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IMU - I PUNTI CONTROVERSI

IMU - i punti controversi

I preannunciati emendamenti sulla Imposta municipale Unica sollevano più di un problema. Le diverse segnalazioni giungono da varie parti.

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L’emendamento annunciato sabato dal relatore Gianfranco Conte sulle tre rate per il versamento aggiunge altra carne al fuoco delle polemiche sull’attuazione della nuova IMU. Solo una settimana fa il Governo aveva cercato di mettere un punto fermo sul versamento chiarendo che, anche se mancano le aliquote definitive decise dai Comuni, a giugno l’acconto si pagherà sull’aliquota base dello 0,4 per cento per poi conguagliare a dicembre con le aliquote definitive.

L’Agenzia era poi intervenuta fornendo finalmente codici tributo e modifiche ai modelli F24 per i pagamenti con la specifica anche sulla separazione fra le quote destinate agli enti locali e le quote che andranno allo Stato. Poteva sembrare un passo verso la chiarificazione operativa dell’adempimento.
Ma si aggiungono giorno dopo giorno segnalazioni e annunci di modifiche per cui si prevede che l’applicazione dell’IMU sarà tutt’altro che agevole. In attesa dell'approvazione del Decreto fiscale che modificherà  pesantemente la disciplina sull'Imu vediamo quali sono i punti più controversi.

1) Dubbi e interrogativi sull'IMU

I Comuni, per bocca del presidente dell’ANCI, hanno definito devastanti le conseguenze della rateizzazione in tre momenti sui loro bilanci, in particolar modo se la modifica del relatore Conte riguardasse anche le seconde case .

Tra l’altro la stampa specializzata evidenzia anche che i vantaggi per i cittadini perseguiti dal Pdl con questo emendamento non sono così certi. Le tre rate del 33% ciascuna infatti si traducono in una diminuzione immediata a giugno ma innalzano complessivamente l’esborso entro fine estate al 66% .  Secondo il Sole 24 Ore di oggi, probabilmente i contribuenti potrebbero valutare in maniera differenziata , non sempre positiva, questa rateizzazione.

Ci sono anche  dubbi di legittimità costituzionale riguardo le decisioni prese in tempi diversi da Stato e Comuni attraverso per esempio regolamenti che per questi ultimi non possono essere modificati oltre i termini di approvazione dei bilanci di previsione o che essendo norme di natura diversa hanno diverso valore retroattivo . Tutto ciò rischia di alimentare contenziosi con i contribuenti con relativo inutile dispendio di risorse ed energie.

 
C’è poi la novità dell’obbligo di dichiarazione IMU, da presentare entro 90 giorni dall’acquisto o altra variazione sul possesso. Per questa dichiarazione mancano nell’art. 4 del decreto 16/2012 sia l’indicazione dei contribuenti obbligati sia il destinatario finale della dichiarazione stessa, sia modello di dichiarazione per il quale si attende un decreto ministeriale. La stessa disciplina transitoria su questo non è esente da “buchi” : non si capisce ad esempio come applicare l’obbligo per gli immobili posseduti dopo il 1°gennaio 2012, per i quali l'obbligo di dichiarazione sarebbe entro il mese di aprile.

Infine la Corte di conti da parte sua ha evidenziato il forte rischio di evasione fiscale che potrebbe risultare dalla mancata agevolazione sugli immobili affittati , presente invece per la vecchia ICI.

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