Dopo la pubblicazione delle Linee guida, Tax Compliance Model, TCM, per la progettazione del Tax Control Framework, TCF, ai fini dell’ammissibilità dei contribuenti istanti al regime di adempimento collaborativo (Provvedimento ADE 10 gennaio 2025) [1], l’ Agenzia delle Entrate (con comunicato stampa del 25 gennaio 2025) ha reso noto il funzionamento nel proprio sito del servizio per la stesura della mappa dei rischi, per il settore industriale.
Il Modello si riferisce all’Allegato 2” delle citate Linee guida TCM, ed è utilizzabile da:
- i “soggetti già aderenti” ammessi al regime di adempimento collaborativo prima del d. lgs. 121/2023, e
- i contribuenti “nuovi istanti” che hanno presentato la domanda e sono stati indicati tra i soggetti in possesso dei requisiti soggettivi.
Il Modello privilegia l’individuazione, misurazione, valutazione e controllo dei rischi fiscali per processi aziendali, in linea con le Linee guida del Modello Organizzativo e Gestione, MOG 231 (Linee guida Confindustria giugno 2021). E può essere un utile strumento di supporto alle PMI che adottano il TCF certificato per aderire volontariamente all’adempimento collaborativo.
[1] M. Peta, Adempimento collaborativo: linee guida AdE TCM, in Fisco e Tasse, 13/01/2025
1) Tax Control Framework integrato: quattro buildings-bolcks, OCSE
Il Tax Complance Model, TCM, è il Documento pubblicato dell’Agenzia delle Entrate per la guida alla progettazione di un TCF integrato e certificato ai fini dell’ammissibilità al regime opzionale dell’adempimento collaborativo. Il Documento ha recepito gli standard internazionali dell’OCSE[2] che definiscono i pilastri, o buildings-blocks, intorno ai quali costruire un efficace TCF che dia la possibilità all’impresa di controllare e gestire, in modo consapevole, i propri rischi fiscali.
I quattro pilastri, o aree di funzionamento di un TCF, che integrano i requisiti di un efficace sistema di misurazione e valutazione del rischio, sono:
- l’ambiente di controllo: corpus normativo interno, principi base sui cui si fonda il TCF, compresa l’adozione di una strategia fiscale (requisito del TCF);
- la governance del sistema di controllo, che richiede la definizione dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nella gestione della variabile fiscale secondo un modello di governance a “tre linee di controllo”;
- il processo di tax risk assessment, insieme di norme, regole e processi aziendali volti a consentire l’identificazione, la misurazione e la gestione e dei rischi fiscali, intesi nella duplice accezione di “rischi adempimento” e “rischi interpretativi”, ai quali si aggiunge il rischio da “frode fiscale”;
- il monitoraggio, meccanismi di aggiornamento e autoapprendimento, che comprende l’attività di verifica svolta nel continuo e volta a valutare l’adeguatezza e l’effettività del TCF, che deve essere certificato.
[2] OCSE, Guide Lines 2016; Co-operative compliance: A framework 2013), nel disegnare i building blocks del TCF si ispirano, a loro volta, ai 5 componenti e 17 principi elaborati dal documento di standard internazionale, in materia di sistemi di controllo interno, denominato COSO Framework.
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2) Tax Control Framework integrato: tax risk assessment e mappa dei rischi fiscali
Il tax risk assessment è il processo principale nella costruzione di un sistema di controllo del rischio fiscale. È costituto da tutte le attività volte a identificare e a valutare le azioni o gli eventi il cui verificarsi o la cui assenza potrebbero compromettere parzialmente o totalmente il raggiungimento dell’obiettivo di minimizzazione del rischio fiscale della società.
L’output di tale processo è la mappatura dei rischi fiscali dei processi su cui questi insistono e dei controlli disegnati a presidio dei rischi.
Uno dei requisiti di adeguatezza del TCF è l’adattabilità al mutare del contesto, tanto normativo (ambiente esterno), quanto di business (ambiente interno). Ciò significa che la mappatura dei rischi deve seguire un approccio forward looking, di interazione con il Sustainable Business Model dell’impresa, che prende in considerazione gli impatti materiali e gli impatti finanziari inerenti alla fiscalità, e gli interventi di correzione. Di conseguenza, il tax risk assessment può prevedere diverse attività:
- identificazione e/o aggiornamento dell’elenco dei processi aziendali fiscalmente rilevanti;
- identificazione e/o aggiornamento dei rischi fiscali legati associati a ciascun processo;
- misurazione dei rischi fiscali tramite metodologie che ne stimino l’impatto potenziale e la probabilità di accadimento;
- identificazione e/o aggiornamento dell’elenco dei soggetti/funzioni aziendali responsabili della gestione dei rischi fiscali e, quindi, dell’implementazione dei presidi di controllo.
- analisi delle (eventuali) novità connesse all’evoluzione della normativa e relativi impatti sui processi aziendali;
- analisi delle (eventuali) evoluzioni del business, dell’organizzazione e, in generale, per identificare i rischi fiscali emergenti.
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3) Tax Control Framework integrato: mappa rischi modello standard ADE settore industriale
Tra le più recenti novità (comunicato stampa del 25 gennaio) l’ADE ha reso disponibile il servizio nel proprio sito per:
- caricare i modelli per la compilazione della Mappa dei rischi e dei controlli fiscali, individuando e rendendo disponibile un modello standardizzato di Mappa dei rischi per il settore industriale;
- caricare la mappa compilata a seguito delle verifiche eseguite con esito positivo dal sistema;
- caricare gli ulteriori documenti richiesti tra cui, per esempio, il corpus normativo interno del TCF (TCM, Strategia Fiscale, ecc.), la relazione agli organi di gestione e le certificazioni (art. 4 Dlgs n. 128/2015);
- consultare e aggiornare la propria documentazione.
La Mappa dei rischi segue il modello per processi, “Allegato 2” delle Linee guida dell’ADE al TCF. Ciò significa che il processo di risk assessment deve individuare i tipi di rischi fiscali associati alle singole di attività (fatture attive, fatture passive, gestione immobili, ecc.) del processo di riferimento (ciclo attivo, ciclo passivo, ecc.). La tabella sotto riportata rappresenta solo parzialmente il Modello dell’ADE, che comprende le altre colonne rappresentative della valutazione, misurazione e controllo del tipo di rischio e azioni correttive per prevenirlo.
Processo | Attivita’ | Sotto -attività | ID Rischio | Descrizione Rischio | Rischio TCF |
Ciclo attivo | Emissione fatture attive | #1 | Errata/omessa/tardiva fatturazione |
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Ciclo attivo | Operazioni con l’estero | #2 | Omessa/errata applicazione dell’iva |
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Ciclo attivo | Registrazione corrispettivi | #3 | Errata registrazione dei corrispettivi |
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Ciclo Passivo | Gestione fatture fornitori | #4 | Errata/omessa applicazione RA |
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Ciclo Passivo | Gestione fatture fornitori | #5 | Registrazione fatture passive inesistenti |
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Ciclo Passivo | Gestione fatture fornitori | #6 | ………………………………………………… |
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Gestione immobili | Gestione ammortamenti | #7 | Errato allineamento quote ammortamenti contabili fiscali |
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………….. | ………….. | #.... | ……….. |
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È evidente che la finalità dell’ADE di adottare un modello standard favorisce la più celere valutazione da parte dell’ADE stessa sull’adeguatezza del TCF.
Il Modello, tra l’altro, è coerente con le linee guida al Modello di Gestione e organizzazione, MOG 231, di Confindustria, giugno 2021. Pertanto, è utile osservare che l’implementazione di un tax risk assessment integrato nel risk management dell’impresa, porta con sé i vantaggi di non duplicare le attività di assessment dei rischi, e quindi un risparmio di costi e risorse inerenti alle procedure e i presidi.
Per le PMI il modello standard proposto dall’ADE può rappresentare un utile strumento di orientamento per l’implementazione e il funzionamento del processo di tax risk assessment per le finalità comuni a tutti i contribuenti che intendono aderire all’adempimento collaborativo.
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