Una volta verificata la natura indebita del vantaggio fiscale conseguito dal contribuente, l’abuso del diritto potrebbe emergere, tra l’altro, dall’uso “distorto” e non “fisiologico” degli strumenti utilizzati.
Questo passaggio dell’atto di indirizzo del vice Ministro Leo sui criteri applicativi della disciplina di contrasto all’abuso del diritto, di cui all’art. 10 bis, legge 212/2000, è stato utilizzato spesso a sproposito dalla giurisprudenza di vertice per contestare la natura elusiva di talune operazioni.
Va detto, peraltro, che il suddetto atto di indirizzo si pone, in molti punti, in una posizione di consapevole contrapposizione con la giurisprudenza della Corte di Cassazione.
Si pensi alla sostanziale “residualità” dell’elemento dell’essenzialità del vantaggio fiscale indebito.
O, ancora, alla rilevanza data nel documento alla necessità che, in presenza - non di operazione singola ma - di una concatenazione negoziale, sia ravvisabile un collegamento tra di esse, funzionale al perseguimento del vantaggio fiscale indebito.
Ne deriva che...leggi l'approfondimento di Dario Deotto e Luigi Lovecchio su Blastonline.it