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APICOLTURA: I DATI DELLA CRISI E COME OTTENERE I CONTRIBUTI

Apicoltura: i dati della crisi e come ottenere i contributi

Il 20 maggio 2023 era la Giornata mondiale delle Api: vediamo una analisi della situazione attuale del settore apicoltura e come ottenere i contributi previsti dalla PAC

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L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 20 maggio di ogni anno la Giornata mondiale delle api considerato, dati alla mano, il declino mondiale a cui stanno andando incontro le api e gli altri impollinatori. Il Rapporto di valutazione tematico su impollinatori, impollinazione e produzione alimentare, pubblicato nel febbraio 2016 daIl’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) ha lanciato un allarme assordante sulle specie di impollinatori di tutto il mondo ormai sull'orlo dell'estinzione a causa di diversi tipi pressione, molti dei quali prodotti dall'uomo. 

Nei paragrafi che seguono  vediamo  in breve maggiori dettagli sulla crisi in atto e le possibilità di intervento e di sostegno a nuove aziende di apicoltura   per un maggiore  contrasto alla grave situazione attuale.


1) I contributi per le aziende dell'apicoltura

Con la nuova programmazione delle Politiche Agricole 2023-2027 sono previsti contributi per l'apicoltura (oltre a quelli che possono essere previsti in forma straordinaria dal Masaf), attivati sulle misure agroclimatico-ambientali o "impegni per l'apicoltura".

Si tratta di contributi che verranno banditi dalle Regioni all'interno della programmazione per lo Sviluppo Rurale (in sostituzione dei Psr). La nuova Politica Agricola Comunitaria, la Pac 2023-2027, si divide in 2 importanti ambiti: 

  1.     il primo pilastro Pac, dove sono previsti i pagamenti diretti e i fondi delle Ocm, le organizzazioni comuni di mercato;
  2.     lo Sviluppo Rurale (ex Psr).

Leggi per ulteriori informazioni Fondo filiera apistica  modello e nuove istruzioni

Sullo Sviluppo Rurale l’obiettivo dei contributi è garantire una attività di impollinazione in aree di particolare interesse ambientale o caratterizzate da agricoltura estensiva, per la conservazione della biodiversità animale e vegetale.

 Starà alle regioni stabilire eventualmente le aree in cui riconoscere i contributi. Le varie regioni stabiliranno anche dei criteri di priorità, come l'adesione con un numero minimo di alveari, il possesso della partita Iva, la conduzione biologica dell'allevamento. Attraverso le misure previste dall’attuazione della OCM Miele, le Regioni possono attivare bandi per concedere fondi da destinare a: 

  •     acquisto di arnie e materiali per aumentare la vitalità degli alveari;
  •     acquisto di sciami, nuclei, pacchi di api e api regine;
  •     acquisto di materiale per la conduzione dell’azienda apistica da riproduzione;
  •     acquisto di attrezzature e materiali per il nomadismo;
  •     miglioramento qualitativo e valorizzazione delle produzioni ai fini commerciali.

Alla misura è destinato un budget di 43,4 mln di euro/anno che serve a sostenere agli agricoltori che destinano parte della superficie agricola alla coltivazione di piante mellifere. 

Il contributo economico, a fronte dell’impegno preso dall’agricoltore, può arrivare fino a 500 euro/ettaro. 


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È una guida operativa che, attraverso un percorso guidato di tipo colloquiale, si rivolge a chiunque intenda aprire un’azienda zootecnica partendo da zero, a chi è già un allevatore e ha intenzione di migliorare la propria attività, a chi insegna economia agraria e zootecnica presso corsi di formazione, istituti superiori o facoltà universitarie.

Obiettivo di questo testo è quello di permettere a tutti coloro che vogliono aprire un’azienda zootecnica di valutare in termini economici e finanziari il lancio o il rilancio della loro attività zootecnica. Ulteriore obiettivo è quello di eliminare tutti quei coni d’ombra che spesso sono la concausa di fallimenti. A tale scopo la guida è corredata di un software denominato AZooPlan, in allegato al testo, che consentirà all’agricoltore 4.0 di selezionare la tipologia di allevamento di bestiame in funzione dell’entità delle risorse finanziarie e territoriali disponibili indicando il numero massimo di capi allevabili, i possibili ricavi e i relativi costi.


2) I dati sul rischio di estinzione delle api e sul consumo di miele

Le cause della crisi e del rischio di estinzione delle api sono molteplici e concatenate e sono le stesse che stanno portando al declino della biodiversità:

  • distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, 
  • inquinamento (in particolare da pesticidi), 
  • cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive, parassiti e patogeni.

In Italia i dati provenienti dall’Osservatorio Nazionale Miele, organismo nazionale di supporto nel settore apistico che associa Organizzazioni apistiche a livello nazionale e regionale, indicano che in Italia operano oltre 72.000 apicoltori che gestiscono circa 1,8 milioni di alveari. La produzione di miele nel 2022 ha subito un notevole decremento a causa della forte siccità che ha caratterizzato tutto il periodo della fioritura. La quantità di miele prodotta è stata di circa 23 mila ton molto lontana dai 30 milioni di chili potenziali raggiunti nell’ormai lontano 2010.

 Un altro dato negativo nazionale è il consumo. In Italia si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che è di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania. 

Riusciamo però a battere tutti gli altri sulla biodiversità con più di 60 varietà di miele da quelli Dop a quelli speciali in barrique o aromatizzati, dal tiglio agli agrumi, dall’eucalipto all’acacia. Un patrimonio messo a rischio dalle importazioni dall’estero: le importazioni costituiscono ormai oltre il 50% del totale consumato in Italia. Principale fornitore è l’Ungheria, dalla quale provengono il 42% dei volumi importati. La produzione di miele in Italia è assicurata da circa 850 mila alveari stanziali, 700 mila nomadi e una piccola quota residua è rappresentata da alveari non meglio classificati. Il 79% degli alveari totali, sono gestiti da apicoltori commerciali che allevano le api per professione. 

La grande prevalenza di alveari detenuti da apicoltori con partita iva sottolinea l’elevata professionalità del settore e l’importanza del comparto nel contesto agro-economico.

Ti segnaliamo tutti gli e-book e libri per approfondire le tematiche del mondo dell’agricoltura di ConsulenzaAgricola.it

3) I dati del calo produttivo nel settore dell'apicoltura

I dati Ismea mostrano come nel 2021 gli alveari che producono miele biologico siano 215 mila, il 12% del totale, con un incremento a doppia cifra rispetto al 2020. A livello geografico la produzione è diffusa in tutte le regioni dello stivale.

 La regione più produttiva è il Veneto, seguita da Lombardia, Toscana e Piemonte. Cresce il Lazio mostrandosi tra le più vocate all’allevamento delle api. Dai dati produttivi medi stimati per regione è emersa una resa media per alveare, per le aziende professioniste che praticano nomadismo, di circa 13 kg/alveare per le regioni del Nord e del Centro e circa 25 kg/alveare per le regioni del Sud e delle Isole, da cui risulta una resa media a livello nazionale di circa 18 kg/alveare.

Ad allarmare il settore è un inesorabile calo produttivo su gran parte del territorio nazionale.

 Le cause della mancata produzione sono da ricondurre soprattutto al cambiamento climatico che influisce sulla disponibilità nettarifera delle piante e al meteo incostante, con poche giornate favorevoli alla bottinatura. Altre minacce che affliggono il settore sono costituite dagli spopolamenti e le morie di api riconducibili agli attacchi di varroa (parassita tipico delle api). Il settore apistico ha una rilevanza economica contenuta in ambito UE, ma riveste un ruolo molto importante per l’agricoltura per la funzione di impollinazione.  

L’UE è il secondo produttore mondiale di miele (280.000 ton), dopo la Cina. L’Italia è il 6° paese dell’Unione Europea.

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4) Gli interventi per l'Apicoltura PAC 2023 2027 cosa prevede

Con la nuova Pac si è introdotto il Piano strategico nazionale della PAC (PSP) 2023-2027 e a partire dal 2023 le singole annualità iniziano il 1° gennaio e terminano il 31 dicembre di ogni anno.

 Le disposizioni attuative per gli interventi del PSP a sostegno dell'apicoltura sono state approvate con il decreto Masaf del 30 novembre 2022, pubblicato il 13 febbraio in Gazzetta ufficiale, e completate dalle Istruzioni operative AGEA n. 3 del 24 gennaio 2023 che si diramano per il quinquennio 1° gennaio 2023 – 31 dicembre 2027 in applicazione del Regolamento (ue) 2021/2115 del parlamento europeo e del consiglio del 2 dicembre 2021 recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga i regolamenti (UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013.

L’applicazione di tale regime per lo Stato Italiano è stata definita dal Decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste n.0614768 del 30 novembre 2022. L’Organismo pagatore Agea, di seguito OP Agea, è responsabile del pagamento dei programmi apistici predisposti dalle Regioni, dalle Province autonome che non hanno un organismo pagatore riconosciuto o che, pur avendolo, hanno delegato a OP AGEA tale adempimento e dal Ministero dell’agricoltura, per la sovranità alimentare e delle foreste.

I dettagli nelle Istruzioni operative AGEA n. 3 del 24 gennaio 2023 cono disponibili all'Indirizzo:https://www.agea.gov.it/portal/pls/portal/docs/1/9994207.PDF

Il nuovo Piano Strategico della Pac ha previsto risorse per il settore apistico pari a circa 86 mln di euro nel periodo 2023/2027, passando quindi da 9 a oltre 17 milioni di euro/anno. Gli interventi sul settore apistico sono garantiti attraverso finanziamenti pubblici derivanti per il 30% da fondi comunitari e per il restante 70% da fondi nazionali. Le risorse serviranno a finanziare le seguenti azioni: investimenti materiali ed immateriali; servizio di assistenza, consulenza e formazione; attività di ricerca attraverso organismi specializzati; attività di comunicazione e promozione. 

I beneficiari dei finanziamenti saranno gli apicoltori singoli o associati, enti, università e istituti di ricerca.

Per festeggiare la giornata delle Api del 20 maggio e, allo stesso tempo promuovere e valorizzare il settore, il Masaf nella giornata del 19 maggio ha installato presso la propria terrazza due arnie.  Le arnie sono state installate alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida e del sottosegretario Luigi D’Eramo a cui è affidata la delega allo sviluppo della filiera apiaria. Presente all’evento anche Raffaele Cirone Presidente della Federazione Apicoltori Italiani (FAI ).

Numerose inoltre le iniziative in tutto il territorio nazionale. Di particolare rilevanza è stata l’iniziativa svolta presso l’Unar, via Ulisse Aldrovandi, 16 – Roma, le Associazioni Piemontesi a Roma, Associazione della Tuscia, Associazione degli Apicoltori Urbani, Studio Scopelliti Ugolini, Centro Studi Arte Sacra, Guardie di FareAmbiente, e l’Associazione culturale Resonare si sono riunite per festeggiare questo piccolo ma prezioso insetto, con  esperti del settore e amanti delle api: poeti, storici dell’arte, nutrizionista, artisti e musicisti e in cui è stato  organizzato anche un laboratorio artistico.

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