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LA LIBERALIZZAZIONE DELLE PROFESSIONI OGGI ALL'ESAME DEL GOVERNO

La Liberalizzazione delle Professioni oggi all'esame del Governo

La liberalizzazione all’esame oggi del Consiglio dei Ministri non è prevista per tutte le professioni ma solo per commercialisti, medici, infermieri e giornalisti; mentre non riguarda architetti, ingegneri, avvocati, notai, farmacisti e autotrasportatori.

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Tra i disegni di legge che oggi il governo prenderà in esame uno interessa la nostra categoria professionale direttamente e sarà, se approvato, una svolta epocale.

Da anni si parla di liberalizzare le professioni anche per dare alle categorie una ventata di modernità.
Diciamolo pure, gli ordini sono “caste” un po’ superate che stentano a svolgere i propri compiti.

La liberalizzazione all’esame oggi del Consiglio dei Ministri non è prevista per tutte le professioni ma solo per commercialisti, medici, infermieri e giornalisti; mentre non riguarda architetti, ingegneri, avvocati, notai, farmacisti e autotrasportatori (almeno da come si legge dalla bozze del disegno di legge che circola).

Viene previsto che per il principio di libertà d’impresa sono abolite le restrizioni all’accesso delle professioni previste dall’ordinamento vigente per tutte le categorie professionali diverse da quelle di architetto, ingegnere, avvocato, notaio, farmacista, autotrasportare.

La decorrenza viene fissata dopo quattro mesi dall’entrata in vigore del decreto.


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1) Eliminazione di tutte le autorizzazioni preventive per l’esercizio della professione

Verranno quindi eliminate le autorizzazioni preventive e la professione potrà essere liberamente esercitata allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data di comunicazione di inizio dell’attività professionale, accompagnata dalla documentazione attestante la conformità dell’attività con le  disposizioni normative normative. Il diniego all’esercizio della professione potrà essere, quindi, solo per motivi di ordine legale.

2) Le restrizioni che si intendono abolire comprendono


a) la limitazione del numero di persone che possono esercitare una certa  attraverso la concessione di licenze o autorizzazioni amministrative per l’esercizio, senza che tale numero sia determinato, direttamente o indirettamente sulla base della popolazione o di altri criteri di fabbisogno;

b) l’attribuzione di licenze o autorizzazioni all’esercizio di una professione solo dove ce ne sia bisogno secondo l'autorità amministrativa; si considera che questo avvenga quando l’offerta di servizi da parte di persone che hanno già licenze o autorizzazioni per l’esercizio delle professioni non soddisfa la domanda da parte di tutta la società con riferimento all’intero territorio nazionale o ad una certa area geografica ;

 
c) il divieto di esercizio di una professione al di fuori di una certa area geografica e l’abilitazione a esercitarla solo all’interno di una determinata area;

d) l’imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all'esercizio della professione;

e) il divieto di esercizio della professione in più sedi oppure in una o più aree geografiche;

f) la limitazione dell’esercizio della professione ad alcune categorie professionali o divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di taluni prodotti;

g) la limitazione dell’esercizio della professione attraverso l’indicazione tassativa della forma giuridica richiesta all’operatore;

h) l’imposizione di requisiti professionali in relazione al possesso di quote societarie;

i) l'imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni o servizi, indipendentemente dalla determinazione, diretta o indiretta, mediante l'applicazione di un coefficiente di profitto o di altro calcolo su base percentuale;

l) l’obbligo di fornitura di specifici servizi complementari all’attività svolta.

Per l’abolizione di altre eventuali restrizioni è necessario un regolamento da emanarsi sempre entro quattro mesi dall’entrata in vigore del presente decreto.

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Commenti

RAFFAELE - 18/02/2012

CARA SILVANA NON è COSA DA PAZZI è STAVOLGENTE TI SPIEGO IL PERCHè!:l'ITALIA SIN DAGLI ANNI 80 NON SI è MAI UNIFORMATA AI MODELLI EUROPEI PER IL CONSEGUIMENTO DI UNA LAUREA IN MEDICINA ODONTOIATRICA,IN BREVE HA SEMPRE RIGGETTATO L'ARTICOLO 19 DELLE DIRETTIVE EUROPEE ISTITUENDO UN ALBO PRATICAMENTE UN ELENCO E INSERENDOLO IMPROPRIAMENTE NELL'ORDINE DEI MEDICI COME IMPROPRIAMENTE è STATO ISTITUITO UN LIMITE TEMPORALE RESTRITTIVO PER I MEDICI CHE VA DAL 1980 FINO AL 1984 OLTRE IL QUALE I MEDICI NON POTREBBERO ESERCITARE L'ODONTOIATRIA.UN TOTALE RIGGETTO DELLE DIRETTIVE EUROPEE PIUTTOSTO CHE RENDERE GLI ODONTOIATRI AUTONOMI,COSA PIUTTOSTO IMPOSSIBBILE DA REALIZZARSI PERCHè L'ODONTOIATRIA NON è MDICINA COME NEL RESTO D'EUROPA.OGGI IL DECRETO DI STABILITA' DI MONTI ABROGA OGNI LIMITE RESTRITTIVO PER L'ACCESSO E L'ESERCIZIO DELLE ATTIVITA' PROFESSIONALI ED è PRATICABILE LA TESI CHE VENGA SCIOLTO TALE LIMITE TEMPORALE PER I MEDICI, PERCHE' IN ITALIA L'ODONTOIATRIA NON GODE DI UN ORDINE AUTONOMO E CIOè DI UNA AUTOMIA RISPETTO A MEDICINA E CHIRURGIA.

Antonio - 01/09/2011

Si è tracciato un solco per la liberalizzazione delle professioni.In tutta verità non sapevo delle indebite restrizioni degli odontoiatri a discapito della classe medica,anche perchè al Parlamento, i legali rappresentanti della classe degli odontoiatri hanno sempre evidenziato piena indiscrezione sull'argomento.Mi impegnerò affinchè questo solco tracciato termini nel pieno scioglimento degli ordini.Basta con le Caste e con gli evasori.

silvana - 04/09/2011

che significache che gli odontoiatri non potranno più esercitare indebitamente la medicina?perchè penso che questa era l'incongruenza: i medici per essere dentisti dovevono possedere la doppia iscrizione,l'odontoiatra per fare abusivamente il medico le bastava la sola iscrizione all'albo degli odontoiatri. COSA DA PAZZI DURATA TRENT'ANNI.

sofia - 24/08/2011

non sapevo che gli odontoiatri non fossero dei medici!!!soffro di una grave anomalia mitralica e poco tempo fà sono stata a cura da un odontoiatra.Mi chiedo e vi chiedo: se mi fossi sentita male in quelle circontanze?

antonio - 29/07/2011

Bravo roberto! se tutti i medici denunciassero talune restrizioni che fanno gli ordini professionali,si capirebbero di più le "CASTE" e cosa possono fare per il nostro sistema economico, praticamente:"Nienete".Addirittura consentire di esercitare gli odontoiatri che non sono medici!!!!è il colmo!!!non vogliamo Immaginare se in un breve futuro l'ordine dei medici venisse abrogato. i medici resterebbero con il proprio titolo, gli odontoiatri invece? WWWW le Liberalizzazioni delle professioni.

roberto - 14/07/2011

SARA' UN SUCCESSO!! ABROGARE LE LIMITAZIONI PROFESSIONALI è UN VERO SUCCESSO.PENSATE CHE VI SONO MEDICI CHE NON POSSONO ESERCITARE L'ODONTOIATRIA ( CLINICA ESCLUSIVAMENTE MEDICA)SOLO PERCHE' VI E' IL LIMITE TEMPORALE CHE NON LO CONSENTE: "VERGOGNIOSO" E ANCORA DI PIU' AVERE ORDINI PROFESSIONALI CHE NON CAUTELANO,PER TALUNE RAGIONI,I PROPRI ISCRITTI.ERA ORA,SARA' UN SUCCESSO,SI APRIRANNO LE PORTE PER IL FUTUTRO DELLE PROFESSIONI MEDICHE. VOGLIO ESPRIMERE UN GRAZIE A TUTTA LA CLASSE POLITICA ITALIANA CHE HA DATO SEGNO INDELEBILE DI VIVERE CON IL POPOLO ITALIANO E SOPRATTUTTO CON I PROFESSIONISTI .

William - 06/07/2011

buonasera ho letto l'articolo sulla liberalizzazione delle professioni ma nella bozza della legge non menzionano i consulenti del lavoro..io sono un praticante e volevo sapere se ha valenza in caso anche per la mia categoria. grazie in anticipo della disponibilità cordiali saluti WT

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