La Fondazione Studi consulenti del lavoro ha pubblicato un approfondimento sulle modifiche apportate dal Decreto crescita ai regimi fiscali agevolati per i lavoratori cd. Impatriati ossia coloro che riportano la residenza fiscale in Italia dopo anni di lavoro all'estero.
Il documento ricorda come le agevolazioni siano state introdotte fin dal 2010 in varie forme per venire in contro alla sempre maggiore mobilità dei lavoratori in particolare nei paesi europei ma anche extraeuropei.
Ora vengono riproposte a partire dal 2020 con un ulteriore incremento dal 50 al 70% del reddito esente ad opera del decreto crescita (tutt'ora in fase di conversione in Legge) prevedendo la concessione dell’agevolazione per massimo 10 anni a una platea più ampia, che comprenderà tutti i lavoratori senza distinzione di livello di istruzione o di posizione e anche gli imprenditori.
Sono anche previsti ulteriori innalzamenti dell'area di esenzione in caso di figli a carico o se il lavoratore acquista un immobile in Italia dopo il rientro.
La circolare approfondisce quindi nel dettaglio l'evoluzione normativa che dalla legge n. 238/2010, attiva fino al 2017 e modificata prima dal D.L. 216/2011, poi dal D.L. 192/2014, ha portato al decreto legislativo n. 147 del 2015 e ora al Decreto crescita n. 34 2019.
Vengono forniti anche esempi pratici di calcolo di alcuni casi sull'imposizione fiscale e il risparmio per un impiegato del settore industria con RAL di 50.000,00€ e di un dirigente con RAL 20.000,00 €