La Commissione Europea ritiene che il trattamento previsto in Italia sui dividendi destinati a società estere, rispetto a quelli diretti ad imprese italiane, sia contrario alla normativa comunitaria in materia di libertà di stabilimento e di circolazione dei capitali. A questo riguardo è significativa la differenza di imposizione fiscale che impone l'applicazione della ritenuta del 27 per cento sui dividendi di azioni italiane e del 12,50% sulle azioni di risparmio detenute da imprese che non hanno sede in Italia e non ricadono nell'ambito di applicazione della direttiva madre-figlia. Le società italiane devono invece portare a reddito complessivo il 5% dei dividendi, che viene tassato al 33%, determinando di fatto una imposizione dell' 1,65%.