Inserisci l'e-mail con la quale ti sei registrato su FISCOeTASSE.com
Entra con le tue credenziali BusinessCenter o SiteCenter. Password dimenticata?
Nell'ebook le novità del 2024 per il pagamento dell'IMU.
Aggiornato al nuovo modello di dichiarazione in GU n.112 del 15.05.2024 e con la Sentenza della Corte Costituzionale del 18.04.2024.
Al via le istanze di rimborso per l’Imu pagata sugli immobili occupati abusivamente.
eBook in pdf di 98 pagine.
Stop al pagamento dell'IMU sugli immobili occupati abusivamente con la possibilità dei proprietari di richiedere il rimborso di quanto pagato in passato, alla luce della sentenza della Corte costituzionale 60/2024. Chi ha già usufruito dell'esenzione per il 2023 dovrà compilare la dichiarazione IMU per comunicare la problematica al Comune, come stabilito dal Ministero dell'economia.
Slitta al 2025 la possibilità per i Comuni di introdurre nuove esenzioni. Confermata ancora per un anno la proroga delle esenzioni per i comuni colpiti dagli eventi sismici del 2012 in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, e del 2016 nel Centro Italia. Per l'acconto da pagare entro il prossimo 17 giugno si dovrà fare riferimento alle aliquote deliberate per il 2023.
Nell’ebook le ultime novità.
Premessa
1. L'identikit dell'imposta
1.1 Le regole generali
1.2 Aliquote e soggetti obbligati
1.2.1 Il genitore affidatario
1.2.2 Multiproprietà, beni condominiali e fallimenti
1.3 Rendita catastale e moltiplicatori
1.4 Immobili del gruppo D non iscritti al catasto
1.5 Deducibilità dell'imposta per gli immobili strumentali
1.6 Fabbricati rurali strumentali
1.7 Niente IMU per gli immobili merce
1.8 Immobili collabenti come aree fabbricabili
1.9 IMU Enti non commerciali
1.10 Immobili esenti non prima casa
1.11 Prorogata l'esenzione d'imposta per gli immobili dei crateri sismici
2. Stop all'IMU sugli immobili occupati abusivamente
2.1 L'esenzione dal 2023
2.2 La sentenza della Consulta
2.3 Sentenza con valore retroattivo
3. La definizione di prima casa
3.1 Requisiti indispensabili
3.1.1 Il diritto di abitazione del coniuge superstite
3.1.2 In caso di trasferimento
3.2 Detrazione in cifra fissa per la prima casa di lusso
3.3 Pertinenze
3.4 Prima casa parzialmente locata e/o ad uso promiscuo
3.5 I coniugi con residenze diverse
3.5.1 Le considerazioni della Consulta
3.5.2 Contro i possibili abusi più controlli dei Comuni
3.5.3 Esenzione IMU anche per due immobili nello stesso Comune
3.6 Casa assegnata all'ex coniuge
3.7 Immobili degli appartenenti alle Forze dell'ordine
3.8 Le case delle cooperative
3.9 Appartamenti di anziani e disabili trasferiti in case di cura
4. Altri immobili agevolati
4.1 Gli immobili tutelati dalle Belle Arti
4.2 Gli immobili inagibili
4.3 Le case concesse in comodato
4.4 Gli appartamenti dati in locazione a canone concordato
4.5 Sconto d'imposta per la prima casa dei pensionati esteri
5. Terreni e aree fabbricabili
5.1 Giardini e altri appezzamenti
5.2 Margini di manovra per il valore dei terreni edificabili
5.3 Niente imposte per i terreni degli imprenditori agricoli
5.4 Le esenzioni per ubicazione
5.5 In caso di fusione tra Comuni
6. Periodo di possesso e comproprietà
6.1 Il periodo di possesso
6.1.1 Le regole per gli eredi
6.2 L'IMU in caso di comproprietà
6.3 No alla solidarietà in caso di mancato pagamento
7. Acconto e saldo
7.1 I conteggi per l'acconto di giugno
7.2 Pagamento e compensazione
7.3 La compilazione del modello F24
7.3 Il saldo
7.4 Altre indicazioni nelle delibere
8. Accertamenti e rimborsi
8.1 In caso di mancato pagamento
8.2 Accertamento atto esecutivo
8.3 La richiesta di rimborso
9. La dichiarazione IMU
9.1 I soggetti obbligati
9.2 I dati del soggetto che presenta la dichiarazione
9.3 I dati degli immobili
9.4 Modalità di presentazione
9.5 Modalità di presentazione in ritardo
10. FAQ
11. Fac Simile
Facsimile di un modello di richiesta di Rimborso IMU
Appendice Normativa
I Controlli Superbonus
Tipologie di controllo sui cantieri, le verifiche ENEA ed Entrate e chi rischia le sanzioni. Contiene l'elenco MASE dei fabbricati potenzialmente soggetti ai controlli.
Aggiornato alla conversione del Decreto Superbonus 39/2024
eBook in pdf di 41 pagine.
L'eBook, aggiornato alla conversione in legge del Decreto Superbonus o Taglia Cessione (legge 23 maggio 2024, n. 123 di conversione del decreto n. 39/2024), fornisce una guida completa e dettagliata sui controlli del Superbonus, le verifiche dell'ENEA ed dell'Agenzia delle Entrate e le sanzioni previste. L'autrice analizza le tipologie di controllo sui cantieri ancora aperti o già chiusi, le procedure di verifica e le responsabilità dei soggetti coinvolti. L'opera contiene anche il link al sito del MASE con l'elenco dei fabbricati potenzialmente soggetti ai controlli e un'appendice normativa con i decreti e le leggi citate nel testo.
IL SUPERBONUS E IL PNRR
Questo capitolo analizza il Superbonus ed il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), i controllori e le regole, le indagini dell'OLAF e gli uffici ministeriali coinvolti.
EDIFICI ED ISPETTORI
In questo capitolo vengono fornite informazioni sui cantieri finanziati dal PNRR, le check list ed i verbali utilizzati durante i controlli, la scelta del campione e le fasi della verifica, nonché l'accesso nei cantieri.
CONTROLLI DELL'ENEA
Questo capitolo descrive le procedure e le modalità operative dei controlli dell'ENEA, le verifiche preliminari, la scelta del campione ed i documenti da controllare. Si discute anche del tempo a disposizione per completare la verifica, delle ispezioni e della segnalazione immediata per chi si oppone all'accesso.
VERIFICHE CATASTALI
In questo capitolo si spiega l'aggiornamento obbligatorio delle informazioni catastali, gli interventi che richiedono la comunicazione, gli impianti ed il cappotto. Vengono anche discusse le sanzioni previste.
LAVORI NON CONCLUSI
Questo capitolo affronta l'obbligo di segnalazione alle Entrate per i lavori non conclusi, le opzioni disponibili, il recupero delle detrazioni non spettanti e la responsabilità dei cessionari.
COMUNICAZIONE PREVENTIVA PER NUOVI LAVORI
In questo capitolo si discute dei soggetti tenuti alle comunicazioni, dei dati da inviare all'ENEA, delle comunicazioni in materia di sismabonus, delle sanzioni e delle spese nei crateri sismici.
SOSPENSIONE DELLA COMPENSAZIONE CREDITI
Questo capitolo fornisce informazioni sulla sospensione della compensazione crediti per chi ha debiti fiscali, compresi gli atti e le cartelle coinvolte.
SANZIONI PER I PROFESSIONISTI TECNICI
In questo capitolo si parla delle asseverazioni e della responsabilità penale dei professionisti tecnici, nonché delle multe previste.
Lisa De Simone,
Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassazione in materia fiscale e condominiale.
Premessa
1. I controlli dei Comuni
1.1. Vigilanza rafforzata
1.2. Riscontri tra progetti e lavori
1.3. Nel mirino gli interventi rimasti solo sulla carta
1.4. Più soldi nelle casse comunali
2. Gli edifici nel mirino degli ispettori
2.1. La lista dei cantieri finanziati dal PNRR
2.2. Check list e verbali
2.3. La scelta del campione
2.4. Le fasi della verifica
2.5. L’accesso nei cantieri
3. I controlli dell’ENEA
3.1. Procedure e modalità operativi
3.2. Le verifiche preliminari
3.3. La scelta del campione
3.4. I documenti da controllare
3.5. Tre mesi di tempo per completare la verifica
3.6. Le ispezioni
3.7. Segnalazione immediata per chi si oppone all’accesso
4. Le verifiche catastali
4.1. L’aggiornamento obbligatorio
4.2. Gli interventi che obbligano alla comunicazione
4.3. Impianti e cappotto
4.4. Le sanzioni
5. I lavori non conclusi
5.1. Obbligo di segnalazione alle Entrate
5.2. Opzioni e lavori non conclusi
5.3. Il recupero delle detrazioni non spettanti
5.4. Quando possono essere responsabili i cessionari
5.5. Chi non si perde la detrazione
5.6. Detrazione diretta e completamento dell’intervento obbligatorio
6. Comunicazione preventiva per i nuovi lavori
6.1. Lavori e opzioni
6.2. I soggetti tenuti alle comunicazioni
6.3. I dati da inviare all’ENEA
6.4. Le comunicazioni in materia di sismabonus
6.5. Sanzioni e perdita delle agevolazioni
6.6. Sotto controllo anche le spese nei crateri sismici
7. Compensazione crediti sospesa per chi ha debiti fiscali
7.1. Il quadro generale di riferimento
7.2. Atti e cartelle
8. Le sanzioni per i professionisti tecnici
8.1. Asseverazioni e responsabilità penale
8.2. Multa fino a 100.000 euro
Appendice normativa
Barriere architettoniche: guida alle agevolazioni fiscali 75%;
Come usufruire del bonus dopo la conversione del decreto 39/2024. Regole e procedure per condomini, appartamenti e immobili
eBook in pdf di 80 pagine.
Le detrazioni fiscali fino al 75% dei costi per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche sono una opzione concreta, profondamente rivista dopo la conversione in legge del decreto n. 39/2024.
La presente guida fornisce tutte le indicazioni sulle tipologie di interventi ammessi alle detrazioni con l'indicazione delle regole e delle procedure da seguire per richiedere l'agevolazione, compresa l'applicazione dell'IVA al 4%.
L'opera contiene infine 35 casi risolti e i modelli per l'Asseverazione tecnica del rispetto dei requisiti dell'intervento agevolato.
Lisa De Simone,
Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassazione in materia fiscale e condominiale.
Premessa
1. L’identikit del bonus
1.1 Le norme di legge
1.2 Novità e regole che non cambiano
1.3 Immobili e contribuenti
1.4 Le regole per gli immobili non ad uso residenziale
1.5 I tetti di spesa
1.6 Il bonus 75% per i lavori in casa
2. Pagamenti e asseverazioni
2.1 Proprietari e utilizzatori
2.2 Il bonifico parlante
2.3 Come si compila il bonifico
2.4 In caso di errori
3. Regole e restrizioni
3.1 La liste degli interventi ammessi
3.2 Le regole per sconto o cessione
3.2.1 Il limite dei 15.000 euro
3.3 Asseverazione dell’intervento
3.3.1 Il periodo transitorio
4. Interventi in edilizia libera
4.1 Classificazione interventi e manutenzione straordinaria
4.2 Gli interventi non ammessi al bonus 75%
5. L’IVA al 4%
5.1 Le norme che prevedono l’agevolazione
5.2 Intera fornitura con IVA ridotta
5.3 Acquisto e posa in opera
5.4 La manodopera per l’adeguamento di impianti esistenti
6. Le prescrizioni tecniche
6.1 Nuova costruzione e ristrutturazione
6.2 Gli ostacoli che rappresentano barriere architettoniche
6.3 Soluzioni alternative se manca lo spazio
7. Ascensori, rampe e montascale
7.1 Cabine e dimensioni
7.2 Bottoniera e comandi
7.3 Montascale e piattaforme elevatrici
7.4 Maggioranza ridotta per approvare gli interventi condominiali
7.5 Interventi da parte di un solo proprietario
8. Il rifacimento dei servizi solo con detrazione al 50%
8.1 Sanitari e rubinetti
8.2 Le spese accessorie all’intervento
8.3 No alla detrazione se si cambiano solo i sanitari e quelli nuovi non sono a norma
8.4 Le prescrizioni per la cucina
8.5 Bonus anche per gli elettrodomestici se c’è la certificazione medica
9. Porte e finestre
9.1 Misure e caratteristiche per le aperture a norma
9.2 Finestre facilmente manovrabili
9.3 Dichiarazione dell’installatore
10. Domotica e adeguamento degli impianti
10.1 Interventi di automazione
10.2 Sì all’automazione delle porte
10.3 No al bonus barriere per i singoli strumenti elettronici
11. La cessione del credito
11.1 Le regole per le opzioni
11.2 Prima cessione sempre libera
11.3 Visto e asseverazioni
11.4 Dichiarazioni e asseverazioni sempre detraibili
11.5 I documenti da conservare
11.6 Chi deve comunicare l’opzione
Domande&Risposte
Normativa e prassi
Accertamento parziale, integrativo e modificativo: cosa cambia dopo le modifiche allo statuto dei diritti del contribuente D.Lgs 219/2023 in vigore dal 18 gennaio 2024.
eBook in pdf di 100 pagine
La reiterazione nel tempo del potere di accertamento, pur concessa all’Amministrazione finanziaria in funzione dell’interesse al corretto adempimento dell’obbligazione tributaria, è tuttavia da considerarsi di carattere straordinario ed è regolamentata e contenuta dalla legge, in quanto fortemente limitativa del diritto di difesa del contribuente.
Ordinariamente, infatti, l’attività di accertamento dovrebbe essere eseguita in maniera unitaria e globale.
Diversi sono gli strumenti che sono messi a disposizione degli uffici dell’Amministrazione. Con l’accertamento parziale viene consentito di concentrare l’istruttoria solo su alcuni aspetti della posizione fiscale del contribuente, rinviando a momenti successivi l’eventuale verifica degli altri, per permetterle di procedere in maniera celere ed efficace nella sua azione di contrasto all’evasione. È consentito, inoltre, agli uffici di eseguire ulteriori attività istruttorie e di accertamento ove, in momenti successivi, entrino nella loro disponibilità dati e informazioni utili a integrare la pretesa già avanzata o a rimodularla, fornendo una diversa chiave di lettura agli elementi posti alla base della precedente pretesa.
La regolamentazione di questi strumenti ha subito nel corso degli anni una forte evoluzione, con la quale il legislatore ha inteso adeguarne il contenuto sia al rafforzamento dei poteri istruttori conferiti agli Uffici finanziari sia allo sviluppo di nuovi modelli procedimentali dell’agire amministrativo, che hanno visto riconosciuto in maniera sempre maggiore il diritto del cittadino/contribuente alla partecipazione al procedimento amministrativo di accertamento attraverso il contraddittorio preventivo.
In tale contesto, la contrapposizione tra le esigenze di efficacia dell’attività amministrativa e quelle di tutela del diritto di difesa del contribuente, ha dato origine a vivaci dibattiti in dottrina e ad alterne pronunce della giurisprudenza, ai quali il legislatore delegato ha ampiamente attinto per formulare i decreti delegati della riforma tributaria.
In questa trattazione si intende i, pertanto, fornire una lettura attuale delle norme che regolano i suddetti strumenti di accertamento, contestualizzandoli con le più recenti riforme dello Statuto del contribuente e del procedimento accertativo.
Prefazione a cura del Prof. Avv. Gianfranco Ferranti
1. I principi di unicità e globalità
1.1 Il nuovo art. 9 bis dello Statuto del contribuente
1.2 Le possibili deroghe ai principi di unicità e globalità dell’azione accertativa
1.3 Gli effetti della violazione delle norme che disciplinano le deroghe ai principi di unicità e globalità
2. L’accertamento parziale nelle imposte dirette e nell’IVA
2.1 Cenni introduttivi
2.2 La disciplina normativa degli accertamenti parziali
2.3 Previsioni normative generali in materia di accertamento parziale
2.4 Ulteriori ipotesi specifiche in cui è consentito l’accertamento parziale
2.4.1 Redditi imputati per trasparenza
2.4.2 Recupero di crediti di imposta inesistenti o indebitamente fruiti, tasse imposte e altri importi non versati, compresi i contributi e agevolazioni fiscali indebitamente percepiti o fruiti e cessioni di crediti di imposta operate in assenza dei requisiti
2.4.3 Controllo formale delle dichiarazioni
2.4.4 Accertamento in ipotesi di abuso del diritto e disallineamenti da ibridi
2.5 Le norme di coordinamento tra le ipotesi di accertamento parziale e alcuni istituti deflattivi del contenzioso
2.5.1 Le norme di coordinamento presenti nello Statuto del contribuente
2.5.2 Le norme di coordinamento presenti nel decreto in materia di accertamento con adesione
2.5.3 Effetti del ricorso all’accertamento parziale
2.6 Presupposti e perimetro applicativo dell’accertamento parziale: le differenze con gli accertamenti integrativi e modificativi
2.6.1 Principi di unicità e globalità degli atti e necessità di sopravvenuti elementi: l’esclusione della sovrapposizione tra le discipline dell’accertamento parziale e di quello integrativo
2.6.2 I presupposti dell’accertamento parziale e le caratteristiche delle fonti di innesco
2.7 I poteri istruttori degli Uffici e i presupposti formali e sostanziali degli accertamenti parziali
2.8 Le norme “speciali” in materia di accertamento parziale
3. L’accertamento integrativo
3.1 Rapporti tra accertamento integrativo e accertamento parziale
3.2 L’accertamento integrativo
3.3 L’accertamento integrativo e la procedura di adesione
3.4 Coesistenza degli avvisi di accertamento
3.5 Conclusione sull’accertamento integrativo
4. L’accertamento modificativo
4.1 L’istituto in generale
4.2 Le differenze con l’accertamento integrativo
4.3 Il rapporto con l’accertamento originario
5. Accertamento modificativo e integrativo e rapporto con il potere di autotutela
5.1 L’istituto dell’autotutela in ambito tributario
5.2 L’autotutela sostitutiva
Bibliografia
La disciplina dell'impresa sociale
Le imprese sociali, le start-up a vocazione sociale, l’impresa agricola sociale, la società benefit e i fondi per l’imprenditoria sociale (EuSEF)
eBook in pdf di 294 pagine.
Edizione 2024
L’impresa sociale è stata introdotta più di dieci anni fa dal Decreto Legislativo n° 155 del 2006. Essa era una qualifica che le organizzazioni non profit potevano assumere mantenendo la disciplina per esse dettata dalle norme specifiche che le regolano, come, per esempio, la Legge n° 381 del 1991 sulle cooperative sociali e purché l’attività dell’ente consistesse nella produzione o nello scambio dei beni o dei servizi di utilità sociale previsti dal Dlgs 155/2006. Da ciò è derivato che le conseguenze pratiche di questo Decreto per le organizzazioni non profit (associazioni, fondazioni, comitati) sono state limitate nella pratica, come testimonia il fatto che, dal 2006 al 2017, ne sono nate solo alcune centinaia. Ciò è stato dovuto anche al fatto che la disciplina dell’impresa sociale non prevedeva norme agevolative specifiche sul piano fiscale, per cui se queste c’erano derivavano dalla forma giuridica in cui l’impresa sociale era costituita e non da norme emanate per promuovere proprio tale impresa.
L’innovazione più importante del Dlgs 155/2006 fu nel fatto che anche le imprese in forma di società potevano assumere la qualifica di impresa sociale (le imprese individuali non possono essere “imprese sociali”). In tal modo esse diventavano, assieme alle società cooperative a mutualità prevalente (categoria che, ricordiamo, comprende le cooperative sociali) che non hanno questa qualifica, il trait d’union fra il mondo delle organizzazioni a scopo di lucro (o profit) e quello degli enti senza scopo di lucro (o non profit).
L’impresa sociale ha scisso esplicitamente per la prima volta il nesso fra il concetto di impresa (esclusa l’impresa cooperativa ed, in particolare, l’impresa cooperativa sociale) e quello di scopo di lucro, per il quale l’attività dell’impresa è finalizzata a generare un utile che andrà all’imprenditore o sarà suddiviso fra i soci. In tal modo il legislatore ha preso atto dell’esistenza di forme imprenditoriali ed organizzative volte a perseguire finalità civiche o solidaristiche o di utilità sociale che operano nel mercato concorrenziale. In altre parole, si può anche dire che l’impresa sociale ha scisso il concetto di “impresa commerciale” (cioè a scopo di lucro), per cui l’impresa non è più soltanto commerciale ma può essere anche sociale nel senso che può avere le finalità prima indicate.
Siccome gli enti profit o non profit che hanno assunto la qualifica di impresa sociale sono stati fino al 2017 abbastanza pochi, negli ultimi anni si è tentato un rilancio dell’istituto prevedendo che le imprese sociali, se hanno forma di società di capitali o cooperativa, possono essere “start-up innovative a vocazione sociale” (Decreto-Legge n° 179 del 2012) e che possano essere imprese agricole o cooperative sociali che svolgono anche le attività di utilità sociale previste dalla Legge n° 141 del 2015. Inoltre, la Legge n° 208 del 2015 ha introdotto un istituto simile all’impresa sociale, la “società benefit” che, però, mantiene lo scopo di lucro e quindi non può avere anche la qualifica di impresa sociale. Infine, il Regolamento UE n° 346 del 2013 ha disciplinato i fondi comuni di diritto europeo che investono nelle imprese sociali, i c.d. “fondi EuSEF”.
Tutti questi istituti sono esaminati nel presente e-book ai Paragrafi 3, 9, 10 e 11.
Il momento del rilancio di questo istituto sembra essere arrivato col Decreto Legislativo n° 112 del 2017 che, emanato in virtù della delega al Governo contenuta nella Legge n° 106 del 2016 sulla “riforma del terzo settore e dell’impresa sociale”, è appunto quello dedicato alla revisione della disciplina dell’impresa sociale.
Questo decreto, mantenendo fermi i principi sopra esposti dell’abrogato Dlgs 155/2006, vale a dire l’obbligo di svolgere una o più attività di interesse generale a fini di utilità sociale (da cui deve o devono derivare almeno il 70% dei ricavi complessivi dell’ente), la possibilità per qualsiasi tipo di società di diventare impresa sociale e l’assenza dello scopo di lucro (sia pure con qualche eccezione), ha introdotto delle importanti novità che lasciano prevedere nel futuro una certa diffusione dell’istituto.
Infine, segnaliamo che alla disciplina dell’impresa sociale contenuta nel Dlgs 112/2017 sono state apportate alcune correzioni ed integrazioni contenute nel Decreto Legislativo n° 95 del 2018 che illustriamo nell’e-book.
Il testo è inoltre aggiornato:
Sintesi
1. La qualifica di “impresa sociale” delle organizzazioni non profit e delle imprese in forma societaria riformata dal D.lgs. n° 112/2017: cosa comporta e a chi si applica
2. Le attività d’impresa di interesse generale che possono essere esercitate dalle imprese sociali. Il concetto di “principalità” di queste attività
3. Le start-up innovative a vocazione sociale: una tipologia di ente senza scopo di lucro simile ma non identica all’impresa sociale
4. L’assenza dello scopo di lucro nelle imprese sociali ed i casi in cui possono distribuire una quota degli utili o degli avanzi di gestione
5. La costituzione, l’iscrizione nel Registro delle Imprese, la struttura proprietaria e gli organi dell’impresa sociale. La contabilità, il bilancio civilistico ed il bilancio sociale
5.1 La costituzione e l’iscrizione nel Registro delle Imprese delle imprese sociali
5.2 La struttura proprietaria e gli organi delle imprese sociali
5.3 La contabilità, il bilancio di esercizio e il bilancio sociale delle imprese sociali
5.3.1 La contabilità, il bilancio di esercizio e il bilancio sociale delle imprese sociali in generale. I patrimoni destinati a uno specifico affare
5.3.2 La struttura e i contenuti del bilancio sociale delle imprese sociali
5.3.3 La valutazione dell’impatto sociale delle attività - VIS –
6. Le vicende dell’impresa sociale e la devoluzione del patrimonio residuo
7. Il trattamento dei lavoratori e l’impiego di volontari nell’impresa sociale. I controlli esterni su di essa: il D.M. del 29 Marzo 2022
7.1 Il trattamento dei lavoratori e l’impiego dei volontari da parte dell’impresa sociale
7.2 I controlli esterni sull’impresa sociale: i principi generali, i soggetti controllori ed il controllo ordinario
7.3 I controlli esterni sull’impresa sociale: gli esiti del controllo ordinario, i provvedimenti conseguenti, l’ispezione straordinaria, il contributo di vigilanza
8. Il regime fiscale agevolato delle imprese sociali e gli incentivi fiscali per gli investimenti nel capitale e per erogazioni liberali. Il cinque per mille dell’IRPEF
8.1 Il regime fiscale agevolato delle imprese sociali per l’imposta sul reddito dopo il Dlgs 95/2018
8.2 Gli incentivi fiscali per chi investe nel capitale delle imprese sociali
8.3 Le agevolazioni in materia di imposte indirette e di tributi locali
8.4 Le agevolazioni fiscali per le erogazioni liberali alle imprese sociali
8.5 La partecipazione delle imprese sociali al cinque per mille dell’IRPEF
8.6 Le cessioni gratuite di merce alle imprese sociali: Legge n° 166 del 2016 riformata dalla Legge n° 205 del 2017
8.7 Le lotterie filantropiche che possono essere organizzate anche dalle imprese sociali
9. L’impresa di agricoltura sociale disciplinata dalla Legge n° 141 del 2015
10. La “società benefit” introdotta dalla Legge n° 208 del 2015 e il credito d’imposta per le spese della sua costituzione previsto dal DL 34/2020
11. I fondi di investimento collettivo (fondi comuni) per l’imprenditoria sociale (EuSEF) disciplinati dal Regolamento UE n° 346 del 2013
Allegati
Guida pratica per la gestione e divisione di un’eredità;
eBook in pdf di 84 pagine.
L’ambito successorio è complesso ed affascinante: non solo per quanto riguarda la disciplina normativa, ma soprattutto per il carattere non giuridico che la pervade.
Questo è specialmente vero quando i coeredi decidono di dividere l’eredità: alla complessità giuridica si somma la complessità delle relazioni umane.
Il compito del professionista del diritto è, a mio avviso, quello di agevolare il dialogo tra le parti al fine di evitare il più possibile l’ambito giudiziale, e tutti i gravami che questo porta.
Allo stesso tempo, però, non si può mettere in secondo piano la disciplina codicistica e le innovazioni che giurisprudenza e dottrina portano in ogni aspetto della vicenda successoria.
Questo testo nasce dunque come manuale pratico utile ai tecnici del diritto: è una sorta di compendio, innovato con la giurisprudenza più rilevante e più recente, dal taglio pratico.
Senza alcuna pretesa di scientificità e formalità, l’eBook vuole essere un breve manuale per gli operatori del diritto che intendono approcciarsi ad una materia complessa come quella in oggetto. L'autore ha cercato di semplificare il più possibile le nozioni, e di vedere il problema – complesso - della divisione ereditaria dal momento iniziale al momento finale, fino all’eventuale momento patologico.
Tutto ciò si riflette nella struttura della presente guida e, in particolare, nella divisione in capitoli.
Il primo capitolo è un’introduzione generale alla materia: viene compendiato il fenomeno successorio, e vengono indicati i soggetti che ne sono (e che non ne sono) coinvolti.
Il secondo capitolo tratta nello specifico della comunione ereditaria: cos’è, cosa non è, come nasce e come si sviluppa. Infine, come può concludersi.
Il terzo capitolo analizza in tutte le sue fasi la divisione ereditaria: essa può essere, come noto, giudiziale o negoziale. Tratterò della disciplina comune, con le specificazioni del caso quando necessario. Non ci sarà un focus particolare per gli aspetti processualistici della vicenda, data la natura del presente contributo. L’aspetto negoziale (ossia: la divisione concorde tra i coeredi) sarà invece valorizzato.
Il quarto capitolo è dedicato alla patologia della divisione: patologia che può riguardare l’oggetto (ad esempio, beni da dividere oggetto di ipoteca) oppure il soggetto (lesioni dei diritti dei coeredi, che questi intendono azionare dopo la divisione). In particolar modo, tratterò delle problematiche relative alle ipoteche iscritte sui beni comuni, ed alla circolazione dei beni immobili abusivi.
Introduzione
1. La successione mortis causa ed i soggetti dell’eredità
1.1 La successione a causa di morte nei suoi profili essenziali
1.1.1 Cos’è la successione mortis causa. L’erede ed il legatario.
1.1.1.1 Definizione di successione mortis causa. L’erede, il legatario e le differenze tra loro.
1.1.2 L’apertura della successione: quando e dove si apre la successione ereditaria
1.1.3 La chiamata alla successione ereditaria.
1.2 Soggetti dell’eredità
1.2.1 Il coniuge, il coniuge separato ed il coniuge divorziato.
1.2.2 La parte unita civilmente
1.2.3 Il convivente
1.2.4 I figli. L’istituto della rappresentazione successoria (art. 467 c.c.)
1.2.5 Gli ascendenti (genitori, nonni, bisnonni..)
1.2.6 Fratelli e sorelle
1.2.7 Gli altri parenti. La successione in favore dello Stato italiano
2. La comunione ereditaria
2.1 La comunione ereditaria: definizione e cenni introduttivi.
2.1.1 Cenni sulla comunione in generale.
2.1.2 Il diritto di sciogliere la comunione ereditaria, ed i limiti del diritto medesimo.
2.1.3 La divisione della comunione ereditaria.
2.2 La divisione contrattuale: il contratto di divisione ereditaria.
2.2.1 L’accordo (cenni).
2.2.2 L’accordo (le parti del contratto divisionale)
2.2.3 L’accordo (i creditori particolari dei coeredi)
2.2.4 L’oggetto della divisione ereditaria (cenni introduttivi).
2.2.5 L’oggetto della divisione ereditaria (beni mobili ed immobili).
2.2.6 L’oggetto della divisione ereditaria (le quote sui singoli beni ereditari).
2.2.7 La forma.
3. La divisione ereditaria
3.1 La formazione dell’attivo e passivo ereditari (prima fase)
3.1.1 Cenni introduttivi. Il primo passaggio (formazione dell’attivo e passivo ereditari).
3.2 La vendita dei beni per il pagamento dei debiti ereditari (seconda fase)
3.3 La resa dei conti (terza fase)
3.4 Prelevamenti (quarta fase).
3.5 La collazione (quinta fase)
3.6 La formazione delle porzioni (sesta fase).
3.7 L’assegnazione delle porzioni (settima ed ultima fase, necessaria).
4. La fase patologica della divisione ereditaria
4.1 L’immobile del coerede in comunione legale.
4.1.1 Se il bene da dividere appartiene ad entrambi i coniugi quali coeredi.
4.1.2 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta prima del matrimonio).
4.1.3 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta dopo il matrimonio).
4.1.4 Se il bene da dividere appartiene ad uno solo coniuge in comunione dei beni (successione aperta dopo il matrimonio) e la divisione prevede un conguaglio.
4.2 L’immobile gravato dal diritto di abitazione ex art. 540 c.c.
4.3 L’immobile gravato da ipoteca iscritta dai creditori di un coerede.
4.3.1 L’ipoteca iscritta su tutti i beni oggetto di divisione
4.3.2 L’ipoteca iscritta su alcuni tra i beni oggetto di divisione.
4.4 Le garanzie prestate dai condividenti.
4.4.1 La garanzia per evizione e molestie.
4.4.2 La garanzia per insolvenza del debitore di un credito.
4.5 L’impugnazione della divisione contrattuale.
4.5.1 Annullamento per violenza e dolo.
4.5.2 Rescissione per lesione (art. 763, comma I c.c.). La distinzione
4.6 La circolazione del bene immobile abusivo
4.6.1 La sentenza della Corte di cassazione, Sezioni Unite, n. 25021/2019
4.7 Il contenzioso in materia ereditaria: brevissimi cenni.
4.7.1 Il procedimento di mediazione ex D. Lgs. 28/2010.
Le agevolazioni per le imprese con sede nelle zone economiche speciali 2024 (ZES Unica del mezzogiorno, ZLS e ZFDI), eBook in pdf di 114 pagine.
Aggiornato al DPCM 40/2024 di attuazione delle ZLS in GU n.77 del 02.04.2024, al DPCM 17.05.2024 di attuazione del credito di imposta ZES ed al Decreto-Legge 60/2024 sulla decontribuzione nella ZES Unica
La zona economica speciale o zona di libero scambio (ZES) o free trade zones (FTZ) è un’area geografica delimitata all’interno di un paese in cui le imprese nazionali e quelle estere possono importare materiali, svolgere attività di produzione, movimentare beni ed esportare prodotti finiti senza essere soggetti a tariffe (dazi), quote di importazione o esportazione ed altre formalità burocratiche doganali totalmente o in misura ridotta rispetto al resto del territorio della nazione che l’ha istituita.
Esse, inoltre, sono di solito ubicate presso città od aree importanti e dotate di specifici vantaggi infrastrutturali per il commercio come la presenza di porti, aeroporti, ferrovie, autostrade o frontiere con altri paesi.
L’istituzione delle ZES ha principalmente l’obbiettivo di attrarre nell’area geografica di ubicazione nuovi investimenti diretti esteri (IDE) ma anche nazionali. A tal fine, per le ZES in cui si svolge anche un’attività di produzione o trasformazione, è importante la presenza nell’area anche di zone industriali attrezzate, di manodopera qualificata e non, di centri di ricerca, di filiali di banche ed altri intermediari finanziari e assicurativi, di società di consulenza gestionale, ecc.
L’istituto della zona economica speciale è di recente introduzione nell’ordinamento italiano, in quanto essa risale al Decreto-Legge n° 91 del 2017 (“Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno” o “Decreto Sud”, convertito in Legge n° 123 del 2017) successivamente più volte riformato. L’art. 4 di questo introdusse le zone economiche speciali (ZES) mentre l’art. 5 era dedicato ai benefici fiscali ed alle semplificazioni burocratiche di cui godevano le imprese che operano in queste aree.
A partire dal 1° Gennaio 2024, sulla base della riforma contenuta negli articoli da 9 a 16 e 22 del Decreto-Legge 124/2023, le otto ZES che sono state istituite nel Mezzogiorno d’Italia dal 2017 al 2023 sono confluite nella “ZES unica per il Mezzogiorno” il cui territorio comprende le regioni Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. La ZES unica comprende quindi le regioni c.d. “meno sviluppate” o “in transizione” (solo l’Abruzzo) identificate dal diritto comunitario sulla base della loro distanza dal PIL pro capite medio dei ventisette paesi aderenti all’Unione Europea.
Il territorio su cui si applicano le agevolazioni previste per le imprese che investono nelle ZES passa dall’essere lo 0,4% della superficie complessiva del Sud Italia, comprendente i porti più importanti, le zone retroportuali e le principali zone industriali del Sud, al 95% circa di questa, dato che sono escluse alcune zone dell’Abruzzo. Essa è la zona economica speciale più grande del mondo per estensione territoriale (117.600 kmq) e la seconda per popolazione residente (19.350.000 persone). In tal modo la finalità della ZES unica passa dall’essere quella dello sviluppo di queste sole aree a quella dello sviluppo del Mezzogiorno in generale.
Le agevolazioni fiscali e finanziarie per le imprese che investono nella ZES unica sono di tre tipi:
Segnaliamo che un’altra agevolazione, attiva fino al 31 Dicembre 2023 e consistente nel dimezzamento dell’imposta sul reddito (IRES od IRPEF) per le nuove attività avviate da imprese sempre nel territorio della ZES unica, introdotta dei commi da 173 a 178 dell’articolo 1° della Legge 178/2019 è stata sospesa a partire dal 1° Gennaio 2024, ma non abrogata, dall’ultimo periodo del 4° comma dell’art. 22 del DL 124/2023 per cui potrebbe essere riproposta in futuro, se ci sarà la volontà politica in tal senso e se si troveranno i fondi per finanziarla.
Questa agevolazione rientrava e rientra tuttora nella tipologia “de minimis”, che dà diritto a massimo 300.000 Euro di beneficio in tre esercizi, per cui, siccome tale agevolazione valeva per i primi sette esercizi della nuova attività, essa poteva dare diritto ad un beneficio di importo massimo di 700.000 Euro.
Una variante delle ZES, vale a dire la zona logistica semplificata (ZLS), è stata invece introdotta dai commi da 61 a 65 dell’art. 1° della Legge n° 205 del 2017 e può essere ubicata nelle “regioni più sviluppate” o “in transizione” (Marche ed Umbria, visto che l’Abruzzo rientra nella ZES unica Sud) del nostro paese dove non si possono creare delle ZES, cioè nelle regioni costiere del Centro e del Nord Italia. Le citate norme di legge sulla ZLS sono state attuate dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) n° 40 del 4 Marzo 2024.
Segnaliamo, inoltre, che questo e-book è aggiornato alla riforma della disciplina della ZES che ha istituito la ZES unica per il Mezzogiorno contenuta negli articoli da 9 a 16 e 22 del Decreto-Legge n° 124 del 2023 convertito in Legge n° 162 del 2023 ed attuato dal DPCM del 17 Maggio 2024 per quanto riguarda le modalità di accesso al credito d’imposta per gli investimenti le cui istanze telematiche all’Agenzia delle Entrate possono essere presentate a partire dal 12 Giugno.
Sintesi
1. Cosa sono le zone economiche speciali (ZES), la loro evoluzione storica e le loro caratteristiche in termini di vantaggi che offrono alle imprese
2. Le tipologie delle ZES e le regole previste dal diritto comunitario
3. Le tipologie di Free Trade Zones previste dall’ordinamento italiano: le Zone Economiche Speciali (ZES), le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) e le Zone Franche Doganali Intercluse (ZFDI)
4. La costituzione, l’organizzazione e la governance della ZES unica per il Mezzogiorno
5. Le agevolazioni amministrative per le imprese insediate nella ZES unica: lo sportello unico digitale della ZES unica del Mezzogiorno – S.U.D. ZES e il procedimento di autorizzazione unica per l’avvio degli insediamenti produttivi
5.1 Lo sportello unico digitale della ZES unica del Mezzogiorno – S.U.D. ZES
5.2 Il procedimento di autorizzazione unica per l’avvio degli insediamenti produttivi ubicati nella ZES unica del Mezzogiorno
6. Le agevolazioni fiscali e finanziarie per le imprese insediate nella ZES unica
6.1 Il credito d’imposta per gli investimenti effettuati dalle imprese ubicate nella ZES unica
6.2 La possibilità, per gli investimenti effettuati dalle imprese nella ZES unica, di usufruire del finanziamento agevolato previsto per i c.d. “Contratti di Sviluppo” gestiti da Invitalia Spa
6.3 La riduzione alla metà dell’imposta sul reddito per le imprese che avviano una nuova attività nelle ZES, ora nella ZES unica, prevista dalla Legge 178/2020 (agevolazione sospesa a partire dal 1° Gennaio 2024)
6.4 La decontribuzione per le nuove assunzioni delle microimprese nella ZES unica introdotta dall’art. 24 del Decreto-Legge n° 60 del 2024
7. Le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) delle regioni più sviluppate e la loro disciplina dopo l’istituzione della ZES unica del Mezzogiorno
7.1 La disciplina legislativa delle zone logistiche semplificate (ZLS)
7.2 Le norme di attuazione delle ZLS: il DPCM n° 40 del 2024: il procedimento di istituzione di esse ed il loro Piano di sviluppo strategico.
7.3 Le norme di attuazione delle ZLS: il DPCM n° 40 del 2024: la governance ed il controllo sulle ZLS e le semplificazioni amministrative ad esse destinate (l’autorizzazione unica).
8. Conclusioni
Allegati normativi
Tutte le novità e le regole dopo la conversione in legge del D.L. 29/03/2024 n. 39 (Legge 23 maggio 2024, n. 67 – GU Serie Generale n. 123 del 28-05-2024)
eBook in pdf di 66 pagine.
Passa a dieci anni la durata della detrazione per il Superbonus a partire dalle spese 2024, e arriva anche lo stop alla possibilità di cedere le rate residue delle detrazioni usufruite in passato. Per fornitori e cessionari resta la possibilità di compensare in quattro anni.
Queste le principali novità introdotte con la legge di conversione del decreto 39/2024 che aveva già stabilito lo stop definitivo alla possibilità di opzione per sconto in fattura e cessione del credito per chi aveva presentato la CILAS entro il 16 febbraio 2023 ma non aveva effettuato alcuna spesa alla data di entrata in vigore del decreto stesso. Opzioni ancora ammesse ma con il limite di spesa di 400 milioni di euro nel 2024 per gli interventi di ricostruzione dopo gli eventi sismici in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, con il controllo del Commissario alla ricostruzione sull'andamento della spesa. Il testo prevede anche la sospensione dell'uso in compensazione dei crediti d'imposta da Superbonus in presenza di debiti fiscali di importo superiore ai 10.000 euro.
A parte queste novità, l'anno in corso si era aperto già con il Superbonus con aliquota ridotta al 70%, e possibilità di eseguire interventi esclusivamente da parte dei condomini, sia per le parti comuni che per i singoli appartamenti all’interno dell’edificio. Non si perderà la detrazione per le spese del 2023 anche se non saranno completati i lavori grazie al decreto con la sanatoria di fine anno. Contributo ad hoc per i proprietari con redditi familiari entro la soglia di 15.000 euro. Nessuna proroga per le villette e gli immobili funzionalmente autonomi, con l’unica eccezione degli interventi di ricostruzione dei fabbricati lesionati nelle zone colpite dal terremoto nelle quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. Ristrette però le possibilità di usufruire in questi casi dell'opzione per sconto o cessione.
Da gennaio 2024 è scattata anche la tassazione più elevata per chi vende gli immobili riqualificati con la maxi agevolazione, con regole ancora più stringenti per chi ha utilizzato sconto in fattura o cessione del credito.
Nell'ebook tutte le novità dopo la conversione in legge del decreto 39/2024.
Premessa
1. Aliquote e lavori
1.1 Le regole generali
1.2 Aliquota ancora al 110% per la ricostruzione nelle aree colpite dai terremoti
1.2.1 Nesso causale tra sisma e danni all'edificio
1.3 Villette e immobili autonomi
2. Lavori in corso ancora con sconto e cessione
2.1 Le date di riferimento
2.2 Le varianti in corso d'opera
2.3 Immobili lesionati e opzioni 2024
2.3.1 Obbligo di polizza catastrofale
3. Stop opzioni e controlli preventivi
3.1 Stop cessioni per tutti i lavori mai avviati
3.2 Quando sono ancora possibili sconto e cessione
3.3 I controlli sulla spesa per la ricostruzione
3.3.1 Fondo per la riqualificazione degli edifici delle zone terremotate
3.3.2 Contributo per la riqualificazione energetica e strutturale di immobili di ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale
3.4 Comunicazione preventiva delle spese
3.5 Niente detrazione per chi non invia i dati
4. Detrazione obbligatoria in 10 anni
4.1 Sale il numero delle rate per le spese dal 2024
4.2 Stretta su banche e intermediari per i crediti acquistati al di sotto del 75%
4.2.1 Per banche e intermediari dal 2025 niente compensazione con debiti contributivi
4.3 Niente più cessione del credito per le rate residue
5. Più controlli in loco sugli edifici riqualificati
5.1 Comuni coinvolti nelle verifiche
5.2 I controlli sui cantieri finanziati dal PNNR
5.3 I controlli alla luce del nuovo decreto PNNR
5.4 L'accesso in cantiere
5.5 Le comunicazioni alle Entrate
6. Compensazione sospesa in presenza di debiti fiscali
6.1 Compensazione sospesa
6.2 Niente stop in caso di piani di rateazione attivi
6.3 Fermi i termini di utilizzo delle rate
7. Sanatoria per i lavori non conclusi in caso di sconto o cessione
7.1 Stato del cantiere e diritto alla detrazione
7.2 Decreto e sanatoria
7.3 La relazione al provvedimento
7.4 I dubbi di costruttori e professionisti tecnici
7.5 Il contributo per i contribuenti a basso reddito
7.6 Come si definisce la soglia di reddito familiare
8. Più tasse sulle vendite degli edifici riqualificati
8.1 Plusvalenza fino a 10 anni dal termine dei lavori
8.2 Termini dei lavori e tasse sulla plusvalenza
8.3 Nel mirino le vendite dal 1° gennaio 2024
8.4 Le verifiche del Fisco sulle mancate variazioni della rendita catastale
8.5 Più salato il conto dell’IMU sulle seconde case
9. Annullamento della comunicazione di prima cessione
9.1 La lista degli errori formali
9.1.1 Casi particolari
9.2 Gli errori sostanziali
9.3 L’istanza di annullamento del credito
9.4 La compilazione del modello
10. Annullamento comunicazione cessioni successive
10.1 Nuovo modello sempre a doppia firma
10.2 Crediti tracciabili da revocare per singola rata
10.3 Crediti non tracciabili e disponibilità
10.4 Comunicazione crediti inutilizzabili
10.5 No alla comunicazione in caso di crediti oggetto di sequestro
Appendice normativa
Guida alle agevolazioni all'assunzione 2024: tutte le misure per favorire l’occupazione dei giovani e dei disoccupati.
Aggiornato al DL Coesione n. 60/2024 in GU n.105 del 7.5.2024
eBook in pdf di 68 pagine.
A prescindere dal colore politico dei singoli governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi decenni, un comun denominatore è stato l’obiettivo di ridurre il numero dei disoccupati, introducendo misure destinate a favorire l’inserimento/reinserimento lavorativo di determinate categorie di soggetti altrimenti a rischio, per i più svariati motivi, di versare in condizioni di povertà, difficoltà economica o esclusione sociale.
Tra le leve utilizzate dagli esecutivi per contrastare la disoccupazione figurano gli sgravi riconosciuti ai datori di lavoro che assumono determinate categorie lavorative.
Nello specifico, grazie ad un abbattimento totale o parziale dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico del datore di lavoro, il fine ultimo è (ed è stato) quello di veicolare le aziende verso l’assunzione dei soggetti ritenuti meritevoli di tutela da parte del legislatore.
Tuttavia, i vantaggi portati in dote dal lavoratore interessato sono sottoposti a determinate condizioni e requisiti con l’intento soprattutto di evitare un utilizzo fraudolento degli sgravi come, ad esempio, da parte di aziende che non rispettano le norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro ovvero i contratti collettivi nazionali, sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Al di là dei casi particolari (come lo sgravio per coloro che assumono sostituti di lavoratori in maternità) gli incentivi possono essere raggruppati in due macrocategorie:
Oltre all’obiettivo finale degli incentivi, gli stessi possono essere distinti tra provvedimenti strutturali, previsti quindi a tempo indeterminato, e, al contrario, misure sperimentali operative per un certo periodo di tempo, destinate a scomparire in mancanza di una proroga.
L'eBook si concentra su entrambi i tipi di sgravio, tanto quelli che, senza alcun dubbio, ci accompagneranno anche nel 2024, quanto le misure che, in assenza di un intervento normativo, non Sono più operative dallo scorso 1° gennaio 2024. Tuttavia, anche quest’ultimo gruppo di incentivi merita un’analisi approfondita, posto che Trattasi di misure comunque in vigore fino al 31 dicembre 2023.
Premessa
1. Le condizioni generali per l’accesso agli incentivi
2. Sostituzione di dipendenti in maternità
2.1 Premessa
2.2 Quando spetta lo sgravio?
2.3 Datori di lavoro beneficiari
2.4 Importo, natura e durata dello sgravio
2.5 Possibili gli scorrimenti a catena
2.6 Adempimenti aziendali
2.7 Come fruire dello sgravio?
3. Assunzione di giovani
3.1 Premessa
3.2 La Manovra 2023
3.3 Datori di lavoro beneficiari
3.4 Quali sono i rapporti di lavoro incentivati?
3.5 Quali sono i rapporti di lavoro esclusi dallo sgravio?
3.6 Assetto e misura dell’incentivo
3.7 Condizioni specifiche di spettanza dello sgravio
3.8 Condizioni per il riconoscimento degli incentivi: casi particolari
3.9 Forme contrattuali diverse dal rapporto a tempo indeterminato
3.10 Il lavoratore porta in dote lo sgravio
3.11 Coordinamento con altri incentivi
3.12 Come fruire dello sgravio?
3.13 Riconoscibilità degli esoneri anche per riqualificazione di un precedente rapporto
4. Precari con figli minori
4.1 Premessa
4.2 Quando spetta l’incentivo?
4.3 Datori di lavoro beneficiari
4.4 A quanto ammonta lo sgravio?
4.5 Come accedere allo sgravio?
4.6 Come fruire dello sgravio?
5. Studenti
6. Giovani fino a 29 anni “NEET”
6.1 Premessa
6.2 Quali datori di lavoro possono accedere all’incentivo?
6.3 Lavoratori per i quali opera l’incentivo
6.4 Quali sono i rapporti di lavoro incentivati?
6.5 A quanto ammonta l’incentivo?
6.6 Sospensione dell’incentivo
6.7 Incremento occupazionale netto
6.8 Coordinamento con altri incentivi
6.9 Procedimento di ammissione allo sgravio
6.10 Attenzione ai dati comunicati all’Inps e a quelli inseriti in UniLav
6.11 Come fruire dello sgravio?
7. Beneficiari di NASpI
7.1 Premessa
7.2 Datori di lavoro beneficiari
7.3 Ammontare dello sgravio
8. Ultracinquantenni
8.1 Premessa
8.2 Lavoratori per i quali spetta l’incentivo
8.3 Quali sono i rapporti incentivati?
8.4 Durata
8.5 Ammontare dello sgravio
8.6 Incremento occupazionale netto
8.7 Come fruire dello sgravio?
9. Donne “svantaggiate”
9.1 Premessa
9.2 Donne prive di impiego regolarmente retribuito
9.3 Residenza
9.4 Incremento netto dell’occupazione
9.5 Rapporti di lavoro incentivati e durata e ammontare dello sgravio
9.6 A quanto ammonta lo sgravio maggiorato?
9.7 Compatibilità con altri incentivi
9.8 Sgravio maggiorato: triennio 2021 – 2023
9.9 Quali datori di lavoro possono accedere all’incentivo?
9.10 Per quali lavoratrici spetta lo sgravio maggiorato?
9.11 Settori con accentuata disparità occupazionale di genere
9.12 Il Decreto ministeriale per l’anno 2024
9.13 Come fruire dello sgravio?
10. Assunzione disabili
10.1 Altri rapporti ammessi allo sgravio
10.2 Come accedere allo sgravio?
10.3 Come viene fruito lo sgravio?
10.4 Possibile il cumulo con altri sgravi?
11. Donna vittime di violenza
12. Beneficiari dell’Assegno di inclusione (ADI)
12.1 Datori di lavoro beneficiari
12.2 Rapporti di lavoro agevolabili
12.3 Rapporti di lavoro esclusi
12.4 Misura e durata dell’esonero
12.5 Esclusi premi e contributi Inail
12.6 A quali condizioni spetta l’incentivo?
12.7 Portale delle agevolazioni
13. Le novità del Decreto Coesione
13.1 Bonus giovani
13.1.1 Importo
13.1.2 Licenziamenti
13.2 Bonus donne
13.2.1 Importo
13.2.2 Lavoratrici svantaggiate
13.2.3 Incremento netto dell’occupazione
13.3 Bonus ZES
13.3.1 Limite dimensionale
13.3.2 Importo
13.3.3 Licenziamenti
Profili giuridici della Direttiva sulla sostenibilità aziendale.
Dalla Responsabilità Sociale delle Imprese alla Rendicontazione: un'analisi del quadro giuridico attraverso il Codice Civile, il Diritto dell'Impresa e il Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
eBook in pdf di 99 pagine.
Questo volume rappresenta una guida essenziale per comprendere il complesso quadro giuridico della sostenibilità, con un'attenzione particolare alle implicazioni del Codice Civile, del Diritto dell'Impresa e del Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza.
La "Corporate Sustainability Reporting Directive" (CSRD) è un chiaro segnale dell'impegno dell'Unione Europea per promuovere lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale delle imprese. Questo impegno si basa sulla necessità di affrontare sfide globali come i cambiamenti climatici, i conflitti, la povertà e la pandemia, riconoscendo il ruolo cruciale delle imprese nel trovare un equilibrio tra crescita economica, coesione sociale e tutela ambientale.
L'eBook esplora il concetto di "valore" nelle imprese moderne, andando oltre la semplice massimizzazione del profitto per includere obiettivi di sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Questo implica un'evoluzione nella governance aziendale e una nuova visione del rapporto tra imprese, fiscalità e sistema finanziario, tutti orientati verso la sostenibilità.
La "Corporate Sustainability Reporting Directive" rappresenta una svolta epocale, introducendo obblighi giuridici per le imprese riguardo alla rendicontazione di sostenibilità e l'uso di standard di reporting europei. Questa direttiva obbliga le aziende a trasformarsi in imprese sostenibili per mantenere la competitività e l'accesso ai finanziamenti.
Contenuto dell'eBook:
L'eBook è rivolto non solo ai professionisti del diritto e agli esperti di sostenibilità, ma anche a imprenditori, dirigenti aziendali, consulenti e a chiunque sia interessato a comprendere le nuove sfide e opportunità legate alla sostenibilità aziendale.
Introduzione
1. La Corporate Sustainability Reporting Directive: il quadro di riferimento
1.1 Lo Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: brevi cenni
1.1.1 Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: evoluzione a livello internazionale e caratteristiche dei principi contenuti nei documenti/atti internazionali
1.1.2 Sviluppo Sostenibile: evoluzione a livello europeo
1.2 Sviluppo Sostenibile-Sostenibilità: Responsabilità Sociale delle Imprese e nuovo “concetto” di impresa e “fare impresa”
1.2.1 La “nuova” cultura d’impresa
1.2.2 La Responsabilità Sociale d’Impresa: i profili regolatori di matrice europea
1.2.3 La Responsabilità Sociale d’Impresa: i profili regolatori di matrice nazionale
1.2.4 Le norme tecniche: brevi cenni
1.3 Dalla CSR ai fattori ESG
1.3.1 Gli ESG: brevi considerazioni anche in ordine al ruolo della finanza
2. Dalla NFRD alla CSRD: sintetici cenni
3. La CSRD: i soggetti obbligati e adempimenti conseguenti
3.1 Adempimenti conseguenti: Relazione sulla Gestione e Rendicontazione di Sostenibilità
4. I principi di rendicontazione: il principio della doppia materialità
4.1 Gli ESRS: l’approccio adottato e l’architettura
4.2 Gli ESRS ed il principio di doppia materialità
4.3 I principi di rendicontazione di sostenibilità per le piccole e medie imprese
5. Rendicontazione di Sostenibilità e supply chain
5.1 La catena del valore o anche filiera sostenibile
5.2 La catena del valore e la CSRD
5.3 La catena del valore ed il Regolamento Delegato (UE) 2023/2772
5.4 La catena del valore, la Direttiva CSDDD e le PMI (non quotate)
6. Rendicontazione di sostenibilità e assurance
7. La CSRD e la Tassonomia
8. La CSRD e l’Impresa Sostenibile
8.1 Profili europei
8.2 Profili nazionali
8.3 L’Impresa Sostenibile
9. La CSRD: gli impatti sugli Organi Sociali
9.1 CSRD e gli Organi sociali: profili generali
9.1.1 L’impatto della CSRD in tema di sostenibilità dell’Organo Amministrativo
9.2. CSRD e gli Organi sociali: profili operativi
10. Dalla CSRD al Codice Civile fino al Codice della Crisi d’Impresa
10.1 Il nuovo art. 2086 c.c. e la Sostenibilità
10.2 La Sostenibilità e la responsabilità sociale della crisi d’impresa
11. La fiscalità come fattore di sostenibilità ESG
Bibliografia – Letteratura menzionata
Riferimenti normativi, regolamentari ed internazionali
Sitografia
Giurisprudenza
Abbreviazioni ed acronimi