che: • Ho mantenuto la pensione INPS in Italia presentando ogni anno relativa la dichiarazione dei redditi; • In Germania dichiaro, come redditi, CUD IMPS e CUD tedesco ai fini del calcolo aliquota media Dal 1 novembre corrente anno (2019) mi trasferisco a lavorare in Italia con contratto di “Collaborazione coordinata e continuativa” presso un’azienda italiana. Ovviamente seguirà cancellazione AIRE e trasferimento nel mio precedente comune. Chiedo pertanto se la mia posizione possa rientrare nelle previsioni di cui all’Art. 5 del Decreto Crescita per impatriati 2019. Nel ringrazare saluti

Pietro - 08/08/2019

Buongiorno, Vi chiedo un chiarimento sulla modifica della legge sul rientro dei cervelli: Ho sempre risieduto in Italia, ora mi appresto a frequentare un master post laurea in Francia, al rientro tra dodici mesi, posso usufruire delle agevolazioni previste dal Decreto Crescita? Grazie Cordiali saluti.

Luca - 30/07/2019

Buongiorno, Avrei bisogno di un chiarimento circa l'applicabilità dell'Articolo 16 DLgs n 147/15. Io sono rientrato in Italia a inizio 2018 e rientro nel precedente regime di rientro dei cervelli con tassazione al 50% che mi viene già regolarmente riconosciuta dal mio datore di lavoro in quanto rientravo in tutti i requisiti richiesti. Poco dopo il rientro in Italia ho anche avuto un bimbo. Vorrei sapere se posso optare per il nuovo regime (quindi con tassazione al 30%) oppure se posso quantomeno estendere il regime attuale per altri 5 anni avendo ora avuto un bimbo (tuttavia nel 2018). Le sarei estremamente grato se potesse contattarmi per chiarire come procedere al fine di ottenere queste delucidazioni. Distinti saluti

Antonio - 22/07/2019

Buongiorno dott. Rodella, Avrei bisogno di un chiarimento in merito ai requisiti minimi relativi al ‘Rientro dei cervelli’ contenuto nel Decreto Crescita 2019. Attualmente lavoro nel Regno Unito, e sono all’estero per lavoro da Settembre 2017, inizialmente per un Graduate Programme (composto da rotazioni successive in diversi paesi) e in seguito per una posizione permanente. In particolare per riassumere la mia ‘storia’: • 03/09/2017 inizio contratto in Germania (parte del graduate programme) fin al 18/02/2018 • 19/02/2018 inizio contratto in Inghilterra (parte del graduate programme) fino al 03/01/2019 • 14/01/2019 inizio contratto in Olanda (parte del graduate programme) fino al 30/04/2019 • 20/05/2019 inizio contratto a tempo indeterminato in Inghilterra • Giugno 2016 aperture partita IVA (regime dei minimi), chiusa al termine del 2017 con la quale ho emesso fatture per alcuni lavori di consulenza esterna, pagando le tasse in Italia • Ottobre 2017 registrazione all’AIRE I miei dubbi sono i seguenti: o Qual e’ la durata minima di permanenza all’estero necessaria per beneficiare di questi sgravi? E come vengono considerate le breve interruzioni contrattuali (nel mio caso 10 giorni a gennaio e 20 a Maggio)? o Le modifiche apportate al decreto si applicano solo se si sposta la residenza fiscale a partire dal 2020? Per intenderci, solo se si e' assunti dopo il 1 Gennaio 2020? o Quali documenti e’ necessario fornire per beneficiare di questa agevolazione? E quali sono le modalita’? o L’esistenza di una Partita IVA italiana e l’aver compilato delle dichiarazioni dei redditi italiane comporta qualche problema? La ringrazio in anticipo per la disponibilta' e mi scuso per la lunghezza del messaggio. Cordiali saluti, Antonio

Nelia - 15/07/2019

Buonasera, dopo essere stati 3 anni in Nuova Zelanda siamo rientrati in Italia alla fine del 2016. Causa consiglio sbagliato del commercialista del caf al quale ci siamo recati per la dichiarazione dei rediti 2017, non abbiamo fatto scelta per la reduzione della tassazione. Quest'anno stiamo presentando tutta la documentazione occorrente per fare la richiesta. Possiamo fare richiesta anche per il 2017 o questi soldi sono già persi? grazie mille Nelia

Lisa - 02/07/2019

Gentile Dott Rodella, Io ed il mio compagno viviamo in UK dal 2011 (io) e 2012 (lui). Siamo entrambi iscritti all’AIRE ed io lavoro dal 2011 mentre lui ha finito un dottorato (stipendiato) nel 2018 ed ha iniziato a lavorare ad Ottobre 2018. Considerato che gli ultimi aggiornamenti della normativa saranno applicati a partire dal 2020 mi chiedevo cosa succederebbe se la residenza venisse trasferita prima (e quindi anche l’attività lavorativa iniziasse nel 2019. A partire dal 2020 sarebbe possibile usufruire delle nuove e più generose agevolazioni? Il mio compagno ha avuto un’offerta di lavoro in Italia e gli hanno chiesto di iniziare ad Ottobre. Se accettasse potrebbe magari non richiedere nessuna agevolazione durante il 2019 e poi fare richiesta da Gennaio 2020? In teoria non sarebbe nemmeno tenuto a spostare subito la residenza visto che nel 2019 avremmo vissuto per la maggior parte del tempo in Inghilterra. Un altro motivo per cui mi interessa approfondire questo aspetto è perchè mi sembra di capire che i 5 periodi di imposta per cui valgono i benefici vengono calcolati dal momento in cui si sposta la residenza. Trasferendosi ad ottobre il primo anno di agevolazioni si ridurrebbe agli ultimi tre mesi del 2019, giusto? Per quanto riguarda me: Se io mi trasferissi senza aver trovato lavoro, entro quanto dovrei iniziare una attività lavorativa e quindi poter richiedere le agevolazioni senza rischiare di essere “in ritardo” e perdere questa opportunità? La circolare 17/E del 23/5/2017 al punto 3.1 spiega qualcosa riguardo quando/entro quando si può accedere al beneficio ma non riesco a capire come interpretarlo anche considerato che si riferisce alla versione precedente della legge. Queste disposizioni si applicano anche in caso in cui aprissi la partita IVA ma lavorassi prevalentemente per la stessa azienda estera per cui lavoro adesso come dipendente? Ho letto che potrebbero esserci delle limitazioni se si lavora per la stessa azienda. Ultima domanda…la legge specifica che le disposizioni si applicano per ulteriori 5 anni se si acquista una casa successivamente al trasferimento o nei 12 mesi precedenti. Questo significa che la casa può essere acquistata in qualsiasi momento a partire dai 12 mesi prima del trasferimento fino allo scadere dei primi 5 anni? Grazie mille per la sua disponibilità e cordiali saluti Lisa

Lorenzo - 12/09/2019

Buongiorno Lisa, anche io mi trovo in una situazione analoga: sto cominciando un nuovo lavoro in Italia dopo essere rientrato dall'estero, dove ho lavorato come ricercatore per 7 anni. Mi chiedevo se fosse meglio chiedere l'esenzione direttamente dal 2019, anno in cui effettivamente sono stato assunto in italia, o meglio aspettare il 2020 per usufruire di una maggior esenzione. Hai trovato maggiori informazioni? Grazie mille per l'aiuto, Lorenzo

Valentina - 10/06/2019

Gentile Dott. Rodella, Sono una ricercatrice appena rientrata in Italia. Ho cominciato a lavorare presso l'università con un assegno di ricerca, dopo aver avuto un contratto di ricerca per 2 anni presso un'università norvegese. Potrei avvalermi dei benefici i fiscali per docenti e ricercatori, ma mi è stato detto che non serve che io presenti l'istanza, in quanto l'assegno di ricerca è già esente dalla tassazione IRPEF. Il mio dubbio però è che se non presento comunque l'istanza ora, se nei prossimi anni dovessi cambiare lavoro, io non possa più avvalermi dei benefici fiscali (dato che a quel punto sarei residente in Italia). Mi potrebbe consigliare cosa sarebbe meglio fare, o potrebbe indicarmi quale sia la scadenza entro cui bisogna presentare l'istanza dopo il rientro? Grazie mille e cordiali saluti, Valentina

Francesco - 15/02/2021

Ha per caso risolto?

Francesco - 08/06/2019

Buongiorno Sono laureato e lavoro in UK nel settore IT da quasi 5 anni con contratto pemanent (equivalente a tempo indeterminato) per una multinazionale. Considerando le mutate esigenze personali e il momento storico sto pensando di rientrare in Italia e riprendere la residenza. La azienda è interessata a mantenermi e mi propone il trasferimento in una delle sedi in Italia. Ci sono particolari accorgimenti da avere per il trasferimento ? (dimissioni e nuovo contratto ad esempio) Nella pratica come funziona l'iter per avere le agevolazioni fiscali ? (se ne cura la azienda in Italia,il CAF,un commercialista,me ne devo occupare io...) Grazie

David - 27/06/2019

Buongiorno Francesco, io sono nella tua stessa situazione. Hai avuto qualche delucidazione in merito? a presto David

Lorenzo Barracchia - 06/06/2019

Gentile Luigi, Grazie mille per l’utilissimo articolo che mi ha spinto ad informarmi di piu’ sull’argomento, apprendendo tra l’altro che la normative e’ stata di recente semplificata e I benefici resi ancora piu’ appetibili.. Avrei, se ha tempo, un paio di dubbi riguardo la mia attuale posizione rispetto agli ultimi aggiornamenti della normative nel 2019. Sono laureato, lavoro all’estero dal 2008 e dal 2016 sono iscritto all’Aire. Rientravo quindi nella platea avente diritto alle agevolazioni con la precedente disciplina. Dal 2 settembre 2019, rientrero’ in Italia, trasferendo naturalmente la mia residenza fiscale. 1- Da quanto mi risulta, trasferendo la residenza fiscal DOPO il 2 luglio, acquisterei residenza fiscale in Italia dal 1 Gennaio 2020, e in tal caso rientrerei nei canoni previsti dalla nuova normative (avendo quindi diritto allo sgravio fiscal non sul 50% ma sul 70% dei redditi). Pensa che abbia ragione? 2- Riguardo alla possibilita’ di estendere le agevolazioni per 5 ulteriori anni in determinate condizioni, avrei un ulteriore dubbio su: “il lavoratore rientrato diventi proprietario di almeno un’unita’ immobiliare”. Io sono gia’ proprietario di meta’ di un piccolo immobile, ma conterei di acquistarne un altro successivamente al mio rientro in Italia. Ritiene che questo mi darebbe accesso all’estensione dei benefici per I 5 successivi anni al 50% della tassazione, o che la condizione sia il divenire proprietario per la prima volta e non l’acquistare un’unita’ immobiliare? Le auguro una buona serata e La ringrazio per il tempo che vorra’ dedicarmi.

Daniele - 16/02/2020

Ciao - Hai per caso ricevuto risposta al #2 quesito? Anche io ho lo stesso dubbio Re "Io sono gia’ proprietario di meta’ di un piccolo immobile, ma conterei di acquistarne un altro successivamente al mio rientro in Italia. Ritiene che questo mi darebbe accesso all’estensione dei benefici per I 5 successivi anni al 50% della tassazione, o che la condizione sia il divenire proprietario per la prima volta e non l’acquistare un’unita’ immobiliare?"

Alessandro - 03/06/2019

Buongiorno ho una domanda ho lavorato dal 2002 in Italia come libero professionista fino al 2017 . Da Maggio a dicembre 2017 per sette mesi sono stato regolarmente assunto da una azienda Tedesca con contratto a tempo determinato con mansione manageriale. Da gennaio 2018 rientrato in Italia ho ricominciato a lavorare come professionista per un azienda Italiana. Con soli sette mesi all'estero c 'è la possibilità di usufruire di qualche agevolazione fiscale? Sono rientrato in Italia per mia scelta avevo già il nuovo contratto della'azienda dove lavoravo pronto da firmare , ma per ragioni personali ho preferito tornare nella mia patria.

Sergio - 28/05/2019

Buongiorno Dott. Rodella, La ringrazio per l'articolo esaustivo. Ho studiato e conseguito un Master in Irlanda tra il 2015 e il 2016 (sto gia' provvedendo alla Dichiarazione di Validita'). Ho lavorato per 3 mesi in Italia da settembre a dicembre 2016. Da Gennaio 2017 sono tornato a vivere e a lavorare in Irlanda. Sono iscritto all'AIRE da Dicembre 2017. Da giugno 2019 tornero' in Italia senza contratto di lavoro per il momento. Sono intenzionato a fare una Partita Iva e diventare lavoratore autonomo nel momento in cui riprendo la residenza in Italia. Mi domando se questo sia sufficiente a richiedere l'agevolazione fiscale. La ringrazio, Sergio

Stefania - 16/05/2019

Buongiorno Dott. Rondella, La ringrazio per l'articolo esaustivo. Penso di poter beneficiare dell'abbattimento del reddito imponibile, tuttavia né datore di lavoro, né CAF, né Commercialista sanno quali documenti bisogna sottoporre alla Agenzia delle Entrate (o chi per essa) per provare i miei 6 anni di studio e lavoro in Francia prima del mio rientro in Italia a dicembre 2017. Nessuno di questi 3 enti sa come "gestire" la situazione dell'impatrio dei lavoratori. A chi posso rivolgermi? Oppure posso agire in autonomia? Se si', cosa fare? Ringraziandola in anticipo per il suo pezioso aiuto, e auguro una buona giornata, Stefania

giuseppe - 16/05/2019

Gentile Rag. Rodella, Sono un laureato e con master che ha lavorato all'estero (paese U.E.) negli ultimi 4 anni ma per motivi personali e familiari ho mantenuto la residenza fiscale in italia, pagando le tasse prima all'estero e poi dichiarando e conguagliando la differenza in italia. Ora avrei l'opportnitá di rientrare a lavorare in italia ma non essendo iscritto all'AIRE ed avendo dichiarato sia all'estero che in italia vorrei sapere se posso usufruire di qualcuna di queste agevolazione per il rientro dei lavoratori dall'estero. La ringrazio anticipatamente!

Cristian - 15/05/2019

Buon Giorno e complimenti per il forum. Io lavoro all'estero a Cipro come lavoratore dipendente da ottobre 2016 ma mi sono iscritto all'Aire solo a marzo 2019 proprio perche faccio parte di quel nutrito gruppo di persone che stando in europa pensavano non avessero l'obbligo di registrazione all'aire. Siccome l'azienda dove lavoro vuole aprire una filiale in Italia io dovrei rientrare nell'aprile 2020. Nel mio caso potrei avere l'agevolazione di pagare le tasse solo sul 30% per i successivi 3 o 5 anni? Sono laureato (specialistica) e ho 32 anni ed essendo manager la differenza in termini di tassazione sarebbe molto elevata. Grazie

Sergio - 11/05/2019

Gentile Dott. Rodella, Svolgo attività di ricerca e docenza all'estero, in Paese extracomunitario, dal 1 aprile 2017, e vorrei rientrare in Italia dal 1 settembre 2019. Sono iscritto all'AIRE dal 2018, ed esiste una convenzione contro la doppia imposizione tra i due Paesi, che permette ai dipendenti pubblici (come nel mio caso, lavorando in un'università pubblica) di pagare le tasse solo nel Paese in cui questi sono prodotti. Ho un dubbio: rientrando in Italia a settembre 2019, senza poter quindi usufruire dei vantaggi del nuovo Decreto Crescita, a cosa avrei diritto nella mia situazione? Non capisco bene come verranno considerate, nel mio caso, la residenza, la residenza fiscale, l'iscrizione all'AIRE inferiore ai due anni (nonostante lavori lì da più di due anni), etc. Mi sembra di capire che, se rientrassi dopo gennaio 2020, sarebbe tutto più semplice e più conveniente, ma vorrei capire se posso godere di un regime agevolato, anche peggiore, rientrando prima. Le sarei molto grato se potesse aiutarmi a capirci qualcosa. La ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti, Sergio

Rag. Luigia Lumia - 11/05/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del <a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/">Forum Lavoro all’Estero – Rubrica lavoratori espatriati</a> – dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull’argomento. Su <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo’ trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all’enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. Abbiamo inoltre disponibili due ebook: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/37008-il-lavoro-all-estero-370-risposte-in-460-pagine.html">Il Lavoro all'estero - 370 risposte in 460 pagine</a> <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/35872-incentivi-per-il-rientro-dei-lavoratori-dall-estero.html">Incentivi per il rientro dei lavoratori dall'estero</a> grazie Luigia

Mauro - 10/05/2019

Buongiorno, vorrei avere per favore un’informazione riguardo alla residenza fiscale: se tornassi in Italia a settembre/ottobre 2019. Di quale agevolazione potrei usufruire? Quelle del decreto crescita 2019 (i.e. imponibile fiscale del 30% + possibile estensione se figli minorenni/acquisto casa oppure dovrei esser sottoposto alla legge in vigore precedentemente (I.e. imponibile al 50% x 5 anni)? Penserei la prima in quanto avendo lavorato all’estero per la maggior parte dell’anno 2019 la mia residenza fiscale sarebbe ancora nel paese estero per l’anno 2019...quindi in Italia dal 2020 ma vorrei avere una conferma! Grazie mille, fantastico blog! Mauro

Valerio - 10/05/2019

Buongiorno, Ho vissuto in Canada dal 2012 al 2014, in UK dal 2014 al 2015, poi dal 2015 a fine 2016 in Italia e attualmente vivo a Londra dal Gennaio 2017, quindi per oltre 2 anni consecutivi. Sono iscritto all'Aire, qualora rientrassi in Italia posso accedere agli sgravi fiscali?

Nicola - 29/04/2019

Buonasera, sono un laureato italiano distaccato (Expat) presso una sede estera durante gli ultimi 5 anni di servizio. Ovvero ho lavorato presso la sede estera controllata dalla stessa societa' italiana per la quale lavoravo in Italia. Ora rientro in Italia presso la medesima societa' italiana in quanto cessa il mio distacco (espatrio). Il mio contratto di lavoro con la controllante italiana non e' mai cessato ma ho dichiarato residenza fiscale estera negli ultimi 5 anni. Non mi sono mai iscritto all'AIRE. Ho diritto ai benefici previsti per il rientro dei cervelli? Grazie, Nicola

Donata - 25/04/2019

Buonasera, vorrei sapere se le agevolazioni, ed eventualmente quali, si applicano anche al rientro in Italia di laureati che hanno lavorato all'estero presso organizzazioni europee assoggettate a un regime fiscale agevolato (Council Regulation (EC, ECSC, EURATOM) No. 1197/98 of 5 June 1998). Nel mio caso io ho lavorato per cinque anni in Germania presso BCE. Grazie in anticipo.

Antonio - 15/04/2019

Buongiorno, Dopo essermi laureato in italia e lavorato in italia per 3 anni mi sono trasferito a Londra a gennaio 2017 per lavoro e attualmente sono ancora impieghato in uk. A maggio di quest'anno (2019) cambieró lavoro e mi ri-trasferiró in italia. Durante questo periodo non mi sono mai iscritto all'aire, o megli ho fatto domanda piú o meno un anno fá ma ad oggi risulta ancora in lavorazione. La mia domanda é considerando quanto detto, potró usufruire dell'agevolazione sul rientro dei cervelli? Grazie

Roberto - 11/04/2019

Buongiorno, dal 2011 fino il 2017 ho studiato in Austria e in Olanda (senza iscrizione AIRE) e mi sono laureato in economia. Contemporaneamente ho lavorato part time (30%) nella azienda familiare italiana dove sono stato assunto come dipendente. Nel 2017 mi sono trasferito in Italia e ho iniziato a lavorare 100% come dipendente per un azienda italiana nella quale ancora lavoro. Sarebbe stato possibile di usufruire dalle agevolazioni rientro dei cervelli, non è compatibile con il mio lavoro part time durante lo studio? Grazie in anticipo per l'aiuto. Cordiali saluti, Roberto

Valeria - 09/04/2019

Buongiorno, Sono una ricercatrice ed ho lavorato come ricercatrice (iscritta all'Aire) per 10 anni negli Stati Uniti. Sono appena tornata in Italia a fare il periodo di prova per un'assunzione in un ente di ricerca italiano, ma potro' stare solo 4 mesi (quindi meno di 183 giorni) e poi prendero' un'aspettativa per tornare a lavorare negli Stati Uniti per un anno, visto che ho ancora casa e famiglia la'. Se dopo decido di tornare definitivamente in Italia, direi che a quel punto mi mi tolgo dall'Aire e prendo residenza e residenza fiscale in Italia; posso usufruire dell'incentivo per il rientro dei cervelli a partire da quel momento? Grazie, Valeria

Angelo - 09/04/2019

Buongiorno , sono un ingegnere (laureato in Italia) ed ho lavorato in Germania dal Gennaio 2015 al settembre 2018 rientrando lo stesso mese in Italia con assunzione presso altra società italiana. Se ho ben interpretato il concetto di residenza fiscale potrei usufruire degli incentivi fiscali dall' anno d'imposta 2019 e per i successivi 4 anni? Nel mio caso devo fare riferimento al D.LGS 147 DEL 14/9/2015 ARTICOLO 16 comma 2? E' corretto? Grazie mille per la risposta. Distinti saluti, Angelo.

Mario Natale - 08/04/2019

Gentile Dott. Rodella, Io mi sono trasferito dall'italia all'inghilterra nel triennio 2011-2014 e ho conseguito una laurea triennale a Londra (ammetto però che non mi sono mai iscritto all'AIRE). Sono poi rientrato in Italia nel 2014 e ho conseguito una laurea magistrale a Milano di 2 anni. Ho poi iniziato a lavorare a milano nel 2016 fino ad oggi ma non ero a conoscienza delle agevolazioni per il rientro dei cervelli. Avrei per caso potuto ricevere qualche agevolazione anche io in base alla mia situazione? E se fossi stato eleggibile per agevolazioni, sarei ancora in tempo oggi per riceverle? La ringrazio in anticipo per il cordiale riscontro.

Luca - 02/04/2019

Buongiorno Dott. Rodella, Il mio caso e’ il seguente. A partire dal 2012 e fino a meta' Luglio 2017 sono stato residente all'estero lavorando per una multinazionale svizzera e regolarmente iscritto all'AIRE. • Da fine Luglio 2017 sino a meta' Luglio 2018 ho trascorso un periodo di aspettativa dal lavoro, durante il quale non percepivo stipendio (ma mi sono stati versati i contributi pensionistici in Svizzera), spostando la mia residenza in Italia (poiche' in Italia ho trascorso questo periodo di tempo). Il contratto svizzero e' rimasto attivo durante questo periodo nonche' la sede della stessa multinazionale in Svizzera. • Da meta' Luglio 2018 in poi, sono rientrato in Svizzera e, dopo qualche settimana, mi sono regolarmente registrato nuovamente all'Aire cambiando residenza da Italia a Svizzera. • A Giugno 2019 rientrero’ 'definitivamente' in Italia a lavorare per una nuova azienda basata sul territorio ed, essendo stato i 5 anni precendenti a quello di aspettativa (2013-2017) residente all'estero, vorrei verificare se ci fossero le condizioni per beneficiare di Irpef agevolato per i rimpatri. Crede sia possibile che possa beneficiare delle agevolazioni Irpef? La ringrazio anticipatamente. Codiali Saluti Luca

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Giovanni - 01/04/2019

Buongiorno Dopo 8 anni tra studio e lavoro all’estero (UK e Irlanda) sono rientrato in Italia. Appartengo dunque alla categoria lavoratori impatriati: lavoratori in possesso di laurea (italiana e straniera). Secondo la guida ‘Gli incentivi fiscali per l’attrazione del capitale umano in Italia’ dell’agenzia entrate del Febbraio 2018, non vedo l’ obbligo di impegnarsi a rimanere per almeno 2 anni che invece è presente per le altre categorie. Vedi tabella pagina 9: (AGEVOLAZIONI PER I LAVORATORI “IMPATRIATI” (articolo 16, comma 2, del Dlgs 147/2015)). Mi può confermare se sono corretto? Se mi sbaglio, mi può aiutare a capire quando termineranno i due anni come requisito permanenza? Io sono rientrato il 9 febbraio 2019 (data volo) e sono stato iscritto come residente in Italia dall’11 Febbraio 2019. Il primo lavoro in Italia è iniziato il 11.03.2019 Grazie mille per la disponibilità Giovanni

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Marco - 24/03/2019

Buongiorno vivo e lavoro in Germania dal 2011 e sono iscritto all’ AIRE da Marzo 2012. Sono laureato in ingegneria e mi domandavo se, nel caso mi offrissero una posizione da dipendente in Italia, potrei usufruire dell agevolazione? A quanto ammonterebbe in caso? Grazie, Marco

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Daniele Di Marino - 18/03/2019

Buongiorno, volevo ringraziarvi per la chiarezza con la quale avete affrontato questo argomento. Vi scrivo perché la mia situazione è poco chiara e vorrei avere un vostro parere riguardo alla possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali per il "rientro dei cervelli". Io lavoro come ricercatore da 4 anni in Svizzera (marzo 2015-maggio 2019), sono un frontaliere con permesso G ( residenza in Italia entro 20 Km dal confine svizzero). Non sono ufficialmente un residente all'estero poiche non sono iscritto all'AIRE ma ho un trattamento fiscale come se risiedessi in Svizzera (tassazione composta da primo, secondo e terzo pilastro). Ho appena vinto un concorso come Professore Associato presso un'università italiana e quindi inizierò a breve a lavorare in Italia. Secondo voi posso usufruire degli incentivi fiscali? Molte grazie Daniele

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Alberto - 14/07/2019

Ciao Daniele, Essendo anch’io un frontaliere sono in una situazione molto simile alla tua, per caso hai trovato una soluzione al tuo dubbio? Grazie

Giuseppe - 17/01/2020

Ciao Daniele e Alberto! Ho lo stesso quesito, dato che anche io ho l'opportunita' di tornare in un'universita' italiana dopo esser stato frontaliere fiscale con rientro settimanale. Voi avete risolto il dubbio? Grazie!

Valerio - 23/09/2021

Ciao Daniele, Alberto e Giuseppe, ho lo stesso dubbio. Sieti riusciti a capire se i frontalieri, passati 2 anni fiscali con residenza fiscale in svizzera ma vivendo in Italia, hanno diritto ai bonus da rientro dei cervelli? Grazie, Valerio

simona - 06/08/2022

Salve qualcuno è riuscito ad ottenere l'agevolazione come frontaliere fiscale entro i 20KM con rientro quotidiano in italia? Esiste qualche interpello dell'agenzia delle entrate? grazie

Matteo - 18/03/2019

Buongiorno, attualmente lavoro in Austria dal 13 Marzo 2017 e sono iscritto all' AIRE dal gennaio 2018. Sono laureato in ingegneria e nei prossimi mesi dovrei rientrare in Italia come dipendente. Rientro nell' agevolazione fiscale della riduzione del 50 % di IRPEF? Grazie mille in anticipo Saluti Matteo

Dario - 15/03/2019

Buongiorno e grazie per questo articolo ben spiegato. Una domanda, a chi bisogna rivolgersi per usufruire di questo incentivo? Io ho provato a contattare diversi CAF in Italia ma nessuno era a conoscenza di questo decreto o sapeva come aiutarmi. Grazie mille, Dario

Claudia Tossani - 15/03/2019

Buongiorno, come indicato anche nelle istruzioni dell'Agenzia delle Entrate, per beneficiare dei regimi agevolati descritti, i docenti, i ricercatori e i lavoratori “impatriati”, <strong>titolari di reddito di lavoro dipendente</strong>, devono presentare una richiesta scritta al datore di lavoro. Questa richiesta, resa ai sensi del Dpr n. 445/2000, deve contenere: • le generalità (nome, cognome e data di nascita) • il codice fiscale • l’indicazione della data di rientro in Italia e della prima assunzione in Italia (in caso di assunzioni successive o più rapporti di lavoro dipendente) • la dichiarazione di possedere i requisiti previsti dal regime agevolativo di cui si chiede l’applicazione • l’indicazione dell’attuale residenza in Italia • l’impegno a comunicare tempestivamente ogni variazione della residenza prima del decorso del periodo minimo previsto dalla norma della quale si chiede la fruizione • la dichiarazione di non beneficiare contemporaneamente degli incentivi fiscali previsti dall’articolo 44 del Dl n. 78/2010, dalla Legge n. 238/2010, dall’articolo 16 del Dl n. 147/2015 e dall’articolo 24-bis del Tuir. Il datore di lavoro applica il beneficio dal periodo di paga successivo alla richiesta e, in sede di conguaglio, dalla data dell’assunzione, mediante applicazione delle ritenute sull’imponibile ridotto alla percentuale di reddito tassabile prevista dal regime agevolativo (10% per i ricercatori e i docenti, 50% per i lavoratori “impatriati”), al quale saranno commisurate le relative detrazioni. Se il datore di lavoro non ha potuto riconoscere l’agevolazione, il contribuente può fruirne, in presenza dei requisiti previsti dalla legge, direttamente nella dichiarazione dei redditi. In questo caso, il reddito di lavoro dipendente va indicato già nella misura ridotta.

Nino - 14/03/2019

Buongiorno e la ringrazio per l'interessante articolo. Ho alcuni dubbi che spero mi possiate aiutare a chiarire Attualmente ho un contratto francese dal 2011 (precedente era irlandese per 4 anni) ma in effetti non ho mai lavorato in Italia. Dato che non avevo mai sentito l'esigenza non ho mai cambiato la mia residenza dalla nascita e mi sono iscritto all'AIRE in Francia solo da Settembre 2016 nonostante non ho mai avuto contratti/attività lavorative in Italia. E' anche vero che da circa 3 anni sono in relocation in Italia con contratto francese ma non ho mai speo più di 150 giorni in Italia e la mia attività principale è sempre stata in francia, paese dove ho pagato le tasse. La mia azienza mi sta proponendo di muovermi su un contratto italiano con il regime agevolato per chi rientra in Italia dall'estero con medesime funzioni. Nel mio caso rientreri su tale dinamica? E quale sarebbero i requisiti? Grazie in anticipo per il vostro supporto Nino

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Rientrano dall'estero grazie agli incentivi, ma per il fisco italiano sono evasori totali: beffati 13 "cervelli in fuga" - Berlino Magazine - 07/03/2019

[&#8230;] sono invece lo 0,6%. Per contenere questo trend negativo, nel 2010 l&#8217;Italia aveva introdotto il decreto legge 78 per agevolare e favorire il ritorno di italiani dall&#8217;estero. In base a questo provvedimento, [&#8230;]

Marcello - 01/03/2019

Gentile Dott. Rodella sono un ingegnere residente a Londra da novembre 2016. Ho svolto continuativamente (e svolgo ad oggi) un’attività di lavoro dipendente (contratto a tempo indeterminato) a Londra per una azienda inglese a decorrere dallo scorso 07/11/2016. Formalmente sono stato cancellato dai Registri dell’Anagrafe della Popolazione Residente di Roma con conseguente inserimento nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (A.I.R.E.) a decorrere dal 29/09/2017. Sto valutando al momento una proposta di lavoro da un'azienda operante sul territorio Italiano che mi consentirebbe di rientrare nella mia vecchia residenza di Roma. Volevo chiederle se per il calcolo dei due anni di lavoro continuativi all'estero (requisito fondamentale per le agevolazioni fiscali dei rimpatriati) fa fede il contratto di lavoro o la data di iscrizione all'AIRE? Nella mia situazione crede sia possibile avvalersi delle agevolazioni per i lavoratori impatriati? Le stesse agevolazioni valrebbero anche in caso in cui mi venisse offerta una posizione da quadro o dirigente? Grazie in anticipo per la sua disponibilita' e professionalita'. Cordiali saluti, Marcello

Rag. Luigia Lumia - 04/04/2019

Buongiorno, le consigliamo di consultare la sezione del<a href="https://www.fiscoetasse.com/forum/forums/lavoro-allestero-rubrica-lavoratori-espatriati.60/"> Forum Lavoro all'Estero - Rubrica lavoratori espatriati </a>- dove puo trovare 339 discussioni e 1247 messaggi sull'argomento. <a href="https://www.fiscoetasse.com/blog/author/rodella/">Su questo blog sugli articoli del rag. Rodella</a> puo' trovare centinaia di risposte. Inoltre per far fronte all'enorme richiesta di quesiti abbiamo attivato anche un servizio a pagamento per una risposta personalizzata che trova a questo link: <a href="https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html">Lavoro estero-richiesta quesito</a>. grazie Luigia

Giorgio Tosatti - 25/02/2019

Buongiorno Dr Rodella, sono stato trasferito dalla mia azienda italiana, dove ero direttore vendite con qualifica dirigente, il giorno 31,03,2014 in Olanda dove lavoro per la stessa azienda filiale Benelux quale responsabile vendite. Il giorno 01,04,2019 prossimo verro' ritrasferito in italia sempre presso la styessa azienda ma filiale italiana dove lavoravo prima del trasferimento alle stero empr qualifica di dirigente responsabile vendite e marketing Italia e due paesi stranieri. Lavorero' prevalentemente in Italia, ( 80% almeno ) saro' residente per almeno 5 anni in Italia, l azienda e' italiana al 100%. Nei 5 anni esteri sono stato residente in Olanda. Posso usufruire delle agevolazioni rientro cervelli "impatriati"? inoltre i cinque anni sono di calendartio ossia all estero dal 31,03,2014 al 31,03,2019. Grazie in anticipo per sua gradita risposta

Marco - 01/02/2019

Buonasera, Sono residente in Olanda da circa 4 anni e regolarmente iscritto all'AIRE. Se tornassi in Italia, lavorando da casa per la stessa azienda olandese (che pagherebbe per me le tasse in Italia), potrei usuffruire dell'agevolazione fiscale? Grazie e buona serata

GP - 18/01/2019

Buonasera, Buonasera, Sono residente in Inghilterra (vivo e lavoro), da circa tre anni e mezzo, iscritto AIRE, ho una laurea triennale ed a breve rientro in Italia dove lavorero come dipendente. Posso beneficiare delle agevolazioni fiscali? GRazie

Alessandro Raboni - 15/01/2019

Buonasera dottor Rodella, Mi sono trasferito a Londra nel Luglio 2017 e da allora vivo qui. Sono iscritto all'AIRE da circa 1 anno. Precedentemente, ho studiato per un anno in Francia, dove mi sono laureato. Se rientrassi in Italia potrei usufruire dell'esenzione? Cordialmente,

Gaetano - 11/01/2019

Buongiorno Dott. Rodella, Anch'io mi unisco al resto degli utenti per ringraziarla del suo tempo che dedica a chiarire come usufruire delle agevolazioni fiscali. Le presento brevemente il mio caso sperando nel suo parere, premettendo che sono laureato in Italia ( laura magistrale). Mi sono trasferito in Germania nel Settembre del 2012 e li ho ininterrottamente lavorato (sempre nella stessa azienda) fino a Dicembre 2018 quando ho perso il lavoro. All' AIRE mi sono iscritto nel Maggio del 2015 . Rientrato quindi in Italia nel 2018, ho iniziato a lavorare ( con un contratto a tempo determinato di 12 mesi) il giorno 8 Luglio 2018, cancellandomi dall' AIRE e riscrivendomi quindi alla lista anagrafica del mio comune il giorno 18 Agosto 2018 ( quindi 40 giorni dopo). Nel 2018 non ho fatto richiesta al mio datore di lavoro del beneficio fiscale per gli impatriati laureati ( avendo paura che avendo trasferito la residenza dopo il 3 Luglio non rientrassi nel requisito previsto dall'articolo 2 del TUIR sui 183 giorni). La mia domanda è: posso ora farne richiesta a partire da Gennaio 2019 ? La ringrazio e la saluto cordialmente Gaetano

Claudia Tossani - 14/01/2019

Caro utente, per poter far fronte al gran numero di quesiti che ci pervengono quotidianamente sul “Lavoro Estero” abbiamo organizzato un servizio di risposta veloce al costo – in offerta – di 50 euro + Iva che comprende: la risposta al quesito + un ebook a scelta tra i seguenti titoli: – Il Lavoro all’estero – 370 risposte in 460 pagine – Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero Ti consigliamo pertanto di consultare tutte le risposte già pubblicate e se non trovi la risposta al tuo problema di valutare il nostro servizio di quesiti online: https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html La risposta ti verrà fornita entro 48 ore lavorative.

Annachiara - 31/12/2018

Salve Dott. Rodella, mi unisco al resto degli utenti per ringraziarla del tempo che dedica a chiarire come usufruire delle agevolazioni fiscali. Ho dei dubbi e quindi domande riguardanti il mio caso. Io sono rientrata in Italia a Luglio 2018 e trasferito la mia residenza in Italia subito dopo. Sono ricercatrice: -Laureata a Roma nel 2010 -Trasferita in Irlanda nel 2010 ed ottenuto un PhD nel 2015 -Svolto 3 anni e 7 mesi di ricerca in America come postdottoranda (dal 2015 al 2018) Mi sono iscritta all'AIRE solo nel 2015. -Da Gennaio inizierò a lavorare in Italia come medical manager in una multinazionale healthcare (ma non farò ricerca). Le mie domande sono le seguenti: 1. Posso applicare per l'agevolazione "rimpatrio ricercatori" anche se non farò ricerca in Italia? O mi conviene applicare per il rimpatrio di laureati che hanno lavorato all'estero? 2.Quando e da chi deve essere fatta la richiesta per l'agevolazione? Posso mandare i documenti all'agenzia dell'entrate prima di iniziare a lavorare (ma con in mano un contratto) o dopo? La domanda va fatta da me personalmente o dall'ufficio HR dell'agenzia per cui lavorerò? La ringrazio ancora una volta. Buon Anno, Annachiara

Andrea - 22/12/2018

Buongiorno, Le presento la mia situazione: - non laureato vivo fuori dall’Italia e sono iscritto L Aire da Maggio 2011 - ho ricoperto posizioni dirigenziali all’estero - vorrei rientrare fiscalemente in Italia come lavoratore automono o con contratto a tempo indeterminato livello quadro/dirigente Posso usufruire delle agevolazioni fiacali di cui si parla? Coridali Saluti, Andrea

Leonardo Ricci - 20/12/2018

Buongiorno Rag. Rodella, la ringrazio per l'utile articolo. Vorrei cortesemente esporre il mio caso: - Residente in Italia con contratto a tempo indeterminato fino a Dicembre 2010. - Assunto da azienda in Australia (nessun legame con società italiane) da Gennaio 2011 a Maggio 2014 (iscritto regolarmente all'AIRE nel medesimo periodo). - Rientrato in Italia a Giugno 2014 con contratto a tempo indeterminato presso un'altra società italiana e trasferimento residenza anagrafica a Luglio 2014 (per il fisco il 2014 è stato considerato come anno di tassazione in Italia, avendo speso più di 183 giorni su territorio italiano). - Usufruito prima della legge 238 del 2010 e poi della legge 147 del 2015 (con relativa dichiarazione fatta nei termini previsti). - Al momento la società per cui lavoro in Italia mi propone un espatrio presso una subsidiary all'estero (Olanda) a partire da Maggio/Giugno 2019 con classica lettera di international assignment/distaccamento (mantenendo quindi contratto lavorativo con la società italiana). Avrei due quesiti: 1) Secondo la norma vigente, è possibile per il sottoscritto accettare tale posizione all'estero senza incorrere nel rischio di far decadere anzitempo i benefici della 147/2015 e quindi di dover rimborsare le tasse fino ad oggi "risparmiate"? 2) Se si, sotto quali condizioni sarebbe possibile farlo (inizio international assignment Luglio 2018, ad esempio)? La ringrazio sin da ora per il prezioso supporto Cordiali Saluti Leonardo

Alessandra T. - 19/12/2018

Egregio Dottore, sono espatriata a Parigi da una importante azienda italiana dal 1 ottobre 2015 con orizzonte di permanenza 30 settembre 2020 (5 anni). Fino ad oggi ho mantenuto formalmente la mia residenza fiscale in Italia e non sono iscritta all'AIRE. Premetto che ho un incarico dirigenziale stabile a Parigi che fin'ora ha sempre comportato una permanenza annuale su territorio francesce ben superiore ai 183 giorni. Inoltre ho una posizione fiscale correttamente aperta in Francia in virtu' della quale pago annualmente le imposte locali al fisco francese. Tutto cio' premesso, vorrei sapere se al termine del mio espatrio e conseguente rientro in Italia - passati quindi i 5 anni - potro' usufruire dei suddetti incentivi per il rientro in Italia di lavoratori operanti all’estero e quindi rientrare nella casistica descritta. La ringrazio e la saluto cordialmente. Alessandra

Eugenia Domi - 18/12/2018

Buongiorno, posso chiederLe se è necessario ricorrere ad interpello per far valere quanto stabilisce l'art.44 della legge 122/2010? Grazie mille e buona giornata.

Francesco - 14/12/2018

Gentile Dott. Rodella, complimenti per questo blog, molto utile e accurato. Le rappresento di seguito la mia situazione: - sono laureato in Italia, - la mia società Italiana mi ha distaccato in Irlanda presso una Società del Gruppo dal 1/1/2015, - sono iscritto all'AIRE da Gennaio 2015, - rientrerò in Italia a inizo Febbraio 2019, a seguito di dimissioni dal mio attuale datore di lavoro, inziando un nuovo lavoro presso la sede Italiana di una Società Americana. Ho diritto alle agevolazioni fiscali previste dal D.Lgs. 147/2015, art. 16, comma 2 ? Grazie

Roberto Marinucci - 09/12/2018

Io rientro in Italia dopo aver lavorato quasi 3 anni all'estero. E' ancora valido il regime "Contro-esodati"? Oppure non potrò richiedere le agevolazioni fiscali (dato che nel regime impatriati sono necessari 5 anni di residenza estera). Grazie Roberto

Alessio - 07/12/2018

Gent.mo Dott. Rondella, leggo questo blog con molto interesse poiche' vivo e lavoro, come sviluppatore software, in Olanda dal gennaio 2008 e mi ritrovo attualmente a pianificare il mio ritorno in Italia ad Aprile 2019. Naturalmente, cancellero' la mia iscrizione all'AIRE e spostero' la mia residenza abitativa e fiscale in Italia. Nel bel paese svolgero' la stessa attivita' lavorativa ma saro' assunto da un altro datore di lavoro /azienda. Posso in qualche modo aver diritto anch'io ad agevolazioni fiscali? Se si, quali? La ringrazio in anticipo per ogni suo eventuale chiarimento in merito. Cordiali saluti, Alessio

Marco - 06/12/2018

Gent.mo Dott. Rodella, mi sono Laureato in Italia nel 2016 ed ho fatto due diverse esperienze di stage retribuito presso due aziende in Italia. Nel Luglio 2017 venivo assunto con "permanent contract" (equivalente indeterminato) presso una società in UK - ho pagato regolarmente i contributi dovuti anche in Italia avendo trascorso nel 2017 oltre i 183 gg in Italia. Ad Ottobre 2017 facevo richiesta per essere iscritto AIRE che mi è stata ufficializzata e comunicata dal mio comune di appartenenza soltanto ad Agosto 2018 (dopo ben 10 mesi di attesa). Da quando potrei programmare il rientro in Italia per godere dei suddetti benefici? Sono abbastanza confuso riguardo la normativa: - Luglio 2019, cioè a 2 anni dalla data di assunzione all'estero oppure - Ottobre 2019, cioè a 2 anni dalla data di richiesta di iscrizione AIRE oppure - Agosto 2020 , cioè a 2 anni dalla data dell'avvenuta accettazione della richiesta AIRE ? Grazie mille Resto in attesa di una gentile risposta Cordiali Saluti Marco

Luca Maggioni - 26/11/2018

Buongiorno, sono rientrato in Italia a inizio 2018. Al momento godo dell'agevolazione secondo D.LGS 147 DEL 14/9/2015 ARTICOLO 16 comma 2. La mia domanda è: l'agevolazione rimane anche in caso di cambio di datore di lavoro dopo - supponiamo - un anno dal rientro? In parole povere, se cambiassi lavoro e andassi a svolgere una mansione simile presso altro datore di lavoro, rimarrebbe tutto invariato dal punto di vista dell'agevolazione? Grazie mille in anticipo Luca Maggioni

Maurizio Lanzetta - 22/11/2018

Buongiorno, Le spiego la mia situazione: - Residente fiscale in Svizzera da Gennaio 2014 - Nuovo contratto in Italia a partire da Febbraio 2019 In base a ciò, sto valutando se riportare la residenza fiscale in Italia o continuare a restare in Svizzera e pagare i contributi in Italia. Pensa che possa applicare e agevolare di tale tassazione? Grazie mille, Maurizio Lanzetta

Stefania - 21/11/2018

Buongiorno Rag. Rondella, io mi trovo nella situazione simile a quella di Andrea Ricci: ho lavorato all'estero per più di due anni alle dipendenze di un datore di lavoro straniero e sono rientrata in Italia a maggio 2013 firmando un nuovo contratto di lavoro col la succursale dello stesso gruppo. Ho usufruito dei benefici fiscali della legge 238/2010 e poi a maggio 2017 ho fatto il cambio con la legge 147/2015. Ho ricevuto da poco un interpello in cui, sulla base della circolare 14E del maggio 2012 viene contestata la possibilità di usufruire dei benefici fiscali poiché sono stata assunta in Italia da quello che loro definiscono lo stesso datore di lavoro (sulla base del paragrafo che lei cita: “Il beneficio fiscale non compete qualora un soggetto presti la propria attività all’estero alle dipendenze di un datore di lavoro straniero e, in forza di tale rapporto, “rientri” nel territorio dello Stato, continuando a lavorare per il medesimo datore di lavoro.”). Nella sua risposta leggo che l’Agenzia delle Entrate ha replicato ad una richiesta di consulenza giuridica presentata da una Associazione dell’Emilia Romagna dicendo invece che l’agevolazione è applicabile quando si ha la cessazione del precedente rapporto di lavoro e ne venga stipulato uno nuovo (che sarebbe proprio il mio caso). Saprebbe gentilmente dirmi come e dove posso recuperare la fonte di quel testo che Lei ha riportato? Ho provato a cercarlo in internet ma non sono riuscita a trovarlo e mi servirebbe proprio riuscire a risalire all’originale da poter presentare in risposta all’interpello. La ringrazio anticipatamente per il suo gentile riscontro. Saluti, Stefania

Francesco Bausi - 15/11/2018

Buongiorno gent.mo Dott. Rondella, dopo 6 anni in Inghilterra (regolarmente iscritto AIRE), dove ho conseguito Dottorato e Svolto attività di Ricercatore presso un istituto di ricerca ho la possibilità di essere assunto in Italia come progettista in una società metalmeccanica. Il contratto di Lavoro (con inquadramento metalmeccanico) prevede oltre l'attività di progettista anche quella di studio, e ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, quindi attività di ricerca e sviluppo. Si domanda se nel mio caso si possa applicare la norma del rientro dei cervelli quale Ricercatore (con detassazione del 90%) oppure come lavoratore qualificato con detassazione del 50%. ringraziando anticipatamente Francesco

Claudia Tossani - 15/11/2018

Caro utente, per poter far fronte al gran numero di quesiti che ci pervengono quotidianamente sul “Lavoro Estero” abbiamo organizzato un servizio di risposta veloce al costo – in offerta – di 50euro + Iva che comprende: la risposta al quesito + un ebook a scelta tra i seguenti titoli: – Il Lavoro all’estero – 370 risposte in 460 pagine – Prezzo 24,90 – Incentivi per il rientro dei lavoratori dall’estero – Prezzo 14,90 Ti consigliamo pertanto di consultare tutte le risposte già pubblicate e se non trovi la risposta al tuo problema di valutare il nostro servizio di quesiti online: https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html La risposta ti verrà fornita entro 48 ore lavorative.

Veronica - 12/11/2018

Gent.mo dott. Rondella, sono stata iscritta all’AIRE dal 14/08/2009 al 15/12/2016. All'estero ho lavorato per più di 2 anni presso l'università a Monaco di Baviera. da Febbriao 2017 a Novembre 2018 ho avuto un'assegno di ricerca presso l'INAF. il fatto che io fino ad ora non abbia versato contributi significa che non sono ancora rimpatriata fiscalmente in Italia? il motivo della mia domanda e' che da Dicembre 2018 inizierò a lavorare presso l'università di Pisa con un contratto da ricercatore a tempo determinato di tipo A. Per quanto tempo avrò diritto alle agevolazioni fiscali? A quanto ammontano le agevolazioni? grazie mille della consulenza!

Piera - 09/11/2018

Gent.mo dott. Rondella, sono iscritta all'AIRE dal 2013, avendo vissuto e lavorato in Irlanda fino al 22 settembre 2016 e poi in Spagna dal 28 Settembre 2016 al 27 Luglio 2018. Da allora sono disoccupata e ancora residente in Spagna. Tuttavia, ho ricevuto e accettato una proposta di lavoro in Italia a partire da Dicembre 2018. A fine Novembre tornerò in Italia dove trasferirò la mia residenza, cancellando dunque la mia iscrizione all'AIRE. Vorrei sapere se la non continuità lavorativa degli ultimi mesi possa impedirmi l'accesso alle agevolazioni previste per gli "impatriati laureati-lavoratori dipendenti." Nel caso possa invece accedere a tali agevolazioni, vorrei sapere da quando e per quanti anni siano applicabili. Grazie

Michele Trasforini - 08/11/2018

Buongiorno, sono da poco rientrato in Italia dopo circa 4 anni e vorrei sapere se posso usufruire delle agevolazioni. Sono andato a vivere in Svizzera nel giugno 2014 e ho cominciato a lavorare a fine agosto dello stesso anno. Risulto iscritto all'AIRE dal 17 agosto 2014 al 22 ottobre 2018. In Italia sono assunto dal 5 novembre 2018. Ho visto che uno dei requisiti é aver avuto la residenza fiscale all'estero per 5 anni...nel mio caso precluderebbe l'autorizzazione alle agevolazioni? Grazie mille

Stefano Tonetti - 03/11/2018

Buongiorno Dott. Rondella, ho letto i vari commenti precedenti e non ho trovato la soluzione al mio dubbio, spero lei possa darmi il suo punto di vista, Ho maturato i 24 mesi di lavoro all'estero e sono rientrato in Italia a Maggio 2016 (residenza fiscale spostata alla firma del contratto a maggio 2016). Posso ancora richiedere l'agevolazione o esiste un limite di tempo per l'applicazione? Grazie in anticipo per qualsiasi considerazione lei possa darmi

Gianlcua - 29/10/2018

Buongiorno Dott. Rondella vorrei sottoporle un quesito. Sono rientrato in italia dall'inghilterra nel Maggio 2009, solo nel 2013 ho iniziato a usufruire dei vantaggi fiscali in base alla legge del 268 del 2010. I cinque anni scadevano nel 2017, il consulente del lavoro nel 2017 mi ha sottoposto l'opzione del passaggio ai benefici fiscali previsti dalla nuova legge impatriati del (se non erro ) 2015, opzione che mi da la possibilita’ di allungare la fruizione degli incentivi fino al 2020 con un aliquota ridotta e andado a ridare la differenza di aliquota (30% invece che 50% esente) per gli anni '16 e '17. Tale prolungamento è effettivamente legittimo?

Francesca - 28/10/2018

Buongiorno, le scrivo in breve la mia situazione. Maggio 2015 mi trasferisco in Germania per lavoro; Settembre 2018 mi iscrivo all'AIRE; Novembre 2018 mi ritrasferisco in Italia con nuovo contratto di lavoro e nuovo datore di lavoro. Non riesco a capire cosa sia rilevante: il periodo di contratto lavorativo oppure il periodo di iscrizione all'AIRE. La ringrazio Francesca

Carlo Enrico - 21/10/2018

Buongiorno, Sono un giovane professionista di doppia nazionalita: Spagnola e Italiana. Nato a Roma, terminati i miei studi dell’obligo in Italia, ho proseguito la formazione universitaria in Inghilterra e successivamente mi sono trasferito a Lisbona, nel 1° settembre 2005, iniziando come lavoratore subordinato per una società locale. A partire dal 2010 iniziai anche il mio master di gestione aziendale internazionale all’università di Lisbona, concluso nel 2014. Fino a questo momento ho sempre utilizzato la mia nazionalità/codice fiscale Spagnola per registrare i miei spostamenti di residenza all'estero. In seguito a questo tornai in Italia per lavorare in un’azienda svizzera a Milano, da Febbraio 2015 fino a Marzo 2016, sempre come lavoratore subordinato. Alla fine di Marzo 2016, la mia società mi richiese di trasferirmi a Dubai, dove ho spostato la mia residenza iscrivendomi all'AIRE a giugno 2017. L’esperienza si è conclusa a febbraio 2018, quando mi incaricarono per la gestione di una nuova società dello stesso gruppo a Milano. Ho trasferito la mia residenza a Milano in Aprile 2018. Fui informato della possibilità di richiedere l’idoneità ad usufruire del regime fiscale agevolato. Data la complessità della mia situazione, vorrei capire se rientro nelle casistiche previste e quale (per studente o lavoratore impatriato). La ringrazio

Giorgia - 17/10/2018

Dott. Rodella, sono laureata e ho lavorato 24 mesi all'estero in un'istituzione europea. Attualmente sono tornata a lavorare in Italia e vorrei richiedere l'esenzione ex art. ARTICOLO 16 COMMA 2 D.LGS. 147/2015. Due dubbi: (i) Pur essendo residente all'estero per tutto il periodo di 24 mesi, mi sono iscritta all'aire in un momento successivo (tot 1 anno e 6 mesi); (ii) in quanto lavoratrice di istituzioni europee e secondo l'accordo Privileges and Immunities of the European Union (articoli 13 e 21 del Protocollo (n° 7) , la residenza fiscale durante il mio periodo di lavoro all'estero è rimasta in Italia, pur essendo il mio reddito da lavoro dipendente esente dall'imposizione Italiana. Ritiene che sussitano di fatto i requisiti per l'applicabilità dell'esenzione o consiglia l'interpello? Grazie in anticipo del cortese riscontro

Alessandro Virga - 16/10/2018

Salve complimenti per i contenuti e le risposte esaustive presenti su questo sito. Vorrei ciederle cortesemente delle delucidazioni sul rientro dei cervelli: - sono residente in UK dal nov 2016 (iscrizione AIRE per via delle tempistiche del consolato e' arrivata ad Agosto 2017, ma il consolato mi ha lasciato una dichiarazione che effettivamente sono residente in UK dal nov 2016) - ho ricevuto un opportunita' a partire da meta' Novembre 2018 in italia come dirigente industria (contratto metalmeccanico) pertanto vorrei capire in quale casistica rientrerei (ruoli direttivi vs impatriati) perche questo impatterebbe notevolmente sulla decisione di tornare (5 anni vs 2 anni) Inoltre cominciando a novembre mi pare di capire che il beneficio venga attivato da gen 2019 perche la residenza fiscale in italia (per soli 2 mesi) non sarebbe rilevante (sarebbe dovuto avvenire prima di luglio 2018), e' corretto? Grazie mille per il supporto

Marco Demurtas - 10/10/2018

Salve, Io mi sono trasferito in Italia dopo 12 anni di studi e lavoro in UK nell'agosto del 2018. Sto usufruendo delle agevolazioni previste. La mia domanda è se cambio lavoro e vado a lavorare con un altra società in Italia non perdo queste agevolazioni, giusto? Grazie mille Marco

Davide Dionisi - 08/10/2018

Buonasera, sono un ricercatore che ha lavorato due anni in Francia (dal 1 aprile 2012 al 31 marzo 2014) e poi è tornato in Italia con un contratto di ricercatore a tempo determinato al CNR. Per mia ignoranza non ho mai fatto richiesta dell'agevolazione prevista per il rientro dei cervelli. Volevo avere la conferma che non è possibile richiedere tale agevolazione in maniera retroattiva. La ringrazio in anticipo,

Corrado - 02/10/2018

Salve, Complimenti per il blog! Ho vissuto e lavorato presso una società srl tedesca (ovvero una GmbH) da Marzo 2014 a Febbraio 2017. Inoltre da Marzo 2014 a Febbraio 2018 sono stato iscritto ad una università pubblica tedesca presso il quale ho conseguito il mio dottorato. Ad ogni modo, non ho mai trasferito la mia residenza fiscale in Germania in questi anni. Ho continuato sempre a fare la dichiarazione dei redditi (modello unico) in Italia. Tuttavia posso dimostrare di aver vissuto in Germania in quegli anni: ho contratto di lavoro della GmbH, contratto di affitto, tasse universitarie pagate e registrazione presso il comune della città tedesca dove ho abitato al fine di ottenere numero di tasse/pensione. Sono rientrato in Italia qualche mese fa. In vista di una assunzione su suolo Italiano, potrei ancora usufruire delle agevolazioni dovute al rientro dei cervelli anche avendo mantenuto la residenza fiscale in Italia negli ultimi anni? La ringrazio in anticipo per il tempo dedicatomi,

Edoardo - 30/09/2018

Buonasera, complimenti per il suo blog. Sono recentemente rientrato dopo un periodo di studio della durata di 24 mesi all'estero (Spagna e Stati Uniti) ed ho ottenuto due titoli di Master. Precedentemente dal 2012 al 2016 ho lavorato con un contratto prima a tempo determinato e poi indeterminato in Italia. Non sono iscritto all'AIRE. La mia residenza é sempre stata in Italia per questo periodo. Mi hanno recentemente proposto un contratto a tempo indeterminato in Italia, e vorrei capire se rientro nei parametri per usufruire dell'agevolazione del 50% come IMPATRIATO? Cordiali Saluti.

Enrica - 25/09/2018

Buongiorno, Ho 27 anni, mi sono laureata in Italia nel 2014 e successivamente sono andata a vivere in Spagna, a Barcellona. Sono iscritta all'AIRE a Barcellona dal 2015, e negli ultimi 3-4 anni ho sempre lavorato: fino ad aprile 2015 come stagista e da maggio 2015 come dipendente (poco più di un anno fa ho cambiato azienda, ma non ci sono stati dei giorni in cui risultavo "scperta", ovvero senza contratto lavorativo vigente). - Mi potrebbe confermare che se rientrassi in Italia, trovando lavoro e spostando la residenza, avrei diritto alle agevolazioni degli impatriati? Ovvero tasse sul 50% dello stipendio per 4 anni. - Se rientrassi ipoteticamente a breve (prima della fine del 2018) per quest'anno non potrei usufruire di queste agevolazioni in quanto per farlo dovrei avere la residenza in Italia per oltre la metà dell'anno? - Si sa già se le agevolazioni per gli impatriati saranno valide anche nel 2019? Su internet ho letto che, queste in particolare, hanno carattere "permanente", ma vorrei esserne sicura. - Questo tipo di agevolazioni suppongono un qualche tipo di beneficio o al contrario di "danno" per il datore di lavoro? Dal punto di vista economico ma non solo. Grazie in anticipo!

Sergio - 21/09/2018

Buonasera e complimenti per il blog sempre molto preciso. La mia situazione: - da dicembre 2013 lascio l'Italia e comincio a lavorare in America - dall'ottobre 2014 mi iscrivo all'Aire - marzo 2016 finisco di lavorare - settembre 2016 comincio un Master - ottobre 2017 finisco il master - marzo 2018 rientro in Italia e ritrasferisco la residenza a Milano Domanda: in base ai mesi di lavoro effettuati all'estero: dicembre 2013 fino a marzo 2016, posso essere considerato un IMPATRIATO e ricevere l'agevolazione fiscale? Il dubbio nasce dal fatto che solo nell'ottobre 2017 sono iscritto all'Aire in America. Grazie

Stefano - 12/09/2018

Buongiorno, sono laureato in Italia (triennale + master) e lavoro all'estero da Gennaio 2014 (prima Spagna, poi Svizzera da Marzo 2017). Sono iscritto AIRE da Giugno 2015. Nel caso rientrassi ora in Italia, avrei i requisiti per richiedere la agevolazione fiscale CONTRO-ESODATI o IMPATRIATI per i prossimi 5 anni? Sarebbe preferibile un lavoro presso un sito italiano della stessa azienda (multinazionale Americana) o è del tutto indifferente? Grazie di una risposta. Saluti.

Giacomo - 10/09/2018

Buongiorno, mi sono laureato in Ingegneria in Italia. A marzo 2017 mi sono iscritto all'AIRE e ho iniziato a lavorare in Irlanda a tempo indeterminato. A marzo 2019 rientrerò in Italia assunto da una società Italiana e quindi risposterò la mia residenza fiscale in Italia. Posso godere delle agevolazioni? da qualche parte ho letto che bastano 2 anni di lavoro all'estero per i laureati. Grazie saluti Giacomo

FISCO E TASSE - 05/09/2018

Caro utente, per poter far fronte al gran numero di quesiti che ci pervengono quotidianamente sul “Lavoro Estero” abbiamo organizzato un servizio di risposta veloce al costo - in offerta - di 50euro + Iva che comprende: la risposta al quesito + un ebook a scelta tra i seguenti titoli: - Il Lavoro all'estero - 370 risposte in 460 pagine - Prezzo 24,90 - Incentivi per il rientro dei lavoratori dall'estero - Prezzo 14,90 Ti consigliamo pertanto di consultare tutte le risposte già pubblicate e se non trovi la risposta al tuo problema di valutare il nostro servizio di quesiti online: https://www.fiscoetasse.com/BusinessCenter/scheda/38149-lavoro-estero-richiesta-quesito-online.html La risposta ti verrà fornita entro 48 ore lavorative.

Gianluca - 31/08/2018

Buonasera rag. Rodella, la ringrazio molto per questo forum davvero molto utile. Le pongo il mio quesito: - Diplomato ITIS - Lavoratore e residente in Italia fino a Novembre 2012 - Trasferito per lavoro in UK dal 2013 al 2017 pieni - Iscritto AIRE dal 2014 - Rimpatriato in Italia per lavoro (contratto livello Quadro commercio) e residenza spostata in Italia nel Gennaio 2018 Mi domandavo se c'è la possibilità di richiedere il beneficio facendo leva sui margini di incertezza che si incontrano sul concetto di residenza fiscale tra rimpatrio di Laureati e rimpatrio di lavoratori ad alta qualifica. Per i laureati chiedono 24 mesi continuativi all'estero mentre per i lavoratori qualificati 5 anni di AIRE. Sono stato 5 anni pieni in uk pagando regolarmente tasse in uk dal Febbraio 2013 al Dicembre 2018 perciò non capisco davvero questa disparità nella norma che penalizza me e molti altri concittadini impatriati. La ringrazio in anticipo per l'aiuto. Saluti

Ilaria - 31/08/2018

Gentile rag. Rodella, la presente e' per chiederle la sua interpretazione in merito al periodo che puo' intercorrere prima del rientro in italia (successivamente ai 24 mesi di lavoro all'estero necessari per l'eligibilita' per lo sgravio fiscale). Avrei bisogno di chiarire se, nel caso di rientro in italia come lavoratore impatriato, si e' eligibili per lo sgravio fiscale anche nella circostanza in cui, ad esempio, dopo aver lavorato per almeno 24 mesi in un paese estero, si e' mantenuta la residenza nel medesimo paese in condizione di disoccupazione e si e' solo successivamente rientrati in italia con un nuovo impiego. Questa condizione sembrerebbe ammissibile, per quanto riporstato a pag 29 della circ.: "il requisito dello svolgimento dell attività di lavoro o studio all estero in modo continuativo negli ultimi ventiquattro mesi, non deve necessariamente far riferimento all attività svolta nei due anni immediatamente precedenti il rientro, essendo sufficiente che l interessato, prima di rientrare in italia, abbia svolto tali attività all estero per un periodo minimo ed ininterrotto di almeno ventiquattro mesi" ma sarebbe utile ricevere il suo parere in merito. Ringraziandola anticipatamente porgo gentili saluti, Ilaria

Vittorio Picarone - 31/08/2018

Buongiorno, sono in possesso di una laurea ed ho un lavoro dipendente in Germania dal gennaio 2016 con contratto tedesco. Dalla stessa data sono iscritto all´AIRE. Sto valutando la possibilità di essere trasferito alla filiale italiana della mia ditta dal gennaio 2019 ristabilendo la mia residenza fiscale in Italia (ho lavorato dal 1990 al 2009 in Italia per la stessa ditta e dal 2009 al 2015 in Francia e Germania come expat). Ho diritto alle agevolazioni fiscali previste per il rientro dei cervelli? Grazie e saluti

marta terenghi - 30/08/2018

Buongiorno Dottor Rodella, purtroppo vengo a conoscenza solo quest'anno, 2018, delle agevolazioni per i rimpatriati. Sono stata residente AIRE, lavoratrice dipendente di società francese, dal 2014 al 2016, 24 mesi. Dal 2016 sono residente fiscale in Italia. Sono ancora in tempo a chiedere qualche agevolazione? La ringrazio in anticipo.

Ilaria La Croce - 30/08/2018

Gentile Rag. Rodella, la presente e' per chiedere supporto nell interpretazione della legge del "rientro dei cervelli" - circolare n. 17 di maggio 2017 - cap 3 (lavoratori impatriati). Nello specifico, il chiarimento e' in merito al periodo che puo' intercorrere prima del rientro in italia (successivamente ai 24 mesi di lavoro all'estero necessari per l'eligibilita' per lo sgravio fiscale). Avrei bisogno di capire se nel caso di rientro in italia come lavoratore impatriato, si e' eligibili per lo sgravio fiscale anche nel caso in cui, dopo aver lavorato per almeno 24 mesi in un paese estero, si e' mantenuta la residenza nel medesimo paese in condizione di disoccupazione e si e' solo successivamente rientrati in italia con un nuovo impiego. Questa condizione sembrerebbe ammissibile, per quanto riporstato a pag 29 della circ.: "il requisito dello svolgimento dell attività di lavoro o studio all estero in modo continuativo negli ultimi ventiquattro mesi, non deve necessariamente far riferimento all attività svolta nei due anni immediatamente precedenti il rientro, essendo sufficiente che l interessato, prima di rientrare in italia, abbia svolto tali attività all estero per un periodo minimo ed ininterrotto di almeno ventiquattro mesi", vorrei pero’ un suo parere esparto. La ringrazio anticipatamente e porgo Gentili Saluti. Ilaria

Vittoria - 17/06/2021

Gentile Ilaria, provo a lasciarle un commento 3 anni dopo il suo appello sul blog. E' poi riuscita a trovare una risposta al suo quesito sopra? Si tratta esattamente della stessa casistica di mio interesse. Grazie mille in anticipo per la gentile risposta, Vittoria

Marco N. - 29/08/2018

Buongiorno dott. Rodella, Considerando la Circolare 51 E dell'AE volevo porre alla sua attenzione alcune considerazioni anche alla luce della mia situazione. Considerando il secondo comma dell'articolo 16 del D.Lgs. 147/2015 quest'ultimo prevede che l'agevolazione per gli "impatriati" sia vincolata a: 1) siano in possesso di un titolo di laurea 2)abbiano svolto attività di lavoro o studio continuativamente fuori dall'Italia negli ultimi 24 mesi 3)siano cittadini dell'UE o di uno stato con il quale risulti in vigore una convenzione contro le doppie imposizioni 4) svolgano oggi attività di lavoro autonomo o dipendente in Italia A questi requisiti ne "aggiunge" un altro dove afferma che per i 2 periodi di imposta precedenti a quello della agevolazione i richiedenti non siano iscritti nelle liste anagrafiche della popolazione residenti e non abbiano avuto nel territorio dello Stato il centro principali dei propri affari ed interessi, né la dimora abituale Personalmente ho lavorato in Irlanda (appena laureato) ininterrottamente dal 2014 al Giugno 2018 prima di rientrare a Luglio in Italia (per la prima volta da lavoratore) senza essermi mai iscritto all'Aire. Rispondo dunque a tutti i primi 4 requisiti e chiaramente ho avuto nell'Irlanda il centro principale dei miei affari ed interessi oltre che la dimora abituale ( entrambi facilmente dimostrabili). L'unico problema é la mancata iscrizione all'AIRE. In questo caso ritiene che con le tiebreak rules sia possibile risolvere la questione a mio favore? Il requisito dell'iscrizione all'AIRE non cozza con la richiesta che il centro principale dei propri interessi e la propria dimora debba essere uno Stato diverso dall'Italia? Grazie in anticipo

Luigi Rodella - 30/08/2018

Buongiorno, il 27 agosto avevo risposto ad un quesito analogo al signor MARCO R. Le fornisco la risposta: "se si applicano i criteri "a cascata", definiti dall'articolo 4 della convenzione OCSE contro le doppie imposizioni, dobbiamo considerare quanto stabilito nel primo comma: "Ai fini della presente Convenzione, l'espressione "residente di uno Stato" designa ogni persona che, in virtu' della legislazione di detto Stato, e' assoggettata ad imposta nello stesso Stato, a motivo del suo domicilio, della sua residenza, della sede della sua direzione o di ogni altro criterio di natura analoga (.... )". Per cui, in base alla nostra legislazione interna, la residenza fiscale viene definita dall'articolo 2 del Tuir, ed è ormai un fatto acclarato che l'iscrizione all'Aire è un aspetto dirimente ai fini di non essere considerato residente fiscale in Italia. Tutto ciò premesso, partendo da questo presupposto, che sicuramente non è irrilevante, si può procedere alla verifica di tutti gli altri elementi, però, essere rimasto iscritto nel proprio Comune di italiano, mi pare sicuramente un fatto significativo. Ovviamente, se tutti gli altri fattori "a cascata", portassero ad escludere la residenza fiscale in Italia, sarei propenso nel ritenere che di conseguenza, il soggetto possa considerare perfezionato il requisito previsto dalla norma (non essere residente per un certo periodo prima dell'impatrio)." Saluti. Luigi Rodella

Luca P. - 27/08/2018

Buona sera dott. Rodella, Complimenti per il sito. Le chiederei il suo parere riguardo la mia situazione: - sono cittadino italiano e in possesso di una laurea magistrale che ho frequentato all’estero (Austria), pero durante la quale non sono stato iscritto nell’AIRE - dal 01.06.2017 abito in Germania e dal 01.07.2017 lavoro per il mio attuale datore di lavoro - dal 30.08.2017 sono iscritto al registro AIRE Quando posso rientrare e iniziare un’attività di lavoro in Italia per usufruire dell’agevolazione fiscale? 1. Posso già rientrare il 01.09.2019 (perché in questo momento ho lavorate all’estero per più di 2 anni e sono stato iscritto nell’AIRE per 2 anni), o 2. devo aspettare fino la 01.01.2020 perché se rientrassi nel secondo semestre del 2019 non sono fiscalmente residente in Italie e cioè non posso usufruire dell’agevolazione appena tornato in Italia? Grazie per la Sua risposta! Luca P.

Marco R. - 24/08/2018

Buonasera Rag. Rodella, La ringrazio per l’ottimo articolo ed i continui aggiornamenti e risposte. Vorrei chiederle un chiarimento circa le conseguenze della recente Risoluzione 51/E del 2018 e degli accordi contro la doppia imposizione fiscale sull'opportunità di usufruire delle agevolazioni fiscali per il rientro dei lavoratori. Una persona che è stata di fatto residente all’estero ed ivi ha lavorato o studiato, ma che non si è mai cancellata dall’anagrafe dei residenti né iscritta all’AIRE o comunque l’ha fatto per meno di 24 mesi (laureati) o 60 mesi (lavoratori), secondo la Ris 51/E non avrebbe diritto all’incentivo se rientrasse in Italia a lavorare. Allo stesso tempo, per lavorare all’estero questa persona si deve essere registrata nel paese estero quale residente anagrafico e fiscale. Pertanto sorge una situazione di doppia residenza civile e fiscale (di cui il cittadino è responsabile per ignoranza o qualsivoglia considerazione abbia fatto). Altrove lei ha indicato che questa situazione deve essere risolta seguendo la definizione della residenza in base all’articolo 4 della convenzione OCSE (tie breaker rules). Se ho compreso correttamente, applicando queste regole in fase di contenzioso con l'Agenzia delle Entrate dovrà essere stabilito in quale dei due paesi è correttamente definita la residenza civile e fiscale del cittadino. Mi immagino quindi che se risulterà in Italia allora il beneficio non spetterà, se invece risulterà assegnata al paese estero per più del periodo minimo richiesto (comprensivo eventualmente del periodo di iscrizione all’AIRE) allora i requisiti per beneficiare dell’incentivo saranno soddisfatti. Vorrei gentilmente chiederle se queste considerazioni siano ragionevoli e legalmente praticabili. Grazie mille, Cordiali saluti Marco R.

Luigi Rodella - 26/08/2018

Buongiorno, se si applicano i criteri "a cascata", definiti dall'articolo 4 della convenzione OCSE contro le doppie imposizioni, dobbiamo considerare quanto stabilito nel primo comma: "Ai fini della presente Convenzione, l'espressione "residente di uno Stato" designa ogni persona che, in virtu' della legislazione di detto Stato, e' assoggettata ad imposta nello stesso Stato, a motivo del suo domicilio, della sua residenza, della sede della sua direzione o di ogni altro criterio di natura analoga (.... )". Per cui, in base alla nostra legislazione interna, la residenza fiscale viene definita dall'articolo 2 del Tuir, ed è ormai un fatto acclarato che l'iscrizione all'Aire è un aspetto dirimente ai fini di non essere considerato residente fiscale in Italia. Tutto ciò premesso, partendo da questo presupposto, che sicuramente non è irrilevante, si può procedere alla verifica di tutti gli altri elementi, però, essere rimasto iscritto nel proprio Comune di italiano, mi pare sicuramente un fatto significativo. Ovviamente, se tutti gli altri fattori "a cascata", portassero ad escludere la residenza fiscale in Italia, sarei propenso nel ritenere che di conseguenza, il soggetto possa considerare perfezionato il requisito previsto dalla norma (non essere residente per un certo periodo prima dell'impatrio). Saluti. Luigi Rodella

Marco R. - 29/08/2018

Buonasera, grazie mille per il chiarimento, conferma quindi la mia ipotesi. Pertanto questa è una strada percorribile per usufruire del beneficio, solo se in base ai fattori a cascata definiti negli accordi per evitare la doppia imposizione (diversi paese per paese) si ha una ragionevole certezza di risultare esclusi dalla residenza in Italia (ovviamente con prove documentali). Grazie ancora e cordiali saluti Marco

Marco S. - 05/02/2019

Ottimo quesito che bisognerebbe sottoporre all'agenzia delle entrate visto quanto enunciato qui: http://www.quotidianofisco.ilsole24ore.com/art/persone-fisiche/2018-08-27/esente-doppia-imposizione-anche-chi-non-e-iscritto-all-aire-202504.php?uuid=AEcsI2fF#esterni

Fabio - 24/08/2018

Buongiorno Dott. Rodella, dopo piú di 5 anni di residenza all'estero dove sono stato impiegato continuativamente dalla mia attuale azienda ho deciso di tornare in Italia. L'azienda per la quale lavoro mi sta aiutando a valutare un mio possibile reinserimento presso la sede Italiana (solo in funzione di una posizione aperta in linea con le mie competenze). Il mio unico dubbio riguarda il titolo di studio. Non essendo io laureato non mi é chiaro al 100% se ho diritto o meno a questi incentivi. E' la laurea un pre-requisito necessario per poter ottenere questi benefit fiscali? Ringrazio anticipatamente per la sua cortese risposta.

Luigi Rodella - 25/08/2018

Buongiorno, l'articolo 16 del D.Lgs. 147/2015, al comma 1 prevede l'agevolazione per il rientro in Italia dei manager e dei lavoratori con elevata qualificazione e specializzazione (non prevista la laurea), mentre il comma 2 disciplina il rientro in Italia dei laureati. Io credo lei possa rientrare nel comma 1; in questo caso non deve essere stato residente in Italia nei 5 periodi d'imposta precedenti l'impatrio; deve inoltre trasferire la residenza fiscale in Italia ai sensi dell'articolo 2 del Tuir. Saluti. Luigi Rodella

Cristina - 23/08/2018

Gentile Rag. Rodella, ho un dubbio riguardo l'articolo 16 comma 2 del D.Lgs. 147/2015, ossia laureato che ha svolto attviità di lavoro all'estero. Ho lavorato come expat per 3 anni (ottobre 2014-Settembre 2017) presso la sede centrale in Svizzera della società per cui già lavoravo in Italia spostando la mia residenza fiscale e essendo regolarmente iscritta all'AIRE. Sono rientrata in Italia presso la stessa società da Settembre 2017. Non mi è chiaro se essendo in regime di distacco sono idonea alle agevolazioni oppure no. Grazie mille in anticipo Cristina

CRISTINA - 22/08/2018

Buongiorno Rag. Rodella, dopo 6 anni di lavoro in Italia sono stata trasferita per 3 anni e residente fiscalmente all'estero da Ottobre 2014 a Settembre 2017 presso una società dello stesso gruppo. Sono di nuovo residente in Italia da Settembre 2017 e re-integrata presso la stessa società. Trattandosi di un distacco mi conferma che non posso beneficiare delle agevolazioni fiscali? Grazie mille in anticipo Cristina

Luigi Rodella - 25/08/2018

Buongiorno, il distacco non è il trasferimento; il primo è temporaneo l'altro è definitivo e, per il secondo c'è la volontà del lavoratore di rimanere all'estero. Se lei è stata distaccata direi che il suo rientro in Italia, avvenuto in esecuzione delle clausole del preesistente contratto, si pone in sostanziale continuità con la precedente posizione lavorativa e, pertanto, non soddisfa la finalità attrattiva della norma. Nella ipotesi di trasferimento dobbiamo considerare che questo istituto ha la caratteristica della definitività e non della temporaneità, per cui un successivo rientro in Italia, rappresenta un un fattore nuovo e quindi, a mio avviso, agevolabile. Rammento inoltre che per i controesodati (L. 238/2010), come pure per i docenti/ricercatori, posti in aspettativa, le rispettive circolare 14/E 2012 e Risoluzione 92/E del 2018, prevedono che il rientro in Italia possa essere agevolato, se il lavoratore assume nuovamente la residenza fiscale in Italia. Personalmente ritengo che a maggior ragione debba essere incentivato il rientro a seguito di un trasferimento definitivo. Questa è la mia opinione personale che lei dovrà verificare con gli organismi competenti. Saluti. Luigi Rodella

Massimo - 20/08/2018

Gentile Dott. Rodella, Io sono residente all’estero dal settembre 2015 quando sono andato in Olanda per ottenere un master. Dopodiche ho lavorato per 7 mesi ad Amsterdam fino all’agosto 2017 e dall’ottobre 2017 fino ad ora lavoro e sono residente in Lussemburgo (sempre lavoro dipendente). Attualmente vorrei tornare in Italia e vorrei sfruttare le agevolazioni fiscali della legge per il rientro dei cervelli e per questo le chiedo se, data la sommaria descrizione della mia carriera, sono idoneo a riceverle. La ringrazio Saluti Massimo

Luigi Rodella - 21/08/2018

Buongiorno, immagino si debba esaminare nei suoi confronti la normativa prevista per l'impatrio dei laureati. Sicuramente ha realizzato il requisito che riguarda i due periodi d'imposta di residenza fiscale all'estero, mentre, relativamente al periodo di lavoro ovvero di studio all'estero, dal suo quesito non si comprende bene, per cui avrei desunto che il master decorre da settembre 2015 al 31/ marzo 2017: totale 1 anno + 7 mesi; non sono sufficienti perchè la norma prevede 24 mesi. Il lavoro all'estero è di 16 mesi; anche in questo caso avrebbe dovuto essere 24 mesi. E credo che non si possano cumulare studio + lavoro. Inoltre lei non è attualmente residente in Italia, per cui direi che allo stato attuale non ne abbia diritto; per rientrare tra i lavoratori beneficiari, dovrebbe perfezionare il requisito della residenza in Italia nonchè quello che riguarda i 24 mesi di lavoro o di studio all'estero. Saluti. Luigi Rodella

Giovanni - 20/08/2018

Buongiorno Rag. Rodella, La ringrazio per l'ottimo articolo. Due domande: - se ho iniziato ad usufruire dei benefici dal Dicembre 2014, e all'epoca il beneficio durava 3 anni, posso ora estendere il beneficio per altri due anni come da legge 2015? - se invece volessi tornare all'estero nel 2019, potrei farlo solo dal Dicembre 2019 oppure anche dal Luglio 2019 contando che a quel punto il 2019 risulterebbe comunque anno di imposizione in Italia? Grazie, Giovanni

Luigi Rodella - 21/08/2018

Buongiorno, se lei ha iniziato a fruire degli sgravi a settembre 2014, credo sia stato in base alla legge 238/2010. Tale norma ha cessato di avere efficiacia il 31/12/2017. Per poter proseguire ancora per tre anni, si doveva esercitare l'opzione prevista dall'articolo 16 comma 4 del D.Lgs. 147/2015. La 238/2010 prevedeva che il il lavoratore si impegna a mantenere la residenza in Italia per cinque anni, la circolare n. 14 del 2012 chiarisce che tale periodo decorre dalla data di prima fruizione della agevolazione, intesa come data di inizio del rapporto di lavoro o della attività di lavoro autonomo o di impresa, e che la decadenza è collegata al trasferimento della residenza o anche del solo domicilio prima del periodo indicato e non alla cessazione del rapporto di lavoro o della attività. Saluti. Luigi Rodella

Giovanni - 27/08/2018

Buongiorno, la ringrazio della gentile risposta. In merito al punto 1, ho guardato la legge, e l'articolo da lei indicato mi sembra si riferisca alla volontà del legislatore di non estendere la legge precedente fino al 2017 ma di sostituirla con la nuova legge. Quindi non tanto una possibilità di avere benefici per 5 anni, quanto invece una validità della legge che prevede benefici per 3 anni fino al 2017. L'articolo da lei citato quindi cancellerebbe la validità della legge fino al 2017, non dice nulla riguardo alla possibilità di passare da un beneficio all'altro. Mi conferma questa interpretazione? Riguardo al punto 2, se ho iniziato a fruire del beneficio un mese dopo l'assunzione, conta la data di assunzione o la data di inizio di fruizione del beneficio? Grazie Giovanni

MARIO - 14/08/2018

vorrei chiedere se l'agevolazione per i dipendenti rientrati in Italia spetta anche sulle liquidazioni in caso di cessazione di un rapporto di lavoro.

Luigi Rodella - 16/08/2018

Buongorno, in base alle indicazioni fornite dalla circolare 17/E - 2017, i redditi agevolati (.......) devono essere determinati secondo le disposizioni previste dal TUIR, per le singole categorie di reddito, vale a dire dall'articolo 51, se derivanti da rapporto di lavoro dipendente, dall'articolo 52 se derivanti da rapporti assimilati al lavoro dipendente e dall'articolo 54 se derivanti dall'esercizio di arti o professioni nonchè (....) dall'articolo 55 se derivanti dal reddito d'impresa. L'articolo 6 del TUIR classifica i redditi sulla base della categorie. Saluti. Luigi Rodella

Stefano - 13/08/2018

Gentile Rag. Luigi Rodella, Grazie per il servizio e l'impegno offerti a tutti noi. Vorrei sottoporle il mio caso di lavoratore italiano in UK (laureato in Italia) presso azienda italiana ma con contratto inglese: 1) ho iniziato a lavorare in UK in stage di 6 mesi 14 novembre 2016 - 13 maggio 2017 2) sono stato confermato con contratto full-time, data inizio contratto: 15 maggio 2017 3) iscritto all'AIRE da novembre 2016 vorrei chiederle: la normativa richiede 24 mesi di lavoro continuativo/ininterrotto all'estero. Quando potró accedere ai benefici fiscali con un trasferimento (stessa azienda italiana ma stavolta con contratto tempo indeterminato italiano) in Italia? A partire da novembre 2018 oppure dovró aspettare maggio 2019? In altre parole: come viene trattato il primo contratto di internship - si considera interrotto il periodo di lavoro all'estero anche se sono sempre stato residente in UK e si é trattato esclusivamente di una differenza formale di contratto? Grazie, Stefano

Luigi Rodella - 14/08/2018

Buongiorno, io consiglierei 5/19 (o 6/19), in quanto, pur essendo chiaro il nesso causale tra lo stage ed il successivo rapporto di lavoro subordinato, dobbiamo considerare che la norma prevede: "....... hanno svolto continuativamente un'attività di lavoro dipendente ......", mentre lo stage, non è assimilabile al lavoro subordinato. Saluti. Luigi Rodella

Sabrina - 12/08/2018

Gentile Signor Rodella, sono una giovane laureata in Italia successivamente espatriata in Inghilterra dove ho lavorato come dipendente da Gennaio 2014 (registrazione all' Aire confermata ad Aprile 2014), rientrata in Italia ad Ottobre 2016 (con contestuale variazione di residenza), posso usufruire dello sgravio? La ringrazio, Sabrina D.

Luigi Rodella - 13/08/2018

Buongiorno, se ci sono tutti gli altrei requisiti di legge, lei potrebbe beneficiare degli sgravi contenuti nel D.Lgs. 147/2015 (art. 16 comma 2), dal periodo d'imposta 2017. Saluti. Luigi Rodella

Stefano - 11/08/2018

Egregio Dott. Rodella, Mi congratulo con lei per il suo blog, grazie al quale ha giá risposto a molti miei dubbi. Ho letto tutte le precedenti situazioni, un paio sono molto simili alla mia, ma nessuna identica. Le introduco la mia personale storia. Non sono laureato ma bensí diplomato all’ITIS. Mi sono trasferito in Germania il 14 Luglio 2013, lavorando come Sales Engineer per una multinazionale con sede legale a Lugano in Svizzera. Dal 15 Marzo 2016 mi sono trasferito, per la stessa azienda, a Dubai, dove tuttora risiedo e lavoro come Sales Manager. Sempre la stessa azienda mi ha chiesto di spostarmi nuovamente nella sede in Italia, dal 2019. Premetto che per l’anno 2013 ho fatto regolare dichiarazione dei redditi in Italia con conguaglio, ho fatto inoltre richiesta di iscrizione AIRE dopo i 6 mesi di prova, e cioé a Gennaio 2014, richiesta accettata e avvenuta registrazione a Monaco di Baviera a Settembre 2014, poi spostata a Dubai nel 2016. Ora ho qualche dubbio/domanda da sottoporle: - A prescindere dalla legge sul rientro dei Manager, essendo la registrazione AIRE avvenuta a Settembre 2014, ma non avendo nessun introito in Italia in tale anno, sono irregolare con la dichiarazione dei redditi nel 2014? - Essendo la mia azienda flessibile riguardo la data del rientro, in quale mese dovrei spostare in Italia la mia residenza e terminare il mio contratto di lavoro a Dubai per rientrare nei 5 anni fiscali menzionati nella legge? - Sto valutando l’iscrizione all’universitá in Italia come studente lavoratore per l’anno scolastico 2018/19, questo avrá qualche influenza nel merito? - Devo considerare gli Emirati Arabi nella black list? Non credo lo siano più dal 2017. Ma avendo lavorato qui dal 2016, può questo influire il diritto allo sgravio fiscale? La ringrazio in anticipo per la sua cortese risposta, Stefano

Luigi Rodella - 11/08/2018

Buongiorno, direi che da marzo 2015 gli Emirati sono stati espunti dalla lista Black list; però se nei suoi confronti si applica l'articolo 16 comma 1 del D.Lgs. 147/2015, questo fattore non ha rilevanza; lo avrebbe avuto se si doveva applicare il comma 2. Se lei ha prodotto redditi nel 2014 (anche all'estero) essendo all'ora residente in Italia, ovviamente avrebbe dovuto fare la dichiarazione dei redditi. Il suo quinquennio di residenza all'estero è: 2015 - 2019. Dovrebbe rientrare con residenza italiana nel 2020. Bisogna vedere cosa comporta iscriversi all'università in Italia prima del 2020, perchè se oltre a frequentare l'università, lei qui ci lavora, ci abita, eccetera, mi pare che sicuramente il centro di interessi graviti qui in Italia, a prescidere da tutti i criteri flessibili. Saluti. Luigi Rodella

Stefano - 13/08/2018

Egregio Dott. Rodella, la ringrazio per la risposta. Un dubbio, se io sposto la residenza dopo il 2 Luglio 2019, posso considerare tale anno fiscale fatto all'estero? dati i 183 giorni o piu' da residente a Dubai. Quindi potrei gia' considerare 2015-2019 in quel modo? Un ulteriore domanda, la mia compagna e' laureata ed insegnante di inglese, potrebbe richiedere l'agevolazione anche se non e' cittadina dell'Unione Europea? Cordialmente, Stefano

Luigi Rodella - 13/08/2018

Buongiorno, 1 RISPOSTA: sicuramente, per cui i benefici li fruirebbe dal 2020. 2 RISPOSTA: per la sua compagna, se applica il comma 2 dell'articolo 16, dal 2017 i fruitori possono essere cittadini extraUE con i quali sia in vigore una convenzione contro le doppie imposizioni o un accordo sulle informazioni fiscali; se invece si applica il comma 1 dell'articolo 16, questa limitazione non sussiste. Saluti. Luigi Rodella

coincidenza felice - 10/08/2018

Buona sera, dopo 25 anni di Germania e di insegnamento in università tedesche (-senza iscrizione all'Aire), sono rientrata in Italia e lavoro presso una università italiana. Ho chiesto l'applicazione dell'agevolazione "rientro docenti/ricercatori"al momento della 1 dichiarazione in Italia, ma la Agenzia delle Entrate ha bloccato il rimborso dovuto per il primo anno (l'università dapprima non aveva applicato l'agevolazione) senza nessuna spiegazione ufficiale. Da un colloquio con gli addetti è emerso che mi contestano la residenza in Germania (il comune in Italia non mi ha cancellato). Da 13 mesi non so nulla, l'università ora mi applica l'agevolazione. Cosa ne pensa? Trovo inaccettabile un simile comportamento. Si può tollerare un abuso di potere simile? La ringrazio. Cordialmente, CB

Luigi Rodella - 11/08/2018

Buongiorno, devo rilevare che, esaminando i quesiti posti, il problema della residenza assume un aspetto significativo. Per i docenti- ricercatori che rientrano in Italia, l'articolo 17 del D.L. 185 del 2008 convertito nella legge n. 2/2009, prevede che: "I redditi di lavoro dipendente o autonomo dei docenti e dei ricercatori, che in possesso di titolo di studio universitario o equiparato, siano non occasionalmente residenti all'estero (noti qui non si parla di residenza fiscale) e abbiano svolto documentata attivita' di ricerca o docenza all'estero .......... per almeno due anni continuativi che ........... vengono a svolgere la loro attivita' in Italia, e che conseguentemente divengono fiscalmente residenti nel territorio dello Stato......" Da quanto specificato dalla legge, occorre che ci siano due anni continuativi di lavoro all'estero (anche a cavaliere) e che comunque il soggetto assuma la residenza fiscale in Italia per poter fruire del beneficio. Questo comporta che durante l'ultimo periodo, (che potrebbe essere di sette mesi) l'interessato si deve iscrivere all'Aire (sintetizzo per comodità però deve adempiere a tutti gli obblighi previsti dall'articolo 2 del Tuir). Ad esempio, se a settembre del 2015 il ricercatore ha sottoscritto un contratto di due anni con Università straniera (da settembre 2015 ad agosto 2017), a mio giudizio, al fine di rispettare il requisito di non residente in Italia è sufficiente che da gennaio 2017 si iscriva all'Aire (spostanto la residenza fiscale all'estero in base art. 2 del Tuir). In questo modo se venisse assunto come ricercatore in Italia, ad esempio da settembre 2017, dal 1.1.2018 potrebbe fruire dei benefici di legge. Devo però rilevare che la Risoluzione 92/E del 2018 ritiene (per gli impatriati) siano necessari due periodi d'imposta di mancata residenza fiscale in Italia. Questa risoluzione specifica quanto già indicato in modo più generico, nella circolare 17/E - 2017 - parte I. Devo però evidenziare che a prescindere dalla mia interpretazione, il suo caso è diverso in quanto lei è sempre stato residente fiscale in Italia. Saluti. Luigi Rodella

Luigi Rodella - 11/08/2018

La Risoluzione è la 51/E del 2018 e non la 92/E del 2018, come da me erroneamente indicato. Luigi Rodella

coincidenza felice - 07/10/2018

Gentilisimo dott. Rodella, La ringrazio sentitamente, sebbene con ritardo imperdonabile (che l'Agenzia delle Entrate mi abbia contagiato? :). Cordialmente, CB

Damian - 10/08/2018

Gentile Rag. Rodella, Infinite grazie per il suo articolo e la sua pazienza nel rispondere a tutti. Ecco il mio caso: - laureato - contratto di lavoro firmato il 1 Marzo 2017 - Iscritto all'AIRE da Giugno 2017 Se non erro, in base alla Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate (51/E del 6/7/2018), per vedere applicato il comma 2 dell’art. 16 del D.lgs. 147/2015, dovrei solo attendere il 1 Marzo 2019 per rientrare in Italia in quanto ho già coperto il vincolo di permanenza all'estero per 2 periodi di imposta precedenti al trasferimento. Il mio interrogativo, oltre a chiederle conferma di quanto scritto sopra, riguarda una sua affermazione datata 09/08/2018 in risposta a Roberta Magherini: "Se passa in rassegna qualche mia risposta che appare sul blog prima della citata Risoluzione (51/E del 6/7/2018), la mia opinione era diversa (e rimane). Però mi preme di sottolinerare la posizione chiara espressa dall’Agenzia" Cosa intende quando afferma che la sua opinione rimane diversa? Grazie in anticipo e buona giornata

Luigi Rodella - 10/08/2018

Buonasera, lei potrebbe perfezionare il requisito dei due periodi d'imposta quale residente all'estero nel corso del 2018, per cui già a gennaio del 2019 potrebbe essere considerato residente fiscale in Italia. In merito alla sua ulteriore osservazione, devo riconoscere che le mie risposte fornite prima delle due ultime Risoluzioni dell'Agenzia (51/E 2018 e 92/E 2018) non erano in linea con le medesime e neppure una rilettura più attenta sulle prassi citate, hanno fugato i miei dubbi. Relativamente alla Risoluzione 51/E, ritengo non si possa negare una continuità tra la legge 238/2010 ed il comma 2 dell'articolo 16; per la seconda Risoluzione ho trovato curioso, incentivare il rientro in Italia di un ricercatore che già in Italia lavorava ma era stato posto in aspettativa non retribuita in Italia da marzo 2014 a settembre del 2017, per svolgere attività di ricerca all'estero. Il rientro in Italia nel mese di settembre 2017 era una logica conseguenza della temporaneità dell'aspettativa e non vedo la ragione di incentivare un fatto già pianificato. Ovviamente, le mie risposte esprimono la mia opinione personale, che in limitati casi possono essere anche non allineate agli orientamenti della prassi. In ogni caso credo che la funzione del blog consista anche nel mettere a confronto le diverse opinioni. Saluti. Luigi Rodella

Damian - 11/08/2018

Buonasera, La ringrazio per la sua esauriente risposta, la mia domanda era finalizzata solamente a capire se secondo la sua opinione, bisognava coprire qualche altro vincolo rispetto a quelli indicati nella Risoluzione (51/E del 6/7/2018) per essere certi di rientrare nell'agevolazione. Ritornando alla sua risposta lei afferma che già da gennaio 2019 potrei essere considerato residente fiscale in Italia, non dovrei dunque attendere marzo 2019 per tornare in Italia che corrisponderebbe al compimento dei 2 anni di contratto di lavoro? Molte grazie

Luigi Rodella - 12/08/2018

Buongiorno, si, deve attendere fino a marzo 2019 in quanto, pur avendo i due periodi d'imposta, deve anche terminare il periodo di 24 mesi di lavoro all'estero. Saluti l.r.

Daniela - 09/08/2018

Chiedo scusa, non ho precisato che il periodo in cui ho vissuto in Inghilterra è di circa 9 anni.

RODELLA LUIGI - 10/08/2018

Buongiorno, credo che lei possa fruire dei benefici dal periodo d'imposta in cui risulta essere residente fiscale in Italia, quindi nel suo caso dal 2019. Saluti. Luigi Rodella

Daniela - 11/08/2018

La ringrazio per la risposta celere. Mi permetto di porle un ulteriore quesito, poichè non sono sicura di come sia meglio comportarmi. Poichè pagherò le tasse in Italia nel 2017, ha senso secondo lei presentare un'istanza di interpello, oppure pensa sia solo una perdita di tempo e risorse? Il commercialista dice che potrei non versare il conguaglio Irpef intanto, ed attendere risposta in merito dall'agenzia delle entrate, che dovrebbe rispondere entro 90 giorni. Non si sbilancia tuttavia sulle probabilità che l'istanza venga accolta. Quello che fatico a capire è, se l'agenzia delle entrate riconosce che di fatto la mia residenza fiscale è in Italia e che devo pagare le tasse in Italia, cosa che sto facendo, perchè non riconosce anche il fatto che, essendo inequivocabilmente rientrata in Italia ed essendo l'Italia 'la sede principale dei miei affari ed interessi', dovrei anche beneficiare degli sgravi? Altra cosa, potrebbe invece aver senso far ricorso all'Aire per non avermi cancellato dai residenti a Londra? Non so cosa sia successo alla mia comunicazione che non risulta mai pervenuta, ma non essendo stata spedita tramite raccomandata, è impossibile dimostrarlo. Mi pare che, se non si accetta il fatto che sia residente in Italia, non dovrei neanche essere un contribuente qui e quindi presentare il modello F24, secondo il quale devo versare un generoso conguaglio Irpef anche per i due stipendi percepiti all'estero e già tassati in UK. Infine la mia ultima preoccupazione è che, se rinunciassi ora a questi benefici e li richiedessi per il 2019, non mi verrebbero accordati perchè di fatto i due precedenti periodi di imposta (2017-18) sarebbero in Italia. O davvero è la registrazione che determina tutto, nonostante i fatti siano diversi? Ha dei consigli su come potrei sbrogliare questa matassa senza dover spenderci eccessive risorse economiche e di tempo? Grazie ancora e saluti, Daniela

Luigi Rodella - 12/08/2018

Buongiorno, Sono d'accordo con lei e nella mia precedente risposta ho affrontato solo in parte la tematica. Si in effetti lei ha probabilmente trasferito la sua residenza fiscale in Italia in base all'articolo 2 del Tuir. Come lei aveva evidenziato, per non essere considerati residenti fiscali in Italia devono concorrere tutti i requisiti (iscrizione Aire per la maggior parte periodo d'imposta, non avere nel territorio dello stato domicilio o la residenza codicistici), però per essere considerati residenti fiscali può realizzarsi anche uno solo dei requisiti e lei ne avrebbe diritto in quanto pur essendo stata iscritta all'Aire (per dimenticanza dell'ufficio) ha comunque di fatto assunto il domicilio, previsto dall'art. 43 del codice civile (per la maggior parte del periodo d'imposta lei ha stabilito la sede principale dei suoi affari ed interessi); infatti credo che lei in Italia abbia trasferito la famiglia, si sia trovata una casa, un lavoro, eccetera. Tutto ciò premesso, non essendo un commercialista non saprei essere puntuale nella risposte che riguarda la dichiarazione; in linea di massima direi che lei in base alla normativa fiscale contenuta nell'articolo 2 del Tuir, lei è effettivamente residente fiscale in Italia, da questo deriva che le imposte le dovrebbe versare al netto dello sgravio. Il chiarimento da parte dall'Agenzia potrebbe essere utile anche per valutare se applicare o meno lo sgravio fiscale nei prossimi anni. Saluti. Luigi Rodella

Daniela - 09/08/2018

Buongiorno, Ho vissuto e lavorato in UK pagando regolarmente le tasse fino a Febbraio 2017. Ho fatto un errore nel mandare una lettera che si è persa nel vuoto e risulto ancora iscritta all'AIRE in Inghilterra e residente a Londra, nonostante mi sia trasferita in Italia a Marzo 2017, dove ho iniziato a lavorare come Manager per un'azienda registata in Italia. Risulterò quindi registrata come residente in Italia formalmente da Agosto 2018, poichè mi pare di capire che non posso registrarmi residente retroattivamente, ho tuttavia durante il periodo Marzo 2017-Agosto 2018 lavorato e versato tasse in Italia. Mi accingo ora a presentare il 730 con dichiarazione redditi (compresi quelli esteri) per pagare regolarmente le tasse in Italia. Vorrei capire se, visto che ho contratto di lavoro da Marzo 2017 e contratto di affitto per abitazione in Italia da Maggio 2017, se posso beneficiare degli sgravi, poichè anche se registrata più tardi, di fatto sono residente fiscale in Italia, cosa che sto riconoscendo io stessa versando i tributi che mi competono (compresi quelli esteri ricevuti a Gennaio e Febbraio 2017). Avendo letto la guida pubblicata dall'agenzia delle entrate, vedo le seguenti informazioni, che credo potrebbero risultare favorevoli alla mia posizione, se la mia interpretazione delle stesse è corretta: articolo 2 del Tuir (comma 2) considera residenti in Italia le persone fisiche che per la maggior parte del periodo d’imposta, cioè per almeno 183 giorni (o 184 giorni in caso di anno bisestile), sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente o hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza. Le nozioni di residenza e domicilio sono mutuate dalla disciplina civilistica (articolo 43 del codice civile), che definisce la “residenza” come il luogo di dimora abituale e il “domicilio” come la sede principale dei propri affari e interessi. Queste due condizioni sono alternative: la sussistenza anche di una sola di esse è sufficiente a far ritenere che un soggetto sia qualificato, ai fini fiscali, residente in Italia. Potrebbe farmi sapere il suo parere in merito? Mi è stato consigliato di pagare le tasse e presentare un'istanza di interpello (con un costo non indifferente di spese commercialista e l'eventuale rimborso solo tra un anno). Vorrei capire anche se ha un'opinione su quanto sia probabile che la richiesta venga accolta. Grazie e cordialmente, Daniela

Tommaso - 08/08/2018

Gentilissimo Dott. Rodella, Grazie in anticipo a nome di molti per aiutarci a fare chiarezza sulla questione rientro dei cervelli. Dopo un periodo lavorativo in italia (della durata di due anni), ad Agosto 2017 ho intrapreso un percorso di studi MBA (Master in Business Administration) a Londra. Sempre ad Agosto 2017 ho richiesto l'iscrizione all'AIRE che ho conseguito ad Aprile 2018 spostando cosi la mia residenza in UK. Il percorso di studi si concluderà con la consegna della laurea a Luglio 2019. Tuttavia, mi sarebbe possibile finire gli esami con qualche mese di anticipo (Giugno 2019) cosi da poter iniziare a lavorare in italia in attesa della laura prevista comunque per Luglio 2019. La mia domanda/ e sono le seguenti: -Devo aspettare l'effetivo termine degli studi (Luglio 2019) prima di poter lavorare in italia in modo da beneficiare del rientro dei cervelli? O posso iniziare un po' prima (Giugno 2019)? -L'iscrizione all'AIRE (causa lentezza burocratica) è avvenuta ad Aprile 2018. Questo potrebbe causare problemi o fa fede inizio e fine degli studi? -Inifine, la durata degli studi è di 23 mesi (Ago '17 - Lug '19). E' un problema? Grazie mille

LUIGI RODELLA - 09/08/2018

Buongiorno, I requisiti sono: avere studiato all'estero per 24 mesi ed avere conseguito un titolo accademico. In base a quanto da lei affermato, l'inizio del percorso accademico decorre da AGOSTO 2017 e (in base alla normativa citata) dovrebbe concludersi a LUGLIO 2019. Se lei rientra a GIUGNO 2019 (un mese prima) e senza titolo accademico, non perfezionerebbe questo requisito. Inoltre, per fruire dei benefici fiscali lei non deve essere stato residente fiscale in Italia nei due periodi d'imposta precedenti l'impatrio (cfr. Ris. 51/E - 2018). Nel suo caso, il periodo d'imposta 2018 è O.K. (iscritto AIRE 4/2018); relativamente al periodo d'imposta 2019 dovrebbe cancellarsi dall'Aire a luglio 2019, in modo da avere i due periodi d'imposta. Il beneficio lo fruirà da gennaio 2020. Tutto ciò premesso, forse deve tenere duro ancora per il mese di luglio. Saluti. Luigi Rodella

Chiara - 08/08/2018

Buongiorno Dott. Rodella, La ringrazio moltissimo per tutti i preziosissimi chiarimenti. Vorrei chiedere il suo punto di vista sulla mia casistica: non ho mai lavorato in Italia e vivo all’estero da Ottobre 2011, data in cui ho iniziato a lavorare. Mi sono iscritta all’AIRE in Ottobre 2016 e la mia procedura di iscrizione al registro AIRE è stata formalizzata nell’ Aprile 2017 (6 mesi dopo la domanda). Dovrei rientrare in Italia a Novembre 2018. Per questo motivo, rispetterei il criterio di iscrizione all’AIRE di almeno 24 mesi solo nel caso in cui la data di richiesta iscrizione venisse considerata come data di inizio per il conteggio dei 2 anni, mentre sarei esclusa dall’agevolazione nel caso in cui la data di effettiva iscrizione sia la data di riferimento. Aggiungo che da un punto di vista fiscale, ovviamente, ho sempre pagato le tasse nei Paesi in cui ho risieduto fino ad oggi (Belgio, Germania e Inghilterra). Volevo chiederle se ci sono stati casi simili e cosa è stato deciso in merito (il ritardo è legato alle tempistiche dei consolati, per cui il singolo cittadino, credo, non dovrebbe essere penalizzato). La ringrazio moltissimo per il prezioso aiuto.

LUIGI RODELLA - 09/08/2018

Buongiorno, io credo che la data di iscrizione non sia quella della richiesta ma quella della effettiva iscrizione all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. Volevo inoltre aggiungere che essendo rimasta residente fiscale in Italia, le imposte sui redditi prodotti all'estero avrebbe dovuto corrisponderle anche in Italia. Saluti. Luigi Rodella

Chiara - 08/08/2018

Buongiorno Dott. Rodella, La ringrazio moltissimo per tutti i preziosissimi Vorrei chiedere il suo punto di vista sulla mia casistica: non ho mai lavorato in Italia e vivo all’estero da Ottobre 2011, data in cui ho iniziato a lavorare. Mi sono iscritta all’AIRE in Ottobre 2016 e la mia procedura di iscrizione al registro AIRE è stata formalizzata nell’ Aprile 2017 (6 mesi dopo la domanda). Dovrei rientrare in Italia a Novembre 2018. Per questo motivo, rispetterei il criterio di iscrizione all’AIRE di almeno 24 mesi solo nel caso in cui la data di richiesta iscrizione venisse considerata come data di inizio per il conteggio dei 2 anni, mentre sarei esclusa dall’agevolazione nel caso in cui la data di effettiva iscrizione sia la data di riferimento. Aggiungo che da un punto di vista fiscale, ovviamente, ho sempre pagato le tasse nei Paesi in cui ho risieduto fino ad oggi (Belgio, Germania e Inghilterra). Volevo chiederle se ci sono stati casi simili e cosa è stato deciso in merito (il ritardo per la data di iscrizione AIRE è legato alle tempistiche dei consolati, per cui il singolo cittadino, credo, non dovrebbe essere penalizzato). La ringrazio moltissimo per il prezioso aiuto.

Roberta Magherini - 08/08/2018

Buongiorno, Grazie di questo articolo molto interessante e dettagliato. Sono di ritorno in Italia, con un'attività lavorativa da dipendente, da questo luglio 2018. Prima di cio', ho studiato (laurea triennale + specialistica) e lavorato nel settore delle ONG e delle organizzazioni internazionali in Francia per vari anni. Ho varie domande: 1. In base alla mia esperienza all'estero (studio poi lavoro specializzato), a quale regime sarebbe più opportuno fare domanda? (impatriati? contro-esodati? lavoratori o studenti?) 2. Purtroppo durante la mia residenza in Francia, non ho mai cambiato la mia iscrizione all'AIRE. Ogni anno avevo infatti intenzione di tornare in Italia, per poi posporre il progetto per varie ragioni (proposte di lavoro ottenute in Francia, ecc.). Questo non è mai stato un problema dal punto di vista dell'amministrazione e della tassazione francese. Pero' adesso ho paura di non poter rientrare nei criteri per poter godere di questi benefici. Eventualmente, pensa che mostrare i vari documenti che attestano la mia vita in Francia (titoli di studio, salari e buste paga...) possa essere una soluzione? 3. Se rientrassi nei criteri stabiliti, quali sono le procedure PRATICHE per poter richiedere di beneficiare di questi incentivi? (documenti da fornire, enti a cui scrivere) Grazie in anticipo per il Suo prezioso aiuto! Cordiali saluti, Roberta Magherini

LUIGI RODELLA - 09/08/2018

Buongiorno, 1) Oggi le normative applicabili per i lavoratori che rientrano in Italia sono: agevolazioni per RICERCATORI E DOCENTI (art. 44 D.L. n. 78/2010); agevolazioni per lavoratori IMPATRIATI (D.LGS 147/2015 articolo 16 comma 1 e comma 2). La normativa sui CONTROESODATI (legge 238/2010) si è conclusa con effetto 31/12/2017. 2) Se vuole applicare la disciplina per il rientro in Italia dei laureati, (comma 2 articolo 16), la recente Risoluzione dell'Agenzia delle Entrate (51/E del 6/7/2018) chiarisce che sono necessari due periodi d'imposta di residenza fiscale all'estero (quindi non deve essere stata residente in Italia per due periodi d'imposta determinati in base all'articolo 2 del Tuir), precedenti l'impatrio. Se passa in rassegna qualche mia risposta che appare sul blog prima della citata Risoluzione, la mia opinione era diversa (e rimane). Però mi preme di sottolinerare la posizione chiara espressa dall'Agenzia. 3) Se dovesse rientrare nella tipologia agevolata, la circolare 17/E del 23 maggio 2017, fornisce facsimili delle domande da fornire al sostituto d'imposta. Saluti. Luigi Rodella

Ana - 30/07/2018

Gentilissimo Dott. Rodella, Sono cittadina rumena ho lavorato fino a dicembre 17 all’estero (Romania e UK); da qualche mese sono residente in Italia ed a breve iniziero’ una attivita’ lavorativa. Inizialmente come consulente (dovro’ aprire partita iva) e successivamente come dipendente per cui chiudero’ la partita iva per passare a lavoro dipendente per una societa’ straniera ma registrata in Italia. Vorrei chiederle cortesemente se il passaggio a partita iva con regime forfettario possa inficiare la mia possibilita’ di rientrare nel diritto alle agevolazioni fiscali del 50%. La ringrazio molto e mi complimento per il blog; molto utile e veramente chiaro. Cordialmente Ana

LUIGI RODELLA - 31/07/2018

Buongiorno,, sono spiacente ma non sono in grade di risponderle in quanto non sono un commercialista e non sono assolutamente competente di lavoro autonomo, partite IVA, eccetera. Saluti. l.r.

Sergio - 30/07/2018

Buongiorno Gent.mo Dott. Rodella, Mi sono trasferito in Germania nell'Agosto 2013, iniziando a lavorare a Settembre dello stesso anno con regolare contratto, come ingegnere. Non mi sono mai iscritto all'AIRE, avendo mantenuto famiglia d'origine e contatti in Italia, data anche la vicinanza dei due paesi, non ne ho mai trovato un vantaggio reale. Da settembre 2018 il mio periodo di permanenza continuativa in Germania risulterebbe di 5 anni (domiciliato); vorrei sapere se nelle seguenti condizioni potrei beneficiare di una qualsivoglia agevolazione fiscale: 1. Nel caso in cui venissi assunto da un'azienda in Italia. 2. Nel caso in cui decidessi di avviare un'attività in Italia. In attesa di un suo cortese riscontro, la ringrazio in anticipo e le porgo i miei più cordiali saluti.

LUIGI RODELLA - 31/07/2018

Buongiorno, io credo che con la Risoluzione 51/E del 6 luglio del 2018, sia stato chiarito che per accedere alle agevolazioni il soggetto non deve essere stato residente fiscale in Italia per un periodo minimo precedente l'impatrio (cinque periodi d'imposta comma 1 articolo 16; due periodi d'imposta comma 2 articolo 16). Essere iscritto all'Aire è un requisito indispensabile per non essere considerati residenti fiscale in Italia in base all'articolo 2 del Tuir. Saluti. Luigi Rodella

LUIGI RODELLA - 30/07/2018

Buonasera, se lei rientra in Italia a settembre del 2018, la residenza fiscale in Italia l'acquisisce dal periodo d'imposta 2019. Vorrei però evidenziare che il requisito di permanenza all'estero, anteriormente l'impatrio, per i laureati è di 24 mesi; però relativamente alla decorrenza delle prestazioni la sostanza non cambia. La durata dei benefici è di 5 anni. Saluti. Luigi Rodella

Enrico. - 31/07/2018

Gentilissimo Dott. Rondella, la ringrazio per la pronta ed esaustiva risposta e le auguro buona giornata Enrico

Enrico - 02/01/2019

Buongiorno Dott. Rodella, avrei ancora una domanda da farle: ho iniziato a lavorare in Italia a Settembre, ma non ho richiesto l'agevolazione in quanto appunto acquisirò la residenza fiscale nel 2019. Mi appresto a richiederla ora con l'inizio del 2019 al titolare per il quale sto lavorando. A Febbraio cambierò però lavoro, sempre in italia. Ripeterò la richiesta anche al nuovo datore di lavoro. Mi può confermare che il cambio di lavoro non è causa di decadimento della agevolazione? La ringrazio molto e le auguro buona giornata

Enrico - 29/07/2018

Gentilissimo Dott. Rondella, sono un laureato che ha lavorato presso ditta estera per almeno due anni dalla seconda meta´2013, con iscrizione AIRE. Sono ancora attualmente residente all´estero. Fiscalmente pertanto sono da considerare residente estero per gli anni 2014/2015/2016/2017. Nell´ipotesi di un mio rientro in Italia a settembre 2018 come dipendente di azienda italiana, il 2018 sara´da considerarsi come anno nel quale sono stato residente fiscale all´estero, corretto? Sara´pertanto da considerarsi come mio 5 anno fiscale estero consecutivo. Interpreto bene la normativa se affermo che non potrò richiedere l´agevolazione immediatamente, ovvero sui salari di settembre-dicembre 2018, ma potro´ farlo da gennaio 2019 con durata 5 anni (o 4?)? Grazie infinite per la disponibilità

S - 27/07/2018

Buongiorno, Sono in aspettativa non retribuita per 2 anni da un impresa italiana. Sono in procinto di terminare 2 anni all'estero lavorando in una filiale europea del gruppo con la quale ho in essere un contratto a tempo indeterminato Avendo l'aspettativa posso scegliere se rientrare in italia. In tal caso avrei diritto al beneficio fiscale? Saluti

LUIGI RODELLA - 30/07/2018

Buongiorno, la risoluzione 92/E da lei citata, si riferisce ai professori e ricercatori, nei confronti dei quali esiste una norma specifica (art. 7 legge 240/2010) che consente di essere posti in aspettativa per svolgere attività anche all'estero. Analoga norma non è prevista per il rientro degli altri lavoratori disciplinati dal D.Lgs. 147/2015. Io credo che questa risoluzione, pur essendo emanata nei confronti dei ricercatori, relativamente al concetto di aspettativa, possa essere orientativamente applicata anche nei confronti delle altre figure professionali. Tutto ciò premesso, le mie perplessità sulla condivisione di questa Risoluzione, nascono dalla seguente osservazione: le agevolazioni fiscali previste da questa norma sono rivolte a quei cittadini che non lavorano in Italia, non sono residenti, ed il nostro Stato li vuole "attrarre" e mantenere in Italia, con una tassazione agevolata. Nel nostro caso, il soggetto, pur non essendo residente in Italia, qui mantiene un rapporto di lavoro quiescente per effetto di un contratto di di assegnazione con sospensione dal lavoro per i due anni. Pur non conoscendo i termini esatti di questo contratto, immagino che il lavoratore, trascorso il biennio possa ragionevolmente rientrare; per questi motivi le mie perplessità. Saluti. Luigi Rodella

GUGLIELMI Daniele - 27/07/2018

Gentile Dott. Rodella, ho trascorso 10 anni negli emirati assunto con contratto locale presso una consociata del gruppo per cui lavoro. Ora sono rientrato da Novembre 2017 in sede ( in Italia ); siccome sono un pò arrugginito in materia fiscale italiana, posso usufruire degli sgravi fiscali e in che modo? Grazie e Buona Serata

LUIGI RODELLA - 30/07/2018

Buonasera, per il rientro in Italia in base all'articolo 16 comma 1 D.Lgs. 147/2015 (anche non laureati), l'agevolazione è rivolta a tutti i soggetti, cittadini e non dell'UE che trasferiscono in Italia la residenza fiscale a decorrere dall'anno 2016. Per fruire del beneficio non devono essere stati residenti in Italia nei 5 periodi d'imposta precedenti l'impatrio. Devono trasferire la residenza fiscale in Italia in base all'articolo 2 del Tuir ed impegnarsi a rimanere in Italia per due anni. L'agevolazione consiste nel determinare il reddito imponibile sulla base del 50% del reddito effettivo. La durata dell'agevolazione è applicabile per un max di 5 anni, decorrenti dall'anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia. Saluti. Luigi Rodella

LUIGI RODELLA - 27/07/2018

Buongiorno, sulla base di quanto indicato nella recente Risoluzione Agenzia Entrate (51/E - 6/7/2018), se lei rientra in Italia in base al comma 2 dell'art. 16 del D.lgs. 147/2015 (laureati), il periodo minimo di residenza fiscale all'estero è di 2 periodi d'imposta determinati in base all'articolo 2 del Tuir. Probabilmente lo avrebbe già perfezionato a luglio del 2018. Se invece rientra in base al comma 1 dell'articolo 16 direi di no perchè il riferimento è cinque periodi d'imposta. Saluti. Luigi Rodella

Daniele Fortunati - 26/07/2018

Gentile Dott. Rodella, Sono residente all'estero da 11 anni dove lavoro per una multinazionale (tutto documentabile da affitti, tasse e stipendi e permessi di soggiorno) e tra 3 mesi potrei cominciare un lavoro nuovo in Italia. Purtroppo mi sono iscritto all'aire solo un anno fà. Secondo lei questo è un problema? Grazie mille, Daniele Fortunati

Giulia Lanata - 24/07/2018

Buongiorno, Mi sono trasferita a Londra (dove attualmente lavoro) nel luglio 2016, ma ho fatto richiesta di iscrizione all'AIRE solamente a marzo 2017 (e ho ricevuta conferma di iscrizione a novembre 2017). A settembre rientro in Italia in modo permanente. Posso godere dei benefici fiscali previsti del regime "rientro dei cervelli"? Ossia, i due anni decorrono dalla data di effettivo trasferimento (luglio 2016) o dalla conferma di avvenuta iscrizione all' AIRE (novembre 2017)? Grazie! Giulia

LUIGI RODELLA - 27/07/2018

Buongiorno, io credo che l'effettiva iscrizione sia novembre 2017. Dovrebbe però verificarlo nell'ufficio anagrafico dei residenti all'estero. Saluti. Luigi Rodella

Chiara Meneghetti - 23/07/2018

Egregio Dottor Rondella, la contatto per chiederle una delucidazione in ambito dell'incentivo fiscale per l'attrazione dei cervelli nel caso di Impatriati. Mio marito lavora come dirigente negli USA dall'ottobre del 2012. Risulta iscritto AIRE dal Maggio 2014. Rientrera' in Italia, con un contratto italiano come dirigente a settembre/ottobre 2018. Io ho raggiunto mio marito nel 2014 e quindi nel 2013 lui risultava ancora iscritto all'anagrafe italiana e sua moglie era in Italia, quindi non so dove venga considerato il suo centro di interessi (domicilio). Data questa situazione, lei pensa potra' usufruire dell'agevolazione fiscale? La ringrazio anticipatamente per qualsiasi chiarimento mi potra' fornire. Grazie mille, un cordiale saluto Chiara

LUIGI RODELLA - 24/07/2018

Buonasera, se si applica l'articolo 16 comma 1 del Dlgs. 147/2015, (rientro in Italia manager), la norma richiede di non essere stati residenti fiscali in Italia nei 5 periodi d'imposta precedenti l'impatrio; se lei nel 2014 si è iscritta all'Aire nei primi sei mesi dell'anno, in questo modo permetterebbe a suo marito di perfezionare il requisito. In caso contrario nel periodo d'imposta 2018 avrebbe solamente 4 anni. Parimenti, se si applica l'articolo 16 comma 2 del Dlgs. 147/2015 (rientro in Italia laureati), credo non ci siano problemi in quanto vengono richiesti solo 24 mesi di residenza fiscale estera. Saluti. Luigi Rodella

Emiliano - 23/07/2018

Gentilissimo Dott. Rondella, Faccio seguito alla sua risposta del 21/07/2018 AT 16:32 Quindi mi sembra che possa rimanere residente fiscale in Italia, pur sottoscrivendo un contratto di lavoro in UK e continuare a beneficiare dell'incentivo. Ovviamente dovro' presentare la dichiarazione dei redditi in Italia ed andare a CREDITO per le tasse gia' versate in Uk. Di fatto avro' una doppia residenza senza ovviamente potermi iscrizivere all'Aire? E' corretto? Importante e' per me comprendere: 1. Se oltre all'obbligo di residenza fiscale italiana ci sia l'obbligo di un contratto di lavoro italiano/societa con sede in Italia. 2. Con la dichiarazione dei redditi in Italia, possa andare in credito per le maggior tasse prelevate dal datore in UK in base all'accordo contro le doppie i.posizioni Italia/Uk La ringrazio di nuovo. E mi scuso se son stato ripetitivo. Cordialmente, Emiliano

LUIGI RODELLA - 24/07/2018

Buonasera, credo non debba esserci doppia residenza. Deve risultare residente fiscale esclusivamente in Italia. Se, in base all'applicazione dell'articolo 4 della Convenzione contro le doppie imposizioni ITALIA - U.K., dovesse risultare residente fiscale in U.K., potrebbe restituire i benefici. Se lavora all'estero, pur essendo residente fiscale in Italia, si deve applicare il criterio di tassazione concorrente, con credito d'imposta determinato secondo quanto previsto dall'art. 165 del Tuir. Saluti Luigi Rodella

Giorgia - 23/07/2018

Salve Dott. Rondella, Ho vissuto a Londra dal 2007 ad oggi come lavoratrice dipendente (posseggo laurea magistrale conseguita in Italia) e mi trasferiró in Italia da Gennaio 2019 per lo stesso datore di lavoro, nella medesima sede italiana. Io quindi rientrerei nei requisiti D.Lgs. 147/2015 (sempre nel caso rimanessi in Italia per I seguenti 5 anni). Il mio compagno é cittadino UE di nazionalita' francese, posside laura magistrale conseguita in Francia, ha lavorato e vissuto a Londra dal 2013 ad oggi e non ha mai vissuto in Italia in precedenza. Nel caso di un suo trasferimento in Italia, godrebbe anche lui degli stessi sgravi fiscali ? Grazie mille per un suo chiarimento al riguardo.

LUIGI RODELLA - 24/07/2018

Buonasera, se lei rientra come laureata il requisito di permanenza in Italia è di due anni, non di cinque. Questa agevolazione vale anche per il suo compagno francese, se si trasferisce in Italia e viene assunto in applicazione dell'articolo 16 comma 2 del Dlgs. 147/2015. Saluti. Luigi Rodella

Marco - 21/07/2018

Egregio Dott. Rondella, Grazie mille per la Sua disponibilità e a vedere dai numerosi commenti, grazie di cuore per il supporto e le delucidazioni fornite a tutti noi. L'unica cosa che non è chiara è se il requisito dei 5 anni di residenza all'estero è necessario o meno per i lavoratori laureati che hanno svolto un'attività all'estero per piuù di 24 mesi. Ho letto il documento ufficiale delle agenzie delleentratee sembra che tale requisito sia necessario solo per "altri lavoratori" e non per i "lavoratori laureati", ma vorrei una conferma di questa interpretazione. In particolare, ho conseguito una laurea magistrale in Italia a Luglio 2015, ad Agosto 2015 ho iniziato a risiedere all'estero con conseguente iscrizione all'AIRE per lavorare con una società estera, e adesso sto valutando un possibile rientro con una differente compagnia italiana che dovrebbe avvenire ad Ottobre 2018. In tali condizioni, potrò usufruire del beneficio fiscale a partire dal Gennaio 2019, in quanto la mia residenza fiscale (richiede di risiedere in Italia per più di 183 in un anno solare) inizia proprio dal 2019? Grazie mille in anticipo per il suo aiuto. Le porgo i miei più cordiali saluti Marco

LUIGI RODELLA - 24/07/2018

Buonasera, in base a quanto evidenziato, lei è residente fiscale all'estero negli anni 2016 - 2017 - 2018. I requisiti richiesti dal comma 2 dell'articolo 16 del Dlgs. 147/2015 sono due anni: lei ne ha tre. Cinque periodi d'imposta precedenti l'impatrio di residenza all'estero, sono richiesti dal comma 1 dell'articolo 16: questo non è il suo caso. Saluti. Luigi Rodella

Francesco - 18/07/2018

Gentilissimo Dott. Rondella Complimenti per l'ottimo blog. Le sue risposte sono sempre chiare e puntuali. Le vorrei proporre una domanda alla quale finora ho ricevuto risposte a volte contrastanti. Ho vissuto 11 anni in Giappone (paese convenzionato per quanto riguarda la doppia tassazione) a partire dal 2007, ed ho lavorato come Quadro negli ultimi dieci, fino al marzo del 2018. Da maggio 2018 sono tornato in Italia come lavoratore dipendente, ed attualmente sto beneficiando dello sgravio fiscale per impatriati, con tassazione del 50% del reddito prodotto. (Iscrizione all'AIRE nel 2013 e spostamento del demicilio fiscale in Italia a partire da aprile 2018) Il mio quesito rigurada la dichiarazione dei redditi per l'anno 2017. In tale dichiarazione è necessario inserire l'importo del reddito percepito all'estero, anche se la mia residenza fiscale non era in italia? Inoltre vorrei presentare richiesta per l'assegno familiare per la mia famiglia, e non saprei cosa dichiarare come reddito. Il solo dato numerico non tiene in considerazione del diverso tenore di vita tra i due paesi, e non vorrei dovermi ritrovare escluso per questo. Mi perdoni se le mie domande possano essere leggermente off-topic. Nel caso, può indicarmi a chi potre rivolgermermi per un consulto? La ringrazio in anticipo

LUIGI RODELLA - 21/07/2018

Buonasera, se lei non era residente fiscale in Italia, credo che per il 2017 non deve dichiarare i redditi prodotti all'estero. Relativamente agli ANF, si devono considerare, i redditi prodotti all’estero che, se fossero prodotti in Italia, sarebbero sottoposti a tassazione Irpef. Saluti. Luigi Rodella

Roberto - 16/07/2018

Salve Sig. Rodella, approfitto della Sua disponibilità per presentarLe questo caso concreto. Un soggetto laureato, dipendente, rientrato a gennaio 2016 , dopo più di 24 mesi lavorativi in maniera continuativa all'estero e con iscrizione all'AIRE per un anno e 5 mesi (quindi meno di due anni fiscali). Interpretando la legge, sembrava che ci fosse a pieno il possesso dei requisiti per usufruire dell'agevolazione ai sensi dell'Art. 16 comma 2 del D.Lgs. 147/2015. Questo perché per quanto riguarda il requisito dello svolgimento dell’attività di lavoro o studio all'estero, sembrava si rendessero applicabili i chiarimenti resi con la circolare n. 14 del 2012 (e quindi in continuità con la 238/2010 come appunto scritto nella 147/2015). Per sicurezza venne comunque chiesto un parere all'Agenzia delle Entrate che in maniera inequivocabile accettò l'interpretazione di cui sopra e addirittura scrisse che "l'iscrizione all'AIRE non è necessaria". Dal 2016 quindi, il soggetto ha iniziato a percepire l'agevolazione in busta paga. Tuttavia la nuova Risoluzione 51 del 6 Luglio 2018 sembra di colpo capovolgere l'interpretazione del requisito della residenza richiedendo un iscrizione all'AIRE per due annualità fiscali come minimo. Ma è possibile che l'Ade possa cambiare l'interpretazione di una legge in maniera così netta e con effetto che definirei in maniera impropria "retroattivo", in quanto andrebbe a colpire soggetti che hanno iniziato a percepire l'agevolazione ben prima del 2018? E per quanto riguarda il soggetto in questione, a Suo parere dovrebbe restituire quanto percepito fino ad adesso grazie all'agevolazione? Cordiali saluti, Roberto

LUIGI RODELLA - 17/07/2018

Buongiorno, io sono d'accordo con lei e questa nostra interpretazione l'ho espressa più volte nelle pagine di questo blog. In merito alla sua domanda non saprei cosa consigliarle. Sicuramente la risposta (forse un pò frettolosa) dell'Agenzia è un punto di riferimento. Io credo che il suo cliente dovrebbe essere coinvolto in un eventuale contenzioso, in quanto in caso di resistenza e di soccombenza ne potrebbe derivare un onere (anche significativo) al soggetto. Saluti. Luigi Rodella

Luca - 16/07/2018

Egregio Dott. Rodella, Le faccio innanzitutto i complimenti per il blog, davvero utile e dettagliato. Vorrei un chiarimento da parte sua: – Sono in possesso di un diploma di Laurea triennale + Master di specializzazione conseguiti in Italia – Ho iniziato a lavorare in Svizzera il 13 Luglio 2015, con contestuale spostamento della Residenza ed iscrizione all'AIRE. – Ad ottobre/novembre 2018 torneró in Italia con un contratto a tempo indeterminato. Vorrei chiederle conferma del fatto che io rientri nella casistica dell’Art. 16 comma 2 oppure no. Ho inoltre letto in un testo di spiegazione prodotto dall'Agenzia delle Entrate che per "cittadini trasferiti in Stati con regimi fiscali privilegiati", come la Svizzera, si può usufruire dei regimi agevolativi "solo se in grado di vincere la presunzione di residenza in Italia indicata nel citato articolo 2 del Tuir". Vorrei chiederle se secondo lei, nonostante la mia effettiva residenza in Svizzera, con casa in affitto, auto e vita regolare qui, vi sono rischi che venga rigettata. La ringrazio molte Cordiali saluti Luca

LUIGI RODELLA - 17/07/2018

Buongiorno, mi pare che la Svizzera sia uscita dai Paesi black list dal 2017, dopo aver firmato un accordo che prevede la fine del segreto bancario e modificando l'attuale Convenzione sulle doppie imposizioni tra i due Stati, ed adeguandola agli standard Ocse. Saluti. Luigi Rodella

Marco - 11/07/2018

Buonasera, Dopo essere rientrato in Italia e iniziato ad usufruire dei benefici da inizio 2018 mi trovo nella situazione per cui un nuovo datore di lavoro presso cui vorrei trasferirmi intende offrirmi un contratto di lavoro inglese indeterminato per 6 mesi (per cui svolgerei l'attività di lavoro dall'Italia), che verrà poi successivamente converito in un contratto di lavoro Italiano. Il contratto "ponte" di 6 mesi è dovuto ad alcuni impedimenti burocratici interni dell'azienda (che possiede un ufficio e una sede legale in Italia), per cui non riuscirebbero ad offrirmi un contratto italiano in tempi brevi. Qualora riuscissi a dimostrare la permanenza lavorativa in Italia, sarebbe possibile non far decadere il beneficio fiscale pagando ad esempio le tasse in Italia? Se non sbaglio se più del 50% dei giorni lavorativi sono spesi in Italia, vengono automaticamente computate le tasse dal fisco Italiano. Grazie mille! M

LUIGI RODELLA - 12/07/2018

Buongorno, immagino lei si riferisca all'articolo 16 comma 1 del D.Lgs. 147/2015. Se ho inteso correttamente lei è rientrato in Italia, è stato assunto da datore italiano ed ha iniziato a fruire dei benefici. Successivamente, pur rimanendo residente fiscale in Italia, decide di licenziarsi e farsi assumere da un datore di lavoro straniero. In base a queste premesse, io credo che i lavoratori devono svolgere l'attività lavorativa presso un'impresa residente nel territorio dello Stato italiano, in forza di un rapporto di lavoro instaurato direttamente da questa impresa o con una società estera controllata, controllante o "sorella" di tale società. Inoltre l'attività lavorativa deve essere svolta prevalentemente nello Stato italiano per un periodo superiore a 183 giorni nell'anno. Io credo che se il datore è straniero e in Italia non ha nulla (inteso sede fissa, stabile organizzazione; collegamenti con imprese italiane, ecc.); lei non ha diritto alla fruizione del beneficio. In caso contrario direi di si. Saluti. Luigi Rodella

Alessia - 10/07/2018

Egregio Dott. Rodella, Colgo innanzitutto l'occasione per farLe i complimenti per il blog e ringraziarLa per la disponibilità. Continua a risultarmi non chiara la questione di iscrizione all'AIRE, anche alla luce dell'Interpello dell'AdE n. 51/E del 6 luglio 2018 . Provo a spiegarmi meglio: - Sono in possesso di un diploma di Laurea triennale + Master di specializzazione conseguiti in Italia - Ho iniziato a lavorare in Svizzera il 1 Settembre 2016. - Mi sono iscritta all'AIRE il 5 Gennaio 2017 - Il 1 Ottobre 2018 torneró in Italia con un contratto da quadro a tempo indeterminato. - In totale, ho quindi 25 mesi di lavoro all'estero ( e 21 di iscrizione AIRE). Non riesco a capire se posso rientrare nella casistica dell'Art. 16 comma 2 oppure no. Cordialmente, Alessia

LUIGI RODELLA - 11/07/2018

Buongiorno, relativamente al requisito della mancanza della residenza fiscale in Italia per due periodi d'imposta, dopo le precisazioni contenute nella risoluzione 51/E - 2018, direi che lei ne ha diritto, se viene assunta dal mese di ottobre 2018 e da tale data riprende la residenza fiscale in Italia che necessariamente avrà decorrenza 1/1/2019. Questo è reso possibile in quanto i due periodi d'imposta richiesti di residenza all'estero, sono il 2017 e 2018. Il beneficio fiscale avrà decorrenza 1/1/2019 e si protrarrà per 5 anni. Saluti. Luigi Rodella

Stefano - 10/07/2018

Egregio Dott. Rodella, Prima di tutto complimenti per l'interessantissimo blog. Provo a presentarle la mia situazione per capire se posso beneficiare degli sgravi fiscali riservati ai lavoratori autonomi: - Sono in possesso di laurea quadriennale -ho vissuto e lavorato in Irlanda dal 2004 a settembre 2015 - settembre 2015 ritorno in Italia e apro una partita IVA -Non ho usufruito di alcuno sgravio fiscal per gli anni 2016 e 2017 in quanto non ero a conoscenza che anche un lavoratore autonomo poteva usufruirne - Posso iniziare adesso (2018) ad usufruire degli sgravi fiscali almeno per per questo anno? Grazie infinite per il suo contributo Stefano

LUIGI RODELLA - 11/07/2018

Buongiorno, lei ha acquisito la residenza fiscale in Italia dal 2016. Il D.Lgs 147/2015 (art. 16) non prevedeva alcun beneficio per l'anno fiscale 2016 nei confronti dei lavoratori autonomi; nei confronti di questa categoria di lavoratori i benefici decorrono dall'anno 2017. Tutto ciò premesso, l'agevolazione è applicabile per un massimo di 5 anni decorrenti dall'anno di trasferimento della residenza fiscale in Italia (2016). Non avendo diritto per l'anno 2016, lei dal 2017 e per ulteriori 3 anni avrebbe titolo a fruire dei benefici. Saluti. Luigi Rodella

Marta - 10/07/2018

Buongiorno Rag. Rodella, Sono rientrata in Italia a novembre 2017 dopo aver svolto continuativamente un'attività di lavoro dipendente all'estero nei 24 mesi precedenti il mio ritorno. Sono in possesso di un diploma di laurea e nel periodo in cui ho lavorato all'estero ero iscritta all'AIRE. Non appena rientrata il novembre scorso, ho trasferito la mia residenza in Italia. Ho iniziato subito a cercare lavoro e l'ho trovato a marzo 2018. Capisco che per aver diritto all'agevolazione deve esserci un collegamento tra il trasferimento della residenza fiscale e l'instaurazione del rapporto dipendente in Italia. Nel mio caso, avendo prima trasferito la residenza e poi trovato lavoro, esiste tale collegamento? Se sì, come lo si può esporre? Ho diritto all'agevolazione? La ringrazio in anticipo e le auguro una buona giornata. Cordiali saluti Marta

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