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OGM IN AGRICOLTURA: QUAL'È LA SITUAZIONE IN ITALIA?

OGM in agricoltura: qual'è la situazione in Italia?

Cosa sono e a cosa servono gli OGM in agricoltura ? normativa europea, italiana e la posizione dell'OMS su vantaggi e svantaggi delle biotecnologie

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Dal 1996 , data della prima immissione sul mercato di piante OGM,   secondo l’International for the Acquisition of AgriBiotech Application (ISAA) la superficie mondiale coltivata a piante geneticamente modificate  ad oggi è aumentata di 100 volte. Basti pensare che USA, Argentina e Canada hanno il 98% dell’area adibita a colture OGM. Nonostante ciò in Europa, la coltivazione di piante geneticamente modificate è ancora limitata, problematica e investita di polemiche sul piano economico, ambientale e sociale.

Rispetto agli Stati Uniti o ad altri Paesi del mondo, l’Unione Europea ha sempre avuto un approccio più cauto nei confronti degli OGM e ciò si riflette anche nei numerosi progetti di ricerca volti all’analisi dei possibili rischi. Si parla di 70 milioni di euro per progetti di ricerca dedicati a questo, negli ultimi 15 anni. I risultati di queste indagini sono stati pubblicati su riviste scientifiche e in documenti ufficiali della Comunità Europea (*).

Per organismo geneticamente modificato -OGM - si intende un essere vivente (batterio, pianta o animale) nel quale è stata modificata, mediante tecniche di ingegneria genetica, una porzione di patrimonio genetico allo scopo di ottenere nuove caratteristiche, che non si sarebbero mai potute sviluppare spontaneamente. Il patrimonio genetico degli organismi infatti si modifica naturalmente a seguito di processi spontanei e tale trasformazione è alla base della diversità della vita sul nostro pianeta e costituisce l’origine dell’evoluzione degli organismi viventi. Inoltre l’uomo ha da sempre praticato  la selezione genetica delle piante coltivate e degli animali allevati, effettuando incroci e selezionando quelle migliori dal punto di vista alimentare  si tratta di tecniche i richiedenti tempi estremamente lunghi e funzionanti solo tra specie affini.
Le moderne biotecnologie permettono invece di superare i limiti imposti dalle barriere fra specie e anche il limite riguardante  la mancanza di precisione delle tecniche d’incrocio tradizionali. (...)

(*)   La Comunità Europea ha presentato e discusso i risultati di tali ricerche e indaginiil 9 ottobre 2001. Le conclusioni generali sono state così riassunte:  “La ricerca sulle piante GM e sui prodotti derivati finora sviluppati e commercializzati, seguendo le dovute procedure di valutazione dei rischi, non ha mostrato alcun nuovo rischio per la salute umana o per l'ambiente.Inoltre  l'uso di tecnologie più precise e il maggiore controllo regolare probabilmente li rendono ancora più sicuri di quelli convenzionali; e se ci sono impatti ambientali imprevisti –e non ne  è apparso nessuno fino ad ora - questi devono essere rapidamente rilevati . D'altra parte, i vantaggi di queste piante e prodotti per la salute umana e l'ambiente diventano sempre più chiari ". Al seguente link http://www.cibo360.it/alimentazione/chimica/ogm/OGM_unione_europea.htm    il testo originale in inglese del commissario europeo Philippe Busquin. 

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Leggi tutto l'articolo della dott.ssa Del Rosso (ricercatrice INAIL) , completo dei riferimenti scientifici e normativi , in CIRCOLARE DEL LAVORO N. 32 del 4.9.2017

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1) Agricoltura e OGM normativa europea e italiana

Nel settore agro-alimentare, moltissimi sono gli scopi per cui gli OGM sono stati utilizzati o si pensa di utilizzarli in futuro.

Essi sono stati pensati per aumentare la produttività, la resa dei terreni coltivati, e per il miglioramento delle proprietà organolettiche degli alimenti , ad esempio attraverso:
•  induzione della resistenza ai parassiti;
• induzione della resistenza a stress ambientali;
• induzione resistenza agli erbicidi;
• aumento delle caratteristiche nutritive attraverso variazioni nel contenuto in aminoacidi essenziali, proteine, sali minerali e vitamine;
• ottenimento di piante adattabili a qualsiasi situazioni climatica.

Inoltre si è pensato di utilizzare le piante per produzione di farmaci e molecole utili in medicina (vaccini, anticorpi e ormoni), per la riduzione di allergeni presenti normalmente nelle piante e persino per la bonifica di terreni contaminati.

Molte sono le piante OGM oggetto di studio (colza, soia, mais, pomodoro, patata, cotone, fragola, barbabietola, uva, melanzana ecc) ma ad oggi solo quattro sono le specie principali di piante OGM coltivate nel mondo: mais, soia, cotone e canola.


La Direttiva 2001/18/CE e il Regolamento (CE) 1829/2003  contengono le procedure base per l’autorizzazione alla coltivazione e immissione in commercio di un nuovo OGM o anche l'emissione in ambiente , anche se al solo scopo di ricerca. Si tratta di un quadro normativo fortemente basato sul principio della precauzione il cui scopo principale è dunque quello di garantire un elevato livello di tutela della vita e della salute umana e animale, dell’ambiente e degli interessi dei consumatori.

In attuazione della Direttiva 2001/18 UE, è stato emanato in Italia il D.Lgs n 224 del 2003, che tra l’altro ha stabilito che sia il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), l’ Autorità Nazionale Competente  per i provvedimenti di autorizzazione  riguardanti gli OGM, ,
Il provvedimento più importante adottato in materia di OGM in agricoltura  però è il D.Lgs 279/2004 che ha disciplinato la coesistenza tra agricoltura tradizionale, biologica e transgenica demandando alle Regioni e alle Province autonome l'approvazione di un "piano di coesistenza", al fine di prevenire la commistione fra colture transgeniche e non. le Regioni hanno partecipato al “Comitato tecnico di coordinamento” istituito con DM 19/1/2005 per redigere i protocolli tecnici  per la gestione del rischio per l’agro biodiversità in caso di specie geneticamente modificate a scopi sperimentali. Detti protocolli non sono poi stati approvati dallo Stato e quindi tutta la ricerca in campo sugli OGM è bloccata nel nostro Paese da diversi anni.
L’attuale posizione delle Regioni italiane è che la coesistenza tra OGM e colture biologiche e tradizionali sul territorio italiano non è tecnicamente e realisticamente realizzabile.

Va notato comunque che, anche se attualmente non ci sono colture OGM in Italia (se non a livello sperimentale), non significa che sia un Paese “OGM free”.

Infatti la gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani (esclusi gli allevamenti biologici) è prodotta a partire da soia e mais geneticamente modificati importati da Stati Uniti, Canada e America Latina.
(...)

2) OGM: il parere dell' Organizzazione mondiale per la Sanità

Nel 2002 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato sul proprio sito un documento ''Venti domande sugli alimenti transgenici'', pronunciandosi così sui possibili rischi per la salute umana derivanti dai cibi transgenici. Da tale documento si evince che l’ OMS ritiene ''improbabile'' che gli alimenti geneticamente modificati (Ogm) attualmente sul mercato internazionale, ad esempio vari tipi di mais e soia, costituiscano un rischio per la salute umana.

Oltre alle valutazioni sanitarie, avvalora questa tesi il fatto che, nei Paesi dove gli Ogm sono stati omologati, non sia mai stato dimostrato che il consumo di questi alimenti abbia avuto effetti sulla salute umana. Addirittura l’OMS rassicura sostenendo che i prodotti OGM devono essere ritenuti dai consumatori più sicuri rispetto ai prodotti agricoli naturali in quanto sottoposti a più rigidi controlli.

È evidente che molteplici potrebbero essere i vantaggi delle biotecnologie applicate all’agricoltura:
• riduzione dell’uso di composti chimici quali gli erbicidi, nel permettere di coltivare in zone ostili da un punto di vista climatico,
• semplificazione della coltivazione e
• riduzione dei costi di produzione.

Nonostante ciò in Europa l’atteggiamento di perplessità nei confronti delle piante GM resta.

Un sondaggio del 2010  ha rilevato che il 70% degli Europei considera innaturale il cibo derivato da prodotti GM e il 61% non ritiene si debba incoraggiare un ulteriore sviluppo di tali alimenti .

Resta il fatto che per tutelare la sicurezza del consumatore e per non mettere a rischio l’ambiente, sarebbe utile avere un atteggiamento critico, analitico e non pregiudizievole, non solo nei  confronti degli OGM ma di tutte le moderne innovazioni tecnologiche.

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