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IL PIL HA CONTRATTO IL CORONAVIRUS

Il PIL ha contratto il Coronavirus

Il Decreto “Cura Italia” è il giusto antidoto per il Covid-19?

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PIL è l’acronimo di Prodotto Interno Lordo, cioè il valore complessivo dei beni finali prodotti e dei servizi offerti in un determinato anno dal nostro Paese. È il fondamentale indice di misura dello stato di salute economica e produttiva.

Quanta erosione di ricchezza si sta verificando tra il PIL “sano” del 2019 e quello “infetto” del 2020, nel sistema produttivo italiano?

Vediamo le reazioni immunitarie al vaccino economico “Cura Italia”.

1) Il Paziente Italia

La letteratura scientifica definisce un paziente paucisintomatico quando questo manifesta dei sintomi attenuati della patologia di riferimento. Nella giornata di ieri sono circolate le prime notizie relative alla possibilità di curare i pazienti paucisintomatici con farmaci già disponibili nel circuito del SSN. Piccoli spiragli almeno per questa fase di avanzamento della patologia.

Possiamo trovare degli utili parallelismi anche a livello economico, lì dove il Governo ha varato il Decreto “Cura Italia”.

Il paziente Italia è paucisintomatico o conclamato?

Lo stato di salute economica e produttiva del nostro Paese si misura attraverso il PIL.

2) Cosa rappresenta il PIL

Per una migliore lettura proviamo a semplificare uno dei concetti e dei termini che maggiormente ci arrivano nelle nostre letture quotidiane: il PIL.

Questo è l’acronimo di Prodotto Interno Lordo è il valore complessivo dei beni finali prodotti e dei servizi offerti in un determinato anno dal nostro Paese, ottenuto moltiplicando le quantità dei diversi beni prodotte nell’anno di riferimento per i loro prezzi in vigore in quello stesso orizzonte temporale. Potremmo azzardare a definirlo in via estremamente sintetica come la sommatoria dei fatturati di tutte le realtà produttive italiane. A questo indicatore possiamo dare una definizione più mirata; quello appena descritto possiamo dare il nome di PIL nominale.

Se vogliamo raffinare il concetto e la sua definizione, possiamo affiancare, a quella sopra esposta, un altro concetto complementare: il PIL reale.

3) Le misurazioni del PIL

Le misurazioni reali del PIL sono necessarie quando si vogliono fare confronti tra la produzione di un Paese in due anni diversi, per esempio potremmo confrontare il nostro PIL tra le due annualità più prossime del 2019 e del 2020.

Infatti se vogliamo monitorare le differenze di ricchezza produttiva, dobbiamo individuare se tale variazione è da imputare a oscillazioni di prezzo, di quantità o ad entrambe le variabili. Per sapere quanto di tale differenza è imputabile alle variazioni nell’insieme delle risorse effettivamente prodotto dal sistema economico, occorre depurare l’oscillazione del PIL da una eventuale modifica intervenuta sui prezzi, ovvero abbiamo bisogno di un indicatore del PIL realmente prodotto.

Per andare a misurare i mutamenti occorre prendere un anno base di riferimento e confrontarlo con quello di interesse. Relativamente all’aumento della produzione, basta rapportare il livello del PIL reale dell’anno base con quello di analisi. Da questo primo dato si può ricavare il tasso di crescita del Paese analizzato.

Ecco da dove viene quella ricorrente affermazione che leggiamo sui media: “L’Italia cresce poco” o simili.

4) I dati ISTAT sul PIL da lockdown

Da quanto emerge dalla elaborazione dei dati ISTAT sembra che dovremmo prepararci ad una potenziale perdita del PIL tra gli 85 e 100 miliardi per ogni mese di lockdown. Vediamo cosa emerge dal confronto 2019-2020

Le attività economiche di cui è stata disposta la chiusura per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 avevano contributo alla formazione del PIL dell’anno scorso per il 34,42%. Quelle rientranti in settori per i quali è stata disposta una chiusura parziale, limitata ad alcune attività soltanto, avevano contribuito per il 23,39%. Le attività economiche per le quali è rimasto consentito il pieno svolgimento avevano invece contribuito per il restante 42,19%.

Un’ipotesi di calcolo fatta dall’ordine nazionale dei Dottori Commercialisti evidenzia come, dei 1.787 miliardi di euro di PIL 2019:

  • 754 miliardi sono riconducibili ad attività di settori economici giudicati essenziali,

  • 615 miliardi sono riconducibili ad attività di settori economici chiusi per COVID-19;

  • 418 miliardi sono riconducibili ad attività di settori economici parzialmente chiusi per COVID-19.

Sono numeri che, da quanto emerge dalla suddetta considerazione, rendono tutt’altro che arbitrario ipotizzare, dal lato della produzione un crollo del PIL nell’ordine del 60-70% nel periodo di blocco, tenuto conto che anche molte delle attività economiche consentite sono comunque penalizzate in modo fortissimo, sul lato dei consumi e della domanda.

5) Sintesi e dettaglio del PIL 2019 e Conclusioni

PIL 2019

PIL 2019 delle attività economiche chiuse

615.260,0

34,42%

PIL 2019 delle attività economiche parzialmente consentite

418.120,5

23,39%

PIL 2019 delle attività economiche consentite

754.286,7

42,19%

PIL 2019

1.787.667,2

100,00%

DETTAGLIO SETTORI ECONOMICI

PIL 2019

1.787.667,2

100,00%

Attività immobiliari

288.678,2

16,15%

Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria

121.389,7

6,79%

Attività finanziarie e assicurative

95.153,9

5,32%

Commercio all'ingrosso, escluso quello di autoveicoli e di motocicli

93.670,3

5,24%

Attività dei servizi sanitari

93.193,6

5,21%

Commercio al dettaglio, escluso quello di autoveicoli e di motocicli

89.898,1

5,03%

Costruzioni

75.672,1

4,23%

Istruzione

75.483,9

4,22%

Servizi di alloggio e di ristorazione

68.972,9

3,86%

Attività legali e contabilità, attività di sedi centrali, consulenza gestionale

52.372,6

2,93%

Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte

50.316,5

2,81%

Fabbricazione di macchinari e apparecchiature n.c.a.

40.895,8

2,29%

Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti

38.801,1

2,17%

Fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature

35.701,1

2,00%

Servizi di investigazione e vigilanza, attività di servizi per edifici e per paesaggio, attività amministrative e di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese

34.409,8

1,92%

Programmazione, consulenza informatica e attività connesse, attività dei servizi d'informazione

34.336,5

1,92%

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

34.300,7

1,92%

Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco

31.393,7

1,76%

Industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e simili

26.425,7

1,48%

Altre attività di servizi personali

23.330,3

1,31%

Commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli

20.568,7

1,15%

Attività degli studi di architettura e d'ingegneria, collaudi e analisi tecniche

18.851,1

1,05%

Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento

18.802,3

1,05%

Telecomunicazioni

18.291,9

1,02%

Ricerca scientifica e sviluppo

18.198,1

1,02%

Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze

17.932,1

1,00%

Fabbricazione di mobili, altre industrie manifatturiere

15.907,9

0,89%

Assistenza sociale

15.644,0

0,88%

Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

15.591,1

0,87%

Fabbricazione di prodotti chimici

14.069,8

0,79%

Altre attività professionali, scientifiche e tecniche, servizi veterinari

13.985,3

0,78%

Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche

13.964,0

0,78%

Produzioni vegetali e animali, caccia e servizi connessi

12.598,0

0,70%

Fabbricazione di apparecchiature elettriche

11.850,7

0,66%

Aattività creative, artistiche e d'intrattenimento, attività di biblioteche, archivi, musei e altre attività culturali, attività riguardanti scommesse e case da gioco

11.295,2

0,63%

Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici

10.695,0

0,60%

Fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi

10.643,4

0,60%

Riparazione e installazione di macchine e apparecchiature

10.354,1

0,58%

Attività di ricerca, selezione, fornitura di personale

10.206,5

0,57%

Attività metallurgiche

10.194,3

0,57%

Attività di noleggio e leasing

9.827,6

0,55%

Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica

9.138,5

0,51%

Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento

8.140,7

0,46%

Fabbricazione di altri mezzi di trasporto

7.935,6

0,44%

Fabbricazione di carta e di prodotti di carta

5.987,7

0,33%

Attività di produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi, di registrazioni musicali e sonore, attività di programmazione e trasmissione

5.796,8

0,32%

Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, esclusi i mobili, fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio

5.309,0

0,30%

Attività di organizzazioni associative

5.115,1

0,29%

Industria estrattiva

4.920,8

0,28%

Stampa e riproduzione su supporti registrati

4.751,8

0,27%

Pubblicità e ricerche di mercato

4.499,3

0,25%

Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

4.268,7

0,24%

Servizi postali e attività di corriere

4.079,3

0,23%

Attività editoriali

3.027,7

0,17%

Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa

2.140,3

0,12%

Silvicoltura e utilizzo di aree forestali

2.114,0

0,12%

Attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività correlate

2.090,4

0,12%

Trasporti marittimi e per vie d'acqua

1.934,2

0,11%

Trasporto aereo

1.676,0

0,09%

Pesca e acquicoltura

873,9

0,05%


Conclusioni

Difficile, a questo punto, sostenere che il paziente Italia sia paucisintomatico.

Non è difficile, al contrario, dedurre come un periodo di lockdown superiore a due mesi potrebbe avere impatti a due cifre a fine anno.

Non c’è altra strada che mettere mano ad una diversa soluzione diversa dall’attuale lockdown totale che stiamo vivendo in questo momento. Occorre infatti un coraggio e una capacità di visione di quello che sarà lo scenario economico nei 12-18 mesi di convalescenza dell’economia, una volta terminata la fase più acuta della crisi economico-sanitaria.

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