Speciale Pubblicato il 04/04/2013

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Crediti imprese verso PA: slitta il decreto ma niente aumento IRPEF

di Susanna Finesso

Pagamenti Pubblica Amministrazione: no a nuove tasse e priorità a imprese e professionisti. Fondo prestiti finanziato con 25 miliardi di titoli di Stato. Gli amministratori locali risponderanno delle risorse loro affidate



Il decreto del Governo per i pagamenti dei crediti delle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni in preparazione è slittato a lunedì. Questo la dice lunga sulle difficoltà pratiche di realizzare quanto da tutti atteso e dato per certo già per ieri.
La Camera dei deputati ha approvato l'altro giorno la risoluzione che incarica il Governo chiedendo misure "di eseguibilità immediata e semplificata" che diano la priorità a imprese e professionisti, e solo in un secondo tempo alle banche. Il ministro Grilli ha escluso che il decreto prevede l'aumento delle addizionali regionali IRPEF.
Si preannunciano però lungaggini burocratiche (decreti attuativi centrali e locali, contratti con vincoli stretti per accedere ai prestiti) per liberare davvero la liquidità necessaria, che è cosa ben diversa dalle voci nei capitoli di bilancio dello Stato. Dagli organi di stampa specializzata filtrano già  indiscrezioni sui contenuti. Vediamo qualche anticipazione.

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Le risorse disponibili per i pagamenti alle imprese

Per quanto riguarda i Comuni con riserve di liquidità bloccate dal patto: l'ente dovrebbe fissare le risorse da liberare dal capitolo residui passivi in conto capitale bilancio 2013. Sembra addirittura che se non saranno saldati almeno il 90% dei debiti indicati entro fine anno gli amministratori locali ne risponderanno direttamente, avranno trattenuti due mesi di stipendio. Per gli enti tenuti a certificare i crediti delle imprese un ritardo nella registrazione on line entro 20 giorni dall'entrata in vigore del decreto comporterà 100 euro di multa per ogni giorno. Potrebbe anche essere possibile un "patto di stabilità orizzontale" tra i Comuni che hanno surplus di cassa e quelli in difficoltà, già previsto dal comma 4 ter art. 1 decreto semplificazioni fiscali, ma che era stato sospeso per il 2013.
Le risorse per la liquidità necessaria verranno da emissioni di titoli di stato per 25 miliardi sia nel 2013 che nel 2014.  Per pagare i relativi  interessi ci saranno nuovi tagli lineari sulle spese dei ministeri.
Era circolata anche la voce di un ipotesi di aumento dell' aliquota  della addizionale regionale IRPEF che potrebbe arrivare al 3,33%,  anticipando una norma del decreto sul federalismo fiscale che la fissava per il 2015: il ministro Grilli però sembra contrario e forse questa è una delle ragioni del ritardo nella approvazionedel decreto.


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