Lo scioglimento della comunione legale si verifica esclusivamente nelle situazioni previste dalla normativa. Tali cause non possono essere modificate con accordi tra i coniugi.
In questa fase, i frutti dei beni propri e i proventi delle attività separata di ciascun coniuge, se non sono stati ancora consumati rientrano nella "comunione de residuo", integrandosi con gli altri beni soggetti al regime legale dei beni.
Dopo un cenno sulle tipologie di scioglimento della comunione, di seguito esaminiamo alcune delle principali cause di scioglimento di natura legale.
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1) Matrimonio e tipologie di scioglimento della comunione
Lo scioglimento può essere di natura:
- Legale: si verifica automaticamente al verificarsi di determinati fatti.
- Giudiziale: per effetto di una pronuncia del giudice.
- Convenzionale: su accordo tra i coniugi, con modifica del regime patrimoniale.
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2) Scioglimento legale del regime di comunione: cause
Le principali cause di scioglimento legale sono indicate all'art. 191 del Codice Civile e includono:
- dichiarazione di assenza o morte presunta di un coniuge;
- annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;
- separazione personale dei coniugi;
- separazione giudiziale dei beni;
- fallimento di uno dei coniugi;
- mutamento convenzionale del regime patrimoniale.
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3) Scioglimento legale del regime di comunione: dichiarazione di assenza o morte presunta
Dichiarazione di Assenza o Morte Presunta
- Dichiarazione di Assenza: può essere richiesta al Tribunale trascorsi due anni dall'ultima notizia della persona. Durante questo periodo, il coniuge può ottenere un assegno alimentare e l'immissione nel possesso temporaneo dei beni.
- Morte Presunta: può essere dichiarata trascorsi dieci anni dall'ultima notizia dell'interessato. In questo caso, la comunione legale si scioglie definitivamente.
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4) Scioglimento legale del regime di comunione: annullamento del Matrimonio
L’annullamento del matrimonio comporta l’eliminazione del vincolo coniugale, che viene considerato invalido sin dalla sua origine.
Le cause principali di annullamento includono:
- Mancanza del requisito dell’età minima.
- Esistenza di un precedente vincolo matrimoniale.
- Vincolo di parentela o affinità entro i limiti previsti dalla legge.
- Rapporto di adozione.
- Condanna per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altro.
- Stato di interdizione per infermità mentale o incapacità di intendere e di volere.
- Violenza, errore o simulazione del consenso.
5) Matrimonio putativo e indennità per coniuge che ha agito in buona fede
Se uno dei coniugi ha agito in buona fede, il matrimonio, produce effetti fino alla pronuncia della sentenza che pronuncia la nullità.
La buona fede sussiste quando il coniuge ignorava la causa di nullità o quando il consenso era stato estorto con violenza o determinato da un errore di eccezionale gravità.
Se la condizione di buona fede riguarda un solo coniuge, solo questi può beneficiare degli effetti del matrimonio putativo.
A seguito dell’annullamento, il coniuge in buona fede ha diritto a un’indennità economica a carico dell’altro coniuge per un periodo massimo di tre anni, qualora non disponga di redditi adeguati e non si sia risposato.
Tuttavia, tale indennità non implica il mantenimento del regime di comunione dei beni. L’annullamento del matrimonio provoca lo scioglimento del regime patrimoniale fino al momento della celebrazione delle nozze.
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