News Pubblicata il 10/03/2022

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Bilanci societari 2021: il CNDCEC chiede la proroga di 180 gg per le assemblee

di Redazione Fisco e Tasse

I Commissari del Consiglio nazionale Commercialisti chiedono proroga di 180 giorni il termine di convocazione assemblee per approvare i bilanci 2021



Con un comunicato pubblicato ieri 9 marzo sul proprio sito internet il CNDEC informa che, i tre commissari, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani, con una lettera inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e alle Commissioni Bilancio e Finanza di Camera e Senato, hanno chiesto di prorogare il termine finale di convocazione dell’assemblea ordinaria per l’approvazione dei bilanci societari chiusi al 31 dicembre 2021 a centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio. 

È questa la richiesta del Consiglio nazionale dei commercialisti contenuta nella missiva che chiede una proroga “in analogia a quanto disposto per l’approvazione dei bilanci al 31 dicembre 2020 dall’articolo 106, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27”.

I commercialisti che alla lettera hanno allegato un apposito emendamento spiegano che la proroga si rende necessaria “in considerazione del fatto che con il perdurare del periodo di emergenza nazionale causato dalla pandemia anche nel primo trimestre 2022, le difficoltà emergenti per le società di capitali nel determinare i valori di bilancio si perpetuano anche per questo esercizio. A ciò si debbono aggiungere talune norme, non marginali, che a tutt’oggi non hanno una chiara applicazione e, ancorché di natura fiscale, incidono sulla apposizione dei valori in bilancio”.

I Commissari scrivono che “i dubbi interpretativi ancora in essere in merito alla possibilità di revocare, anche a livello civilistico, la rivalutazione dei beni immateriali (marchi e brevetti) effettuata lo scorso anno in conseguenza del sopravvenire delle disposizioni della legge di bilancio 2022 (articolo 1, commi 622-624, della legge 30 dicembre 2021, n. 234), che hanno previsto il prolungamento a 50 anni (rispetto ai 18 anni ordinari) del periodo di deducibilità del maggior valore rivalutato, con conseguente radicale mutamento delle informazioni e dei dati che sono stati posti a base della decisione di rivalutare i beni, rappresentano un motivo di incertezza che grava su molte imprese”.

La proroga, secondo i rappresentanti dei commercialisti, consentirebbe alle società di determinare i dati di bilancio in modo da fornire un’informativa più attendibile.

Fonte: Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili



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