La bozza di legge di bilancio approvata dal Governo e giunta oggi in Parlamento per la discussione prevede all'(attuale) art. 66 un ampliamento del congedo parentale per i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, attualmente concesso ad entrambi i genitori alternativamente, fino ai 12 anni di età del figlio.
In particolare si prevede per il 2023 che uno dei mesi di congedo parentale per la madre lavoratrice da fruire entro il sesto anno di vita del bambino, sia indennizzato all'80% della retribuzione imponibile invece che 30%
Si tratta in pratica del trattamento economico uguale a quello riservato alle madri con il precedente congedo facoltativo post maternità.
Attualmente ricordiamo, dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 105 2022, la normativa vigente prevede
- Per i periodi di congedo parentale fino al dodicesimo anno di vita del figlio, a ciascun genitore lavoratore spetta per tre mesi, non trasferibili, un'indennita' pari al 30 per cento della retribuzione.
- I genitori hanno altresi' diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta un'indennita' pari al 30 per cento della retribuzione.
- Nel caso vi sia un solo genitore, allo stesso spetta un'indennita' pari al 30 per cento della retribuzione per un periodo massimo di nove mesi.
Va ricordato che periodi di congedo parentale sono computati nell'anzianita' di servizio e non comportano riduzione di ferie, riposi, tredicesima mensilita' o gratifica natalizia, ad eccezione degli emolumenti accessori connessi all'effettiva presenza in servizio, salvo quanto diversamente previsto dalla contrattazione collettiva.
Per questo provvedimento sono previsti circa 600 milioni di spesa per il triennio 2022-2025.
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Interessante notare che la specifica misura è rivolta solo alle madri, in controtendenza rispetto alla recente raccomandazione della direttiva europeavolta a favorire la parità dei sessi nel lavoro di cura e accudimento dei figli.
Ricordiamo che l'articolo potrebbe comunque essere modificato in qualche aspetto durante l'iter parlamentare prima di entrare in vigore.